EPILOGO - L'occhio del padrone ingrassa il cavallo
In piedi, in cima a una torre per le telecomunicazioni, Sivar Karev sembrava una divinità norrena. Nonostante il freddo pungente, le braccia muscolose erano nude, e facevano capolino dal pesante gilet foderato di pelliccia. L'uomo stava ritto come una statua, con una gamba leggermente sollevata, appoggiata ad una cassa di legno vuota.
La mano sinistra era stretta attorno alla vecchia balaustra arrugginita, mentre nella destra stringeva un binocolo.
Quando abbassò lo strumento, sul suo viso si dipinse un ghigno soddisfatto.
«E così, l'uccellino è pronto per volare da solo.» commentò.
Alle sue spalle, un gruppo di sei clown si agitava insofferente.
«Capo, ma quando interveniamo? Mi si stanno ghiacciando le palle, quassù!» sbottò uno di loro, rabbrividendo.
«Falso allarme, ragazzi. Torniamo al circo».
Un altro pagliaccio sbuffò, innervosito. «Vuoi dire che siamo venuti qui per niente?»
«Voglio dire,» replicò il domatore, glaciale «che siete venuti qui perché IO vi ho chiesto di farlo, ma ora ho scoperto che la vostra presenza non mi è più necessaria.»
Nessuno ebbe altro da obiettare. Uno alla volta, alcuni borbottando sommessamente, i componenti della sua banda cominciarono a scendere le scale.
Solo uno si attardò, l'unico che conoscesse il motivo di quell'uscita.
«Si è risolto tutto?» volle sapere.
Sivar si limitò ad annuire.
«E adesso?» insistette l'altro.
«Torniamo a casa anche noi».
«Intendevo, che intendi fare con Carmen? La punirai?»
«Punirla?» Il domatore inarcò un sopracciglio, quindi scoppiò a ridere. «Se un cane ha la catena troppo corta per arrivare alla ciotola dell'acqua e abbaia per fartelo capire, che fai? Lo riempi di bastonate?»
«Gli allungo la catena».
«Esattamente.» Sivar annuì, quindi diede nuovamente le spalle al compagno e puntò il binocolo. «Carmen ha bisogno di un guinzaglio più lungo. E forse di maggior gratificazione da parte del suo padrone».
«Gratifi...cosa?»
«Senti... sei contento quando ti dico che sei stato bravo?»
«Beh, io... certo!»
«Ecco. Allora, se vuoi che succeda ancora in futuro, adesso levati dalle scatole e lasciami un po' in pace!»
Senza una parola, anche l'ultimo clown se ne andò.
Rimasto solo, Sivar abbassò di nuovo lo strumento e si appoggiò con la schiena al parapetto.
«Gelosa di una sartina!» borbottò tra sé con un sorrisetto ironico «chi l'avrebbe mai detto?»
SPAZIO AUTORE
Con questo breve "extra" si conclude la mia scorribanda nell'universo de "Gli Acrobati d'Inverno".
È stata la parte più divertente da scrivere, ma anche quella che mi preoccupava di più: temevo infatti di rovinare il mio personaggio preferito. Non se nemmeno io come: dandogli troppo poco spessore, riducendolo a una macchietta, una caricatura; oppure al contrario esagerarlo, e rischiare di trasformarlo in un ottuso super-macho.
Inoltre, qui si accenna anche al rapporto tra lui e Carmen, che potrebbe non rispecchiare quello che ha pensato l'autrice. Temevo quindi anche che potesse risentirsi o esserne scontenta, anche se una fan-fiction, per sua stessa natura, rappresenta un po' un universo parallelo rispetto all'opera originale.
Alla fine, ne sono abbastanza soddisfatto: il Sivar che esce da questa mezza paginetta condivide con quello "vero" almeno due caratteristiche: il carisma e la capacità di avere sempre tutto sotto controllo.
Spero che il modo in cui l'ho fatto muovere faccia intuire che, dietro la facciata da bullo di periferia, c'è un complesso mondo di sfaccettature.
Che altro dire?
A chiunque abbia avuto la pazienza di arrivare fin qui, va la mia gratitudine!
Spero sinceramente di essere riuscito a farvi passare qualche momento piacevole e spensierato con questa avventura. Se vi siete divertiti a leggerla la metà di quanto l'ho fatto io scrivendola, credo che l'obiettivo sia raggiunto ;)
GRAZIE a chi ha voluto dedicare qualche minuto del suo tempo per lasciare un commento o una stellina, a chi l'ha letta ma non aveva niente da dire (spero tanto l'abbiate gradita) e anche a tutti quelli che hanno voluto dare una chance a questa storia e magari non l'hanno trovata di proprio gusto: mi dispiace se vi ho in qualche modo rovinato i personaggi.
Un caro saluto a tutti, e a rileggerci presto!.
P.S.: Non sono bravo a "farmi pubblicità", e spero non sembri di cattivo gusto scriverlo qui... ma se vi è piaciuto come scrivo, nell'attesa tra un capitolo e l'altro delle vostre storie preferite, potreste forse provare a fare un salto anche sulla mia storia lunga, "Micro Wars"! ;D
Però prima date un'occhiata alla presentazione per capire se potrebbe piacervi, è una storia un po' particolare :p
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