30.

"Capo"

Erano passati due mesi da quando Beatrice,o meglio Dante, era salita sulla Divina Commedia,il dirigibile brevettato e ideato da James,e aveva fatto la conoscenza dei membri della D.A.N.T.E.
<<Gnocca>> aveva detto Victor.

<<P-piacere>> l'aveva salutata Kano. 
<<Fumi erba?>> era stata la domanda di Saffo. 
Hermann aveva fatto un cenno col capo borbottando dei suoi esaurimenti nervosi. 
James l'aveva presentata come 'la loro nuova collega'. 
Le aveva dato una stanza come tutti gli altri,le aveva spiegato le regole del posto e cosa facevano. 
Principalmente le toccavano la maggior parte delle pulizie,e ne era sollevata perchè era una scusa per stare il più lontano possibile dagli altri che invece si occupavano di questioni burocratiche. Certo,le ore di lavoro sembravano infinite. La sera,quando finalmente aveva finito di lavare e spolverare ogni singola stanza dei tre piani del dirigibile,si stendeva sul letto della sua stanza e si addormentava senza nemmeno togliersi il grembiule di dosso. 
James aveva detto che l'avrebbe portata all'Inferno personalmente,ed evidentemente non stava scherzando. 
Avrebbe preferito morire. 

I sensi di colpa la divoravano durante il giorno e vedere la sua faccia riflessa sulle superfici riflettenti le causava dei temporanei attacchi di panico che cercava di calmare il più in fretta possibile senza essere vista; inutile dire che nonostante si addormentasse presto i suoi incubi la svegliavano ogni qual volta provasse a dormire per più di mezz'ora. Spesso preferiva alzarsi dal suo letto e andare in giro in piena notte per avvantaggiarsi rispetto alle pulizie del giorno dopo. 

James la ignorava praticamente tutto il tempo. 
La trattava come una signora delle pulizie,le sorrideva fintamente quando c'erano gli altri e le lanciava occhiatacce di puro disgusto quando invece la incontrava nei corridoi. Le faceva cadere il secchio con l'acqua oppure le faceva lo sgambetto per farla cadere. 
Bea scoppiava a piangere. 
Le sembrava di essere tornata a quando era lei a fargli continuamente scherzi perchè era arrabbiata. 
Avrebbe dato qualsiasi cosa per tornare a quel momento. 
Per far tornare Dante in vita. 
Ma ora era lei Dante,e si rese conto mano a mano che James Joyce le aveva davvero garantito una condanna lunga quanto la sua vita,condanna molto peggiore che essere confinata fra quattro mura: le aveva messo il volto della donna che aveva ucciso,l'aveva obbligata a diventare lei. 

[...]

Mangiavano al tavolo tutti insieme nella sala centrale,ma Dante era sempre praticamente invisibile per loro. 
Saffo e Kano conversavano amichevolmente, il tedesco e il francese di cui non ricordava mai i nomi litigavano in continuazione,soprattutto quando quest'ultimo approfittava delle soste fatte a terra per rifornirsi per portare a bordo un paio di belle ragazze che rimanevano lì fino alla sosta successiva. 
Non che non le rivolgessero la parola,ma probabilmente erano tutti convinti che fosse strana. 

Troppo solitaria,troppo...strana. 
James,invece,sembrava incoraggiare gli altri a comandarla facendole fare quello che volevano. 
Nessuno le aveva mai chiesto niente però,se non un bicchiere d'acqua o di Vodka nel caso di Victor quando la incontravano nei corridoi dei piani bassi. 

L'irlandese la guardava con quello sguardo calmo,apatico,lo sguardo di un capo,ma che dietro nascondeva un odio impossibile da percepire. Sembrava minacciarla di non pensare mai a qualcosa come togliersi la vita. Era dottore,probabilmente l'avrebbe salvata solo per umiliarla pubblicamente e rimetterla al lavoro,per questo Bea non lo fece mai. 

E in quel modo passarono i primi quattro mesi nella D.A.N.T.E,senza che nulla di diverso accadesse. 

[...]

Come per far bene intendere che Dante fosse inferiore agli altri,James le aveva dato la stanza più piccola al piano più basso (ironicamente,quello dell'Inferno). Più di una volta aveva avuto paura lì,anche se non sapeva bene di cosa. 
Dopo un certo periodo aveva iniziato a dormire più a lungo della solita ora e mezza,probabilmente perchè si stava abituando all'ambiente. 
Una sera,tuttavia,sentì bussare alla porta più forte del solito. 
<<Si?>> quando aprì fu investita da una figura alta e da un forte odore di alcool. Forse Assenzio? Whisky?

<<Dante..>> biascicò la figura,la sua vista era oscurata da una matassa di riccioli biondi. 
Riccioli biondi?
Prima che potesse dire qualsiasi cosa,James la costrinse a fare qualche passo indietro,facendola sbattere con la schiena contro il muro e avventandosi sulle sue labbra; sul momento Bea era così scioccata che rimase immobile. 

Provò a mettere le mani sui suo petto per spingerlo via,dato che era a corto di aria,ma lui le morse il labbro così forte da farlo sanguinare. 
Sembrava biascicasse cose come "dobbiamo sposarci" o "non mi ami più".
Bea si sentì incredibilmente in colpa. 

"Le manca" pensò "il minimo che posso fare è lasciarlo fare"

Rassegnata lasciò che lui la baciasse le accarezzasse il corpo con le mani,quando improvvisamente una consapevolezza le si accese come una lampadina nella mente. Lo spinse via così forte che lo fece sbattere contro la porta d'ingresso. 

<<Ma sei cretino?!>> gli urlò contro senza pensare.
Lui,ubriaco fradicio e dolorante,non oppose resistenza quando lei lo trascinò fino al bagno più vicino e lo ficcò con tutti i vestiti nella vasca da bagno,aprendo la doccetta e spruzzandolo con acqua congelata senza un minimo di ascolto alle sue proteste. 

<<Dimmi che mi lascerai partecipare alla prossima operazione>> lo minacciò con il soffione in mano,lui era già bagnato fradicio. 
<<MHHH..>> 
Dante mise una mano sulla manopola che apriva l'acqua,con una determinazione negli occhi che non aveva mai avuto in vita sua. 

<<DIMMELO,JAMES!>> 
Lui mugolò di nuovo. 

<<Va bene,va bene... verrai con noi..non schizzarmi>>

La consapevolezza che l'aveva invasa era questa: non le importava cosa James le avrebbe fatto,si meritava di essere odiata,si meritava di essere maltrattata. Ma Dante,ovunque fosse,non avrebbe voluto vederlo ridotto in quel modo. Lo avrebbe protetto per lei,anche a costo di farsi uccidere. 

Lo lasciò lì quella sera,a congelare nella vasca da bagno. 
Lui non si scusò,ma non provò mai più ad allungare le mani su di lei. Smise di bere e le concesse una stanza al piano con gli altri. Inoltre,mantenne la sua promessa. 

[...]

Erano spacciatori seriali turchi,secondo il Comitato Governativo erano un'operazione che andava affidata alla D.A.N.T.E.
Dicevano di voler testare questa 'nuova setta per persone dimenticate' e vedere se effettivamente era all'altezza di essere l'asso nella manica del Mondo in caso di emergenza. 

La prima parte dell'operazione era andata bene. Li avevano cercati,trovati e avevano tagliato i loro contatti con piccole azioni mirate in varie parti del mondo. 
Dante li aveva aiutati,aveva dato consigli utili ed aveva addirittura iniziato a fare amicizia con gli altri membri,in particolare con Saffo e Victor. 

Il problema si era mostrato durante la seconda parte dell'operazione: affrontarli in campo aperto. 

Saffo rifletteva più proiettili che poteva,nascondendosi di tanto in tanto dietro qualche vecchio cartellone di metallo. 
<<Non posso trattenerli per molto!>> urlò. 
<<Dovete uccidere il capo,è quello al centro>> la voce di James proveniva dagli altoparlanti che ognuno di loro aveva addosso. 
Kano era sul tetto di un edificio con il suo affidabile cecchino,aveva già fatto fuori una serie di nemici e si sentiva più viva che mai. 
Hermann usò la sua abilità per condurre i suoi compagni da una parte all'altra del campo senza essere visti,tranne Victor che aveva invece lo scopo di attirarli nel mirino della ragazza Giapponese. 

James e Dante erano chiusi in un furgone poco distante con un sistema di telecamere e comunicazioni che monitoravano la situazione. Il rumore degli spari faceva sussultare la ragazza di tanto in tanto.
<<Fatemelo entrare nel mirino>> sentenziò Kano mentre ricaricava il suo fucile. 

<<La fai facile, signora del riso>> ridacchiò Saffo che per poco non si beccò un proiettile in testa. 
Dante riflettè,poi scosse la spalla di James. 
<<Dovrebbero provare ad attaccare da dietro,se continuando a fronteggiarsi direttamente così verremo sconfitti per inferiorità numerica>>
Il biondo pensò a quello che gli aveva detto e sbuffò scocciato. 
<<Ragazzi,due di voi fanno fuoco di copertura,due invece cercano di girare intorno alle difese nemiche e uccidono il capo. Si disperderanno da soli dopo>>
parlò attraverso la ricetrasmittente. 
Ci fu un silenzio generale,acuito dal rumore degli spari e delle urla in una lingua straniera in sottofondo. 
<<Vado io>> disse infine Saffo e si sentì un suono fastidiosissimo. 
James guardò bene nei monitor che erano collegati alle telecamere della zona e sbattè i pugni sull'attrezzatura. 

<<SAFFO,SAFFO! IL TUO TRASMETTITORE!>> 
Non servì a nulla,l'aggeggio giaceva a terra vicino al cartellone dove la ragazzina greca si trovava prima.

Gli altri membri continuarono a fare il loro lavoro,quando uno dei monitor nel camper si spense. 

<<Che succede,James?>> domandò la rossa,preoccupata. 
Lui premette qualche pulsante,ma presto tutti e quattro gli schermi erano diventati neri. 
<<Cazzo.. cazzo..>>
La voce di Hermann arrivò disturbata alla trasmittente:
<<..pizzato...bomba..ritiriamoci>>
Si sentirono due "ok",uno probabilmente di Kano e l'altro,maschile,di Victor. 
Improvvisamente Dante scattò in piedi nel piccolo abitacolo. 

<<Saffo non ha sentito>>
<<Siediti>> le ordinò il ragazzo. 

<<Vogliono farsi saltare in aria,hai capito?! Saffo non lo sa!>>
<<Sto pensando ad una soluzione,ti ho detto di sederti Be- Dante!>>

Non aveva nemmeno finito di dire questa frase che la rossa si era fiondata fuori dal camper,correndo in direzione del campo di battaglia. 
Victor,Hermann e Kano correvano nella direzione opposta,verso il camper. >
Provarono a fermarla,ma lei afferrò il coltellino che aveva infilato nella cintura (l'unica arma che possedeva) e si fece un lungo taglio sul braccio. 
Sentì il bruciore invaderla mentre correva,poteva vedere i nemici che mano a mano si allontanavano per scappare dalla zona dove era la bomba... tutti tranne il capo. 
Improvvisamente la ragazza capì. 
"La bomba è il capo,ha esplosivi addosso! Aspetta che Saffo lo tocchi!"
Ormai era vicinissima,vide la ragazzina dai capelli verdi sgattaiolare alle spalle dell'uomo e toccargli la spalla. 

<<SAFFO!>>
Sentendosi chiamare lei si girò. Si udirono due "Biiip" e poi la bomba esplose,radendo al suolo tutti gli edifici abbandonati che avevano rappresentato il loro campo di battaglia e facendo esplodere le carni degli spacciatori facendo volare pezzetti di lui in giro. 

Kano cacciò un urlo coprendosi gli occhi. 

Gli altri due,dopo essere rimasti pietrificati per un po',corsero nel camper ad avvertire il loro capo di quello che era successo. 
<<Stai ferma,dannazione..>>
Quando Victor aprì la porta vide James intento a fasciare il braccio della ragazza dai capelli rossi,mentre la greca si puliva il sangue di quest'ultima dalla faccia.
Anche Hermann (sull'orlo di un esaurimento nervoso) e Kano,ben presto li videro e sospirarono di sollievo. 

Dante sorrise a Saffo,che la ringraziò infinite volte dopo quel giorno. 
Qualcosa nello sguardo che James le rivolse in quell'occasione la fece arrossire. 

Provò a rifiutare tante volte. 
Gli disse che non ne era in grado,che non era affidabile. 
Ma secondo lui era la persona perfetta,e non c'era cattiveria nella sua voce mentre lo diceva. 

La settimana dopo si svolse la cerimonia per la nomina di Dante a capo dell'associazione. 

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top