3.

"Silenzioso,incomprensibile,straziante"

Dazai riaprì gli occhi strofinandoseli con forza,cosa che gli provocò un lieve bruciore improvviso. 
"Mi sono addormentato...?" si chiese guardando le pareti della sua camera,dove si trovava. 
L'orologio segnava le sette e mezza,era andato a stendersi lì con un libro in mano subito dopo essere tornati dal ristorante e probabilmente la stanchezza aveva preso il sopravvento. 
Si mise a sedere cercando di riprendere bene il controllo delle sue facoltà mentali e fisiche,mettendo in ordine i pensieri e le cose che aveva da fare; tendeva a dormire poco proprio perchè si ricordava bene il fastidio che provava nel dover riorganizzare la sua mente appena sveglio. 
Aveva una sensazione,una sensazione strana. 
Come se qualcosa dovesse succedere,qualcosa di brutto e lui non potesse impedirlo.
Ma Chuuya era con lui,in montagna,il giorno della vigilia di Natale a passare del tempo in tranquillità mentre il loro rapporto piano piano riprendeva forma,cosa poteva accadere di brutto? 
<<A proposito di Chuuya..>> mormorò,guardandosi intorno. 
La stanza era vuota e silenziosa.
Nessuna traccia del nano isterico o del suo cappello. 
Improvvisamente il suo cervello collegò la sensazione alla sparizione di Chuuya e si alzò di scatto fiondandosi verso la porta. 
Cosa poteva essere successo? Dove poteva essere? Qualcuno gli aveva fatto del male?

Sbam.
Giunto proprio davanti alla porta di legno,quella si aprì con una delicatezza inesistente sbattendo con forza all'altezza del suo naso,al quale subito si portò le mani per il forte dolore. 
<<Ma che diamine stavi facendo??>> subito sbottò una voce familiare. 
Spostando la mano dal viso il moro vide il suo ex partner in piedi sulla soglia della porta con delle buste in mano e l'aria confusa. 
Stava bene. 
Senza neanche pensarci troppo Dazai gli buttò le braccia al collo con grande stupore e imbarazzo del più basso; tuttavia non si mosse se non dopo averlo stretto forte a sè per imprimere nella memoria la consapevolezza che stava bene. 
Era stato stupido forse, a saltare subito alle conclusioni,ma non c'era proprio da biasimarlo del tutto considerando le svariate cose che gli erano successe nel corso degli ultimi anni. 
<<Mi fai paura,maniaco. Spostati>> farfugliò il rosso buttando le buste sul letto nel punto in cui Dazai stava dormendo prima <<eri molto meno spaventoso mentre dormivi>>
Il bendato accennò un sorriso,ricomponendosi.
<<Dove sei andato?>>
<<A comprare dei pantaloni,mi sembra ovvio. Mi hai coinvolto in questa stupida festicciola in gruppo,almeno non voglio passare tutta la serata a tenermi su le braghe>>
<<Le MIE braghe>>
<<Non mi serviranno più ora>>
Il ragazzo tirò fuori dalle buste i vestiti che aveva comprato: qualche paio di pantaloni simili a quelli che indossava solitamente,una giacca rivestita di pelliccia morbida all'interno e una sciarpa rossa. Prese quest'ultima in mano e la porse a Dazai con noncuranza,come se fosse costretto a farlo. 
<<Per me? Davvero? Come sei gentile,Chuu!>> 
Quello si era fatto dello stesso colore della sciarpa. 
<<Se ti ammali e mi passi qualcosa io ti ammazzo,quindi vedi di non prenderti nulla>> ringhiò,per poi allontanarsi verso il bagno dato che se volevano arrivare puntuali alla festa avrebbero dovuto iniziare a cambiarsi. 
Il moro,dopo essersi accertato di essere da solo,strinse leggermente la sciarpa al petto con un sorriso malinconico,sussurrando un <<grazie>>

[...]

La sala da ballo non era così grande come ci si aspettava,ma era stata decorata in maniera carina. Tutte le luci erano spente,e l'illuminazione consisteva in lucine dai colori del rosso e dell'oro appese tutto intorno alle pareti, e qualche candela negli angoli delle stanze. La musica proveniva dalle casse stereo visibili negli angoli alti della stanza rettangolare,ed erano canti popolari di natale rivisitati in chiave jazz. 
Chuuya pensò che avrebbe decisamente fatto più effetto se a suonare fosse stata una vera e propria banda,ma lo spazio che non era occupato dai tavolini con cibo e bevande era occupato dalle persone che si salutavano e chiacchieravano tranquillamente fra di loro. 
Lui e il suo ex partner maniaco dei suicidi entrarono a passi lenti guardandosi introno. 
Davanti alla porta in legno rossiccio decorato c'era un quadernino su leggio che invitava chiunque entrasse a firmare per attestare la sua partecipazione all'evento,una specie di memoriale. 
Addosso lui aveva semplicemente un paio di pantaloni neri e un maglione rosso che si era portato da casa con la giacca che aveva comprato; Dazai invee,come suo solito,aveva voluto vestirsi per bene con la camicia bianca e un maglione beige che sembrava molto caldo da sopra,aveva addirittura indossato la sciarpa rossa che gli aveva regalato e quella era la cosa più imbarazzante di tutte. 

<<Eccoli! Eccoli!>> 
Una vocina acuta ruppe ogni speranza del più basso di passare una serata tranquilla. 
Mabel si avvicinò a loro saltellando con un sorriso,accanto a lei c'era Saffo con l'aria tranquilla: la prima aveva addosso un vestito verde scuro rivestito di pelliccia all'interno,aveva stampato sopra il logo del suo college,quindi probabilmente era una specie di uniforme invernale, mentre la seconda indossava un vestito verde chiaro aderente che le arrivava poco sopra il ginocchio e le spalline.
<<Si può sapere che diamine di problemi hai? Ci sono meno venti gradi qui!>> Chuuya sbottò guardando la greca non appena si avvicinarono. 
Lei ridacchiò.
<<Inverto la temperatura,ricordi? Ma posso invertire solo le cose che tocco,quindi solo lo strato di aria intorno a me è calda>>
Una spiegazione sensata,per lo meno.
<<Vado a prendere da bere!>> cantilenò Dazai mentre si dirigeva verso il banco delle bibite seguito da Mabel come fosse un cagnolino. 
Chuuya e Saffo invece rimasero in piedi nel punto in cui erano prima. 
Guardandola meglio lui si accorse che indossava anche delle scarpe aperte con un tacco che la rendevano alta quasi quanto lui,e un paio di orecchini insieme a una collana trasparente dello stesso colore della giada. Aveva i capelli sciolti che erano cresciuti molto dall'ultima volta,insomma sembrava veramente cresciuta di dieci anni in pochi mesi. 
"Ricordo la prima volta che l'ho vista,non avrei mai detto che avesse ventisei anni,invece adesso li dimostra eccome" pensò. 
Entrambi guardavano i rispettivi amici che litigavano su quale alcolico prendere,Saffo sorrideva leggermente. 
<<Le fai da babysitter perchè ti senti in colpa verso James?>>
Chuuya si rese conto di non averlo solo pensato solo quando oramai era troppo tardi per ritirare quello che aveva detto. 
Lei scrollò le spalle. 
<<Probabilmente anche se non voglio ammetterlo è così. Però più la conosco e più capisco che è una brava ragazza,non mi dispiace essere sua amica>> ci fu silenzio per qualche istante,poi riprese <<e tu invece? Perchè sei qui col ragazzo a cui avevi giurato di non rivolgere mai più la parola>>
Colpito e affondato. 
<<Possiamo ignorare entrambe le domande e fingere di saper controllare le nostre emozioni più di quanto loro controllino noi?>> chiese,incrociando le braccia. 
La ragazza dai capelli verde cenere ridacchiò.

La figura riccioluta di Mabel si fiondò nuovamente in direzione degli amici con dei bicchieri in mano,seguita da Dazai che ne aveva qualcuno a sua volta. 
<<Abbiamo preso...>> esclamò,con voce acuta. 
<<...la Guinness!>> <<...il Whisky!>> risposero in coro. 
Roteando gli occhi,Chuuya prese un bicchiere della prima,dato che era sempre stato curioso di provare la famosa birra irlandese di cui tanto si parlava; Mabel fece lo stesso mentre Saffo e Dazai si buttarono senza alcun dubbio sul Whisky.
<<Brindiamo?>> propose la bionda,entusiasta,alzando il bicchiere. 
<<A cosa?>> domandò la greca. 
<<Al Natale e agli amici>> rispose lei sorridendo.  
Dazai sembrò essere d'accordo. 
<<Al Natale e agli amici!>> dissero in coro facendo scontrare i bicchieri che essendo di plastica non produssero alcun suono. 
Era una situazione così surreale,perchè erano un gruppo di amici di vecchia e nuova data,vecchie e nuove conoscenze che condividevano un momento felice insieme. 
Era come se in quella sala da ballo fossero su un gigantesco palcoscenico costruito con i cadaveri delle persone che gli avevano permesso,morendo o vivendo,di essere felici: Tamako,Hanko,Faith,Graham,Oscar,Kanoko,Beatrice,Victor,James,Lesbia... e fra solo qualche ora si sarebbe aggiunto anche Hermann.
Come in una staffeteta,loro stavano portando avanti il testimone che i loro amici e nemici gli avevano lasciato. 
Era tranquillizzante e terrificante allo stesso tempo. 
"Certo che la morte è il fardello di chi vive, sul serio" pensò il rosso mentre assaporava il secondo o terzo bicchiere di birra che sapeva di festa e di amici,di vittoria e di sconfitta. 
Parlarono di tutto e di niente,del più e del meno. Si presero in giro,e il tempo passò veloce senza appesantirli con le sue continue pretese,senza che nessuno si chiedesse cosa c'era da fare dopo,cosa sarebbe successo a breve,se si sarebbero mai incontrati tutti vivi ancora una volta. 
A mezzanotte tutti uscirono fuori sulla neve per guardare i fuochi d'artificio: belli,grandi,luminosi. Chissà se anche i morti possono vederli dato che sono così vicini al cielo,fu quello che si chiese Dazai. 
Gli passarono davanti tanti momenti,tristi e felici,vissuti in mezzo alla neve. 
E alla fine della serata fu come se un grosso peso si fosse finalmente spostato dai loro cuori. 

Mabel sonnecchiava con la testa su un tavolino quando era ormai notte fonda,mentre Dazai cercava di svegliarla per accompagnarla in camera Chuuya e Saffo rimasero ancora una volta da soli sull'uscio della porta. 
Stavolta il rosso era convinto della domanda che voleva farle. 
<<Quando è che sei andata avanti con la tua vita e hai smesso di sentirti in colpa?>>
Lei sembrò leggermente sorpresa,poi la sua espressione si addolcì come se si fosse spiegata tutto. 
<<Credo che sia stato quando ho capito che il mio senso di colpa avrebbe solo peggiorato la mia vita,mentre andando avanti avrei potuto migliorare quella di qualcun altro>>
La risposta fu soddisfacente,per cui lui la ringraziò. 
Dazai aveva rinunciato,prendendo in braccio la ragazzina dal vestito verde e avvicinandosi agli altri due. 
<<In che camera state?>> domandò alla greca. 
<<Credo sia la 203>> rispose. 
<<Davvero?>> Chuuya prese la chiave che aveva in tasca <<noi siamo nella 303,proprio sopra di voi>>
<<Questo significa che mi toccherà fare la scale due volte...>> sospirò sconfitto Dazai,e la ragazza scoppiò a ridere. 

[...]

Quando rientrarono nella loro stanza,il bendato si stiracchiò distendendo in alto le braccia. 
<<Sembra più leggera di quel che è veramente>> ridacchiò.
Il più basso sembrava avere la testa da un'altra parte,cosa che lo allarmò leggermente. 
Sul momento non disse nulla,dopotutto aveva bevuto un bel po' e non era più molto sicuro riguardo al parlare da ubriaco dopo l'ultima volta in cui aveva commesso un errore madornale. 
<<Dobbiamo fare le valigie,partiamo verso le cinque e mezza>> disse Dazai cautamente <<se non te la senti di andare a lavoro...>>
<<Ti senti mai in colpa?>>
Lo interruppe il rosso,girandosi verso di lui con aria stanca. 
Sulle prima non seppe cosa rispondere,poi prese un grosso sospiro. 
<<Più spesso di quanto immagini. Ma quando un errore è già stato fatto,tutto il tempo che passi a cercare di capire di chi è la colpa è tempo sottratto al cercare una soluzione>>
Sia Dazai che Saffo avevano ragione. 
Non si pentiva di essersi preso del tempo per sè stesso,per aver imparato ad amarsi più di quanto avesse bisogno degli altri nella sua vita. 
Aveva riflettuto,era stato distante quel tanto che gli bastava per capire che poteva farcela da solo. 
Perchè in effetti poteva. 
Ma voleva?
Voleva davvero andare avanti da solo per sempre? 
Una cosa giusta quel bastardo gliel'aveva detta,la sua natura non era quella del signorotto di città. Lui aveva bisogno di adrenalina,di avventura; qualunque persona che lo avesse mai attratto si rivelava essere fatta di questo. E allora se non poteva fare il topo d'appartamento ed era destinato a cercare l'avventura,allora l'avrebbe cercata con l'unica persona che si immaginava perennemente nella sua vita. 
Si fidava di lui? Certo che no. Era sicuro di questa scelta? Certo che no. 
Forse era proprio questa la parte più bella. Non sapeva dove sarebbero finiti,cosa sarebbe successo.
Ma aveva iniziato a chiederselo da un po',se Dazai lo amasse ancora. 
Se non avesse perso interesse per lui dopo il suo distacco,se non avesse magari trovato di meglio senza che lui se ne fosse accorto. 

Bisognoso di trovare una risposta a queste domande cercò un contatto più ravvicinato coi suoi occhi,si prese del tempo per analizzare le sue sensazioni mentre li guardava,a cercare di leggerli e decifrarli senza successo. 
Si ricordò del Natale passato con lui,dell'anno nuovo in cui gli aveva fatto compagnia ma era dovuto stargli lontano perchè aveva chiesto ad un'altra donna di sposarlo. 
Dazai non disse nulla,ma il rosso vide nei suoi occhi per un millesimo di secondo la sofferenza e la tristezza che aveva sentito la prima e ultima volta nella telefonata che gli aveva fatto. 
Allungò una mano verso il suo viso istintivamente. 
<<Se dici il nome di un altro,io ti ammazzo>> sibilò Chuuya,poggiando la fronte sulla sua <<se scappi,io ti trovo e ti ammazzo. Se mi nascondi qualcosa di importante,se ti metti in pericolo senza dirmelo,se ti innamori di qualcun altro,se mi lasci fuori dalla tua vita,se ti fai uccidere da qualcuno che non sia io,io ti ammazzo>>
Il moro sorrise con aria comprensiva. 
<<Farò del mio meglio per non farmi ammazzare allora>>
Nemmeno si ricordava quando era l'ultima volta che si erano baciati. 
Forse quel giorno all'ospedale,o forse ancora prima. 
Era passato più di un anno,ma quella sensazione era ancora familiare,era come la chiusura di qualcosa e la riapertura di un'altra. Chi dice che la fine e l'inizio non possono coincidere nello stesso momento? Dormirono senza avere nemmeno la forza di levarsi i vestiti,con il sorriso sulle labbra e il bel ricordo di quella giornata in mente. 

[...]

Saffo teneva in mano una tazza di caffè. 
Anche se era andata avanti con la sua vita,ciò che non era più riuscita a fare dal giorno in cui era andata a trovare James per l'ultima volta era dormire. 
Affacciata al balcone della stanzetta inspirava l'aria fredda senza usare la sua abilità per riscaldarsi. Doveva sembrare proprio stupida alle persone che la guardavano,con un vestito praticamente estivo addosso. Aveva la pelle d'oca,ma si godette quella sensazione per un po'. 
L'orologio segnava le 5 e qualcosa,il suo telefono lo stesso orario; aveva appena ricevuto una chiamata dall'ospedale psichiatrico che aveva visitato qualche mese prima,essendo stata l'ultima a firmare il calendario delle visite e non avendo nessun altro da avvertire della morte dell'amico. 
<<Spero che tu e gli altri siate tutti insieme..>> sussurrò,guardando il cielo dai toni così scuri del blu.
Sussultò quando sentì qualcosa poggiarsi sulle sue spalle,era una coperta di lana. 
Dietro di lei la sua singolare compagna di viaggio le sorrideva.
Aveva proprio gli stessi identici lineamenti di James. I capelli erano della stessa tonalità dorata di biondo,le onde di boccoli che li attraversavano erano gli stessi,gli occhi probabilmente li avevano presi entrambi dalla madre,dal taglio molto delicato. Insomma,era davvero una bella ragazza dall'animo gentile,e probabilmente sotto sotto ce l'aveva con lei perchè era a causa sua se il fratello era morto,anche se indirettamente. 
<<A cosa pensi?>> le chiese l'irlandese,appoggiandosi alla ringhiera del balcone vicino a lei. 
<<Penso che per ogni cosa giusta che faccio,ne faccio una sbagliata>> rispose lei malinconicamente. 
Mabel frugò nella tasca della borsa prendendo un piccolo portafogli di pelle dello stesso colore del suo vestito; lo aprì e ne estrasse fuori la fotografia di una ragazzina che doveva avere circa la sua stessa età,capelli rosso tendente all'arancione,lentiggini e occhi verdi. Rideva. 
<<Questa ragazza si chiama Ollie. Veniva al college con me fino all'anno scorso,suo padre abusava di lei da quando era piccola. Appena lo scoprii e seppi che tutti i miei compagni di classe avevano finto di non sapere la nascosi nella mia stanza fingendo la sua scomparsa,anche se lei non voleva ho chiamato la polizia ed è stata allontanata da suo padre insieme a sua madre>> spiegò,sorridendo amaramente <<anche se all'inizio fu dura,lei e sua madre divennero felici come non lo erano mai state,ci mettemmo insieme quello stesso anno e mi sembrò di avere una seconda famiglia>>
Rimise la foto nel portafogli e si girò per allontanarsi. 
Mentre ancora era di spalle Saffo fu assalita da un dubbio. 
<<Perchè hai usato il passato? Che cosa è successo a Ollie?>>
Mabel non si girò,ma si sentì una lieve risata piena di malinconia. 
<<L'ho tradita ad una stupida festa del college. Si è suicidata>> abbassò la voce <<forse sono più simile a mio fratello di quanto non immagino>> 

Saffo non disse nulla,si strinse nella coperta mentre vide la bionda uscire dalla stanza con lo stesso passo con cui James era uscito dalla vita di tutti loro. 

Silenzioso,incomprensibile,straziante.

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