30.

"Non c'è proprio pace,a questo mondo.."

"Cos'è la morte per gli uomini? L'improvviso cessare delle funzioni corporee? No di certo. La morte è qualcosa di più profondo e interessante. Si tratta dell'improvvisa e irreversibile separazione tra l'uomo e qualsiasi cosa con cui abbia interagito fino ad allora.
La morte è la livella del genere umano,toglie tutto a tutti ed è stupendo vedere come gli uomini si rigirino e dimenino nella propria gabbia tentando disperatamente di respirare anche solo un minuto di più. È qualcosa che dà,alla persona che tiene in mano la cordicella della loro vita, un fervore e una consapevolezza della propria fragilità che sfiora la pazzia. Non mi stupisco che esista il complesso di Dio,in un mondo come questo.
Un mondo che io trovo del tutto bidimensionale,privo di qualcosa che susciti interesse,come un elettrocardiogramma piatto costante dentro la mia testa. Nella mia vita ho incontrato poche persone,ho fatto poche cose,ho vissuto poche emozioni che mi siano sembrate tridimensionali in un universo in bianco e nero.
Se è vero che la morte toglie tutto a tutti,aspetto la quiete eterna per farmi delle grosse e monotone risate"

Dazai posò la penna,con mano leggermente tremante,dopo aver scritto la parola "Fine".
Aveva buttato tutto fuori,tutto ciò che gli passava per la mente; sembrava quasi che avesse il fiatone per la velocità e il modo frenetico in cui aveva avuto bisogno di scrivere quelle parole.
<<Mi annoio,mi annoio davvero tanto>> sussurrò.
Era seduto alla scrivania del suo ufficio,alla Port Mafia,osservando il calendario.
Tra una settimana sarebbe stato Natale,era una festa che solitamente gli metteva allegria,ma in quel momento sentiva solo tantissima voglia di aprire la penna e ingerire l'inchiostro sperando di avvelenarsi. Dalla finestra poteva vedere la neve cadere dopo tante piogge negli ultimi giorni,e aveva avuto una mezza idea di uscire a fare un pupazzo di neve; l'immagine nella sua testa di lui,da bambino,che giocava con la neve gli aveva messo nostalgia.

Osservò il plico consistente di fogli davanti a lui,sul primo il titolo "Memorie di Tamako Mukami" e sull'ultimo "Commento dell'Autore".
Il giovane dirigente si alzò,senza prendere il cappotto,e uscì dalla stanza,dato che ormai stava iniziando a sentirsi soffocare tra quelle quattro mura.
<<Akutagawa>> chiamò il ragazzo dai capelli corvini,che si trovava nello stesso corridoio.
<<Dazai-san>> si avvicinò quello,di fretta.
<<Mettiti qualcosa addosso e seguimi>>
Non aspettò una risposta e si girò,dirigendosi verso l'uscita. Akutagawa non capì,ma decise di fare come il suo superiore gli aveva detto. Si mise un cappotto e una sciarpa al volo e lo seguì.

Dazai era seduto su un muretto coperto di neve,appena fuori la sede della Port,osservando i fiocchi che cadevano dal cielo. Sembrava stesse sorridendo,ma la sua era solo una smorfia piena di amarezza.
<<Ti ammalerai così,Dazai>> gli disse il più giovane,appoggiandosi al muretto.
In effetti il dirigente non aveva portato il cappotto.
<<Lascia stare,mi piace sentire il freddo sulla pelle>> scrollò le spalle.
<<Come mai mi hai chiesto di venire qui?>>
<<Beh,volevo compagnia..>> poggiò il mento su una mano <<dimmi Akutagawa,secondo te ho il complesso di Dio? Perchè provo così tanto piacere nel togliere la vita alle persone?>>
Akutagawa non sapeva come rispondere inizialmente,tossì e poi scrollò le spalle anche lui.
<<Non devi necessariamente trovare un motivo,se è quello che fai allora sarà giusto in ogni caso>>
<<Akutagawa,hai appena giustificato due millenni di massacri,torture e ingiustizie con una frase o sbaglio?>>
<<Ho solo detto la mia opinione. Non importa cosa uno faccia,bene o male sono solo etichette. L'importante è quanto impegno,quanta dedizione ciascuno ci mette per arrivare ad un obiettivo>> il suo cappotto svolazzò per una folata di vento improvvisa,che fece rabbrividire Dazai fin dentro le ossa.
<<Dovremmo tornare dentro,Dazai>>
<<No,non ho voglia di continuare a lavorare,per oggi. In realtà volevo andare da una parte>> il moro divenne pensieroso e Akutagawa sospirò. Il mistero che avvolgeva perennemente la mente di Dazai Osamu lo affascinava.
<<Dovresti andare a bere qualcosa,secondo me>> tossì il ragazzo,mentre si avviava verso l'entrata della sede della Port Mafia.
Dazai stava per rispondergli di pensare agli affari suoi,quando una volante nera sfrecciò,fermandosi davanti a lui e schizzandogli la neve che si era posata al suolo addosso.

<<Ma che diamine!>> sbottò,scrollandosi i vestiti.
Il finestrino si abbassò,anche se il dirigente della Port Mafia aveva già intuito di chi si trattasse ancora prima.
<<Il tuo sottoposto ha ragione,Dazai,penso che dovresti venire a bere>>
Il moro sospirò,massaggiandosi le tempie con le dita.
<<Non c'è proprio pace a questo mondo..>>

[...]

Fuori infuriava la bufera,ma il clima del Lupin era mite grazie alla stufa a pellet posta accanto al bancone.
Inoltre,era inutile dire che anche il whiskey riscaldava,a modo suo; Dazai si stava sbottonando il terzo bottone della camicia.
<<Quindi,ora che sono qui e sono quasi ubriaco>> sospirò,facendo suonare il quarto bicchiere,appena vuotato,sul bancone <<puoi dirmi come mai sei venuto a rovinarmi la giornata,Ango?>>
L'uomo della Divisione Sovrannaturale si sistemò gli occhiali.
<<Ho scoperto che ti frequenti con Chuuya Nakahara,dell'Agenzia dei Detective Armati>>
Dazai scoppiò a ridere,rischiando di soffocare con un sorso dell'alcolico che aveva appena bevuto.
<<Oh mio Dio,Ango. Dove siamo,in una fanfiction? Si,mi frequento con un mio nemico,e non voglio nemmeno sapere cosa ci hai visto fare quando sei venuto a spiarci davanti casa con la tua automobile orribile e rumorosa>>
Ango quasi soffocò anche lui con l'acqua che stava bevendo.
<<Invece di scherzare>> guardò il suo ex collega negli occhi <<pensa a cosa accadrebbe se io lo dicessi a tutti: alla Mafia,all'Agenzia,al Governo..>>
Dazai tirò fuori la pistola,puntandogliela alla testa con occhi stranamente freddi e privi di espressione. Solo una scintilla di furia omicida sembrava spiccare le pozzo color nocciola dei suoi occhi.
<<Sei un uomo pericoloso,Dazai>> disse ancora Ango,ma iniziando a sudare freddo <<ma non lo faresti mai>>

Ma Dazai tolse la sicura alla pistola.
<<E sentiamo,cosa dovrei fare perchè tu tenga la bocca chiusa? Insomma,a parte ucciderti~>>
<<Il Governo avrebbe da affidarti un incarico...>>
Il moro fece schioccare la lingua sotto il palato,e sparò un colpo nella gamba dell'uomo,che ringhiò per il dolore.
<<Dazai! Razza di..>>
<<Accetto>> disse soltanto,rinfoderando la pistola <<riguardo il colpo.. Volevo farlo da anni>> ridacchiò,in una maniera che ad Ango parve molto inquietante.
Il moro si alzò,cercando il suo cappotto per poi ricordarsi di averlo lasciato alla Mafia. Sospirò,tentando di barcollare il meno possibile.
<<Me ne vado a casa>> disse <<me lo spiegherai un'altra volta>>
Non aspettò una risposta dal dottore con gli occhiali ed uscì dal vecchio Bar,dirigendosi verso casa.

[...]

Quando vi arrivò,fuori c'era una vera e propria tempesta. Con il freddo che gli penetrava fin dentro le ossa,chiuse la porta di casa,sedendosi sul divano in salotto.

Chuuya sbucò da una porta e lo squadrò. Dazai scoppiò a ridere non appena vide che il ragazzo aveva un grembiulino rosa addosso,probabilmente stava cucinando.
<<Pochi spettacoli valgono quanto quello che ho davanti ora,Chuuya~>>
<<Stai zitto!>> ringhiò l'altro <<sei messo così male che sembra ti sia passata addosso una mandria di elefanti sovrappeso!>>
Il moro sorrise.
<<In effetti è proprio così che mi sento>>

Il rosso sbuffò,sedendosi accanto all'ex partner e osservando i suoi occhi,le pupille dilatate quasi al massimo. Anche se non serviva guardare i suoi occhi per capire,la puzza di alcool si sentiva da chilometri di distanza.
<<Sei ubriaco>> disse.
<<Sei perspicace>> gli rispose,sorridendo,il bendato.
<<A giudicare da quanto tu sia rosso in viso,sembra tu sia anche malato>>
<<È solo la tua presenza a farmi questo effetto~>>
<<Razza di babbeo. Ma non posso aspettare che tu stia meglio>> si alzò,iniziando a sentire puzza di bruciato.

<<Neh,Chuuya~>> lo richiamò il più alto,tentando di alzarsi <<ho trovato la mia ragione di vita definitiva!>>
Il rosso storse il naso.
<<E quale sarebbe?>>
Alla domanda Dazai scattò in piedi,prendendo il cellulare e cercando una foto.
<<Io voglio diventare... Un Quokka! È l'animale più felice del mondo~ magari nel prossimo arco narrativo..>> gli mostrò una fotografia di un piccolo animale.
<<Nel prossimo cosa?>> Chuuya rise <<gli somigli,sai?>>
<<LO PENSI DAVVERO?!>>
Il rosso perse qualche istante a fissare il suo fidanzato,ammise a sè stesso che da ubriaco era ancora più bello,ma sospirò. Aveva bisogno che lo ascoltasse.

Improvvisamente Dazai si vide arrivare dei vestiti in faccia.
<<Va' a farti una doccia>> gli intimò Chuuya <<Dobbiamo parlare>>

~🌹~
Spazio autrice~
Ecco a voi la foto di un Quokka,l'animale più felice del mondo ouo

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