5.
"Prendi il thè"
La giornata era stata più pesante del solito,avevano dovuto rimediare ad uno dei casini provocati da Atsushi nel chiedere informazioni riguardanti la Port Mafia ad un gruppo di senzatetto.
Due ambulanze, una decina di paramedici,tre pattuglie della polizia e un carroarmato dell'esercito che passava di lì in quel momento e aveva deciso di fermarsi a controllare; ovviamente a dare tutte le spiegazioni del caso era corso sul posto Kunikida,ma questo gli aveva fatto perdere più tempo del solito.
Sotto sotto non vedeva l'ora di tornare a casa e vedere...
...vedere chi? Chi è che voleva vedere?
La vista gli si annebbiò leggermente e portò una mano alla testa dolorante.
Era solo stanco.
Si sarebbe messo a letto a riposare e tutto sarebbe stato più chiaro la mattina dopo.
Eppure c'era questa strana sensazione..
Chuuya riportò la sua mente alla realtà,almeno per quel che potè,quando arrivò davanti alla porta del suo appartamento come ogni sera. Era tutto buio,dalla finestra del quinto piano filtrava la luce della luna che si proiettava fino ai suoi piedi senza sfiorarlo ,come se emanasse un'aura così oscura da non essere palpabile dalla luce. C'era silenzio. Nessun brusio dalle porte,nessun rumore dalla strada. Non ricordava nemmeno di aver visto persone sulla via del ritorno.
"Sulla via del ritorno da dove? Da dove sono venuto?" si trovò a chiedersi improvvisamente,gli occhi stanchi che minacciavano di chiudersi da un momento all'altro.
Sulle scale non c'era nessuno,non sapeva chi si aspettava di vedere guardando. Perchè era salito dalle scale quella sera,pur sapendo del rischio che quella persona lo vedesse?
"Chi è che dovrebbe vedermi...?" pensò,e tirò nuovamente un'occhiata alle scale.
Scale?
Quali scale?
Il suo appartamento non aveva mai avuto delle scale,era sempre salito con l'ascensore anche se abitava solo al secondo piano.
Secondo piano?
Ma allora al quarto non ci abitava..?
Sussultò e si rese conto di aver chiuso gli occhi,aveva una mano sulla maniglia di metallo dorato della porta,ma non percepiva il freddo sotto le dita; non percepiva nemmeno calda in realtà,semplicemente non percepiva niente.
Improvvisamente iniziò a credere di stare entrando in casa di qualcun altro.
"Come faccio a sapere se è casa mia se nemmeno mi ricordo chi sono io?" si chiese.
Gli bastò sbattere le palpebre e,senza rendersi conto di aver fatto alcun movimento,si ritrovò dentro quello che supponeva essere lo spazio oltre la porta di legno. Era arredato con semplicità e modernità; il suo stile,certamente,ma sentiva che qualcosa non era allo stesso posto rispetto a quando l'aveva lasciata quella mattina. L'aveva lasciata quella mattina,giusto?
<<Oh mio Dio,Chuuya! Sei tornato!>> un paio di mani gli afferrarono saldamente le spalle,un'odore familiare pervase le sue narici.
Guardando quella persona,l'unica cosa di cui fu certo fu di ricordarne il nome.
<<Faith?>> chiese,la voce roca come se fosse terribilmente assonnato.
Marguerite aveva le lacrime agli occhi,sorridendo pacatamente.
<<Ti hanno cercato dappertutto,ti rendi conto? Sei sparito per un mese!>>
Un mese?
<<Sono uscito..>> tentò di spiegare il rosso,le palpebre sempre più pesanti,a stento riusciva a mettere a fuoco i lineamenti della persona che aveva davanti.
<<Ora che sei tornato,ti prego non andartene... non ti deluderò mai più,staremo bene insieme!>> Saffo alzò leggermente la voce,il suo tono sembrava preoccupato,diverso da quello allegro e spensierato che era abituato a sentire da quando si erano sposati..
Quando si erano sposati?
Se lo ricordava quello, come poteva dimenticare la persona con cui aveva giurato di passare il resto dei suoi giorni?
Il giorno in cui aveva sposato Mabel... no,il giorno in cui aveva sposato Oscar...
Eh?
I nomi erano una cosa così complicata..
Gliene veniva in mente solo uno al quale riuscisse ad associare un volto.
<<Dazai..?>> chiese.
La vista gli si fece completamente oscura.
La voce gli parlò con disprezzo.
<<Smettila di cercarlo,tesoro. Dazai Osamu è morto due mesi fa,ricordi? Lo hai seppellito tu>>
Dazai,morto?
Che bella barzelletta..
Dazai non sarebbe mai morto,Dazai era immortale proprio come lui.
Sentì il pavimento sparire sotto i piedi e gli sembrò di cadere nel vuoto,ma la caduta durò poco perchè percepì il parquet sotto di sè: cadendo non si fece male,il pavimento non era freddo,come se fosse davvero caduto al rallentatore come se lo stava immaginando,mentre la stanchezza invadeva ogni singola cellula del suo corpo. La sua testa si poggiò su qualcosa di morbido,probabilmente le gambe di una persona; non riusciva ad aprire gli occhi e ben presto smise di combattere contro questa sensazione,gentilmente accompagnato verso il sonno dalla mano di qualcuno che gli accarezzava i capelli. Non sentiva più nessun odore,nessuna percezione.
<<Non ti ricordi,Chuuya..?>> fu l'ultima cosa che gli parve di udire,come un sogno distante e ovattato.
<<Non ti ricordi cosa è successo?>>
[...]
<<NO!>> Chuuya cacciò un urlo frustrato balzando a sedere, aveva il respiro affannato e dalla sua fronte colavano goccioline di sudore,le stesse che coprivano con uno strato sottile il petto scoperto nonostante fosse Dicembre inoltrato e facesse freddo.
Il suo primo istinto fu quello di guardare alla sua sinistra,più un riflesso naturale che una vera volontà,tuttavia la vista che ebbe lo rassicurò abbastanza da farlo smettere di tremare. Dazai era steso accanto a lui a pancia in giù,con la testa affondata nel cuscino e il corpo letteralmente ingarbugliato nelle coperte,probabilmente stava dormendo.
<<Un sogno del cazzo..>> borbottò fra sè e sè,passandosi un paio di volte le mani sugli occhi.
Quella tranquillità improvvisa,quella stanchezza alla fine del sogno erano la cosa che più lo spaventava in assoluto. Non era riuscito ad opporre resistenza,anzi per un istante aveva pensato che sarebbe stato bello poter rimanere in quel modo per sempre. Non avrebbe saputo dire il perchè,ma se avesse dovuto descrivere come immaginava la morte sarebbe stato proprio ciò che aveva sognato.
<<Non fai in tempo a prendere un cazzo che ne sogni un altro?>> la voce di Dazai che sghignazzava lo sollevò come poche cose in vita sua dopo un momento del genere.
Lo guardava con il viso affondato nel cuscino,l'unica cosa scoperta erano gli occhi che lo fissavano con una luce particolarmente vispa,cosa che sembrò ricordargli che c'erano dieci gradi e che stava rabbrividendo.
<<Non ti riguarda>> sbottò tuttavia,facendo per alzarsi dal letto.
Il braccio dell'ex partner lo bloccò avvolgendosi attorno alla sua vita e tirandolo a sè con un sospiro.
"E poi ti permetti di dire di non essere gay" la vocina nella testa di Chuuya lo canzonò mentre lui arrossiva "100% homo,senti a me"
<<Non sembri poco mascolino se mi dici che hai fatto un incubo>> il moro parlò con voce più bassa,si poteva addirittura dire che sussurrò con la voce roca di chi si era appena svegliato.
<<Devo andare a lavorare>> balbettò lui,e si sentì una scolaretta indifesa percependo il corpo del suo ragazzo che lo teneva stretto a sè e si accorse del fatto che non aveva neanche provato a sottrarsi da quella situazione.
"Devo andare a lavorare sul serio però.." pensò,maledicendo Kunikida e i suoi rimproveri sulla puntualità.
"No,non devi" rispose però la sua vocina interiore quando Dazai intrecciò le dita con le sue.
La sveglia sul cellulare del moro tuttavia sembrò riportare alla realtà anche lui.
"You can't do a double suicide alone! But with two-"
Il bendato,anche se c'era da precisare che in quel momento non aveva bende addosso,fermò la musichetta sbuffando.
Quella cosa incuriosì Chuuya,dato che da quando il suo ex partner aveva smesso di lavorare non aveva più impostato una sveglia: non serve un'orario per vagabondare per la casa e per la città dando fastidio a più persone possibili.
<<Devi andare da qualche parte?>> gli chiese dunque,con finta indifferenza.
Dazai ridacchiò a quell'atteggiamento punzecchiandogli i fianchi con le dita.
<<Devo parlare con un paio di persone,preferivo farlo il prima possibile per avere il resto della giornata libera>> spiegò <<ma ora che ci penso meglio,forse potrei anche rimandare,che ne so,di una mezz'oretta... o di un'ora... o due..>>
Il cervello di Chuuya andò in arresto forzato quando sentì le labbra del ragazzo dietro di lui poggiarsi proprio sotto il suo orecchio e...
....bzzz....bzzzz...bzzzz.
Che rumore curioso da sentire in un momento del genere,sembrava tanto la vibrazione del suo tele-
<<KUNIKIDA,SONO SVEGLIO. SVEGLISSIMO,MAI STATO PIU' SVEGLIO>> farfugliò tenendo il telefono al contrario accanto all'orecchio.
Dall'altro lato si sentì una risatina appena accennata.
<<Chuuya,sono Marguerite>> si sentì dire dall'altro capo dell'apparecchio.
Marguerite?
OH SI,MARGUERITE.
"Come cambiano in fretta le cose" lo canzonò la sua coscienza.
<<Oh,si.. scusami Marge,mi sono appena svegliato e mi aspettavo..>> ridachiò nervosamente.
Accanto a lui,senza però girarsi,sentiva lo sguardo penetrante del moro che emetteva "angry Dazai noises".
<<Tranquillo!>> la giovane lo rassicurò <<la signorina Mabel ha proposto l'idea di fare colazione tutti insieme al bar qui sotto,quindi su sua richiesta volevo estendere l'invito a te e a Dazai-san>>
<<Eh? Ah,si,si. Certamente. Saremo lì fra massimo mezz'ora>> farfugliò la prima cosa che gli venne in mente,per nulla concentrato.
<<A tra poco allora!>>
Un paio di 'bip' indicarono che la chiamata era stata chiusa,in sottofondo si sentiva chiaramente la voce stridula di Mabel che inveiva contro qualcuno,probabilmente il suo professore.
<<Saremo lì tra massimo mezz'ora>> gli fece il verso Dazai.
<<Dai,non essere infantile!>> sbuffò il rosso,beccandosi una cuscinata in faccia. Quando spostò l'oggetto ringhiando,il suo ex partner si era già chiuso la porta del bagno alle spalle; il bastardo glielo aveva tirato appositamente per non farsi nemmeno vedere.
Che egoista.
[...]
<<Prendi il thè,Walter>> la ragazza irlandese dai capelli biondi aveva addosso il suo solito vestito verde con lo stemma del college e sorrideva seduta su una delle graziose sedie di metallo decorato del bar. Stava porgendo,con un sorriso smagliante ma anche piuttosto inquietante,una tazzina rosa di plastica con sopra disegnate le principesse Disney al suo professore.
<<'cche diamine...>> quello si allontanò con la sedia con aria spaventata.
<<Non prenderai il thè?? Credi che farà piacere alla principessa Scintilla questo tuo comportamento?!>>
Quando i due arrivarono al luogo prestabilito per l'incontro trovarono pressapoco questo dialogo in corso; Marguerite li guardava con un sorriso comprensivo come una madre che vede giocare i suoi bambini,perchè è proprio quello che sembravano quei due a dirla tutta.
<<Fatti curare,Mabel! Ti sei portata il tuo set da te delle principesse qui davanti a tutti!>> sbottò il professore prendendo un cucchiaino e girandolo al contrario per poi immergerlo nel caffè.
Quei due erano tutti matti,fu la prima cosa che venne in mente a Chuuya.
<<Perchè tieni il cucchiaino al contrario..?>> si azzardò a chiedere,indicandolo.
Quello rispose aggiustandosi gli occhiali come se fosse la cosa più naturale del mondo.
<<Secondo Aristotele,la materia è il caffè amaro,la potenza è lo zucchero e l'atto è il caffè zuccherato... sono gli uomini ad avere inventato inutili utensili dalle forme->>
<<BLA,BLA,BLA>> lo interruppe Mabel bevendo dalla sua tazzina di plastica.
Distaccandosi un attimo da quel momento,il rosso si guardò intorno.
Il cielo era azzurro e il sole filtrava timidamente da dietro le nuvole,l'aria era fredda e lo percepiva sulla pelle del viso dato che aveva i guanti alle mani, le persone camminavano per le strade parlando,facendo rumori,che si mescolavano a quelli prodotti dalle auto,dalle fabbriche e dalla natura: il mondo così com'era,il mondo normale,molto diverso da quello che aveva visto nel suo sogno. Avrebbe dovuto capirlo subito che non era reale.
Dazai ordinò un caffè e lui fece lo stesso,nonostante gli andasse un bel bicchiere di vino che però non era il caso di bere di mattina e giusto prima di andare a lavorare,Kunikida gli avrebbe fatto fare il test del palloncino prima di entrare in ufficio per tutto il mese successivo se lo avesse scoperto.
Ordinarono anche dei pasticcini per mettere qualcosa nello stomaco oltre alla bevanda e si limitarono per un bel po' ad osservare i simpatici teatrini di Walter e Mabel che attiravano l'attenzione dei passanti.
Alla fine,quando ormai era praticamente ora di andarsene,Marguerite posò la sua tazzina sul tavolo e incrociò le mani sulle gambe,posizione che assumeva quando doveva dire qualcosa di importante.
<<Chuuya,avrei un favore da chiedere a te,a Dazai-san e a anche ai miei due ospiti a questo punto>> abbassò lo sguardo con aria imbarazzata.
<<Che cosa?>> chiesero in coro Dazai e Mabel.
La giovane fece qualche attimo di pausa e poi prese un respiro profondo.
<<Vorrei che mi aiutaste a scegliere il vestito per il matrimonio!>> disse infine.
I presenti si guardarono in faccia perplessi.
La bionda cacciò un urletto unendo le mani.
<<SI! SI! SI!>>
Dazai annuì con un sorriso gentile e tirò un'occhiata a Chuuya,il quale aveva un mezzo tic all'occhio,probabilmente stava pensando alla sfacciataggine con cui glielo aveva chiesto sapendo che lui le andava dietro. Il problema era proprio questo,lei non lo sapeva.
<<Manca meno di una settimana,vero? Come mai ti sei ridotta all'ultimo?>> le domandò con un sorriso molto tirato.
Lei rispose con un sorrisetto imbarazzato che aveva avuto degli impegni che le avevano impedito di organizzare tutto per tempo,e adesso lei e la sua sposa stavano rifinendo i dettagli della cerimonia.
Anche se con un po' di riluttanza da parte del rosso e del professore,alla fine tutti e quattro si impegnarono per il pomeriggio successivo ad accompagnare la loro amica al negozio di abiti da sposa e aiutarla nella tanto difficile decisione.
Lei li ringraziò tutti con le lacrime agli occhi e si congedò per andare a scuola.
Anche Mabel si alzò poco dopo costringendo Walter a seguirla mentre andavano a fare un giro per la città,lasciando Dazai e Chuuya da soli.
Quest'ultimo ebbe un mezzo infarto guardando l'orologio.
<<Devo volare via,letteralmente>> disse al suo ex partner,il quale annuì.
<<Dammi un bacio>> ghignò quando lo vide arrossire.
<<Idiota,siamo in mezzo alla strada,in mezzo alla gente,come ti aspetti che io->>
Non fece nemmeno in tempo a finire la frase che il moro lo aveva portato in un vicolo lì vicino dove non passava nessuno; non c'era alcun'altra entrata se non quella da dove erano venuti loro e gli alti palazzi bloccavano la luce del sole fino a metà della stradina.
"Ora ti stupra e tu glielo lascerai fare" si mise in mezzo la vocina nella testa di Chuuya.
Dazai? Stuprarlo?
Naaaah...
Nah...?
Il suo istinto di sopravvivenza si fece strada,e se ne uscì con una frase per sviare quella situazione.
<<Solo per un bacio? Ti ho detto che devo->>
<<Ci stavano osservando,Chuu. Dall'altro lato della strada,tre persone si sono fermate tre volte davanti alla stessa vetrina,dalla quale scommetto che si può vedere il nostro riflesso>>
L'espressione del moro si fece seria.
Allora non voleva stuprarlo..
Cos'era questa cosa che sentiva? Delusione..?
<<Cosa facciamo? Li seguiamo?>>
L'altro sembrò pensarci attentamente.
<<No. Non ancora>> rispose infine <<vai dritto a lavoro e tieni gli occhi aperti,io vado a parlare con le persone di cui ti dicevo stamattina. Ci vediamo stasera,Chuchu!>> disse l'ultima parte sorridendo e rubandogli un bacio al volo.
Quello che uscì dalla bocca di Chuuya fu praticamente un "ciagrrrr" mentre lo guardava allontanarsi con le mani nel cappotto.
Aveva il disperato bisogno di sapere che quella sera,tornato a casa,lo avrebbe trovato ad aspettarlo.
[...]
Dazai svoltò l'angolo un paio di volte,rifacendo la stessa strada se necessario,fin quando non fu certo di non aver visto in faccia la stessa persona due volte di seguito.
Alla fine,certo di non essere seguito,prese la strada per i bassifondi,scendendo per la strada che era solito fare quando lavorava per la Mafia o per l'Agenzia e aveva bisogno di informazioni rapide.
"Chissà come sono finito sbattuto fuori da entrambe le organizzazioni" si chiese scrollando le spalle,non è che una delle due o entrambe gli mancassero,ma lui era una persona che aveva bisogno di stimoli per continuare a vivere,non poteva sempre aspettarsi di captare un messaggio nascosto nell'invito ad una colazione al bar.
Non era nemmeno sicuro di non esserselo immaginato.
Quando alla fine giunse alle case diroccate e alle baracche che rappresentavano l'inizio dei bassifondi,la sua attenzione fu attirata da una piccola tenda verde scuro posizionata davanti ad una casa apparentemente abbandonata.
L'accesso era aperto,e lui si avvicinò tenendo alta la guardia,non riusciva a vedere chi ci fosse dentro,ma per qualche motivo era sicuro che fosse quello il posto che cercava.
Si inginocchiò e alla fine si decise a spostare la tenda.
Quando vide la persona che c'era dentro,che gli sorrideva con aria vispa,il suo sorriso si allargò con aria sorpresa.
<<Questo non me l'aspettavo>> ridacchiò,l'altra persona gli fece con le dita il segno della vittoria.
<<Yo'oh, Osa-muuh!>>
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