13.

"Dove dovrei essere"

Atene,Grecia
Quello stesso giorno

James Joyce teneva le mani strette con forza alla ringhiera della nave come se da questo dipendesse la sua vita. Non gli piacevano le navi,non gli erano mai piaciute sin dal suo primo viaggio che lo aveva portato da Dublino fino ad un bellissimo paese estero.
<<Sai che puoi rimanere in equilibrio anche se lo lasci,vero?>> Dante stava tranquillamente appoggiata con la schiena su quella stessa ringhiera,guardando il cielo limpido privo di ogni nuvola attraverso le spesse lenti di un paio di occhiali da sole.
<<Non lo lascerò>> borbottò il biondo <<e non mi servono i tuoi commenti sarcastici,Dante. Perchè non torni dentro?>>
La ragazza sghignazzó nel vedere il ragazzo,solitamente rigido e austero,in una posizione di svantaggio.
<<E perdermi questo spettacolo? Non sia mai... Anzi,aspetta che vado a prendere la videocamera...>>
<<Dante..>>
<<...peccato che tu abbia già fatto diciott'anni- beh,posso sempre proiettarlo ai trenta>>
<<DANTE!>>
Un attacco di nausea da parte dell'Irlandese lo costrinse ad interrompere la conversazione,mentre le risate sguaiate della ragazza dai capelli rossi,capo della D.A.N.T.E,arrivava perfettamente udibile alle orecchie di Chuuya,che si trovava nelle stanze chiuse dell'imbarcazione.

Erano riusciti a trovare un posto di fortuna su una crociera che sarebbe partita qualche ora dopo il loro arrivo ad Okinawa e avevano dovuto accontentarsi,se così si può dire di quattro persone su una crociera.
Ormai erano a poca distanza da Atene,nel giro di mezz'ora sarebbero arrivati.
<<Povera Saffo>> commentò Kano,seduta su una poltroncina di pelle rossa nei propri appartamenti: in mano aveva un libricino con delle informazioni sulla Grecia che stava leggndo attentamente,mentre Chuuya sedeva su una sedia davanti al tavolo circolare di legno che occupava gran parte della stanza.
<<Avrebbe potuto rivedere la sua terra natìa>> sospirò la ragazza.
Chuuya rispose col suo solito tono indifferente.
<<È un nemico pubblico lì,l'avrebbero incarcerata appena messo piede sulla terraferma>>
<<Suppongo tu abbia ragione>> Kano chiuse il quadernino e il rosso si chiese come aveva fatto a non riconoscerla subito.

Nella Mafia,Kanoko Okamoto era solita portare i capelli sciolti,legati solo in una mezza coda,non aveva gli occhiali e indossava stretti vestiti neri oltre alla camicia; le era bastato legarsi i capelli in due lunghe trecce e mettersi un paio di occhiali per cambiare completamente identità,per non parlare della sua farsa di timida balbettante che,ora se lo ricordava,non era mai stata.
Mise da parte questi pensieri e per un attimo questi si rivolsero a Dazai.

<<Va tutto bene fra voi due?>> la ragazza si era seduta accanto a lui in maniera talmente silenziosa da non lasciare che se ne accorgesse.
<<Che te ne frega?>> sbottò il rosso.
<<Significa "no"?>>
Chuuya rimase in silenzio.
<<Perchè quando ci siamo separati non siete andati nello stesso gruppo?>>
"Prendere nota: non rimanere mai da solo con questa qui" pensò il ragazzo.
Ma effettivamente la domanda era la stessa che si stava ponendo anche lui da quando erano partiti.
Si ricordava ancora le parole di Dazai che con il suo solito sorriso sornione lo canzonavano dicendogli che era più bravo nella diplomazia che nella ricerca. Che razza di spiegazione era? Lui era il suo partner,erano il Doppio Nero. Davvero si era lasciato bypassare con una spiegazione del genere?
Si guardò intorno: se lui era su una nave e di un lungo spilungone suicida con la fissa per gli archi narrativi (e lui non aveva ancora capito di cosa si trattasse) non c'era ombra,la risposta doveva essere affermativa.
<<Dovresti parlargli>> furono le ultime parole che la mora gli disse prima di uscire dalla stanzetta col suo libro in mano,rivolgendogli un'occhiata penetrante.
"Dovrei?" si chiese Chuuya,ma prima che potess darsi una risposta,dagli altoparlanti posti nelle camere arrivò l'annuncio che erano giunti a destinazione.

[...]

Il suono del pontile di legno che scricchiolava pericolosamente mentre,uno dopo l'altro,lo attraversavano per scendere a terra,non rassicurò per niente James,mentre non destò alcun tipo di preoccupazione negli altri.
Il sole picchiava forte sulle loro teste e stavano già rimpiangendo l'aria condizionata degli interni,oltre che grondando di sudore.

<<Dante,che stai facendo?>> la voce di James fece girare gli altri due membri del gruppo.
<<Mi sto rollando una canna>> rispose la rossa con tutta tranquillità mentre leccava una cartina con mestria acquisita chissà dove.
L'irlandese si fece talmente paonazzo che sembrava sarebbe esploso da un momento all'altro.
<<Dante! Posa quella canna! È illegale,ci farai arrestare!>> urló sottovoce.
Lei si limitò scrollare le spalle.
<<Se non li capisco quando parlano non possono vietarmelo>>
<<D-D-Dante-san,dovresti mettere via la canna,per cortesia..>> Kano era tornata alla sua copertura da pubblico.
Chuuya,invece,fissava il suo cellulare aperto sulla schermata del contatto "Bakazai". Dopo un paio di secondi lo chiuse.

Le strade che attraversarono erano prevalentemente dritte e piane e si sentivano parlare tante lingue diverse.
<<La bambina ha detto che aveva dei contatti che ci avrebbero fatti entrare>> il rosso mise le mani in tasca.
<<Uuuh,sarann belle ragazze a cui ha conquistato il cuore~?>> sghignazzò Dante guadagnandosi un'occhiataccia dal biondo.
Chuuya ripensò a quando le aveva fatto più o meno la stessa domanda.
"Una cosa del genere" aveva risposto ridacchiando.

[...]

Dato che la sede presidenziale era lontana e loro non avevano mezzi di trasporto,si sedettero sotto alcuni alberi in un parco per pranzare,anche ancheggia non era d'accordo e avrebbe preferito continuare la marcia e concludere la missione il prima possibile.
Alti alberi dalle fronde de rigogliose li coprivano e facevano loro ombra,anche se ogni tanto qualche foglia cadeva infastidendo l'irlandese in particolare.
<<Stai diventando come Hermann>> lo canzonò la ragazza italiana.
<<I-intendi vecchio?>>
Kano la guardò,dando poi un morso alla pîta che aveva in mano.
<<Vecchio e isterico>> precisò Dante,per poi riflettere masticando la carne e aggiungere <<ora si che sono grata di aver imparato il Greco girando il mondo..>>
James Joyce scosse la testa.
<<L'unico posto in cui sei stata è stato il ristorante greco,e l'unica cosa che sai dire è "pîta souvlaki">>
<<Ho ordinato pîta souvlaki per quattro,se non ti dispiace!>>
<<Dante,hai fatto il numero quattro con le dita>>

Chuuya non ne poteva più dei loro discorsi,stava per alzarsi quando un rumore impercettibile ma a lui molto familiare lo raggiunse alle orecchie mettendolo subito in allarme.
<<TUTTI A TERRA!>>
Urlò,ma prima che potesse terminare la frase il rumore di uno sparo rimbombò nel parco e un proiettile passò talmente vicino all'orecchio del rosso che credette che avrebbe potuto sentire ogni millimetro cubo di aria spostarsi. Poi un gemito di dolore,Kanoko Okamoto si teneva il braccio sul quale il proiettile l'aveva presa di striscio.
<<È un proiettile da cecchino,nascondetevi dietro gli alberi!>>
James afferrò Kano per un braccuo conducendola dietro il tronco dell'albero,ma quello era troppo stretto per entrambi.
Un altro proiettile si conficcò nella terra ai piedi di Chuuya.
<<Ohi,che scherzo é questo?!>>

Le altre persone nel parco scappavano urlando,impedendogli di sentire il "click" che indicava che l'arma era stata ricaricata.
Un altro sparo.
Il rosso alzò la mano velocemente attivando la propria abilità,abbastanza in fretta da vedere un proiettile circondato da un'aura rossa,fermo a pochi centimetri della sua fronte.
<<Dobbiamo andarcene. Nakahara,vieni qui!>> Dante non aspettò una risposta e lo tirò per la manica fin dietro l'albero,e per poco lui non inciampò.
<<Lasciatemi andare a cercare quel bastardo>> protestò lui.

"Click"
Nonostante il caos e le urla questa volta lo aveva sentito. Si era avvicinato o cosa?
Non ebbe tempo di formulare il pensiero che Dante aveva tirato fuori un coltellino svizzero; dopo averlo aperto si era fatta un taglio piuttosto profondo sulla mano e aveva sporcato il braccio degli altri tre.
Il resto oer Chuuya fu molto confuso: gli sembrò di essere avvolto da una molteplicità di colori che si avvolgevano e si ribaltavano su sè stessi,sentiva il suo corpo ribaltarsi su sè stesso e capovolgere l'interno con l'esterno mentre veniva schizzato via alla velocità della luce. Quel poco di pîta che aveva mangiato,adesso,era in angoli del suo corpo che non pensava fosse possibile raggiungere.
Fu l'impatto a riportarlo alla realtà.
L'impatto con qualcosa di duro.
Cemento? No.. Pietra? Nemmeno. Probsbilmente marmo. Ma come poteva aver sbattutto il naso sul marmo se erano in un parco pieno d'erba? Soluzione,non erano più lì.

Alzando lo sguardo quello che vide fu un gigantesco atrio con un pavimento di marmo: si lati due file di sottili colonne cremisi di marmo dividevano l'atrio in tre settori dove quello centrale era il più grande e si affacciava una lunga rampa di scale che andava restringendosi fino a portare a quello che sembrava un secondo piano. Negli angoli c'erano gli inizi di quattro corridoi diversi mentre sul perimetro dei lati porte di legno che portavano chissà dove.
Tutto l'ambiente era dei colori del marmo con un tocco cremisi.
Chuuya si alzò e dovette concentrarsi per tenere lo stomaco al suo posto,guardandosi intorno vide i suoi compagni nella stessa situazione.

<<Che è successo?>> chiese,con tono irritato. Avrebbe voluto usare la sua abilità per schiacciare quel cecchino bastardo al suolo.
<<È la mia abilità>> spiegò Dante,probabilmente in modalità "capo" dato che era seria <<si chiama "Vita Nova" e mi permette di teletrasportare me e chiunque sia coperto del mio sangue. Solo che non decido io dove andare,mi materializzo in un posto in cui "dovrei essere". Ecco perchè la uso solo quando so di non avere alternative>>
<<Quindi ora potremmo essere in qualsiasi parte d mondo?!>> Chuuya sgranò gli occhi.
Dante ridacchiò.
<<Non ha un raggio così ampio,sciocchino!>>
<<Cerchiamo di capire dove siamo..>>
L'attenzione di James fu,tuttavia,catturata dalla mano di Dante che gocciolava sangue a terra.
Si avvicinò a lei e tirò fuori dal camice da laboratorio che portava sempre indosso delle bende. Sotto lo sguardo canzonatorio di lei,sguardo che finse di ignorare,le fasciò con maestria la ferita.
<<R-ragazzi..>> per la prima volta si udì la voce di Kano,che era corsa a dare di stomaco in un vaso.
<<Non adesso>> sbottò Chuuya.
<<N-no sul serio,ragazzi...>>
<<Stiamo cercando di concentrarci!>>
"Click click"
Come il suono di prima ma più numeroso.

Quando si girarono,una fila di uomini lunga quando il perimetro dell'atrio,vestiti in giacca e cravatta con occhiali da sole neri,gli teneva puntate delle pistole contro.
Dante fu la prima ad alzare le mani gridando <<Ci arrendiamo!>>
Mentre tutti gli altri ci misero un po' per elaborare cosa stava accadendo.
Il rosso si mise in posizione d'attacco.
<<Bene,bene,bene..>>
Un uomo sulla quarantina,vestito allo stesso modo,scese lentamente dalle scale.
<<Saffo ci aveva avvisato che qualcuno dei suoi amici sarebbe arrivato,ma pensavamo che avreste almeno suonato il campanello>>
Sul gradino più alto,un uomo della stessa età li guardava ridacchiando sotto i baffi.
Il primo che aveva parlato non aveva capelli nè baffi,mentre il secondo aveva capelli folti e biondi come il pizzetto.
Quello calvo fece abbassare le armi a quelli che sembravano essere suoi sottoposti.

<<Io sono Catullo,il mio amico è Alceo>> gli sorrise guardandoli da dietro gli occhiali da sole.

<<Benvenuti nella residenza presidenziale>>

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