capitolo 8
Connor
La Doxy
Il mio amico era la versione maschile di Sue Storm,non potevo crederci! Era una situazione quanto assurda,quanto affascinante. Insomma da lettore incallito di fumetti era come diventare il protagonista di ciò che leggevo. Certo il lato negativo era che come in ogni storia di Supereroi che si rispetti avrei messo in pericolo chiunque mi fosse stato vicino,ma almeno i miei amici erano esclusi dell'equazione dato che stavamo vivendo tutti e tre la stessa situazione.
Eravamo di fronte all'armadietto di Steve,il quale si era materializzato dal nulla in classe in accappatoio e ciabatte a tema Captain America,lasciandoci sconvolti,soprattutto Kyla,la quale gli chiese con fare confuso:
KYLA:Come hai fatto a tornare visibile? E soprattutto perché sei diventato invisibile? Questa giornata per me ha sempre meno senso più va avanti- Steve fece spallucce e le rispose con fare desolato,dopo avere sospirato rumorosamente:
STEVE:Non lo so,Ky. Non me lo spiego neanche io. L'unica cosa che so è che mia madre è scomparsa e che a rapirla è stata La Cosa dei Fantastici Quattro. A questo punto mi aspetto solamente una versione alternativa di Reed Richard che salta fuori per dirmi che sono finito in un universo alternativo in cui La Cosa è cattiva e sono l'unico che può salvare mia madre dalle sue grinfie- per poi chiudere l'armadietto e passarle accanto, dirigendosi verso i bagni,ignari del fatto che da dietro ad un muro la nuova arrivata ci stesse spiando,costringendomi ad ignorare quella sensazione.
Sarebbe stato un bel prologo per un racconto, ma ammettoamolo questa era la vita reale,non uno dei miei racconti o un fumetto, anche se con tutto quello che stava succedendo avevo abbastanza materiale per tirarci fuori qualcosa e magari lo avrei anche fatto per quanto assurdo sarebbe sembrato,ma si sa a volte la realtà superava decisamente la fantasia e questo era un esempio lampante,anche se io mi sentivo in modo diverso rispetto a Kyla e Steve. Ovviamente volevo trovare una risposta a tutto quello che stava succedendo ma dall'altra parte non ne sentivo la necessità,insomma stavo vivendo un sogno,quindi perché spremersi tanto le meningi e non godersela? Ma ovviamente non lo dissi ad alta voce,non volevo sembrare quello insensibile, anche perché ero davvero preoccupato per la mamma di Steve e volevo saperne di più il prima possibile.
Arrivammo davanti al bagno dei maschi,dentro il quale Steve entrò con lo sguardo triste,guardando basso,facendomi tenerezza, osservandolo in silenzio entrando con lui standogli dietro,chiedendomi cosa provasse in quel momento.
Non potevo capire il suo stato d'animo ne come si sentisse in quel momento,ma volevo provarci e dovevo farlo in nome della nostra amicizia, altrimenti non sarei più riuscito a guardarmi allo specchio per i rimorsi che avrei provato nei suoi confronti. Steve era come un fratello per me,per cui avrei fatto di tutto pur di aiutarlo,però avevo anche paura di urtare i suoi sentimenti, insomma sua madre era appena stata rapita ed io infilavo il coltello nella piaga,sarei potuto sembrare irriverente o poco sensibile e non era quello che volevo trasmettere a Steve.
Volevo che con me si sentisse libero di parlare dei suoi sentimenti come sempre, ma senza mettergli pressione,era una situazione delicata e non volevo forzarlo a fare o dire nulla che non volesse,così stetti in silenzio ancora per qualche istante che mi parve interminabile chiedendomi perché.
Conoscevo la mamma di Steve da sempre ed era una donna straordinaria che amava suo figlio incondizionatamente e soprattutto aveva una vita estremamente ordinaria,chi mai avrebbe voluto fargli del male? Chi poteva volere qualcosa da lei? Perché rapirla? Tutto questo non aveva senso,così mi feci forza e chiesi a Steve con fare preoccupato, cercando di essere il più delicato possibile:
CONNOR:Hey amico? Tutto bene? Se vuoi parlare io sono qui. È una situazione davvero assurda, insomma chi mai avrebbe potuto avercela con tua madre? È la persona più buona e dolce che ci sia. Chi mai avrebbe potuto avere un conto in sospeso con lei?- Steve dal bagno mi rispose con fare desolato come se anche lui non sapesse darsi una risposta:
STEVE:Connor davvero, non lo so. È sbucata dal nulla e se l'è portata via. Non so altro e poi anche se ci fosse qualcosa di più non lo saprei. Mia madre non mi ha mai parlato del suo passato. Non so nulla su di lei, quindi qualche scheletro nell'armadio potrebbe averlo ed io potrei non esserne a conoscenza- Doveva essere uno scheletro bello grosso per scomodare addirittura una variante della Cosa,ma a Steve dissi, pensando che non fosse il caso di esternare i miei pensieri:
CONNOR:Ne verremo a capo in ogni caso,Steve,non temere. Insieme possiamo farcela- il quale uscì dal bagno proprio in quel momento vestito con dei pantaloncini gialli e una maglietta a mezze maniche azzurra dicendo:
STEVE:Grazie Connor,lo apprezzo davvero, ma non saprei come. Insomma mica posso andare dalla polizia e accusare un personaggio dei fumetti. Chi mi crederebbe?- non potevo dargli torto, per questo ci avremmo pensato noi,infatti gli dissi:
CONNOR:Io ti credo e non ne abbiamo bisogno. Noi tre sveleremo questo mistero e ritroveremo tua madre. È una promessa- cosa che fece illuminare lo sguardo di Steve,il quale mi disse con fare raggiante abbracciandomi ,vedendo i suoi occhi brillare di una luce piena di speranza:
STEVE:Grazie Connor. Non so come farei senza di te. Non potrò mai ringraziarti abbastanza- disse stringendomi forte,non capendo il motivo di tanto entusiasmo. Insomma lo avrebbe fatto chiunque e sapevo che lui avrebbe fatto lo stesso per me,per cui quella reazione mi sembrava strana,ma decisi di tenerlo per me e non dirglielo, infatti ricambiai l'abbraccio dicendogli:
CONNOR:Non devi ringraziarmi,ma se proprio insisti mi accontento di tornare a respirare. Mi stai strozzando- facendo ritrarre Steve,il quale mi disse con fare imbarazzato non capendone il motivo:
STEVE:Scusa- non doveva scusarsi,era normale. Adesso eravamo io e Kyla l'ultima famiglia che gli era rimasta per cui gli dissi:
CONNOR:Non preoccuparti,è normale. Cerchi conforto e lo comprendo. Io farei lo stesso. Coraggio,usciamo dal bagno e andiamo da Kyla. Oggi verrete tutti e due a casa mia per parlare con calma di quello che è successo e decidere come muoverci- facendo illuminare di nuovo il viso di Steve,il quale mi disse con fare commosso,guardandomi con gli occhi lucidi e dilatati allo stesso tempo:
STEVE: Non so davvero come ringraziarti. Sei unico,Connor. Grazie davvero- sentendomi un filo a disagio,trovando il suo comportamento un po' insolito,ma data la situazione non ci feci caso più di tanto,pensando che forse essere stato invisibile per metà giornata l'avesse traumatizzato un po',per cui era normale considerata l'anomala situazione(il ragionamento è un po' contorto,ma fidatevi ha senso).
Uscimmo dal bagno e ci riunimmo a Kyla,aggiornandola su quello che avevo proposto a Steve in bagno,mentre tornavamo insieme in classe,quando da una delle porte del bagno uscì Galatea,la quale aveva origliato tutta la conversazione nascosta nel bagno e adesso ci seguiva a debita distanza,osservandoci attentamente.
Il resto della giornata fu abbastanza monotona,a parte per il fatto che ogni tanto provocavo qualche sbalzo di corrente involontario,ma nessuno sembrò accorgersene, per cui non avevo nulla di cui preoccuparmi. Uscimmo da scuola verso le 16:00 correndo fuori il più velocemente possibile,pronti per svolgere le nostre indagini,iniziando a chiedermi se tutto questo non fosse soltanto un sogno dal quale presto ci saremmo risvegliati. Io avevo tanta immaginazione e mi piaceva scrivere e creare luoghi immaginari,lo stavo facendo anche in questo preciso istante. Il parco di fronte alla scuola? Non era un semplice parco ma un ritrovo per gnomi,solo che non si facevano vedere perché altrimenti venivano scambiati per bambini con la barba e non volevano essere presi in giro dagli esseri umani,eppure non riuscivo a spiegarmi come la versione malvagia di Ben Grimm avesse potuto rapire la mamma di Steve e sparire in questo modo. E i miei poteri? I poteri dei miei amici? Perché ce li avevamo? Non ne avevo idea.Doveva esserci una causa. Per Banner furono i raggi gamma,ma per me? Che cosa li aveva attivati? Non potevo avere un gene mutante dentro di me e anche in quel caso qualcosa avrebbe dovuto attivare il gene X per cui cosa mi aveva dato questi poteri di luce?
Non ne avevo idea,sapevo solo che mi ero ritrovato a pensare a tutte queste cose mentre camminavamo verso casa di Steve,avendo l'impressione che avessi creato senza volere un cono di luce che mi illuminava senza volerlo,chiedendomi se fosse reale o me lo stessi immaginando. Mi sentivo come una star a teatro e la cosa mi metteva abbastanza a disagio,ma dato che nessuno sembrò accorgersene stetti in silenzio e continuai a camminare in silenzio.
Quanto avrebbe segnato la mia vita questo evento? Certo era che da adesso in poi non avrei più guardato una presa elettrica nel solito modo e anche accendere la luce sarebbe diventato un inferno o estremamente più comodo,chi poteva dirlo? In più nel profondo c'era una domanda che si annidava nelle profondità della mia mente: come potevo conciliare la mia vita normale con questi Super poteri? Non volevo fare la fine di Spiderman squattrinato e dimenticato da tutti con più morti sulla lista di quanti ne potessi contare. "Da grandi poteri derivano grandi responsabilità "- pensai,ripensando alla morte di zia May in Spiderman No Way Home e alle saghe precedenti in cui Zio Ben era morto dopo aver detto quest'iconica frase e non ero sicuro di volerla sentir dire rivolta a me(non si sa mai). Mi identificavo molto in questo Super eroe,ma non per questo volevo la sua vita,eppure avevo il terrore che potesse accadere.
Guardai Kyla e Steve,chiedendomi quale sarebbe stato il prezzo che ci avrebbero chiesto questi poteri e se saremmo stati disposti a pagarlo,quando arrivammo davanti alla casa di Steve e in quel momento ebbi la sensazione che qualcuno o qualcosa mi avesse appena tirato uno schiaffo in faccia, guardando in faccia alla realtà per la prima volta da tutta questa situazione,accorgendomi solo in quel momento che Steve quel prezzo lo aveva già pagato,creando dietro di me involontariamente un fascio di luce accecante,sbarrando gli occhi.
Steve era Spiderman. Lui aveva perso tutto,io in fin dei conti avevo ancora la mia vita,forse avrei rotto tutte le lampadine di casa (e non solo)per i prossimi anni,ma Steve aveva perso sua madre. L'unica persona che si era occupata di lui fino ad adesso. Io in fin dei conti non avevo perso nulla ci avevo solo guadagnato,sentendomi in colpa per non averlo capito prima, perdendomi a fissare la voragine che c'era nel muro della facciata, sentendo il mio cuore spaccarsi in due mentre osservavo Steve andare verso l'abitazione con fare distrutto.
Dovevo fare qualcosa, non potevo abbandonarlo in quella casa da solo,per cui appena uscì vestito con dei vestiti normali gli dissi di getto, non potendo accettare che stesse in quella casa da solo:
CONNOR:No amico- cosa che fece saltare su Steve il quale mi rispose guardandosi i vestiti:
STEVE:Che c'è? Non avevo voglia di cercare e ho messo quella con il logo di Captain Marvel. Lo so che tu la detesti,però hai suoi lati positivi,su. Almeno oggi non rifacciamo questa discussione!- indossava una maglia blu a maniche lunghe con il logo di Carol Denvers disegnato sopra,dei pantaloni neri e delle scarpe bianche da ginnastica. Io lo guardai con fare stranito ricordandomi della discussione che avevamo avuto lo scorso Natale per via di quella maglia. Steve era venuto a scuola con quella maglia dopo le feste e appena l'avevo vista gli avevo detto se adesso gli piacevano i personaggi spacconi e iper potenti e lui aveva dato il via ad una discussione su quanto Captain Marvel fosse estremamente umana nonostante tutto ma sfortunatamente non era riuscito a convincermi della sua tesi,trovando quella conversazione stupida al momento, infatti gli dissi,pensando che mi fossi addirittura dimenticato di averla fatta:
CONNOR:Cosa? No,non lo farei mai. Stavo guardando casa tua e non posso lasciarti a dormire qui sta notte- ma Steve ribattè dicendomi stringendosi nelle spalle con fare imbarazzato:
STEVE:Ah,non sarà poi così male. Almeno arieggerò bene casa. Stai tranquillo- Steve era così. Non voleva mai disturbare o che gli altri si preoccupassero per lui,in più non voleva disturbare i miei genitori che tornavano da un viaggio di lavoro, prevedendo già cosa gli avrei detto, ma per fortuna venne in mio soccorso Kyla,la quale disse:
KYLA:Steve,senti ci fai un ventilatore con quella voragine,ok? Sei matto a stare da solo dopo quello che ti è successo? Potresti essere stato attaccato da un serial killer mascherato per quanto ne sappiamo. Io ascolterei l'offerta di Connor fossi in te. Non voglio doverti seppellire domani- Kyla era sempre un po' macabra nelle sue spiegazioni, ma aveva espresso benissimo il concetto. Meglio di quanto avrei fatto io,ma a lei dissi, guardandola con fare leggermente inquietato:
CONNOR:Grazie Ky per il tuo sostegno. Stai ancora guardando i Tru Crime all'una di notte,vero?- Kyla annuì e mi rispose con fare soddisfatto:
KYLA:Non riesco a smettere,che volete farci. Adoro quando descrivono le parti più scabrose e come analizzano la psiche del serial killer in questione. È rilassante- Io avrei usato un altro termine,ma trattandosi di Kyla era tutto normale,per cui ignorai la cosa e mi rivolsi a Steve dicendo:
CONNOR:Serial Killer a parte. Kyla ha ragione. Se quel coso tornasse e portasse via anche te? Non puoi salvare tua madre se ti fai catturare- Beh non avevo mica tutti i torti,però mi sentivo una cattiva persona a fare leva sui sentimenti di Steve,il quale mi rispose dopo averci pensato per qualche secondo:
STEVE:Ragazzi apprezzo, ma non saprei dove altro andare e poi siete entrambi abbastanza incasinati. Non voglio essere un peso per voi- non doveva neanche pensarlo,infatti Kyla gli disse,tirandogli una pacca dietro la nuca con fare amichevole:
KYLA:Non pensarlo neanche,Steve. Tu non sei un peso e poi i miei genitori saranno fuori entro due giorni dall'ospedale e la mia vicina si è offerta di badare a me e mia sorella finché non tornano,per cui stai tranquillo,non sei un peso. Siamo amici e dobbiamo sostenerci. Ti inviterei a casa mia,ma già la tipa ha paura di me,figuriamoci se portassi a casa un ragazzo. Potrei fare cose sconce con te e poi spellati,squartarti per offrirti in sacrificio a chissà quale demone- Kyla faceva descrizioni molto...... Colorite,diciamo e mi piaceva,mi dava un sacco di idee involontariamente a volte per uccidere i personaggi dei miei libri,ma non potevo arrivare a certe perle,come queste la mia mente aveva un limite,sentendo un brivido percorrermi lungo la schiena chiedendomi se fossi più disgustato dalla sua descrizione o dell'immaginare Steve a letto con Kyla,non lo sapremo mai,così per levarmi dalla mente quel pensiero dissi a Steve:
CONNOR:Sottoscrivo,non la parte sul sacrificio umano però. Ky,ti voglio bene ma non credo che Steve voglia essere il protagonista delle tue fantasie erotiche o macabre- la quale mi rispose subito con fare disgustato:
KYLA:Oddio no,che schifo. Non c'è tranquillo. Non è il mio..... Genere. Intendevo dire che sai qui cosa pensa la gente di me e la mia vicina è una di quelle. Non entra neanche in camera mia se non è strettamente necessario. Ha paura che ci risieda un demone- No,a meno che quei demoni non si chiamassero Ikon e The 69 Eyes ed erano delle normali band musicali, per cui la vicina poteva dormire sonni tranquilli,a meno che non aveva paura anche di alcuni gingilli che c'erano là dentro, allora doveva andare a fare una visita dallo psicologo. Non c'era nulla di così terrificante in quella stanza,era solo addobbata in modo..... Vampiresco,ma nulla che facesse presagire un annidiata di demoni assassini.
Steve ci guardó con fare commosso senza dire una parola per alcuni istanti che mi parvero interminabili con fare commosso e perso allo stesso tempo,guardandomi con gli occhi dilatati,pensando che assomigliasse a uno di quei cani che si vedono nei video su You Tube o su altri social,chiedendomi perché lo stesse facendo. Ero felice di farlo stare bene, ma quello sguardo cominciava a mettermi a disagio,insomma era simile a quello che avevo io quando guardavo Tyler e non era il caso. Noi eravamo amici,non provavo nulla per lui,per non parlare del fatto che sarebbe stato strano mettermi con il mio migliore amico. E se poi la nostra relazione non avrebbe funzionato e avessimo rovinato il nostro rapporto? Troppo complicato e poi Steve non era il mio tipo,era troppo simile a me.
Mi piacevano I tipi più dinamici e con un po' più di muscoli e pettorali e Tyler ne aveva decisamente abbastanza,in più era così disinvolto. Quando camminava sembrava essere a sempre a suo agio. Mi piacevano più quelli belli e determinati e Steve e non lo era. Era più come me,anzi forse anche più dolce per cui non era affatto il mio tipo,sobbalzando all'idea che lui potesse provare per me qualcosa di più che una semplice amicizia. Era una follia. Ci conoscevamo da quando eravamo bambini,non era possibile,al solo pensiero mi veniva l'ansia,iniziando a temere che stesse travisando le mie azioni.
Guardai Steve con fare stralunato, temendo per un istante che le mie paturnie mentali potessero essere reali,chiedendomi cosa sarebbe successo sta sera,ma decisi di scacciare quei pensieri,limitandomi a fissare Steve, il quale disse arrendendosi:
STEVE:E va bene. Mi arrendo. Resterò a casa tua,Connor,ma non per molto. Non voglio approfittarmi della tua gentilezza- forse non era esattamente quello il problema, ma volevo illudermi che lo fosse,sentendo un brivido percorrermi la schiena iniziando a chiedermi da quanto provasse certe cose per me,ma a lui dissi:
CONNOR:Steve,te l'ho detto io quindi non devi preoccuparti. Non ti stai approfittando di nulla. Sei sempre il benvenuto, lo sai- nonostante sapessi che avrei dovuto spezzargli il cuore,ma non potevo certo farlo adesso. Stava soffrendo, sarei stato un mostro se lo avessi fatto. Aveva bisogno di sostegno non di qualcuno che lo pugnalasse alle spalle,sarebbe bastato non dargli troppo spago,potevo farcela,che poteva succedere?
Steve si sciolse,forzando un piccolo sorriso,tornando a guardarmi con quello sguardo,sentendomi a disagio,irrigidendomi un po' senza darlo troppo a vedere,quando un fruscio di un cespuglio attirò la nostra attenzione, facendoci voltare verso il giardino di un abitazione lì vicino. Non c'era nessuno, il cespuglio era immobile, iniziando a pensare che ci fossero davvero i fantasmi e questo posto fosse maledetto. Lakedale si diceva fosse stata una porta tra i mondi un tempo,quindi iniziavo a credere che alcuni folletti fossero tornati,almeno tutto questo avrebbe acquisito un senso,ma sfortunatamente non uscì nessun folletto da là dietro, così Kyla disse con fare leggermente scocciato:
KYLA:Chi va là?- ma nessuno ci rispose,così si rivolse a Steve dicendo:
KYLA:Sei stato tu Mr Invisible?- il quale gli rispose alzando le mani come per discolparsi:
STEVE:Non mi sono mosso e poi come avrei potuto? Non so neanche diventare invisibile- giusta osservazione. Io facevo giochi di luce ma li facevo involontariamente come adesso che avevo spostato il cono di luce sul cespuglio, come se il fatto di aver spostato i miei pensieri su di lui lo avesse messo al centro dell'attenzione dei miei poteri, trovando la cosa abbastanza strana,ma tanto lo era l'intera giornata, quindi una cosa più una cosa meno non faceva differenza,così dissi guardandolo con fare confuso:
CONNOR:Beh,a quanto pare nessuno. Coraggio. Andiamo a casa- poi ci voltammo dall'altra parte e ci incamminammo verso casa e proprio in quell'istante la nuova uscì dal cespuglio a nostra insaputa e iniziò a segurci a debita distanza come era successo sta mattina a scuola.
Durante il tragitto parlammo dei poteri che avevamo appena acquisito,chiedendoci che cosa dovessimo farne e se fosse giusto usarli per degli scopi personali e personalmente no,non lo era. Questi poteri andavano usati solamente per degli scopi più alti come il bene supremo,non potevamo trarne vantaggio, mentre secondo Kyla era giusto che potessimo trarne anche qualche benefit come impaurire qualcuno con degli artigli o delle zanne,cosa che trovavo scorretta su più fronti. Primo il modo in cui utilizzavi i tuoi poteri la diceva lunga su che tipo di eroe che eri ed io non volevo essere come Patriota,secondo erano si nostri,ma ci erano stati dati per uno scopo e noi dovevamo trovarlo,non usarli per farci rispettare. Per Steve invece non avremmo proprio dovuto usarli. Avrebbero potuto causare non pochi guai e capivo il suo punto di vista,ma non mi trovava d'accordo.
Sten Lee cosa aveva creato i suoi personaggi a fare se poi questo era l'insegnamento che aveva trasmesso? Io volevo imparare ad usarli,ma potevo capire che per Steve potesse essere diverso, insomma se non riusciva a tornare visibile poteva restare invisibile per un bel po' e immaginavo che oggi gli fosse bastato.
Per me si trattava solo di imparare a gestirli e poi saremmo stati il trio più forte di Supereroi mai visto prima,certo però che dovevamo essere tutti d'accordo,così decisi di rimandare la conversazione e concentrarci sulle cose urgenti.
Arrivammo a casa mia dopo poco e appena arrivammo davanti a casa vidi con la coda dell'occhio una sagoma nera nascondersi dietro casa,trovando la cosa abbastanza strana, chiedendomi se oltre alla Cosa adesso fosse spuntato fuori anche Nigth mare e sinceramente da quel poco che avevo letto non avevo molta voglia di incontrarlo. Aprii la porta di casa dopo aver tirato fuori le chiavi e dopo averle messe nella serratura la feci scattare,per poi aprire la porta dicendo, rivolgendomi ai miei amici:
CONNOR:Ok,adesso raccontaci tutto quello che è successo per filo e per segno. Non devi tralasciare neanche un dettaglio, Steve- il quale mi rispose con finto sarcasmo:
STEVE:Ok detective Connor,non tralascerò nulla- facendo scoppiare a ridere me e Kyla,entrando in casa,attirando l'attenzione di mio fratello, il quale appena ci sentì entrare venne verso di noi,interrompendo la conversazione dicendoci con il suo solito modo da scorbutico:
JONATHAN:No bello,questi non possono restare. Tra poco tornano mamma e papà e io non voglio problemi per il tuo disastro,quindi digli di andarsene- Colpito e affondato. Mi ero quasi dimenticato dell'impianto ma anche volendo che avrei potuto fare,dargli una scintilla? Magari funzionava,ma prima che potessi rispondergli Kyla si mise in mezzo dicendogli con il suo stesso tono di voce:
KYLA:Il disastro di Connor? Chi ha dato la festa e ha quasi fatto uccidere suo fratello con una scossa? Tu,bello,quindi tocca a te riparare il danno,non a lui e poi abbiamo da fare Mr Muscolo- irritando mio fratello, il quale gli disse con fare arrogante e con una punta di disprezzo:
JONATHAN: Chi ti credi di essere,Monster High? Questa è casa mia e posso fare quello che mi pare e piace- Primo era un insulto che non mi aspettavo da mio fratello, insomma conosceva le Monster High sul serio? Ero scioccato. Secondo a Kyla non avrebbe fatto nessun effetto,anzi forse per lei era più un complimento,ma non fece tempo a rispondergli che suonarono alla porta,infastidendolo,serrando la mascella con fare infastito,per poi andare verso porta dicendo con fare impettito:
JONATHAN:Salvata dal campanello Shadow- per poi aprire la porta restando paralizzato davanti alla soglia,sentendo l'ansia attanagliarlo appena si trovò davanti i nostri genitori,costringendosi a forzare un sorriso dicendo con fare fintamente entusiasta:
JONATHAN: Mamma,papà! Siete tornati! Non dovevate atterrare dieci minuti fa?- Jonathan ci guardó con la coda dell'occhio,schioccandoci un occhiataccia, mentre mamma gli rispose con fare naturale:
MAMMA CONNOR:Il volo aveva qualche minuto di anticipo e fortunatamente ci hanno fatto atterrare prima. Perché non sei felice di rivederci Jonny?- disse mia madre abbracciandolo,cosa che Kyla trovò divertente,infatti da dietro gli fece eco dicendo,prendendo in giro mio fratello:
KYLA:Eh Jonny non sei felice?- attirando l'attenzione di nostra madre,la quale disse con fare leggermente sconvolto,sciogliendo l'abbraccio:
MAMMA CONNOR:Ci sono ospiti e non mi dici niente, Jonathan? Tieni la valigia e aiuta tuo padre con il resto- per poi entrare in casa dicendo con fare raggiante:
MAMMA CONNOR:Ragazzi, ciao. Non mi aspettavo di trovarvi qui. Come mai? Volevate fare una partita di D&D? O robe del genere?- Mia madre era una donna molto curata,che ci teneva al suo aspetto,infatti nonostante avesse più o meno quarant'anni si truccava con cura. Un po' di matita nera,un ombretto leggero chiaro e un po' di mascara e un fondo tinta chiaro per finire. Portava i capelli castani raccolti in uno chignon e un tailleur panna,coordinato con delle scarpe con il tacco di un tono più chiaro.
Noi la guardammo con fare fintamente tranquillo,forzando un sorriso sentendoci a disagio, non sapendo bene cosa dire,dandomi dello stupido per aver pensato ad altro durante il tragitto, ma ormai era fatta per cui mi feci coraggio e le dissi andando ad abbracciarla:
CONNOR:No mamma,niente D& D oggi. Steve ha avuto un problema e volevamo trovare tutti insieme un modo per aiutarlo- mia madre si preoccupò subito e appena pronunciai quelle parole disse con fare allarmato:
MAMMA CONNOR:Che genere di problema?- attirando anche l'attenzione di mio padre il quale chiese con lo stesso tono di mia madre portando dentro una valigia:
PAPÀ CONNOR:Vi hanno di nuovo staccato la luce e l'acqua? Se volete potete restare qui fino a che non ve la riattaccano. Non è un problema- Ecco..... Credo che questa volta il contatore della luce sia l'ultimo dei loro problemi, ma non potevo neanche dirgli che un personaggio dei fumetti o presunto tale li aveva attaccati,mettendo a disagio Steve,il quale rispose stringendosi nelle spalle con fare imbarazzato e teso allo stesso tempo:
STEVE: No. Mia madre è....... Andata fuori città e sono solo a casa e Connor.....- ma mia mamma non gli dette neanche il tempo di finire la frase che gli disse:
MAMMA CONNOR:Non dire altro Steve. Tesoro,vero che può restare da noi? Non può stare in casa da solo- mio padre la guardò e le rispose con fare dolce:
PAPÀ CONNOR:Certo,cara. Non deve neanche chiederlo. Il nostro ragazzo è proprio una persona stupenda- poi si rivolse a mio fratello e gli disse con fare da rimprovero:
PAPÀ CONNOR:Vedi tuo fratello? Lui si che ha degli amici normali. Tu quando te li fai?- il quale disse tra i denti con disprezzo, guardando Kyla con lo stesso sguardo:
JONATHAN:La gotica non è normale- ma mia madre cercò di riconciliare tutti dicendo,temendo che Jonathan sparasse una delle sue frasi:
MAMMA CONNOR:Gli amici dei nostri figli sono quello che sono e noi dobbiamo rispettarli sempre,anche se ci distruggono vasi da centinaia di dollari-disse l'ultima frase schioccando un occhiataccia a mio fratello poi si rivolse a noi dicendo,tornando a guardarci:
MAMMA STEVE:Forza andate ad aiutare il vostro amico a sistemarsi,mentre io e tuo padre andiamo a disfare le valigie. Kyla resti anche tu a cena?- la quale le rispose :
KYLA:La mia vicina mi aspetta per le sette,ma grazie Signora Cooper- lasciando perplessa mia madre,la quale le disse con fare confuso:
MAMMA CONNOR:In che senso la vicina?- non potevamo metterci a spiegare tutti gli avvenimenti strani che ci stavano capitando. Avremmo infranto la prima regola dell'essere Supereroi. Mantenere l'anonimato,insomma nessuno,neanche i nostri genitori dovevano conoscere le nostre identità segrete(che ancora non avevamo,ma ero sicuro che avremmo trovato dei nomi ad effetto prima o poi).
Corremmo di sopra per sfuggire alle domande di mia madre,prima che si incollasse a noi e non ci lasciasse più andare,chiedendoci in camera mia il più velocemente possibile, dove appena arrivammo chiudemmo la porta e Kyla esclamò con fare sollevato:
KYLA: Ci è mancato poco- e Steve gli fece eco dicendo:
STEVE:Molto poco- poi si rivolse a me dicendomi:
STEVE:Non ti eri preparato il discorso,vero? Sei andato a braccio?- Ora ero io quello a disagio,infatti mi strinsi nelle spalle e forzai un sorriso nervoso dicendo:
CONNOR:Già- Avevo pensato ad altro ma non alle cose importanti, come al solito, era un mio difetto. Mi perdevo a fantasticare e mi dimenticavo della vita reale (deformazione da scrittore,che volete farci),infatti a loro dissi:
CONNOR:Scusate- quando Kyla disse,riportandoci tutti alla realtà, dopo un secondo di silenzio:
KYLA:Adesso non ha importanza. È passato ed è andata bene, per cui non dobbiamo più preoccuparci di quello. Ora occupiamoci di ritrovare tua madre,Steve. Quando vuoi noi ti ascolteremo- disse sedendosi sul mio letto, posandoci anche sopra la cartella,mentre io la posai vicino alla scrivania guardando Steve tergiversare,come se non avesse molta voglia di raccontarci ciò che era successo.
Seguirono alcuni istanti di silenzio, durante i quali io e Kyla fissammo Steve senza dire una parola, aspettando che fosse lui a farlo,facendo cadere nella stanza un silenzio pesante, durante il quale lo osservai,percependo il suo disagio. Lo osservai contorcersi le mani,vedendo il suo viso sofferente spostarsi sul pavimento e i suoi occhi diventare lucidi,sentendo l'impulso di dirgli che poteva non dirci nulla ma dopo qualche istante prima che potessi dire qualsiasi cosa Steve iniziò a raccontare, dicendoci per filo e per segno cosa fosse successo ieri sera.
Durante il racconto io e Kyla non dicemmo una parola,limitandoci ad ascoltare il suo racconto, sentendo dentro il suo dolore,accogliendolo come nostro, cercando di fargli sentire la nostra vicinanza con i nostri gesti, immedesimandomi nel suo racconto per un istante,chiedendomi cosa avrei fatto io al suo posto, pensando che avesse una forza che non credevo potesse avere. Aveva tentato di salvare sua madre avvisando la polizia e attirando l'attenzione del mostro su di sé per proteggerla,vedendolo improvvisamente sotto una luce diversa,pensando che forse fosse più coraggioso di quanto desse a vedere.
Steve finì il suo racconto e appena lo ebbe fatto crollò a piangere,facendomi stringere il cuore,avvertendo per la seconda volta in poco tempo tutto il suo dolore,avvicinandomi con fare titubante a lui dopo essermi voltato verso Kyla ed esserci messi d'accordo con un solo sguardo, abbracciandolo subito dopo,per tentare di farlo sentire al sicuro e protetto, ma soprattutto capito, avvertendo una strana sensazione allo stomaco e dei brividi piacevoli percorrermi il corpo.
Stettimo in quell'abbraccio in un tempo indefinito, trovando conforto l'uno nell'altro, trovando finalmente quel conforto che fuori non avevo,ritenendomi fortunato ad averli nella mia vita,quando Steve sciolse l'abbraccio dicendo interrompendo i miei pensieri,singhiozzando, asciugandosi le lacrime che gli stavano rigando il viso:
STEVE:Grazie ragazzi. Lo apprezzo molto. Non so come ringraziarvi,soprattutto tu Connor. Stai facendo molto per me. Ospitarmi e aiutarmi. È più di quanto un amico possa fare- Ecco.... In realtà era esattamente quello che avrebbe dovuto fare,insomma di solito ci si aiutava a vicenda, ma credo che quella frase nascondesse altro,altro che non ero pronto ad affrontare con Steve,non oggi almeno,non dopo questa conversazione,così gli risposi con fare leggermente imbarazzato:
CONNOR:Beh,lo avrebbe fatto anche Kyla se non avesse la Signora Baster tra i piedi, giusto?- la quale rispose con fare divertito:
KYLA:Si,ma non sarebbe stato comunque apprezzato così tanto. Ah,vi lascio soli,va bene? Divertitevi. Steve mi accompagni di sotto? La cartella pesa- trovando la cosa un po' strana e con me anche Steve,il quale gli rispose con fare confuso:
STEVE:Certo, ma da quando apprezzi la cavalleria? Non la reputavi una cosa obsoleta da medioevo,nonché un gesto servile e non spontaneo da parte del genere maschile?- Kyla gli schioccò un occhiataccia e gli disse,porgendogli la borsa con fare acido:
KYLA:Aiutami e basta Walker- facendo scattare in piedi Steve,il quale una volta in piedi afferrò la borsa di malavoglia, seguendola fuori dalla stanza con fare confuso, mentre io li seguii con lo sguardo con fare interdetto,chiedendomi il perché dello strano comportamento di Kyla,la quale uscì dopo avermi salutato con fare disinvolto dalla stanza per poi fermarsi appena sopra le scale, voltandosi a guardare Steve dicendogli con fare diretto:
KYLA: Connor potrà anche non capirlo,ma a me non mi freghi. So cosa provi per lui- cogliendo di sorpresa Steve,il quale gli disse guardandola con fare confuso,fingendo di non capire a cosa si stesse riferendo:
STEVE: Non so di cosa tu stia parlando- ma Kyla gli rispose incalzandolo mettendosi a braccia conserte,non potendo credere che Steve stesse facendo il finto tonto con lei:
KYLA:Steve è stata una giornata pesante per tutti. Davvero ti vuoi giocare la carta del finto tonto? Guarda che non mi freghi. È palese,dai- mettendo a disagio il ragazzo, il quale deglutì a fatica dicendo:
STEVE: Si vede così tanto?- e Kyla gli rispose sospirando:
KYLA:Oggi più degli altri giorni- poi si fece seria e gli chiese :
KYLA:Perché non ti dichiari? Magari si toglie dalla testa quel Tyler dei miei stivali- facendo fare spallucce a Steve,il quale gli rispose con fare timido:
STEVE:Non so Ky. Lui è così bello e intelligente, mentre io sembro un cucciolo di cocker,che speranze ho?- e Kyla gli rispose in maniera sarcastica:
KYLA:No,non sei un cocker più un carlino secondo me- facendo ridere leggermente Steve,il quale accennò ad una debole risata,per poi stare in silenzio alcuni istanti a fissare Kyla,sentendo di essersi tolto un grande peso e che adesso c'era una persona con cui poteva parlarne,nonostante sapesse che probabilmente la sua sarebbe rimasta solo e soltanto una cotta.
Ci furono alcuni istanti di silenzio durante i quali Steve si strinse nelle spalle con fare imbarazzato,chiedendosi come Kyla avesse fatto a capirlo e se avrebbe potuto aiutarlo a conquistarmi, ma la verità era che forse Steve aveva troppa paura per buttarsi e dentro di sé preferiva non agire e restare nell'ombra per non rovinare la nostra amicizia, quando Kyla ruppe il silenzio che si era creato tra loro dicendo riprendendosi la borsa:
KYLA:Ascolta,non sono la persona giusta per dare consigli romantici lo so,ma è meglio convivere con un rifiuto che con un rimpianto. Insomma che hai da perdere? Magari i primi tempi potrebbe essere imbarazzante ma poi passerà e tu avrai la consapevolezza di esserti tolto un peso. Non puoi guardarlo ogni volta come un pesce lesso e sperare che non se ne accorga. Prendi coraggio e buttati. Che vuoi che succeda? Più di un no non ti dirà- e Steve gli rispose sbuffando:
STEVE:È proprio quello che non voglio- facendo scuotere la testa a Kyla,la quale gli disse,sospirando:
KYLA:Chi non risica non rosica,caro Steve. Devo andare adesso,altrimenti la Signora Baster inizierà a pensare che stia evocando un demone al cimitero. Ciao- poi scese di sotto e dopo aver salutato i miei genitori uscì dalla porta prima che potessero farle delle domande,mentre Steve la seguì con lo sguardo sino a che non la vide uscire,così si voltò e tornò in camera mia,aprendo la porta per entrare richiudendola alle sue spalle.
Io ero seduto per terra che stavo cercando di capire nella calma della mia camera come gestire la serata,insomma io ero sicuro di non provare nulla per lui,eppure qualcosa dentro di me durante il racconto era cambiato, ma ero certo si trattasse di empatia e nulla di più,ma nonostante tutto non avevo ancora capito come comportarmi, quando la porta della stanza si aprì e vidi Steve entrare e dalla faccia imbarazzata che aveva Kyla doveva averlo capito e questo sembrava metterlo a disagio.
Lo osservai per qualche istanti guardandolo nei suoi occhi castano scuro,vedendo delle pagliuzze dorate brillargli improvvisamente, pensando di non averle mai notate,per poi distogliere lo sguardo con fare imbarazzato rimproverandomi per il pensiero che avevo appena fatto,non capendo da dove mi fosse uscito, per poi dirmi che era una semplice costatazione e che stavo andando nel panico per nulla,così dissi a Steve per cercare di togliermi quei pensieri dalla testa:
CONNOR:Allora,cosa voleva Kyla?- il quale mi rispose con fare imbarazzato,grattandosi il retro della nuca:
STEVE:Nulla di particolare. Le devo un interrogazione, tutto qua- Kyla che si preoccupava della sua media? Forse Steve lo faceva,più o meno io ci tenevo certamente più di Kyla. Io...... il giusto, facevo quello che mi serviva per non essere bocciato e poter continuare a fare quello che mi interessava senza sentire i miei genitori urlare,per cui doveva trovare una scusa più conveniente, infatti gli dissi:
CONNOR:Si,certo- quando tra noi cadde un silenzio pesante che mi parve interminabile, durante il quale Steve si buttò sul mio letto a peso morto, rendendomi conto solo in quel momento che erano ventiquattrore ore che non dormiva,così mi avvicinai a lui e gli chiesi:
CONNOR:Se vuoi riposare vado giù di sotto così ti lascio tranquillo. Poi ti sveglio quando è ora di cena- ma Steve mi afferrò la mano facendomi trasarire dicendomi con fare supplichevole:
STEVE:No,resta qui. Ho bisogno di te,Connor. Non voglio svegliarmi da solo un altra volta- sentendo il mio cuore perdere un battito appena disse quella frase,guardandomi con gli occhi dilatati,non riuscendo a dire no,rimanendo a fissarlo per alcuni istanti che mi parvero interminabili, sentendomi stranamente agitato e calmo allo stesso tempo e una piccola scossa percorrermi la mano, non capendone la ragione, pensando che fosse per i motivi di prima,così gli tenni la mano e aspettai che si addormentasse,vegliando su di lui per assicurarmi che non gli succedesse nulla,accarezzandogli i capelli senza una ragione appena si addormentò,guardandolo dormire,perdendomi a fissarlo,pensando a quanto fosse bello mentre dormiva.
Dopo poco svegliai Steve per la cena e appena aprì gli occhi rivelando quelle sue iridi castano scure gli sorrisi istintivamente dicendogli con fare spontaneo:
CONNOR:Svegliati campione. È ora di andare a mangiare- ma Steve si girò dall'altra parte dicendomi,farfugliando con voce impastata dal sonno:
STEVE:Si si,raccontami come va a finire. Tra cinque minuti però- ridendo appena nel sentire la sua voce impastata dal sonno,trovando la cosa stranamente tenera,ma a lui dissi con fare divertivo:
CONNOR:Dai,non dirmi che non hai voglia di un bel hamburger e delle patatine fritte- dissi per invogliarlo a scendere di sotto,girandolo a forza,facendo aprire un occhio a Steve il quale mi disse con il solito tono di prima,aggiungendo una punta di interesse:
STEVE:Non tentarmi. Potrei seriamente alzarmi dal letto per seguirti- ed io gli risposi con fare sarcastico,citando Star Wars con fare fintamente teatrale:
CONNOR:Passa anche tu dal lato oscuro della forza e delle patatine con la salsa barbecue- facendo ridere di gusto Steve,il quale si tirò su a sedere con fare ancora mezzo intontito mettendosi vicino a me,guardandomi negli occhi per alcuni istanti,perdendosi a guardarmi sentendomi avvampare,non capendo cosa provassi di preciso in quel momento.
Era come se la mia mente si stesse spegnendo e mi sentissi confuso. La mia testa non riusciva a formulare un pensiero sensato,spostando il mio focus solo su Steve,addolcendo un po' lo sguardo, perdendomi a guardarlo senza accorgermene,chiedendomi se queste sensazioni le avessi sempre provate senza saperlo. Steve era sempre il primo che cercavo in caso di bisogno, quello con cui mi confidavo di più. Quello che che chiamavo per prima per fare un uscita. Era sempre al primo posto per me. Non che non volessi bene a Kyla,ovviamente tenevo molto anche a lei,ma solo in quel momento mi resi conto di quanto più spesso cercassi Steve invece che lei. Anche oggi, mi ero subito prodigato per aiutarlo e avevo fatto molto di più di quanto avrebbe fatto un amico,quindi cosa provavo davvero per lui? Io non riuscivo a capirlo,dicendomi che probabilmente mi stessi facendo troppe seghe mentali io e che mi stessi facendo condizionare dalla situazione. Insomma io e Steve? Era semplicemente assurdo.
Lo guardai ancora per qualche istante, guardando i lineamenti così delicati del suo viso e i suoi capelli color del grano,nei quali avrei potuto affondarci la mano dentro,pensando che gli incorniciassero perfettamente il viso,ma perché era proporzionato,non per altri motivi no. Iniziava a girarmi la testa e a sentirmi a disagio per cui dissi spezzando il silenzio che si era creato tra di noi,rivedendo Steve perdersi a guardarmi,in particolar modo le labbra, dicendomi che questa pazzia doveva finire all'istante,quando da sotto sentii mia madre chiamarci dicendo, interrompendo i miei pensieri:
MAMMA CONNOR:Tesoro,la cena e pronta- ed io tornai alla realtà dicendole:
CONNOR:Arriviamo mamma- poi mi alzai dal letto dicendo, rivolgendomi a Steve,sentendo l'impulso di uscire il più velocemente possibile da quella stanza prima di farmi trascinare da un vortice che ero convinto mi avrebbe risucchiato:
CONNOR:Sarà meglio andare- ma Steve mi chiamò indietro dicendomi,afferrandomi una mano:
STEVE:Aspetta- io mi voltai di scatto a guardarlo,sentendo di nuovo delle scariche percorrermi la mano,cercando di reprimere quella sensazione,anche se una luce della stanza iniziò a pulsare,non aspettandomi che succedesse,posando i miei occhi su di lui dicendogli con fare teso,temendo che potesse dichiararsi:
CONNOR:Si?- iniziando a pregare che non dicesse quello che stavo pensando, altrimenti non avrei saputo cosa rispondergli e non era quello che volevo,in più come era possibile che fossi conscio di provare qualcosa per Tyler ma non per qualcuno con cui stavo a contatto tutti i giorni? Non era possibile. Doveva per forza essere il mio inconscio che mi stava giocando un brutto scherzo, quando Steve mi disse con fare imbarazzato:
STEVE:Come facciamo sta sera? Insomma io e te in un solito letto. Ecco..... Non penso che tu mi salti addosso, so che anche tu hai i tuoi gusti,non voglio che lo pensi,è solo che......- ma io lo bloccai subito dicendogli,mentre lui stava continuando a straparlare:
CONNOR:Steve,Steve,Steve. Calmati. Ascoltami- dissi prendendolo per le spalle per tentare di farmi ascoltare da lui,facendolo pietrificare di botto,sentendo il suo corpo irrigidirsi al mio tocco,ritrovandomi a fissarlo con fare confuso, sentendo una sensazione strana percorrermi il corpo,cercando di ignorarla,staccandomi da lui immediatamente dicendogli:
CONNOR:Ti cedo il letto,io posso dormire sul pavimento o infondo al letto. Non è un problema- anche perché dormire vicini con quello che stava succedendo non mi pareva il caso,anche se l'idea ammetto mi aveva sfiorato, facendo restare quasi male Steve,il quale mi disse,con fare spento come se si aspettasse una risposta diversa:
STEVE:Ah ok,va bene. Come vuoi tu. Certo- Beh,condividere il letto con lui in questo momento sarebbe stato strano e non volevo sentirmi a disagio. Avevo bisogno di dormire sta notte e di certo se mi fossi messo nel letto con lui non lo avrei fatto,eppure una parte di me avrebbe voluto rimangiarsi tutto, insomma poteva essere la mia immaginazione e nessuno dei due stava provando nulla,era possibile. Era stata una giornata stancante per tutti,quindi perché mi stavo facendo tante paranoie? Era la mia testa che mi stava giocando brutti scherzi,mi dissi cercando di convincermene con tutte le mie forze seguendo Steve con lo sguardo vedendolo uscire fuori dalla porta con fare triste.
Scesi di sotto insieme a lui,sendomi a tavola,dove mamma stava posando un piatto da portata con degli spaghetti alle polpette,restando di sasso che non avesse fatto gli hamburger come ogni volta che i miei amici restavano a cena,ma non dissi nulla e iniziai a servirmi da mangiare,anche se a dirla tutta mi si era chiuso lo stomaco dopo tutto quello che era successo oggi. Cercai di forzarmi a mangiare,spostando pigramente la pasta da una parte all'altra del piatto, ripensando a quello che era successo prima in camera e a tutti i momenti passati con Steve in camera da soli,senza Kyla,immergendomi di nuovo in quelle sensazioni e momenti anche lontani,rivedendo il suo sguardo felice,cercando di concentrarmi su quello che avevo provato io e al momento mi accorsi di non esserne sicuro. Possibile che avessi provato qualcosa per Steve per tutto questo tempo e non me ne fossi mai accorto? Non ne avevo idea e sinceramente ero troppo stanco per pensarci.
La serata passò abbastanza in fretta e stranamente Jonathan si era comportato decentemente sia con me che con Steve,anche se probabilmente era solo per via dei nostri genitori,ma non mi risparmiò comunque delle occhiatacce a tavola,mimando anche delle parole offensive con le labbra,cosa su cui passai sopra dato che non avevo la minima voglia di arrabbiarmi,in più ci ero abituato, faceva parte della routine,quindi perché perdere tempo?
Finito di mangiare aiutammo i nostri genitori a sistemare la cucina,i quali una volta finito ci mandarono a letto dato che il giorno dopo c'era scuola e appena uscimmo dalla cucina mio fratello mi si avvicinò e mi disse all'orecchio:
JONATHAN:Sta sera avrai un amichetto con cui divertirti,eh Connor? Divertiti a prenderlo nel culo,tanto ci sei abituato no?- per poi mettersi a ridere,allontanandosi da me,spezzandomi dentro,serrando le braccia lungo i fianchi, stringendo le mani a pugno,odiandolo profondamente,sentendo le lacrime pulsare negli occhi. Io davvero non lo capivo. Perché si comportava in questo modo? Non si era mai comportato da fratello con me,neanche da bambini,anzi si divertiva a distruggermi i giocattoli o a nascondermeli,a tirarmi le pallonate al parco perché non sapevo giocare a calcio. Era demoralizzante e adesso mi mortificava per qualcosa che non avevo scelto io e questo mi faceva più male che una pallonata in faccia.
Strinsi i pugni fino a far sbiancare le nocche,mentre tutte le luci di casa iniziarono a tremolare e pulsare contemporaneamente, desiderando di fargli provare quello che stavo provando io magari con una bella scossa o farlo rimanere attaccato alla corrente. "No Connor, tu sei superiore. Sei il buono della storia, non puoi pensare queste cose. Non è da eroe"- mi dissi per tentare di calmarmi tirando un respiro profondo, vedendo le luci della cucina smettere di tremolare poco a poco,cosa che però attirò l'attenzione dei miei genitori, i quali iniziarono a farsi qualche domanda sullo strano fenomeno segno che era il momento di darsela a gambe il più velocemente possibile per non dover dare nessuna spiegazione e così feci,andando però a sbattere contro l'ultima persona che avrei voluto quel giorno. Steve.
Steve si voltò a guardarmi,mentre io lo strinsi da dietro per non cadergli addosso ed evitare di finire per terra,chiedendomi se sarebbe stato peggio o meglio,sentendo delle scariche elettriche pervadermi il corpo appena i nostri corpi scontrarono l'uno con l'altro sentendomi fortemente a disagio, il quale mi disse,guardandomi con fare confuso:
STEVE:Attento. Dove volevi andare così di fretta?- Non ne avevo idea,mi bastava allontanarmi dalla cucina,ma appena incrociai i suoi occhi persi l'uso della parola,sentendomi in soggezione, non riuscendo a parlare,sentendomi ancora più idiota di quel che ero di norma, vedendo le luci iniziare di nuovo a tremolare,cosa che attirò di nuovo l'attenzione di mamma la quale voleva chiamare un elettricista il giorno dopo,convincendosi che ci fosse un problema nell'impianto elettrico.
Io guardai Steve con fare imbarazzato, cercando di evitare di guardarlo negli occhi,farfugliando parole senza senso,dicendomi che non facevo così neanche con Tyler,chiedendomi perché lo stessi facendo con lui allora,mentre un forte mal di testa mi schiacciò il cranio,iniziando a sentirmi stranamente stanco,cosa che però fece preoccupare Steve,il quale mi disse,prendendomi una mano stringendola fra le sue,provocandomi altre scariche elettriche che fecero sussultare sia me che le luci di casa:
STEVE:Connor,che ti succede?Sembra che hai visto She Hulk- serie terrificante uscita dai Marvel Studios quest'estate che mi aveva lasciato scioccato e arrabbiato per settimane per quel finale no sense che ci teaserava altra roba di cui potenzialmente non mi fregava nulla,se non Daredevil ma senza Jennifer e probabilmente in questo momento ero scioccato quanto lo ero stato allora,pensando che la situazione fosse grave,ma a lui dissi, cercando di darmi un contegno:
CONNOR: Io..... Sono solo stanco,credo. Non lo so. Vorrei solo concludere questa giornata e pensare domani a come organizzarci per le ricerche- Avevo mentito e lo sapevo bene, ma che altra scelta avevo? Non potevo certo dirgli che forse ricambiavo i suoi sentimenti,anche perché ero convinto che fosse la stanchezza a farmi fare collegamenti strani,a mente lucida forse avrei potuto approfondire la cosa con me stesso,non convincendo Steve il quale mi rispose con fare poco convinto:
STEVE:Ok,va bene. Andiamo di sopra. Vieni- disse l'ultima frase trascinandomi in camera,tenendomi per mano,sentendo l'impulso di staccarmi da lui per evitare di sentire quelle sensazioni.
Salimmo di sopra dove mi trascinai dentro il letto con fare stanco,vedendo Steve fissarmi con fare stanco,ma divertito,trovando la cosa leggermente irritante,ma trattandosi di lui accettabile,infatti gli dissi guardandolo con fare fintamente arrabbiato:
CONNOR:Perché mi fissi in quel modo?- e lui mi rispose, stringendosi nelle spalle,visibilmente a disagio:
STEVE:Sembri zio Reginaldo quando sei stanco,lo sai?- Bene ero un oca ubriaca da stanco,buono a sapersi,ma a lui dissi:
CONNOR:Un oca luccicante per giunta- chissà se quando usavo i miei poteri i capelli mi diventavano biondi,non ne avevo idea,sarebbe stato figo però, pensai sentendo ridere di gusto Steve,il quale mi guardò con fare dolce,sorridendomi con fare perso:
Ci fu qualche istante di silenzio tra di noi,durante il quale mi chiesi cosa dovessi dire o fare,limitandomi a fissarlo per alcuni istanti sbadigliando, sentendo le forza venirmi meno,spegnendo la luce della camera che avevamo acceso appena eravamo entrati inconsciamente, pensando di essere meglio di Alexa,cosa che Steve notò infatti nel buio della camera mi disse:
STEVE:L'oca ha chiuso bottega. Bene buona notte. Già, però io....... Dove dormo?- bella domanda, non ne avevo idea e al momento non avevo voglia di pensarci,così gli dissi, pentendomene il secondo dopo,mordendomi la lingua per quello che avevo detto:
CONNOR:Dai vieni accanto a me. Dove sistemarti ci pensiamo domani- stupendo Steve il quale si fiondò nel mio letto, per poi abbracciarmi forte,ringraziandomi,attaccandosi a me con forza,nel tentativo di cercare conforto. Avrei voluto dirgli qualcosa ma prima che potessi farlo si era già addormentato addosso a me,per cui sarebbe stato davvero difficile farlo,così cercai di mettermi giù con qualche difficoltà, sentendo il suo corpo stringere il mio,sentendomi in pace per la prima volta in questa stramba giornata.
Appena toccai il cuscino mi addormentai senza problemi,sentendo di tanto in tanto Steve tremare come se il suo sonno fosse scosso da incubi e inconsciamente lo abbracciavo nel tentativo di calmarlo. Non mi accorsi di nulla di nessun rumore, nulla quella sera,dormii profondamente cullato dal battiti dei nostri cuori e dei nostri respiri che si incrociavano.
Intanto fuori la nuova arrivata stava lanciando dei sassolini contro la facciata con fare arrabbiato, dicendo cose in una lingua agli esseri umani sconosciuta,ma dal tono di voce non sembravano essere cose carine,la quale dopo poco si sedette per terra sull'erba del mio giardino con fare frustrato dicendo nella sua lingua:
GALATEA: Ragh,kuarson elasut mïnar żemeph?El Ašskrïhil! Ebhas Scarlett dhekamon iš aidhas. Mï.......*- ma non terminò la frase,limitandosi a guardare il cielo stellato,sospirando,mettendosi una mano dietro la testa per tenerla leggermente sollevata restando nel silenzio della città che si era assopita nella notte rimuginando su quanto odisse stare qui e su quanto gli mancasse casa.
Restò a guardare il cielo per degli istanti che gli parvero interminabili,domandando ai suoi Spiriti perché fosse toccato proprio a lei e non si trovasse che sò in una rissa da taverna invece che qui,ma nessuno gli rispose,quando nel cielo la ragazza intravide qualcosa di strano. Un punto nel cielo che sembrava spostarsi molto velocemente. Inizialmente pensò che si trattasse di uno di quei veicoli nostri che solcavano i cieli che assomigliavano a degli uccelli(per noi aerei),ma non facevano lo stesso rumore,per cui lo guardò con attenzione,cercando di studiarlo il più velocemente possibile prima che sparisse dalla sua visuale,ma quel misterioso puntino non ne aveva intenzione,anzi sembrava avvicinarsi sempre di più alla mia abitazione.
Galatea si tirò su a sedere,drizzando la schiena, chiedendosi che cosa fosse quel coso che stava volando su nel cielo,continuando a fissarlo e seguirlo con lo sguardo con fare interessato e interdetto allo stesso tempo, quando lo vide scendere a mezz'aria,facendogli sbarrare gli occhi con fare sconvolto. Sopra la sua testa stava volando un essere dalle fattezze umane simile ad una fata,la quale aveva un paio di braccia e di gambe in più rispetto al normale ed era ricoperta di un folto pelo nero,le quali penzolavano a mezz'aria. Le ali invece assomigliavano a quelle di un coleottero ed erano spesse e ricurve,le quali brillavano nel buio della notte cosa che contribuì ad attirare l'attenzione della nuova su di sé.
Galatea fissò la strana creatura, assottigliando lo sguardo in due fessure,come se stesse studiando quell'essere per capire le sue mosse,chiedendosi cosa ci facesse lì,il quale ignaro di essere osservato si diresse volando placidamente verso la finestra della mia camera che avevo aperto prima di scendere giù a cena per far arieggiare la stanza,dimenticandomi di chiuderla quando ero tornato di sopra. Galatea seguì l'essere con fare guardino, continuandolo a guardare con lo stesso sguardo di prima chiedendosi perché si trovasse lì e da dove fosse sbucato fuori.
L'essere minuscolo si avvicinò pericolosamente sempre di più vicino alla finestra della mia camera,cosa che fece scattare Galatea verso la mia casa dicendo:
GALATEA:Oh no. Tu non lo farai- vedendo l' essere passare dalla finestra,mentre Galatea iniziò ad arrampicarsi su per la facciata della mia camera,dove io e Steve stavamo dormendo tranquillamente, ignari di ciò che stava succedendo all'esterno.
L'essere lievitò a mezz'aria sopra al mio letto,guardandoci come un leone guarda la sua preda con i suoi occhi bianchi e la pupilla nera,emettendo un ronzio con le ali simile a quello che fanno le zanzare,trovando la cosa fastidiosa,infatti pensando che si trattasse di un insetto,dissi,tentando di cacciarlo nel sonno con fare mezzo addormentato:
CONNOR:Vai via- ma quella non se ne andò anzi,emise uno strano sibilo,schioccando la sua lingua tra le due file di denti che aveva,per poi attaccarmi nel sonno,facendomi svegliare di soprassalto aprendo gli occhi,vedendo tutto annebbiato dato che non avevo gli occhiali,eppure riuscii a distinguerne i tratti, seppur in modo sfocato. Il mostro tentò di attaccarmi,stringendomi le mani al collo,come se volesse strangolarmi,tentando di divincolarmi dalla sua presa,annaspando in cerca d'aria.
Provai a ribellarmi in tutti i modi,tentando di divincolarmi dalla sua presa,muovendomi convulsivamente sul letto,mentre in faccia stavo diventando rosso o viola per via della mancanza di ossigeno,quando a furia di muovermi caddi dal letto ritrovandomi per terra senza sapere come ci fossi finito,mentre tentavo di staccare il mostro dal mio collo,ma ogni sforzo sembrava inutile, dato che me lo stava cingengendo con forza con le sue quattro braccia. Lì per lì non ci feci caso,ero più preoccupato a salvarmi la vita,iniziando a rotolare per tutta la stanza,annaspando e incespicando su me stesso.
Iniziammo a rotolare per tutta la stanza,ritrovandomi contro un muro senza sapere come ci fossi finito, agonizzando per via della mancanza di ossigeno, iniziando a sentirmi improvvisamente stanco,come se le forze mi venissero meno. Non potevo però addormentarmi,altrimenti sarebbe stata la fine,quando iniziai a sentire il mio braccio prudermi in modo fastidioso, pensando che ci mancasse solo quello, ma prima che potessi metabolizzare quel pensiero successe una cosa assurda.
Iniziai a emettere un fascio di luce dorata dal polso,il quale mi avvolse tutto il corpo,terrorizzandomi,non capendo cosa mi stesse succedendo,sbarrando gli occhi,emettendo un gridolio stridulo,complice anche il poco ossigeno che mi era rimasto,invocando il nome di Steve,il quale si svegliò di soprassalto sentendo tutto quel fracasso,voltandosi verso il rumore dicendo:
STEVE:Connor che sta succedendo?- e appena si voltò il fascio di luce si ritrasse,lasciando al suo posto una tuta intera a maniche lunghe color oro,con colletto alla coreana,chiusa con una cerniera sul davanti al centro,che era ricamata per intero. Le scarpe erano anch'esse oro da ginnastica che però assomigliava ad uno stivaletto
cosa però che non sconvolse per niente il mostro, il quale continuò a tenare di azzannarmi con le sue due file di denti ben affilate. Il suo corpo minuto era simile a quello di una fata ed era ricoperto di un folto pelo nero,ma a differenza loro aveva quattro gambe e braccia, con le quali mi stava strangolando,infilandomi le sue unghie nella carne,provocandomi un po' di dolore,mentre le sue ali erano ricurve e brillanti, simili a quelle di un coleottero.
Steve guardò la scena con fare sconvolto, svegliandosi di botto,scendendo dal letto dicendo con fare determinato,vedendomi in difficoltà:
STEVE:Non ti permetterò di fare del male al mio amico- disse alzandosi dal letto,afferrando dalla mia scrivania un paio di forbici,per poi venire verso di me con fare determinato,impiantandole nella schiena del mostro,il quale ululò di dolore,mollando finalmente la presa,sbarrando gli occhi non potendo credere che Steve lo avesse fatto davvero, ma purtroppo non ebbi neanche il tempo di metabolizzare quel pensiero che il mostro si scagliò contro Steve,emettendo un verso simile ad un urlo stridulo,sorprendendo Steve,il quale finì a terra senza sapere come ci fosse finito tentando di difendersi come poteva,quando anche con lui successe una cosa strana.
Il mostro stava tentando di azzannarlo,afferrandolo per lo scollo della maglietta, sbattendolo ripetutamente a terra,tenendolo fermo a terra con le altre due mani,mentre Steve tentava di dimenarsi dalla sua presa,quando il corpo di Steve iniziò a sembrare una superficie riflettente che però si stava muovendo,la quale era simile ad una spirale.
Strizzai gli occhi pensando che fosse un effetto collaterale dovuto alla mancanza di ossigeno e della miopia, invece appena li riaprii vidi Steve vestito con una tuta intera bianca con inserti grigi e azzurro chiaro,con colletto alla coreana,a maniche lunghe,con rinforzi sulle ginocchia , sui gomiti e sulle spalle. Aveva una tasca sulla coscia,mentre ai piedi portava degli stivali bianchi con un una piccola zeppa e alle mani aveva dei guanti grigi. Sulla testa portava anche un elmetto bianco che gli copriva gli occhi e le orecchie,trovando quest'ultimo molto buffo,ma data la situazione c'era poco da ridere. Mi alzai in piedi vedendo Steve tentare di dimenarsi con fare impaurito,gettandomi addosso al mostro,afferrando la forbice che Steve gli aveva impiantato nelle schiena tentando di aprirla per attirare l'attenzione del mostro dicendo:
CONNOR:E va bene. L'hai voluto tu,brutta fata che non ci ha creduto abbastanza- attirando nuovamente l'attenzione del mostro su di me,il quale lamentandosi e dimenandosi per il dolore si voltò verso di me volando,guardandomi con i suoi piccoli occhi malvagi,facendomi venire i brividi,sentendomi in soggezione.
Indietreggiai lentamente con fare terrorizzato,appena l'essere mollò la presa su Steve,guardando il mostro con fare terrorizzato,chiedendomi cosa potessi fare,ma prima che potessi darmi una risposta mi ritrovai attaccato al muro con il mostro che mi teneva fermo,spalancando la sua bocca,mostrandomi le sue due file di denti affilati e piccoli. A quel punto credevo di essere spacciato,chiedendomi che cosa fosse quella creatura,la quale mi disse,avvicinando le sue fauci pericolosamente alla mia faccia:
DOXY:Umano. Da quanto non si vedevano quelli come te da queste parti. Sarà un privilegio ucciderti per primo. Mi serve solo il ragazzo. Se non dovessi riuscirci io ne arriveranno altri. La vostra magia è inconfondibile- la sua voce era gracchiante e profonda,cosa che trovai inquietante,soprattutto per le parole che mi aveva rivolto.
Quelli come? Un nerd gay sfigato? Si nutrivano di noi? Beh,mi dispiaceva,avrebbe fatto la fame. Era dura trovare gente da mangiare con queste caratteristiche specifiche, ma prima che potessi metabolizzare quel pensiero Steve si alzò e corse verso l'essere,urlando,il quale sentendolo arrivare lo afferrò per il collo senza neanche voltarsi dicendo:
DOXY:Tu mi servi vivo. La mia padrona vuole incontrarti- cosa che fece sbarrare gli occhi a Steve il quale fissò l'essere con fare confuso e spaventato allo stesso tempo,soffocando,ma prima che potesse fare qualsiasi cosa dalla finestra entrò la nuova arrivata,la quale atterrò alla Natasha Romanoff,levandosi la cintura che portava in vita,usandola come se fosse una frusta,alzandosi in piedi,la quale divenne sotto i nostri occhi una spada.
Io la fissai con fare confuso, non capendo cosa stesse succedendo, chiedendomi come facesse a sapere che fossimo in pericolo e soprattutto come facesse a sapere dove abitavo,ma prima che potessi metabolizzare queste domande la ragazza si scagliò contro l'essere e lo iniziò a bersagliere di colpi,costringendolo a lasciarci,il quale si avventò però sulla ragazza, mirando alla faccia,attaccandosi al retro della testa.
I due sbandarono per la stanza,mentre lei tentò di staccarselo dalla faccia,riuscendoci mordendo l'essere su una spalla,il quale lasciò la presa,dando a lei il tempo di sollevare la spada,cosa che però lo fece solo arrabbiare di più, infatti si scagliò subito dopo addosso a lei,nel tentativo di fargli perdere l'equilibrio,ma purtroppo non ci riuscì. La ragazza intuì le sue intenzioni e il secondo prima che il mostro potesse essergli addosso menò un fendente con la spada che purtroppo però non andò a buon fine,infatti mancò il bersaglio,dato che il mostro si spostò in tempo.
Fissai la scena con fare confuso,appiattendomi contro il muro, chiedendomi se per caso non fossi finito in una delle serie TV che guardavo io di solito,pur sapendo che quello che stavo vedendo era reale.
La ragazza che avevo di fronte stava davvero combattendo e in mostro aveva tentato davvero di strangolarmi sta notte. Il punto era perché? Cosa voleva da me? Da noi? Quando la ragazza riuscì ad atterrare il mostro senza che io me ne accorgessi,tornando alla realtà solo quando sentii lo stridio dell'essere vedendo lei schiacciarlo con il suo peso dato che gli era montata addosso e puntargli la spada contro la gola dicendo in una lingua a me sconosciuta:
GALATEA:Kius iþephaëllan?* - e il mostro gli rispose nel solito idioma:
DOXY:An phalichëlvhak. Alżiþ leþflad*-cosa che fece arrabbiare la ragazza,la quale in uno scatto di ira,mosse la lama con l'intenzio di squarciargliela,ma prima che potesse farlo l'essere si spostò voltandosi verso di lei,mostrando le fauci,allungando un braccio verso di lei per tentare di graffiarla,ma prima che potesse farlo la ragazza sbagliò mira e invece di tagliargli la gola gli tagliò un braccio partendo dalla spalla,il quale cadde a terra proprio mentre l'essere si alzò in volo infuriato,dirigendosi verso la finestra, volando fuori urlando nella notte di dolore con ancora la forbice conficcata nella schiena.
Io fissai il braccio caduto con fare disgustato,vedendo del liquido viola fuoriuscire da esso macchiare il pezzo di pavimento su cui era caduto di una sostanza simile alla terra e al sangue,mentre l'arto si muoveva ancora. Trattenni un conato,non riuscendo a distogliere lo sguardo,dicendomi che non sarei più riuscito a vedere una serie TV violenta per il resto della mia vita.
Tutto questo era semplicemente assurdo. Non poteva essere vero e poi chi era questa misteriosa ragazza? Perché era qui? Erano tutte ottime domande a cui pretendevo di avere una risposta così mi costrinsi ad alzarmi e andai verso di lei dicendogli con fare titubante,mentre si stava pulendo la spada sui vestiti,cercando di scavalcare l'arto e di non toccarlo:
CONNOR:Questa giornata è stata assurda dall'inizio alla fine. Come facevi a sapere dove mi trovavo e che ero in pericolo? Chi sei? E soprattutto cos'era quell'affare che ci ha attaccati e perché lo ha fatto?- la ragazza mi schiocciò un occhiataccia,guardandomi con fare freddo, poi mi rispose con lo stesso tono:
GALATEA:Voi umani la chiamate Doxy- e cosa voleva da me questo essere? Aveva detto che ne sarebbero arrivati altri e onestamente se erano tutti così ne facevo anche a meno,ma a lei dissi non capendo comunque la situazione:
CONNOR:Bene,adesso so il nome,fantastico. E cosa vuole da me per la precisione?- ma la ragazza ignorò la mia domanda,ponendomene un altra dicendomi:
GALATEA:Ti ha morso?- lasciandomi perplesso,infatti la guardai con fare confuso per qualche istante poi le chiesi, trovando quella domanda molto strana:
CONNOR:Cosa?- e le ripetè la domanda piegando la spada,la quale tornò una cintura normalissima,lasciandomi sempre più confuso ogni minuto che passava:
GALATEA:Ti ha morso?- Io la guardai con fare confuso, poi le risposi,non capendo cosa c'entrasse con quello che le avevo chiesto:
CONNOR:No,perché ti interessa?- la ragazza fece spallucce,poi mi disse dirigendosi verso la finestra:
GALATEA:Bene,meglio così il suo morso è velenoso. Sta in guardia. Ne arriveranno altri. Non attirare troppo l'attenzione con......Qualsiasi potere tu abbia per avere quella tuta- io mi guardai il corpo e mi accorsi solamente in quel momento di cosa stessi indossando in quel momento trovando la cosa sia stupefacente che inquietante, chiedendomi quando fosse successo,ma al momento avevo altro a cui pensare,infatti tornai a guardare la ragazza e le dissi con fare serio:
CONNOR:Ora non ha importanza. Vuoi rispondere alle mie domande si o no? Io e Steve ci meritiamo delle spiegazioni, no?- poi mi rivolsi a lui dicendo:
CONNOR:Eh amico?- ma di lui non c'era traccia,guardandomi intorno con fare impanicato iniziando a cercarlo con lo sguardo chiamandolo a gran voce,ma non arrivò nessuna risposta,così dissi alla ragazza con fare preoccupato, temendo che gli potesse essere successo qualcosa:
CONNOR:Devi aiutarmi a cercarlo. Ce lo devi- ma la ragazza mi rispose con fare freddo:
GALATEA:Io non vi devo niente, umano. Il mio compito è un altro,quindi trovati il tuo amico da solo. A meno che la Doxy non l'abbia preso non è un mio problema e come hai potuto vedere non è successo, per cui io tolgo il disturbo se non ti dispiace- quando prima che potesse andarsene qualcosa mi toccò una spalla dicendo anche se io non lo sentii parlare:
STEVE:Connor rilassati sono qui- ed io gli dissi con fare spaventato:
CONNOR:Steve sei tu?- cosa che fece sospirare Steve,il quale mi disse con fare abbattuto:
STEVE:Fammi indovinare sono diventato di nuovo invisibile, vero?- e la ragazza disse con fare leggermente divertito:
GALATEA:Ottimo. Uno scompare uno sbrilluccica. La terza che fa?- sorprendendo Steve il quale gli chiese con fare speranzoso:
STEVE:Tu riesci a sentirmi?- ma la ragazza disse:
GALATEA:Quanto spesso succede?- facendo rimanere male Steve il quale disse con fare abbattuto:
STEVE:Oh,direi di no- ed io gli risposi:
CONNOR:Come fai a sapere che sbrilluccico?- e la ragazza mi rispose passandomi un pugnale con fare divertito e scocciato allo stesso tempo:
GALATEA:Guardati- mi specchiai sulla superficie riflettente del pugnale e appena lo feci vidi la mia pelle luccicare,come se qualcuno ci avesse appiccicato sopra una spolverata di glitter oro in abbondanza. Beh,ora sapevo che anche la mia pelle poteva risplendere,però alla faccia sembravo una palla da discoteca,infatti esclamai,allontanando il pugnale da me:
CONNOR:Wow- poi lo ripassai alla ragazza,la quale mi disse con fare serio,come se mi stesse impartendo un ordine,mentre riprese il pugnale:
GALATEA:State all'erta e usate i vostri poteri con cautela. Mi rifaccio viva io. Guardatevi le spalle e non date nell'occhio. Sono stata chiara? - Era la mia specialità passare inosservato, per cui non era un problema, infatti le dissi in coro con Steve,credo, il quale annuì da qualche parte nella stanza:
CONNOR & STEVE: È la nostra specialità- la ragazza annuì con fare soddisfatto poi si buttò di sotto dopo essersi voltata verso il vuoto, facendomi prendere un colpo,affacciandomi con fare preoccupato per assicurarmi che stesse bene, pensando che fosse pazza,ma appena mi sporsi dalla finestra la vidi atterrare in piedi perfettamente, tirandosi su come se nulla fosse,lasciandomi sempre più perplesso,chiedendomi chi fosse quella strana ragazza e come potesse essere sopravvissuta a un volo simile,ma soprattutto perché fosse qui e cosa c'entrassimo noi con lei.
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Un saluto a zio Reginaldo e a Guendalina e sua sorella.
Solo io ho sentito Timon e Pumba cantare in questo capitolo?
A parte gli scherzi. Mi scuso per la lunghezza di questo capitolo. So che è una mattonata ma mi dispiaceva dividerlo,per cui ho preferito lasciarlo così, prometto che il prossimo proverò a farlo più breve ma non assicuro.
Purtroppo non ho il dono della sintesi per cui vi avviso già che ci saranno capitolo così lunghi anche più avanti,per cui siete avvisati.
Iniziamo a entrare nel vivo della storia e a capire meglio i nostri protagonisti e i loro sentimenti, nonché vissuti,ma soprattutto sono arrivate le bottazze brutte. Io amo fare combattimenti. Mi portano via un sacco di tempo ma è la parte che mi diverte di più specialmente se posso far soffrire i miei personaggi (sono una cattiva persona, lo so),in più amando lo splatter non ho resistito a mozzare un arto al mostro. So che a qualcuno può dare fastidio per cui se non ve la sentite saltate pure quelle parti non sono importanti,non vi preoccupate. Detto questo spero che il capitolo vi sia piaciuto se si lasciate una stellina e un commento e noi ci vediamo al prossimo capitolo che sarà sempre su questa linea. Ciao
PS ditemi quale tipo quale modo di presentare il testo vi piace di più, se questo o quello precedente.
Vocabolario
Ragh,kuarson elasut mïnar żemeph?El Ašskrïhil! Ebhas Scarlett dhekamon iš aidhas. Mï.......*Ma perché tocca sempre a me? Ah è peggio che una tortura! Scarlett era dieci volte meglio. Io.....
Kius iþephaëllan?* chi ti manda?
An phalichëlvhak. Alżiþ leþflad*Una reitta. Proprio come te, mezzo sangue
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