26.

"Non è andata bene,vedo"

Due mesi prima

Il giorno seguente la visita di Faith all'Agenzia,il gruppo si mise alla ricerca di indizi su quel che poteva essere successo. Kyōka e Tanizaki,insieme a Naomi,avrebbero lavorato ricercando in vecchi giornali e documenti tutte le prove possibili,mentre gli altri si occupavano degli altri impegni all'Agenzia. Atsushi e Chuuya si erano alzati di prima mattina e,accompagnati dalla giovane protetta,si erano recati sul luogo dove anni prima era esplosa la bomba che aveva ucciso il Governatore e molte altre persone.

Si trattava di un piccolo bar di quartiere,gestito da una semplice famiglia di Yokohama; ma ora,posto sotto sequestro da quel fatidico giorno,era solo un locale distrutto circondato dai nastri gialli della polizia,usurati dal tempo.

Si fermarono davanti all'immobile,situato in quartiere completamente abbandonato dopo l'attentato e quindi privo di persone che vi abitassero. Infatti,anche gli appartamenti circostanti erano stati danneggiati dall'esplosione.
<<Abbiamo l'autorizzazione per stare qui o devo fare alla vecchia maniera?>> domandò il ragazzo dai capelli rossi,ma subito la tigre mannara lo tranquillizzò,dicendogli che avevano il permesso del nuovo Governatore.

Entrati nel bar,si guardarono intorno e notarono che quasi tutto era stato distrutto. Sedie e tavoli ridotti a schegge di legno sparse qua e là,il soffitto era in gran parte crollato e le finestre erano rotte. A terra vi erano anche pezzi di cibo più recenti,vestiti che formavano piccole nicchie,a prova del fatto che c'era stato qualcuno lì recentemente,probabilmente vagabondi e persone che vivevano in strada.

<<Dopo tutto questo tempo,non credo che qui troveremo prove,Nakahara-san>> Faith non sembrava dimostrare paura o inquietudine a guardare quel luogo,dove era morta tutta la sua famiglia e Chuuya lo aveva notato,rimanendo ad osservarla fino a farla arrossire vistosamente.
<<Hai un'idea migliore?>> gli rispose quello,infine.

Passarono circa una mezz'oretta ad esaminare tutto per bene. Infine,si dissero che davvero non c'era nulla. Atsushi osservava la chiazza nera che si intravedeva sul pavimento,sotto le macerie: era il punto in cui era esplosa la bomba.
Riflettè,poi gli sorse una domanda.
<<Che tipo di bomba era? Ad orologeria,ad attivazione manuale..>>
<<Ad attivazione manuale>> spiegò Chuuya,facendo per uscire dal luogo in cui si trovavano <<fu quello a scagionare la Port Mafia. Fummo i primi ad essere accusati,ma ci fu un investigatore,che morì due mesi dopo aver investigato sul caso,che asserì che l'unico modo per portare a compimento l'attentato implicava che...>>

<<Faith! Attenta!>> la voce di Atsushi fece voltare il ragazzo che stava parlando,che vide immediatamente un mirino laser puntato sulla testa della ragazza,che urlò.
Ma il proiettile ormai era stato sparato,testimone il rumore,passando attraverso il vetro già rotto del piccolo bar; con un movimento fulmineo Chuuya si buttò avanti a lei,bloccando il proiettile con una mano,usando la sua abilità,mentre con l'altra creava un varco tra le macerie dall'altro lato della stanza,in modo che non scappassero dalla direzione da cui proveniva lo sparo.

<<Uscite da lì!>> urlò,e Atsushi prese per mano Faith,facendo come gli era stato ordinato.
Un nuovo mirino fu puntato,stavolta sul rosso,ma subito la luce sparì.
"Ha cambiato idea?" pensò,poi un sorriso comparse sul suo volto "Ma certo.."
Prese il telefono e telefonò all'Agenzia.
<<Pronto,Kunikida?>> parlava,camminando verso l'esterno del bar,ma stavolta passando dalla porta principale <<penso di aver risolto il mistero>>

Fine Flashback

La sera in cui Dazai aveva rivisto Chuuya per la prima volta,il ragazzo bendato aveva più o meno previsto la reazione che il suo ex partner avrebbe potuto avere,ma non si aspettava che lo avrebbe allontanato in quel modo,senza alcuna prospettiva che le cose tornassero come prima.

La fredda serata autunnale sembrava mettergli ancora più angoscia; era tardi i negozi erano chiusi,le saracinesche abbassate,in strada non c'era nessuno.
Stanco e col cuore a pezzi,si era incamminato lungo la strada per tornare a casa sua,quando una figura ormai a lui molto familiare lo aveva affiancato,con un'espressione mista tra il divertito e il beffardo; a Dazai veniva solo voglia di prenderlo a schiaffi come faceva in passato.

<<Non è andata bene,vedo>> disse Akutagawa,tossendo subito dopo.
<<Non sono affari tuoi. Vattene se non vuoi che ti prenda a pugni>>
<<Non sfidarmi,non sono più un tuo sottoposto,Dazai>>
<<Allora ti prenderò a pugni solo perchè mi va>>
Il moro si fermò e  girò a guardarlo negli occhi,con una luce rabbiosa che spiccava nella sua pupilla. Il più giovane lo notò e ne rimase molto sorpreso,ma poi lo stupore divenne divertimento; anche per una persona apatica come lui,quello era uno spettacolo singolare.

<<Questi due anni passati a fare il leader dei criminali... Sicuro non abbiamo risvegliato nulla in te?>> il vento fece ondeggiare il cappotto del ragazzo dai capelli corvini,ancora fermo nello stesso punto.
<<Assolutamente niente. Non sono una persona così volubile,ridicolo>> Dazai distolse lo sguardo,riprendendo a camminare e intimando all'altro di non seguirlo. Questa volta,fece quel che gli era stato ordinato,ma continuò a fissare il suo ex superiore fin quando non svoltò un angolo.

[...]

Il giorno seguente,Dazai si risvegliò nel freddo e solitario letto di casa sua,con un gran mal di testa e troppi pensieri e domande a cui non sapeva rispondere.
L'incontro con Akutagawa non lo aveva minimamente turbato,era più determinato a cercare il nano isterico e convincerlo,se non costringerlo a fare pace. Non poteva permettersi di perderlo dopo averlo ritrovato,non se lo sarebbe mai perdonato. Gli mancava tutto di lui,di loro due,del loro rapporto. Avrebbe preferito morire piuttosto che vivere separato da Chuuya.
Si alzò,si fece una doccia,prese qualcosa da mangiare al volo e una foto del suo ex partner,che aveva scattato la sera del suo ventiduesimo compleanno e uscì.
Sapeva che era il suo giorno libero,secondo i suoi calcoli,e che quindi non lo avrebbe trovato all'Agenzia. Chiese a chiunque se l'avesse visto: commercianti,passanti,uomini d'affari e proprio nel momento in cui aveva pensato di rinunciare e tentare il giorno seguente,quando sicuramente sarebbe stato a lavoro,lo vide. Seduto ad un tavolino di un bar,con una ragazza  davanti a lui che si era sporta e  lo stava baciando.
Ma la scena che più gli era rimasta impressa era lo sguardo di Chuuya,dapprima rivolto verso di lui,che sembra dire "guardami" e che poi aveva distolto,chiudendo gli occhi per approfondire il bacio con la ragazza.

Chi era lei? E da quanto andava avanti la loro storia? Loro...Stavano insieme?
Dazai si girò,andandosene. Non sapeva come sentirsi,in quel momento non provava nulla.
Aveva solo realizzato una cosa: lui,ormai,era morto. Non poteva più avere la vita che aveva prima,nè desiderarne una normale. Non sapeva cosa sarebbe diventato,cosa sarebbe stato,ma sicuramente non quello che voleva.
"Almeno,non deve aver sofferto per molto tempo.." pensava,seduto sulla scogliera con le mani nelle tasche.
Inspirava l'odore del mare a piene narici,con gli occhi,chiusi,cercando di calmarsi; lui era Dazai Osamu,non una ragazzina sedicenne presa da una crisi di gelosia.

"Potrei suicidarmi" si disse "ma credo che così lo ferirei in ogni caso,quindi meglio di no... Ma allora,cosa faccio?" sospirò.
Rimase lì fino a sera e non si accorse di essersi addormentato steso su uno scoglio, fin quando non sentì un peso schiacciante sul petto.
Aprì gli occhi e vide la stessa figura che aveva visto la sera prima.
"Stavolta lo prendo a pugni davvero" si disse.

<<Posso anche togliere il piede>> parlò,Akutagawa <<e tu sentiresti lo stesso il peso schiacciante che senti ora,non è così?>>
Centro.
Dazai ridacchiò.
<<Oppure potresti premere di più,magari soffocarmi,e mettere per sempre fine alle mie sofferenze~>>
<<Sarebbe troppo facile>> tolse il piede,permettendo al più grande di mettersi a sedere.
<<Ricorda cosa ti disse il Boss quando te ne andasti>>
Dazai tossicchiò,imitando la voce di Mori.
<<Se un giorno dovessi tornare,ti riaccoglieremo a braccia aperte. Tu sei una persona interessante,Dazai Osamu>>
Pensò a quelle parole.
Era vero,la Mafia era stato il primo posto dove si era sentito davvero vivo,dove era stato davvero accolto,temuto,rispettato per la prima volta.
Adesso che non c'era più alcun tipo di futuro per lui,forse avrebbe potuto tornare tutto come gli inizi?

Dazai lo sapeva,quei due anni passati a guidare i criminali aveva svegliato la sua indole Mafiosa,ma si era detto che non sarebbe stato permanente,che tutto sarebbe tornato normale una volta a casa. Ma quale era la sua casa ora? Forse davvero non era fatto per stare tra i buoni. Oda avrebbe dovuto perdonarlo,per quanto l'amico fosse una persona lungimirante non poteva aver certo previsto quella situazione.
<<Dazai>> Akutagawa allungò la mano al ragazzo seduto davanti a lui,per aiutarlo ad alzarsi,ma quest'ultimo scansò la mano e fece da solo. Diede un ultimo sguardo al mare illuminato dalla Luna e pregò gli Dei di star facendo la scelta giusta.
<<Fai strada,Akutagawa>>

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