11.
"Vertigini"
Dazai aveva cordialmente accettato la tazza di te che il suo amico Lev Tolstoj gli aveva offerto,anche se in quel momento avrebbe decisamente preferito buttar giù del Whiskey,perchè tutti sanno che non c'è cosa migliore del Whiskey e della buona compagnia per scaldarsi. Tuttavia,in assenza delle suddette cose,il moro si sarebbe accontentato di thè alla mora irpina, servito in una tazzina proveniente da chissà quale ricca famiglia caduta in disgrazia o,più presumibilmente,morta.
<<Ho sentito che sei tornato nella Port Mafia>>
Il biondo parlava con voce bassa e delicata,anche se somigliava molto a qualcuno in procinto di addormentarsi.
Le mani di Dazai avevano smesso di tremare da poco,quando prese in mano la tazzina offertagli dall'amico.
<<Esattamente>> sorrise con aria cordiale.
Tolstoj sembrò riflettere sulla domanda di cui già conosceva la risposta,come se ne fosse sorpreso.
Si erano ad un piccolo tavolino di legno con due sedie,sul matroneo del piano terra dell'edificio. Le ringhiere,in legno riccamente decorsto con incisioni e piccole parti pitturate in oro,sembrava la cornice di un gigantesco quadro. Dazai rifletté che se fossero stati davvero i personaggi di un quadro avrebbero potuto semplicemente fermarsi lì,in uno degli angoli remoti del mondo,e scegliere una posa che gli piacesse per poi rimanere immobili per sempre.
Molto semplice,molto comodo.
Somigliava molto alla morte in effetti.
Probabilmente in quel momento il suicida capì perché ne era molto attratto: la morte non era altro che la vita impressa su tela.
<<Come sta Mori? Non lo sento da un bel po'>> la voce dell'amico riportò il ragazzo alla realtà.
<<Vecchio,come al solito!>> rise di risposta.
<<E io ancora mi sorprenda che non ti abbia fatto cucire la bocca>> sospirò il russo.
Dazai ridacchiò.
<<Chi gli darebbe ottimi e pessimi consigli se io avessi la bocca cucita?>>
Nel frattempo,gli altri membri della D.A.N.T.E andavano esplorando l'edificio.
Saffo aveva trovato particolarmente interessanti certi volumi sulla poesia greca antica che aveva individuato al piano terra,mentre sul matroneo file e file di scaffali vecchi e lignei si susseguivano per la gioia di Hermann Hesse e la dannazione di Victor.
Il cinquantenne passava il dito sul dorso dei libri ad occhi chiusi,come se solo in quel modo i vecchi tomi potessero svelargli i segreti e le risposte che cercava.
<<Sembri pazzo>> commentò il più giovane.
<<Sai almeno leggere,Victor?>> lo apostrofò lui,la sua pazienza con quel ragazzo tentennava ogni giorno di più.
<<Certo che so leggere! Come faccio secondo te a leggere il biglietto da visita delle dolci donzelle?>>
Avrebbe potuto rispondergli a modo,ma decise di non feriere ulteriormente l'orgoglio del giovane francese.
Senza che se ne fossero accorti,la minuta ragazzina dai capelli verdi si era avvicinata.
<<Frau Saffo>> la salutò Hermann,ma lei parlò che lui non aveva nemmeno finito.
<<Mi stavo chiedendo>> iniziò <<voi due non andate mai d'accordo. Eppure siete gli unici che sono entrati nell'organizzazione insieme. Io,Kano,perfino Dante siamo arrivati da soli. Come mai voi due siete arrivati insieme?>>
I suoi occhietti verdi li scrutavano in cerca di una risposta senza aver nemmeno concluso la domanda.
E difatti una risposta tardò ad arrivare,come se li avesse presi alla sprovvista.
<<Una coincidenza>> borbottò infine il tedesco <<una sfortunata coincidenza di eventi>>
<<Il vecchio ha ragione>> ribadì Victor <<una molto sfortunata coincidenza>>
Dopo ciò,in preda a una tensione e un imbarazzo che Saffo non credeva proprio che una come lei potesse creare,ognuno se ne andò per parti diverse accanto agli scaffali che più li ispiravano,fin quando Dazai,terminata la sua chiacchierata,non li chiamò a raccolta per dargli istruzioni sulle ricerche da fare in quel luogo.
<<Lev dice che le cronache di vent'anni fa dovrebbero trovarsi o al quinto o al sesto piano>> esordì il moro sorridendo <<quindi direi di dividerci. Hermann e Victor possono cercare al quinto piano,io e Saffo al sesto>>
Immediatamente il volto di Victor fu travolto da un'ondata di sconforto,ma non disse nulla; pensò semplicemente che si sarebbe liberato del vecchio con la scusa di andare a controllare scaffali più lontani dai suoi.
<<Ricevuto!>> Saffo fu la prima a schizzare su per le scale,nell'angolo a sinistra dell'edificio,seguita da Dazai che canticchiava la sua canzoncina del suicidio.
<<Devo chiedere se c'è un ascensore,vecchietto?>> cantilenò il francese.
Hermann gli rivolse un'occhiataccia.
<<Prima che questa giornata finisca,sento che mi verrà un esaurimento nervoso..>> borbottò sottovoce,anche se ciò che aveva detto era facilmente supponibile da parte del più giovane.
Salirono le scale senza degnarsi di uno sguardo,e una volta arrivati al piano che erano incaricati di ispezionare,si separarono come previsto.
<<Cosa devo cercare esattamente?>> gridò improvvisamente Victor per farsi sentire dal collega.
<<Qualsiasi cosa riguardi l'assassinio del presidente vent'anni fa. Incongruenze fra i giornali.. Testimoni non scritti nel dossier.. Il dossier stesso..>> rispose quello,passando il dito sul dorso dei libri come era abituato a fare.
Tutti i piani dell'edificio erano di forma quadrata e potevano essere raggiunti mediante la medesima scala posta nell'angolo. Gli scaffali erano corti e si trovavano perpendicolarmente alla ringhiera che delimitava l'affaccio del piano sulla piazzola centrale del piano terra,dove erano entrati. Della stessa forma dei piani,sotto di loro,si trovava il matroneo.
Per quel che Hermann aveva potuto constatare gli altri piani erano pressappoco identici a quello,con l'unica differenza nelle iscrizioni sulle targhette: dal piano terra andando verso l'alto i documenti diventavano sempre più antichi e malmessi. Tutta la storia del paese era racchiusa in quel luogo.
Victor non aveva proprio voglia di mettersi a cercare e a leggere,due cose che non gli riuscivano proprio bene. Prese qualche giornale e lo sfogliò,ma fu distratto dalla pagina dello sport e dimenticò cosa stava cercando.
In mezzo a tutti gli scaffali trovò un tavolo di legno scuro rettangolare e vi buttò qualche fascicolo preso a caso,azzeccando per lo meno la datazione,poi si sedette.
<<Perché mandano me a fare il lavoro stancante..? Lo sanno che non sono bravo con queste cose! Io sono fatto per l'azione!>>
Borbottava fra sé e sè guardandosi intorno,finchè il suo sguardo pigro si posò sulla cima di uno scaffale proprio difronte al tavolo. Perfino ad una mente poco attenta come la sua,una cosa del genere non poteva sfuggire.
<<Top Secret>> lesse. Era scritto sul dorso di quello che sembrava essere un fascicolo non molto doppio.
Improvvisamente preso dal furore della scoperta,si alzò e si avvicinò allo scaffale in questione.
In effetti,passando normalmente per prendere un qualsiasi fasciolo,quello posto sopra la libreria era posizionato in modo da non essere visibile; era anche troppo in alto per essere semplicemente raggiunto con la scaletta di legno.
"Però devo provarci. Così vedranno gli altri che oltre ad essere bello e irresistibile sono anche utile e intelligente"
Afferrata la scaletta,iniziò a salire un gradino dopo l'altro,sentendo il legno scricchiolare sotto di sé e pregando un Dio in cui non credeva di non farlo cadere.
Al gradino più alto poté solo allungare il braccio più che poteva.
"Ci sono quasi.."
Sotto i polpastrelli sentiva la consisyenza inconfondibile della polvere,e gli fece ribrezzo.
Finalmente,toccò la carta impolverata e la strinse.
"Eccolo!"
Tirò velocemente indietro il braccio,forse troppo velocemente,perchè la fragile scaletta iniziò ad oscillare e oscillare; nel vano tentativo di tenersi in equilibrio Victor lanciò il fascicolo a terra. Tuttavia era troppo tardi,i suoi piedi scivolarono dal gradino e lui avverì l'aria spostarsi per lasciar spazio alla sua caduta. Lo scaffale era piuttosto alto,si chiedeva quante ossa si sarebbe rotto.
E dopo un secondo e un urlo piuttosto scuto,si accorse che l'impatto col suolo non c'era stato.
Al posto del pavimento ligneo,un paio di braccia forti coperte da un cappotto nero lo mantenevano saldamente; quelle braccia erano più familiari per il giovane francese di quanto si aspettasse.
<<Devo chiedere se c'è un ascensore,Herr Hugo?>> domandò la voce bassa e roca del proprietario di quelle braccia,poggiandolo a terra.
Victor sentiva le gambe tremare,doveva ammettere di aver avuto paura.
Guardò Hermann,in piedi davanti a lui,come un bambino di nove anni a cui un altro bambino fa notare di avere torto.
E lui aveva torto.
<<Ti avevo lasciato indietro,come sapevi che stavo per cadere?>> chiese soltanto.
<<Hai attivato la tua abilità senza accorgertene quando hai iniziato a dondolare>> gli fu risposto.
<<Capisco.. Succede ancora,quindi>>
<<Più spesso di quanto credi>>
Il cinquantenne si piegò a raccogliere i fogli caduti per terra mentre si accarezzava la barba.
<<Vai a chiamare Frau Saffo e Herr Dazai>>
[...]
<<Foto del luogo dell'accaduto,informazioni sugli uomini che scortavano il presidente.. Tutte cose già viste>> asserì Dazai,leggermente deluso <<ho circa otto teorie diverse dopo aver ascoltato il racconto di Saffo e quello di Lesbia,questo fascicolo non ne esclude neanche una>>
<<Allora perchè c'è scritto "Top Secret" come se fosse una cosa importante?>> Saffo si grattò la testa confusa.
Dazai esaminò meglio il fasciolo. Incastrato fra la copertina e l'ultima pagina c'era un foglietto stampato che sembrava fosse,in precedenza,fermato da ceralacca.
<<Il sigillo è greco. Sembra una lettera ufficiale>>
Il castano leccò un angolo della pagina,sotto lo sguardo schifato del francese.
<<Probabilmente ripulita da tutte le impronte digitali,sento sapore di spirito.. La scrittura è stampata ma non con una stampante,con una macchina da scrivere,questo ne prova l'autenticità. La data riportata è di vent'anni fa,il giorno 18 Giugno>>
<<Cosa c'è scritto?>> chiese Hermann.
Dazai lesse ad alta voce.
<<"Caro signor presidente,è con grande urgenza che vi invito a recarvi presso la mia residenza ad Atene il più urgentemente possibile: vi sono alcune faccende di urgenza nazionale che necessito di discutere con voi. Portate con voi pochi uomini della scorta,poichè spero che questo incontro susciti la minore attenzione possibile. Il giorno è il 24 Giugno,l'ora le 7:30 del mattino. Cordiali saluti">>
La firma scarabocchiata sotto era,a detta di Saffo,quella del presidente greco.
<<Il 24 Giugno è proprio il giorno dell'incidente>> a Dazai adesso brillavano gli occhi <<credo che abbiamo trovato la lettera originale che lo invitava a recarsi in Grecia>>
Victor sembrava confuso.
<<E allora? Tutto combacia coi racconti!>>
Dazai prese il suo cellulate dalla tasca e guardò una foto su di esso,poi la mostrò a tutti gli altri.
<<Vi sbagliate>> ghignò <<questa è la prova definitiva che entrambi i presidenti e i genitori di Saffo sono stati davvero assassinati>>
[...]
Lev,con in mano la sua solita tazza di thè,fece un cenno a Dazai che riprendeva il suo cappello e la sciarpa dalla saletta con gli appendiabiti.
<<Avete trivato quello che cercavate?>> domandò educatamente.
Dazai annuì entusiasta.
<<Sento che sarà un caso interessante>> disse,mentre si allacciava la sciarpa.
Tolstoj lo fissò per un po'.
<<Non ci vediamo da un po',Dazai.. Ma si sentono molte voci su di te>> parlò,mentre l'amico si avviava verso l'uscita.
<<Si sentono sempre molte voci su di me~>> Dazai mise le mani in tasca.
Lev sorrise lievemente.
<<Si dice che tu abbia avuto a che fare con Oscar Wilde,prima della sua scomparsa>>
Il sangue gelò nelle vene del moro,ma non si scompose; fece il possibile,anzi,per dare a vedere indifferenza.
<<Era una vecchia conoscenza>>
Altre parole gli erano rimaste bloccate in gola,non aveva idea del motivo per cui il suo corpo stava reagendo in quella maniera.
<<E un ottimo consulente criminale. Mi sono servito della sua consulenza più di una volta e ne sono rimasto soddisfatto.. In realtà,ne avrei ancora bisogno>> il russo sospirò <<ma lui è scomparso da mesi ormai,se era una vecchia conoscenza sapresti dire che fine ha fatto?>>
Dazai non aveva visto il cadavere di Oscar. In quel momento,quella cosa assunse per lui aspetti positivi e negativi. Finchè non l'avesse visto,non avrebbe potuto dire con certezza che fosse morto oppure no; magari Chuuya l'aveva solo stordito,magari la ferita non era mortale,magari qualcuno,forse la stessa Faith il cui corpo era sparito,lo aveva salvato.
Ma tutto quel ragionamento era egoistico,Dazai lo sapeva.
Oscar era morto.
Faith era morta.
<<No>> rispose soltanto con un sorriso,sulla soglia d'uscita
<<Non ho idea di che fine abbia fatto>>
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