12
La mattina seguente è il compleanno della mia amica, così faccio subito colazione e corro a cambiarmi. Scelgo dei pantaloni neri stretti, una canotta con un disegno e una felpa leggera e le all star bianche.
Arrivo a scuola con un po' di anticipo così decido di farle una sorpresa. Appena arriva le corro incontro e le salto addosso tipo stile koala. "Tanti auguri amore mio" le sussurro dolcemente a bassa voce per non essere sentita, lei mi ringrazia e intanto le scappa una piccola lacrima. "Spero che il regalo ti piaccia" le dico porgendole il sacchetto confezionato e del suo colore preferito. Senza dirmi nulla mi abbraccia e così mano nella mano entriamo a scuola. Suonata la campanella dell'ultima ora, mi chiede se questo pomeriggio mi andava di uscire con lei, le rispondo che dopo aver accompagnato la mamma a fare la chemio mi sarebbe piaciuto.
Tornata a casa saluto la mamma e sto un po' con lei.. verso le tre vado a cambiarmi e l'ha accompagno all'ospedale.
Arrivate ci dirigiamo subito verso il reparto di chemioterapia. Resto lì con lei mentre gli infermieri le infilano i soliti tubicini nelle vene e riempiono la flebo con il liquido scuro. Le stringo la mano ma come al solito non sopporto la vista di lei che soffre ed io impotente perché non posso salvarla. Allora scappo mentre le lacrime mi rigano le guance. Mi appoggio ad un muro dipinto per metà di un celeste chiaro per riprendere fiato e asciugarmi le lacrime. Con calma faccio di nuovo il giro dell'ospedale soffermandomi, questa volta, a guardare i vari reparti e spiare, per così dire, le stanze dei pazienti. Il più delle volte ci trovo solo pochi panni nel piccolo armadietto usato a mo' di armadio e qualche cianfrusaglia messa lì sul piccolo comodino. Vedo tante famiglie frustrate magari dalla perdita di una persona cara o magari semplicemente perché un loro figlio o parente "abita" lì. Osservo che tutte queste cose la scorsa volta non le avevo notate, ho guardato solo in apparenza. Una voce mi distrae, come sempre, dai miei pensieri. È il ragazzo di ieri ma di cui già non ricordo più il nome. Si avvicina spingendo quasi a fatica le grandi ruote della sua sedia a rotelle. "Ehi ciao, pensavo che stessi parlando seriamente quando ieri mi hai detto che mi venivi a trovare" scherza. Lo guardò dritta negli occhi blu mare e dico "No, in realtà sono qui per mia madre.." Abbassò gli occhi ma gli rialza poco dopo, "Vieni con me ti faccio vedere una cosa" e detto questo mette il moto la sua "macchinina". Mi conduce fino ad un ascensore. Entrammo e schiacciò il pulsante del con l'icona del tetto. Lo guardo perplessa ma lui è perso nei suoi pensieri così rimango a fissarlo per un po' fino a quando le porte non si aprirono. Mi conduce fino al parapetto, e resto stupefatta da quella vista. Si vede quasi tutta New York! "Bello eh?" "Stupendo direi" Rimaniamo così a lungo, fino a quando interrompe il silenzio rivolgendomi una domanda cioè quella di sedermi sulle sue gambe.. un po' dubitante accettai e mi accorgo che ha le gambe finte. Reprimo l'istinto di urlare anche perché non mi sembra il caso. Cominciamo a parlare e poco dopo mi chiede di raccontargli qualcosa sulla mia vita così comincio, non ho nulla da nascondere a parte il fatto della mia relazione con Even. Mi ascolta dolcemente e intanto gioca con una ciocca dei miei capelli. Quando finisco mi sorride e mi da' un piccolo bacio a stampo, d'istinto mi alzo e corro via, da mia madre che è sempre lì al bar perché ha già finito la chemio. Le vado vicino le do' un bacino sulla guancia e la porto a casa. Per fortuna non mi chiede nulla del fiatone e del perché correvo in quel modo.
Quando arriviamo a casa noto che sono già le sei e mezza così invio un messaggio alla mia amica chiedendole se sono ancora in tempo e lei mi risponde che io per lei non sono mai in ritardo. Sorrido a qual messaggio e vado a cambiarmi.
Scelgo un vestito stretto sopra e svasato sotto, non molto corto del colore del mare, anche se mi ricorda il colore degli occhi di quel ragazzo ma cerco di non pensarci. Scelgo degli stivaletti con un po' di tacco, lascio i capelli sciolti e metto un filo di trucco. Prendo la borsa e vado da lei.
Appena arrivo a casa sua la chiamo sul cellulare così scende. Appena esce fuori di casa mi viene incontro e mi abbraccia, io ricambio stringendola più forte. Decidiamo di fare una camminata verso Central Park. Mentre passeggiano mi chiede com'è andata in ospedale e delle cure della mamma, rimango due minuti in silenzio ma dopo mi decido a parlare. Le racconto un po' le ultime novità ma tralascio il fatto di aver conosciuto quel ragazzo. Finito il "racconto" continuiamo a camminare e parlare del più e del meno. Dopo un po' mi propone di andare a dormire da lei perché i suoi non ci sono. Accetto anche perché non ho mai dormito a casa di altre persone. Chiamo la mamma per avvisala e le auguro già la buonanotte.
Tornate a casa, ordiniamo una pizza e nel frattempo decidiamo che film vedere.
Dopo aver mangiato saliamo in camera e noto che anche in camera sua c'è un letto matrimoniale. Ci sdraiamo una accanto all'altra e poco dopo cominciamo a baciaci, questa volta tranquillamente visto che non può vederci nessuno. In poco tempo ci troviamo una sopra l'altra con solo l'intimo indosso. Non facciamo nulla di particolare. Stiamo solo lì a scambiarci baci passionali e a sorriderci. Ci auguriamo la buonanotte e le lascio un dolce bacino sulla punta del naso, ci accoccoliamo sotto le coperte una vicino all'altra, e finalmente mi addormento tranquillamente.
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