4.
"La parola fine"
Il rumore del bagaglio trascinato sul marciapiede di pietra che costeggiava la strada asfaltata dalla quale provenivano le automobili, riportava mano a mano la mente di Chuuya verso la realtà quotidiana che lo attendeva all'atterrare del volo che avrebbero preso a breve,diretti nuovamente a Yokohama.
Mentre camminava,tuttavia,la sua mente era da tutt'altra parte,in tutt'altro momento,precisamente alla sera prima e a tutti i suoi avvenimenti: dalla festa alla quale neanche voleva partecipare,al dialogo con Saffo fino al bacio che non si sarebbe mai aspettato di dare al suo tanto odiato ex partner,ma che aveva scoperto solo dopo di necessitare con ogni fibra del suo corpo.
Non c'era stato esattamente un "dopo"; considerando la frenesia nel preparare i bagagli e fare il check out dalla camera,entrambi si erano concentrati sui loro compiti rivolgendosi a malapena la parola. Tuttavia il rosso avvertiva che non era un silenzio carico di tensione come quelli tanto familiare fino a qualche mese prima, ogni tanto addirittura si scoprivano l'uno a lanciare occhiatine all'altro, e specialmente il più basso doveva mordersi la lingua per non sorridere come un'idiota e farli sembrare una coppietta delle scuole superiori.
Dopo qualche minuto di camminata con il bagaglio che si era fatto più pesante a causa dei vestiti che aveva acquistato durante il soggiorno, scorse finalmente il cancello di ferro che si affacciava sulla strada dove li stava aspettando il taxi che li avrebbe riportati all'aeroporto. Lì, Dazai,Mabel e Saffo,stranamente vestita ora in maniera consona alla temperatura,lo stavano aspettando sbadigliando e controllando gli orologi.
"Addio,pace e tranquillità,se così possiamo chiamare quello che è successo in questi due giorni" sospirò mentalmente Chuuya,buttando velocemente l'occhio sul grosso edificio dove avevano trascorso la notte e alla pista da sci dove non erano bastati due giorni per fargli imparare a non cadere rovinosamente con la faccia nella neve. Magari ci sarebbero tornati,lui e Dazai,se le cose fossero andate bene fra di loro.
Questa voltaci sperava sul serio,o per lo meno se lo augurava con tutto il cuore.
<<Chuu,siamo qui>> Dazai gli fece segno con la mano dal cancello e lui si avvicinò mettendo mentalmente la parola fine alla loro vacanza.
Mabel,curiosa ed entusiasta come al solito,saltellava sul posto per cercare di scaldarsi,la greca invece aveva l'espressione stanca di chi non è riuscito a dormire.
<<Quindi ci salutiamo>> disse,accennando un sorriso.
Chuuya borbottò un <<sembra di si>> e Dazai si limitò a ricambiare il sorriso.
<<Suppongo che tocchi a noi riaccompagnare Mabel a Yokohama,giusto?>> domandò retoricamente il moro,Saffo alzò le mani con espressione di finta innocenza.
<<Non è lì che sono diretta,e credo che si perderebbe se la lasciaste andare da sola..>>
<<Non sono da sola,c'è Walter con me!>> la rimproverò la piccola bionda.
<<Dicevo,se la lasciaste andare da sola...>>
Chuuya pensò che Walter doveva essere il fantomatico secondo e ultimo membro della nuova D.A.N.T.E. di cui Mabel aveva parlato ma non avevano mai visto,quello che avevano lasciato solo alla funivia.
Probabilmente per il livello di disagio mentale di quella mocciosa doveva essere un amico immaginario...
<<Yo'>> improvvisamente una voce bassa e chiaramente maschile li fece voltare verso l'interno del cancello,dal quale un uomo sulla trentina salutò in maniera piuttosto giovanile il gruppo di persone a cui era venuto incontro. Era alto quanto Dazai,capelli castano chiaro tendente al beige molto spettinati,l'aspetto era curato ma non era chiaro se volutamente trasandato; indossava un maglione di quelli che si trovano in saldo ai mercatini dell'usato e dei jeans per nulla adatti al clima,sopra aveva un cappotto dello stesso colore dei capelli che,almeno quello,era imbottito di piume.
<<Walter Moers,piacere>> sorrise distrattamente grattandosi la nuca <<'spiace di non avervi visto ieri alla festa>>
Strinse la mano a Chuuya e a Dazai,non a Saffo in quanto probabilmente si erano presentati nel momento in cui aveva incontrato Mabel e lui all'aeroporto.
"In effetti" pensò il rosso "non sembra una persona molto affidabile,non sembra neanche lucido a dire la verità"
<<Walter è il mio professore di filosofia al college dove studio!>> spiegò Joyce indicando l'uomo che le stava dietro.
Un tizio del genere come professore di filosofia era difficile da credere.
Ma il clacson proveniente dal taxi sul ciglio della strada li costrinse a saltare le presentazioni e passare ai saluti.
Walter si congedò per primo per andare a recuperare altri bagagli dato che si era offerto di portare giù anche quelli di Saffo,quest'ultima prese Mabel perle spalle e le fece un migliaio di raccomandazioni neanche fosse sua madre,poi la abbracciò e,con grande stupore di quest'ultimo,abbracciò anche Chuuya augurandogli buona fortuna.
<<Vedi di non fottere tutto quanto>> disse,e quella sembrò quasi una minaccia <<ti direi di fotterti solo lui,ma credo che sia più realistico il contrario>>
Quella battuta in quel contesto lo fece diventare dello stesso colore dei suoi capelli,ma invece di risponderle a tono come avrebbe fatto normalmente si limitò a ringraziarla perchè in fondo se lo meritava.
Dazai gli mise un braccio sulle spalle e gli sussurrò all'orecchio,se fosse stato un computer in quel momento sarebbe uscita una scritta sulla sua fronte simile a "riavvio in corso,attendere".
<<Puoi accompagnare Mabel dentro il taxi? Arrivo subito>>
Lui annuì.
"Gay e pure sottone" lo riprese la sua voce interiore,e lui non potè contestare mentre con poca delicatezza trascinava la bionda all'interno della vettura.
Rimasta sola con Dazai,l'espressione di Saffo mutò completamente,divenendo ansiosa e preoccupata.
<<Hai capito che volevo parlarti>> sussurrò.
<<Mi sembra ovvio>> rispose il moro mettendo le mani nelle tasche del cappotto <<e mi sembra che sia grave>>
Saffo si guardò intorno per assicurarsi che nessuno li stesse osservando.
<<Hermann è morto>> asserì,con tono serio <<nella sua camera all'ospedale psichiatrico dove soggiornava dal giorno in cui lo hanno ritrovato nella macchina a Firenze. I medici hanno chiamato me perchè sono stata l'ultima a fargli visita,dicono che sia morte naturale,un infarto o qualcosa del genere... io non ci credo Osamu. Prima James,adesso Hermann. Non può essere una coincidenza>>
<<Joyce si è suicidato,non è la stessa cosa>> obbiettò Dazai,ma l'altra scosse la testa.
<<Io l'ho visto il giorno in cui è morto,gli ho portato la lettera di Mabel. Stava bene,non è morto per una ferita che si è inflitto da solo,questo è certo,e mi rifiuto di credere che sia morto per lo shock della lettera. Non James Joyce. Non dopo che le uniche due donne della sua vita gli sono morte davanti agli occhi>>
In effetti,il fatto che gli ultimi membri sopravvissuti della D.A.N.T.E. stessero morendo a così breve distanza di tempo poteva risultare sospetto,ma uno di quelli era in carcere e l'altro in un ospedale psichiatrico. Avevano fatto tutto il possibile perchè li mandassero nelle struttore più sicure sapendo che chiunque gli avesse dato la caccia fino a quel momento avrebbe potuto farlo ancora.
<<Non lo so,Saffo. A cosa stai correndo incontro?>> Dazai sembrava internamente diviso.
A quella domanda però la greca sembrò arrabbiarsi.
<<Non lo so Dazai,vuoi una certezza? Ormai restiamo solo io e voi due ,avrai la tua certezza se un altro di noi muore,ma a questo punto sei pronto a scommettere al buio?>>
Lo sguardo del moro si posò immediatamente sul suo ex partner all'interno della macchina dall'aria esasperata a causa della frenesia di Mabel.
<<Cosa vuoi che faccia? Ti rendi conto che è la seconda volta che vieni a chiedermi aiuto per->>
<<Non ti sto chiedendo aiuto. Non mi importa se sono io a morire>> sibilò lei,guardandolo dritto negli occhi <<ti sto suggerendo di guardare le spalle al tuo ragazzo,oltre che guardargli il culo>>
Inutile dirlo,Saffo non si era mai sentita minacciata da Dazai come gli altri,non si era mai sentita davvero minacciata da nessuno. Forse è per questo che era stata subito simpatica al bendato: ogni missione era solo una sfida per sè stessa o per gli altri,conosceva la rabbia,la frustrazione,la tristezza ma non la paura.
Forse era anche il motivo per cui era ancora viva.
Insieme al fatto che le bastava toccare una persona per ucciderla,ovviamente.
Alla fine anche Dazai se ne fece una ragione.
<<Starò attento. Ho i miei sospetti ma non posso confermarli senza sacrificare qualcosa,e io non ho più intenzione di farlo Saffo. Accetta queste mie condizioni e avrai tutto l'aiuto che ti serve>> fu la sua risposta definitiva.
La greca sembrò soddisfatta.
Walter Moers,con aria stanca e affannata,portò gli ultimi bagagli di Saffo vicino al cancello e lei lo ringraziò mentre lui si asciugava un rivolo di sudore dalla fronte.
<<'di che?>> rispose,avviandosi verso il taxi per poi entrare e sedersi accanto a Mabel e Chuuya nei sedili posteriori,il gridolino della ragazza alla vista del suo amico arrivò fino alle orecchie del moro.
Mentre stava per andarsene, a Dazai venne in mente una cosa.
<<Tu non hai un indirizzo fisso,giusto? Non c'è un posto in cui possa rintracciarti sempre>> le chiese.
Lei ridacchiò.
<<Credo sia il motivo per cui sono ancora viva>>
Al ragazzo venne in mente un'idea.
<<Il 31 una nostra amica si sposa. Credo sarebbe felice se portassi qualche amico,quindi ci vediamo lì>> disse,poi abbassò di molto la voce,come se parlasse con sè stesso <<se non vieni darò per scontato che tu sia morta>>
Quella dai capelli verdi annuì,l'espressione divenuta fredda a quelle ultime parole.
Si salutarono con un gesto e poi ognuno se ne andò per la sua strada,Dazai non sapeva se avrebbe mai rivisto la sua amica oppure no,e sotto sotto aveva qualche rimpianto per non averle mai detto di quanta stima avesse nei suoi confronti.
Ci pensava,mentre il paesaggio innevato lasciava via via posto a quello urbano che potevano osservare dai vetri del finestrino.
Avrebbe detto tutto a Chuuya una volta a Yokohama e avrebbe deciso cosa fare insieme a lui.
"Non posso più permettermi di perderlo mentre cerco egoisticamente di proteggerlo" pensò amaramente,ma il suo ex partner era stato molto chiaro sulle cose da non fare se aveva cara la pelle,e ,di più,il loro rapporto.
Un aereo li riportava a casa e loro si tenevano la mano seduti su sedili vicini senza guardarsi per l'imbarazzo; quel quadretto così bello nelle loro menti era la cosa più preziosa che possedessero in quel momento.
[...]
Chuuya davvero non sapeva con quale coraggio si era presentato davanti alla porta di Marguerite Yourcenar e non solo aveva riportato indietro quella peste di Mabel,ma aveva addirittura aggiunto al pacchetto un professore di filosofia dall'aria decisamente poco affidabile.
Nonostante questo,la donna (una santa,secondo lui) aveva deciso di accoglierli entrambi nella sua casa fin quando non avessero trovato una sistemazione migliore.
Yokohama gli sembrò un pugno in un occhio sotto qualsiasi punto di vista se messo a paragone con la loro vacanza.
La prima cosa che fece Chuuya fu quella di tornare a lavoro,e dovette sorbirsi tutta la mattinata le lamentele di Atsushi che si era fatto i peggiori scenari mentali quando non lo aveva visto alla cena fra colleghi,sapendo solo il giorno dopo da Kunikida che li aveva avvertiti della sua assenza.
Per tutta la giornata non fece altro che chiedersi come sarebbero state le cose fra lui e Dazai quando,al suo ritorno,avrebbero dovuto guardarsi in faccia come tutti i giorni fino a quel momento con l'unica differenza che non aveva più alcuna scusa per tenerlo lontano dal suo letto. Sarebbe stato tutto più semplice se avessero semplicemente potuto rimanere in quel soggiorno di montagna e vivere le loro giornate fra una sessione di scii e una di se...
<<...condo te Dazai-san tornerebbe da noi ora che non lavora più per Mori?>> la vocetta stridula di Atsushi interruppe le sue fantasie.
Quella domanda però,in effetti,non se l'era mai posta.
<<Credo che non si senta molto il benvenuto qui>>
<<Non tutti capiscono le sue motivazioni>>
Gli sembrava uno scolaretto che parla del suo senpai.
<<Nemmeno Dazai capisce le sue motivazioni,fidati. Ammesso che ne abbia,cosa di cui dubito fortemente>>
Kunikida li bastonò verbalmente un bel po' di volte quel giorno,dato che il più giovane non la smetteva di provare ad attaccare bottone col rosso e quello non riusciva ad evitare di rispondergli quando sentiva nominare Dazai.
Anche quella giornata,alla fine,terminò,e tutti i membri dell'A.D.A se ne andarono a casa dato che fortunatamente non c'erano stati imprevisti o emergenze di alcun tipo .
Per sicurezza Chuuya,anche quel giorno entrò dalla sala antincendio,ricordandosi stavolta che poteva fluttuare fino a lì.
Dazai gli aprì la finestra con un sorriso facendolo entrare.
<<Bentornata,mogliettina!>> esclamò ridacchiando.
<<Non sono la tua mogliettina>> sbottò quello togliendosi il cappotto.
Dazai lo fissava con un sorrisetto dal suo giaciglio sul divano.
Si aspettava forse un invito? Voleva una richiesta esplicita e formale a dargli attenzioni nonostante ormai fosse chiaro che ne voleva?
Prima ancora che potesse formulare una terza domanda,il suo (qualsiasi cosa fosse) gli si avvicinò prendendolo per i fianchi e lasciandogli un bacio a fior di labbra.
Quel gesto lo lasciò a dir poco spiazzato.
Quello però non era normale. Dazai così affettuoso? Impossibile.
"Non ti sta mai bene un cazzo a te eh" lo rimproverò la ormai familiare vocina nella sua testa.
<<Chuu,voglio parlarti di una cosa>> gli disse il moro con tono tranquillo.
Eccolo.
il primo problema.
Lo vedeva avvicinarsi alla sua faccia da lontano,come una palla da demolizione.
Il primo problema.
Il primo litigio.
La prima separazione.
Il primo amante.
Il primo litigio furioso,poi il primo divorzio,la prima lotta in tribunale per i figli,le faide familiari.. lui nemmeno ce l'aveva una famiglia!
"Come se fosse questo il problema,tu sei fuori come un balcone"
<<Taci>> sibilò,Dazai lo guardò con aria interrogativa,perciò si affrettò ad aggiungere <<non parlavo con te. Insomma,dimmi>>
Dazai gli disse tutto ciò che Saffo gli aveva riferito senza omettere nulla,cosa che fece strano sia all'uno che all'altro; non erano mai stati massimi esempi dell'onestà l'uno con l'altro.
Alla fine Dazai unì le mani e lo guardò negli occhi palando il più onestamente possibile.
<<Non abbiamo alcuni indizio del fatto che potremmo essere in pericolo. Potrebbe essere una congettura di Saffo,un paranoia mia.. non so esattamente cosa lei voglia fare nel caso decida di investigare,non so cosa potrebbe chiederci...ma se tu non vuoi,se tu vuoi solo continuare la nostra vita in questo modo,io lo accetterò e le dirò che non vogliamo averne a che fare>>
In effetti Chuuya non voleva rimettersi all'avventura.
Non in quel momento,almeno.
Sapeva che prima o poi ne avrebbe avuto nuovamente bisogno,ma non potevano iniziare da qualcosa di più piccolo? Di più semplice?
Stava per aprire bocca quando per sbaglio la sua mano si poggiò sul telecomando della televisione che si trovava sul tavolino dove era seduto.
La TV si accese sul canale del notiziario locale,sbuffando lui fece per spegnerla nuovamente quando una notizia attirò la sua attenzione.
"Aereo partito da Shirakawago cade dopo pochi chilometri in volo,la prefettura di Gifu è ora indagata per non aver controllato adeguatamente la compagnia aerea che possedeva il volo,causando la morte di tutti i 253 turisti che si trovavano a bordo e i membri dell'equipaggio. L'aereo è caduto in mare ed è affondato per intero prima che potessero arrivare i soccorsi,per ora solo solo dieci i cadaveri-"
Dazai spense la televisione al posto suo,con gli occhi sgranati.
Il rosso capì subito.
<<Saffo era su quell'aereo,vero?>>
Il moro annuì.
<<C'erano solo due voli che partivano da Shirakawago oggi,e lei non era sul nostro..>>
A Chuuya sembrò di rivedere Saffo la sera della festa davanti a lui.
"Forse sono andata avanti con la mia vita quando ho capito che facendolo avrei potuto migliorare quella di qualcun altro" erano state le parole che gli avevano dato il coraggio di fare lo stesso.
<<Qualsiasi cosa sia Dazai,facciamola>> disse con tono convinto,anche se un po' sofferente.
<<Ne sei sicuro?>> gli chiese lui.
Quello annuì.
<<Facciamola e mettiamo la parola fine a questa storia,prima che questa storia metta la parola fine a noi>>
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