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Quando mi alzo dal letto è già tardi, è quasi mezzogiorno e per fortuna mia mamma non c'è. Scendo le scale e mi reco in cucina, mi preparo una colazione veloce e corro a cambiarmi. Indosso una maglietta a maniche corte grigia, dei jeans neri e le all star nere. È da poco che siamo qui a New York e ancora mi ci devo abituare. Controllo il mio iPhone e noto un messaggio di Axel, il mio migliore amico, il quale dice di vederci al pub. Lascio un biglietto alla mamma e vado da lui. Mentre cammino per le strade intricate della "grande mela" scatto fotografie, ma non con la macchina fotografica bensì con la mente così da non dimenticare nulla.

Appena arrivo mi corre incontro e mi bacia sulla guancia. "Ehi bella, sei qui a New York e non mi dici niente?" mi mordo il labbro, una cosa che faccio spesso quando sono nervosa "scusa, ma sai com'è con la mamma.." , "tranquilla piccola, ti andrebbe ti fare una passeggiata?"

Camminiamo lungo le tortuose strade e intanto mi racconta le sue ultime avventure, e io le mie. Mi dice che si è fidanzato e anche da un po'. All'improvviso mi assale un senso di tristezza perché ho paura che qualcuno possa portarmelo via come un tempo.. Ricordo quegli anni perfettamente, in cui papà faceva un andirivieni nella mia vita e in quella di mamma fino a quando un bel giorno decise di chiudere con noi per rifarsi una nuova vita accanto ad un'altra donna, dei viaggi da un posto all'altro senza dimora fissa..e poi eccolo lì, quasi come una luce, il mio piccolo Axel. Il mio angelo custode. Istintivamente mi volto, ho gli occhi lucidi e penso che se ne sia accorto ma non dice nulla si limita solo a sorridermi e io ricambio nello stesso modo.

Quando torno a casa trovo già la tavola apparecchiata. "Sono a casa" urlo.

Io e la mamma mangiamo in silenzio una cenetta veloce a base di pizza e coca cola. Dopo aver lavato i piatti e rassettato la cucina salgo in camera mia, mi stendo sul letto e il sonno prende il sopravvento..

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