1.
"La Divina Commedia"
Chuuya tossì,infastidito. Sentiva delle voci che gli giungevano molto ovattate,ma ugualmente fastidiose,che parlottavano tra di loro intorno a lui ma non riusciva ancora ad aprire gli occhi e non aveva idea di a chi appartenessero quelle voci o dove si trovasse.
Ripensò all'ultima cosa che riusciva a ricordare e nella sua mente riaffiorò l'immagine di lui che prendeva il veleno.
"Giusto,io sono morto" pensò "quindi forse sono all'Inferno" tentò di muovere una mano,ma i suoi muscoli erano completamente paralizzati: sentiva di avere addosso qualcosa sulla bocca,gli ricordava molto la forma di una mascherina per l'ossigeno,ma dubitava che all'Inferno ci fosse davvero bisogno di una mascherina per l'ossigeno.
Improvvisamente un'altra immagine gli attraversò la mente: Dazai che gli sorrideva con le lacrime agli occhi,steso sul pavimento del laboratorio mentre entrambi morivano piano piano a causa del veleno,lo baciava e poi chiudeva gli occhi appoggiandosi a lui,sempre sorridendo.
Cosa era successo dopo? Anche lui era lì? Doveva aprire gli occhi in qualche modo.
<<È cosciente>> una voce maschile piuttosto profonda parlò,e fu la prima frase che il ragazzo dai capelli rossi riuscì a cogliere distintamente.
<<Vuol dire che ci sente?>> chiese una voce femminile più acuta con tono premuroso.
Dopo qualche minuto Chuuya riuscì finalmente ad aprire gli occhi,ma la luce forte lo costrinse a socchiuderli per evitare di finire accecato.
Provò a parlare,ma aveva la gola secchissima e gli uscì solo una specie di rantolo.
<<Kano,prendi un bicchiere d'acqua>> ordinò la voce maschile.
<<S-subito!>> si sentì rumore di passi che si allontanavano diventando sempre più leggeri fino a sparire.
Cosa diamine stava succedendo? Il rosso avrebbe voluto scattare in piedi e sfoderare la pistola,ma era piuttosto sicuro non di non avere nè le forze nè la pistola.
<<Non preoccuparti,Nakahara>> riuscì a mettere a fuoco piano piano il ragazzo che stava parlando: era alto,dai capelli biondi non troppo lunghi ma spettinati,un camice addosso e degli occhiali attaccati ad una cordicella.
Una ragazza (probabilmente quella chiamata Kano),tornò con un bicchiere d'acqua che porse al malato,che finalmente riuscì a muovere anche le braccia,pur se tremanti,afferrandolo. La giovane aveva lunghi capelli castano chiaro raccolti in una treccia che le ricadeva sulla spalla destra e un fiocco giallo: aveva un'aria gentile e premurosa.
Dopo aver bevuto ed essersi schiarito la voce,Chuuya provò nuovamente a parlare.
<<Voi chi siete?>> riuscì finalmente a chiedere.
A rispondergli fu il ragazzo,che a guardarlo bene doveva avere circa venticinque anni.
<<Ti trovi nel Canto III dell'Inferno>>
"Allora sono davvero all'Inferno" pensò lui "è giustificabile per tutti i peccati che ho commesso.."
<<Lascia che ti spieghi>> continuò il suo discorso quello col camice <<l'Inferno è la parte inferiore del dirigibile su cui ci troviamo,La Divina Commedia. Le stanze sono chiamate "Canti" e tu ti trovi nella numero 3>>
Chuuya non ci stava capendo niente. Allora era vivo o morto? E poi in che senso "Dirigibile"?
Si guardò per la prima volta meglio intorno e notò di trovarsi steso su un lettino in una specie di infermeria,la finestra a forma di oblò lasciava intravedere il cielo azzurro e le nuvole:erano davvero in alta quota.
<<Perchè sono qui? Cosa è successo?>> chiese,si stava innervosendo. Non capiva se si trovava in una posizione di pericolo o no.
La ragazza con la treccia,Kano,si avvicinò e gli prese le mani sorridendo con aria gentile,facendolo però soltanto irrigidire.
<<Io sono Kanoko Okamoto,puoi chiamarmi Kano come tutti gli altri e lui è James Joyce. Il nostro leader,Dante,è stata chiamata dal tuo partner,Dazai-san,che le ha chiesto di raggiungerlo all'ospedale in cui vi trovavate con una squadra di medici e lei lo ha fatto,portandovi qui in salvo. Va tutto bene,non siamo vostri nemici>>
Le sue parole lo tranquillizzarono,ma poi fu come se fosse attraversato da un lampo.
<<QUINDI LUI SAPEVA CHE SAREMMO SOPRAVVISSUTI IN OGNI CASO?>> sbottò a voce alta,facendo squittire la ragazza che fece un salto all'indietro <<E HA COMUNQUE FATTO TUTTA QUELLA SCENATA DA "DOPPIO SUICIDIO"? Io lo ammazzo. Dov'è!?>>
James Joyce si sistemò gli occhiali,sospirando.
<<Ci sono dei vestiti puliti ai piedi del letto,puoi metterteli: appena hai fatto esci,ti porterò a fare un giro del dirigibile e ti spiegherò tutto>>
Detto questo i due uscirono,congedandosi.
Il rosso non era del tutto convinto,ma aveva decisamente poche alternative,inoltre se era vivo era effettivamente grazie a loro,quindi gli avrebbe concesso una possibilità.
Si infilò velocemente i vestiti e uscì dalla porta.
[...]
<<Come ti ho già detto>> spiegava James mentre camminavano per un lungo e stretto corridoio metallico <<ti trovi su un enorme dirigibile,chiamato "La Divina Commedia". Ci sono tre piani,rispettivamente dal basso verso l'alto Inferno,Purgatorio e Paradiso. Nel Paradiso c'è la sala controllo motori,nel Purgatorio le stanze dei membri e all'Inferno magazzini e infermerie. Questo dirigibile è la sede nomade della D.A.N.T.E (Distretto Associato Nazioni e Tracciati Esteri) ,l'associazione di cui noi tutti facciamo parte. È una specie di patto transoceanico a cui partecipa un rappresentante per ogni Nazione che aderisce,ma non preoccuparti,parliamo tutti diverse lingue tra cui il Giapponese,come noti. Io sono James Joyce,rappresentate del Regno Unito e dell'Irlanda,Kanoko Okamoto è la rappresentante del Giappone. Il nostro leader,Dante,è di rappresentanza per l'Italia>>
Camminando avevano salito delle scale metalliche ritrovandosi davanti un corridoio altrettanto stretto e lungo come tutti gli altri con la scritta "Purgatorio". Alla fine di esso,una stanza più ampia e spaziosa che sembrava essere una sala relax. Seduto su una poltroncina c'era un uomo non troppo alto,magro,con una leggera barba e con i capelli bianchi radi pettinati a spazzola ,doveva avere una cinquantina d'anni.
<<Lui>> James lo indicò <<È Hermann Hesse,rappresentante della Germania. È un tipo saggio,ma piuttosto all'antica>>
Chuuya chinò il capo in segno di saluto.
In piedi appoggiato ad un tavolino,un ragazzo sulla trentina sembrava star flirtando con delle ragazze vestite da cameriere,che ridevano alle sue battute.
James lo indicò distrattamente <<Lui si chiama Victor. Victor Hugo. È il rappresentante della Francia,c'è una taglia per indovinare con quanti ragazzi e ragazze sia andato a letto nell'ultima settimana>>
Passarono avanti velocemente,uscendo dalla sala e ritornando nel corridoio quando una porticina si aprì e ne uscì una ragazzina alta poco meno di Chuuya,magra,con un paio di occhiali da aviatore legati in testa e i capelli corti alle spalle con solo due ciocche lunghe avanti di un colore verde spento.
James la salutò,per poi presentarla all'altro.
<<Nakahara,ti presento uno dei nostri elementi più validi: lei è Saffo,per la Grecia. È un po' particolare ma..>>
La ragazzina,che sembrava avere sui dodici anni,si avvicinò repentinamente al ragazzo facendolo sussultare.
<<Oh,hai portato quello nuovo!>> esclamò,posandogli due dita sotto il mento e togliendosi gli occhiali,che rivelarono due occhi che emanavano una luce strana.
<<Sembri interessante,hihi~>> sussurrò lei,avvicinando il volto a quello del rosso,che stava fermo immobile senza sapere cosa fare <<e anche se non sembra ho ventisei anni~>> ridacchiò,allontanandosi e tornando di corsa nella stanza da cui era uscita.
Chuuya era ancora pietrificato.
James sembrava imbarazzato.
<<Perdonala,è fatta a modo suo..>>
Chuuya sospirò.
<<E va bene,sono convinto che forse non devo ammazzarvi>> disse,dopo aver taciuto per molto tempo <<ma dov'è Dazai?>>
James annuì,e lo guidò nuovamente al piano inferiore,passando davanti alla stanza dove si trovava all'inizio e proseguendo per il lungo corridoio. Davanti ad una porta che dava su un'altra stanzetta (che a differenza d quella di Chuuya aveva una finestra di vetro accanto in modo che si potesse guardare all'interno anche senza entrare),c'era una ragazza alta dai capelli rosso ramato,vestita con un pigiama e completamente spettinata.
James fece un piccolo inchino.
<<Lei è Dante. Il nostro leader>>
Chuuya la osservò senza muoversi,lei sorrise,battendo sul vetro come per fargli cenno di guardare.
Il rosso lo fece e il suo cuore si strinse per un secondo: Dazai era incosciente,steso su un lettino con alcune flebo e dei macchinari legati a lui.
<<La sua situazione era più grave della tua,abbiamo dovuto operarlo ma ora sta bene>> spiegò Dante <<dovrebbe svegliarsi entro qualche giorno>>
L'umore del ragazzo basso era drasticamente calato a vedere il suo ragazzo ridotto in quel modo,ma poi gli sorse spontanea un'altra domanda.
<<E Faith?>>
Dante e James si scambiarono un'occhiata confusa.
<<Chi?>>
<<La ragazza nella stanza con noi.. Che fine ha fatto?>>
Dante picchiettò le dita sul suo braccio,riflettendo.
<<Te la sarai sognata,in quella stanza c'eravate solo tu e il maniaco qui dentro>>
Chuuya non poteva crederci.
Faith era scomparsa? Forse era morta,dopotutto se non erano stati loro a salvarla doveva averla portata via qualcun altro.
Si rivolse al leader di quella strana organizzazione.
<<Piuttosto,come conoscevi Dazai?>> il suo sguardo tornò inquisitorio.
<<Siamo stati colleghi,ha aiutato la nostra organizzazione collaborando con la Mafia,tempo fa,poi siamo rimasti solo compagni di bevute prima che io diventassi il capo di questo posto>>
Un po' di gelosia smosse il cuore del più basso,ma si forzò a reprimerla.
<<Come capo della D.A.N.T.E,vi dò il benvenuto sulla Divina Commedia,spero che apprezziate il vostro soggiorno qui fin quando non vi sarete ripresi>> esclamò infine lei,stiracchiandosi e allontanandosi <<ora scusate,ma vado a farmi uno spinello>>
James sgranò gli occhi,sbattendosi una mano sulla fronte.
<<Non farci caso.. Anche lei è particolare..>>
Chuuya tornò a guardare Dazai attraverso il vetro.
Non sapeva come comportarsi in quella situazione,la sua unica certezza era che voleva solo che il suo Partner si svegliasse,il resto lo avrebbero deciso insieme.
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