capitolo 7
Nassandra
L'orfanotrofio
ORFANOTROFIO DI NÏMERIA- OGGI
Sulla città era calata la sera,ritrovando un po' di quiete osservando fuori dalla finestra il buio della notte e il cielo stellato. La notte era il momento della giornata che preferivo. Nel buio tutto era fermo e c'era silenzio e in quel silenzio potevi ritrovare il tuo equilibrio,riuscendo anche a pensare a sé stessi.
Vivevo in un orfanotrofio da quando ne avevo memoria con altri più di cento bambini e ragazzi di tutte le età,per cui la privacy era un utopia,così come il silenzio. C'erano quasi sempre urla e schiamazzi e non sempre di gioia o di divertimento,per cui non era facile concentrarsi sui propri pensieri,ma la sera era diversa. Aveva un effetto calmante su di me. Ero grata di vivere qui e di avere un tetto sopra la testa,ma certe persone lo rendevano un vero inferno,specialmente per i più piccoli. Io ero l'unica a farsi avanti per difenderli.
Fissai le stelle da seduta su una rientranza interna della finestra,lasciando vagare la mia mente,con solo il rumore di risate e schiamazzi dei bambini più piccoli come sotto fondo. Avevo sempre amato le stelle. La loro fissità le rendeva stabili e seguendole se le sapevi mappare ti potevano portare ovunque volessi andare. A casa,forse.
Ero un orfana,non avevo mai avuto una famiglia vera e propria,per cui non sapevo chi fossero i miei veri genitori,non li avevo mai conosciuti,né sapevo perché mi avessero abbandonata. Me l'ero chiesta così tante volte che ormai avevo perso il conto,ipotizzando spesso sui motivi che li avevano spinti ad abbandonarmi. Forse ero un incrocio tra due razze e per non avere problemi dato che era vietato mi avevano abbandonata? Beh,qui ne avevo visti di ibridi e di certo non assomigliavo a loro. Ero più umana che elfo o altro,cosa che da queste parti era piuttosto comune. L'orfanotrofio era pieno di umani abbandonati da genitori umani. La spiegazione sta in molte leggende davvero poco affidabili. Una volta si diceva che il popolo fatato scambiasse i bambini umani con i loro,per inserirli nel mondo degli umani per avere degli infiltrati in caso di bisogno e questi bambini venivano chiamati changeling. Niente di più sbagliato. La leggenda del changeling era una frottola come tante altre che gli umani si erano raccontati per molto tempo per non dire la verità su quello che davvero succedeva. La verità era che si,il Piccolo Popolo prendeva i loro bambini,ma non per scambiarli con i loro, lo faceva quando trovava dei bambini abbandonati nei boschi o in altri luoghi delle loro città per portarli nel Sottomondo e salvarli da una morte certa,i quali in seguito a questo trauma acquisivano dei poteri magici per la Legge del Dono,infatti questo orfanotrofio era pieno di bambini con poteri di vento,di acqua e urli sonici che ti fracassavano letteralmente le orecchie,per cui non vi sarà difficile capire perché amassi così tanto la sera.
Continuai a fissare il cielo notturno ancora per qualche istante,chiedendomi cosa ci fosse oltre al giardino dell'orfanotrofio e al mare su cui si affacciava. L'orfanotrofio era situato ai confini del Sottomondo,in un piccolo stralcio di terra circondato da un prato su cui erano situati degli scalini in roccia che portavano ad un immensa distesa d'acqua scura si estendeva per chilometri, tagliando il verde circostante dominato da alberi di ogni forma e cespugli,mentre la nostra struttura era situata sotto un grande albero che a forza di crescere era entrato dentro all'abitazione,dalla quale adesso spuntavano dei rami,dai quali era cresciuta una chioma rigogliosa che adesso copriva il tetto della struttura.
Il mare quella sera era calmo,dato che non c'era il benché minimo alito di vento,osservai mentre mi rigiravo una ciocca dei miei capelli biondi tra le dita con fare estasiato, pensando a cosa ci fosse al di là del mare,desiderando attraversarlo un giorno,quando i miei pensieri vennero interrotti da delle urla,attirarando la mia attenzione. Mi voltai di scatto e vidi un bimbo di più o meno sei anni con i capelli riccoli biondi,la pelle chiara e i gli occhi verdi,vestito con una lunga camicia da notte bianca a maniche lunghe,litigare con una ragazzina elfa e la sua amica mezza Troll delle rocce e mezza elfa che gli stavano cercando di strappare dalle mani il suo orsacchiotto di peluche con cui dormiva la sera. L'elfa aveva i capelli castani,lunghi sono alla schiena,la pelle chiara e le orecchie a punta e gli occhi gialli,la quale indossava una camicia da notte blu scolorita,mentre la sua amica aveva la pelle che assomigliava ad un sasso,grigia,sulla quale era cresciuto anche un po' di muschio,le orecchie a punta e gli occhi scuri,dalle pupille sporgenti,vestita con una specie di saio marroncino e dei guanti senza dita dello stesso colore,dai quali uscivano delle dita lunghe mezze rosee e mezze grigie,mentre i capelli erano mezzi verdi e mezzi castani,dai quali si intravedevano le orecchie a punta,simili a quelle della sua amica. Aveva anche il naso a patata e le narici grandi.
Il bimbo era un incrocio tra una fata maschio e un folletto,infatti aveva i classici lineamenti sbarazzini della razza e delle ali dietro la schiena, il quale disse,tirando l'orsacchiotto dalla sua parte,per tentare di riprenderselo:
BIMBO:El mïnþa!Asverlaisnesēke* - e la ragazza gli rispose,con fare divertito, beandosi del suo malessere trovando la cosa divertente:
RAGAZZINA:Mïaskinþ neicheil nicht,reżext dresgach þe vhlaëgis lïe. Naes þu nich ghiggagas roanþ phë maþatin lïe? Es þu aonarasat kapto reżex bhizziżet þe. bextraten as!iiadhrschein Dragheonitelaich xet asdhïliveatta nitch*- disse con una punta di cattiveria nella voce, per poi scoppiare a ridere insieme alla sua amica,facendomi ribollire il sangue nelle vene per via della rabbia che provavo in quel momento. Era già abbastanza difficile essere consapevoli che per i tuoi genitori eri uno scarto,un errore che non avevano voluto perché la nostra società era troppo ottusa per capire che non potevamo scegliere chi amare,in più dovevamo subire angherie anche da chi era nella nostra stessa situazione e non potevo accettarlo,così mi alzai in piedi e dissi, urlando per farmi sentire,serrando i pugni e le braccia lungo i fianchi:
NASSANDRA:Zuasbhetteraēke,Avhaleila at phaëlēkeahïa asnaïmi ar zatedhrastaþe und lie*- Essendo elfa non aveva preso alcun potere. Per la Legge del Dono se eri già parte di questo mondo, anche se subivi un qualche tipo di trauma non contava,non avevi diritto a ricevere dei poteri, però essendo un elfa poteva usare la magia, solo della natura, altrimenti i vecchi e nuovi Spiriti potevano anche punirti o potevi essere ripudiata. In tutto il Sottomondo era severamente vietato l'utilizzo della magia oscura. Se ne facevi uso e ti beccavano finivi ai confini nelle grotte di Cristallo,o meglio dette Bleirach mihoraþil þa(letteralmente Prigione dei riflessi),dalle quali non potevi uscire.
La ragazza mi fissó con fare stupito per alcuni istanti,senza dire una parola, temendo che potessi fare qualcosa con i miei poteri, quando dopo alcuni istanti mi disse,rompendo il silenzio che si era creato tra di noi:
RAGAZZINA:Eddai,Nassandra,possibile che tu debba sempre fare la gusta feste? Sempre a metterti in mezzo per difendere i più deboli. Non ti stanchi mai? Torna a guardare il cielo notturno,Stellina.Magari un giorno di questi le stelle ti guideranno da mamma e papà- disse in tono sarcastico, sentendo un moto di rabbia farsi strada dentro di me,chiedendomi che gusto ci trovasse a comportarsi in quel modo con gli altri,non ne vedevo la ragione,infatti le risposi a tono,avvertendo la sua cattiveria dentro di me:
NASSANDRA:Quanto devi sentirti frustrata per prendertela con un bambino più piccolo di te,eh Avhaleila? Siamo tutti sulla stessa barca qui dentro. Tu non vali più o meno di lui. Sei stata anche tu abbandonata come noi- Non so come spiegarvi cosa sentissi in quel momento, ma sapevo che era una sensazione orribile. Era come se ogni fibra del mio corpo mi stesse dicendo di uscire da quella stanza perché lì dentro c'era una brutta aria. Solitamente sentivo questa cosa quando nelle vicinanze c'era un pericolo o comunque qualcosa di brutto stava per accadere,o anche se qualcuno aveva cattive intenzioni come in questo caso. Nessuno sapeva il perché avessi queste capacità che per la Signorina Sòlas kleinphantil þa*(la direttrice della struttura,che essendo un orfana anche lei il suo cognome corrispondeva al nome dell'orfanotrofio) erano impossibili che derivassero da un trauma subito.
La ragazza,poco più che undicenne mi guardò con fare furioso,mentre la sua amica mosse un passo per venire verso di me,ma lei la fermó mettendole una mano sul petto dicendole:
RAGAZZA:No,lascia fare a me. La Stellina questa sera ha voglia di essere presa a calci. Voglio accontentarla- Io la guardai in cagnesco, ma prima che potessi fare qualsiasi cosa lei mi sbattè a terra con una folata di vento,mettendo in allarme tutti i presenti, i quali guardarono la scena con fare preoccupato,tremando,senza emettere un fiato per paura di fare la mia stessa fine. Mi tirari su a fatica,inciampando nel mio abito lungo sino ai piedi,color rosa antico,con lo scollo a barca e le maniche a prosciutto,stretto in vita da una fascia anch'essa rosa,però più pallido rispetto all'abito,a causa dei troppi lavaggi,sulla quale erano presenti dei motivi a rombo. Sul fondo,invece il vestito formava una piccola balza,aggiunta dopo,dato che il vestito mi stava iniziando a diventare corto,ma a causa della nostra condizione,non potendoci permettere molti abiti la direttrice l'aveva fatta aggiungere, che talvolta usavo anche come camicia da notte se non avevo altro da indossare. Un paio di ciocche di capelli mi finirono davanti agli occhi,tra le quali guardai Avhaleila in cagnesco,non accettando che si comportasse in quel modo con nessuno. Non era forte,era solo una bulla,così scattai in piedi e le dissi con fare arrabbiato e stanco di ripetere la stessa scena tutte le sere:
NASSANDRA:Va bene. Vuoi andarci pesante? Vi accontento subito- mi concentrai sulle loro menti,ritrovandomi in una specie di piano astrale trasparente,privo di pareti del quale non si vedeva la fine e in cui soffiava uno strano vento gelido.Era come il vuoto alla fine del tempo,non c'era nulla neanche lo scandire del tempo,il quale lì sembrava fermarsi e non poter ripartire. Non sapevo come ci riuscissi,ma riuscivo ad entrare nella testa delle persone e a portarle in questo luogo solo entrando nella loro testa.
Davanti a me c'erano le due ragazze, le quali tentarono di minacciarmi,intimandomi di farle uscire da lì, ma io non gli detti ascolto e feci vedere ad entrambe che le stavo spingendo,proiettando la mia immagine verso di loro,la quale le spinse via verso il vuoto,facendole urlare terrorizzate,cosa che si ripercosse anche nella realtà, senza bisogno che alzassi un dito,facendole sbattere contro i muri della stanza. Le due urlarono con fare spaventato,proprio mentre la direttrice stava entrando,la quale chiese con fare serio,vedendo le due ragazze attaccate al muro ed io con lo sguardo stanco:
DIRETTRICE:Cosa sta succedendo qua dentro?- La direttrice era una donna austera,ma materna,dallo sguardo amorevole ma allo stesso tempo severo. Aveva i capelli neri,lunghi sino alla schiena e mossi,gli occhi gialli e la pelle candida come la neve. I lineamenti del viso erano delicati ma spigolosi,le labbra sottili e rosee.
Il suo portamento era elegante e solennne,ma mai altezzoso.
Quella sera era vestita con un abito lungo sino ai piedi color azzurro,dalla silhouette molto morbida,con lo scollo barca da cui parte un piccolo mantello.Le maniche lunghe,mentre sui fianchi come decorazione aveva una cintura formata da foglie,la quale simboleggiava il suo legame con la natura.
La direttrice ci guardó con fare severo,facendo passare il suo sguardo su ogni bambino presente nella stanza in cerca di risposte,facendoci tremare,soprattutto a me,dato che ormai sapevo come sarebbe andata a finire,quando l'amica dell'elfa disse,con voce gracchiante, tanto da sembrare una cornacchia:
RAGAZZA 2:È stata Nassandra. Lei ci ha sbattuto contro la parete- voltandomi a guardarle con fare furioso,ribattendo dicendo, nel tentativo di giustificarmi,tornando a guardare la direttrice:
NASSANDRA:Non sono io quella che andrebbe punita. Ho solo fatto ciò che ritenevo giusto per difendere qualcuno che stavate vessando- la direttrice alzò la mano,come per intimarmi di tacere,poi mi disse con fare solenne, guardandomi con fare serio,abbassando la mano:
DIRETTRICE:Basta così. Il resto non è necessario. Voi due,in piedi. Domani mattina pulirete tutto l'orfanotrofio così vedremo se vi passerà la voglia di vessare un altro bambino. Nassandra, con me- disse l'ultima frase con fare serio,per poi voltarsi verso la porta e uscire dalla stanza,mentre dietro di me le due ragazze ridevano con fare compiaciuto,soddisfatte nel vedere che fossi nei guai,quando l'ibrido mi disse:
RAGAZZA 2:Ce la paghi questa,Nassandra- non riuscendo ad intimidirmi,per poi seguire la direttrice giù per le scale,sospirando, chiedendomi perché dovessi sempre scendere io e mai loro. Le scale erano in legno e scricchiolavano data la loro età,infatti feci molta attenzione a scenderle per evitare di finire con un piede incastrato nelle tavole,sollevando leggermente l'abito che indossavo,mentre invece la direttrice sembrava percorrerle con una certa sicurezza.
Arrivate in fondo la seguii in un piccolo studio,abbastanza spoglio,arredato con una scrivania mezza rotta,tutta usurata dal tempo,una sedia malconcia e una piccola libreria alle sue spalle. Tutto sui toni scuri del marrone, mentre la stanza aveva le pareti bianche e le tende alla piccola finestra erano verdi.
La direttrice si sedette dietro alla scrivania con fare elegante, spostando leggermente la sedia da essa,poi mi guardò con fare serio per alcuni istanti che mi parvero interminabili, sentendo un silenzio pesante scendere sulla stanza,quando mi disse con fare serio:
DIRETTRICE:Cosa ti ho già detto,Nassandra? Non devi e non puoi usare i tuoi poteri in quel modo. Io non dubito che tu li sappia usare e che sei mossa da buoni propositi, ma non puoi attaccare chiunque. Devi imparare a usare anche le parole. La lingua non ti manca. Quella è un arma dieci volte più efficace- Era vero. Solo con il suono della mia voce potevo costringere una persona a fare quello che volevo,ma con loro per qualche strano motivo mi veniva spontaneo agire in quel modo. Forse perché opponevano più resistenza che gli altri,quindi mi sentivo costretta ad agire così? Non ne avevo idea onestamente, sapevo solo che quando le vedevo comportarsi in quel modo dentro di me scattava qualcosa, ma non avrei saputo dire cosa, infatti risposi alla direttrice:
NASSANDRA:Ho provato, ma non è stato sufficiente- era la verità. Avevo provato ad usare la mia lingua ammaliatrice su di loro ma forse non ci avevo messo abbastanza impegno. Piegare la mente di una persona non è facile,specialmente se oppone resistenza e loro ne opponevano parecchia. Erano dei soggetti forti.
La direttrice mi studiò ancora per qualche minuto, intrecciando le dita delle mani tra di loro,poi mi rispose con fare serio,alzandosi dalla sedia:
DIRETTRICE:Sai,di gente come te si parla da secoli,Nassandra. Una persona che sarà in grado di salvarci dalla distruzione di questo e dell'altro mondo,ma la verità è che non è mai nata e della profezia in cui se ne parla si è persa la memoria con l'avanzare dei secoli. Quello che sto cercando di dirti,Nassandra è che fai bene a difendere gli altri, ma non diventare come il loro aguzzino. I giochi di forza non hanno mai funzionato e forse non sempre c'è bisogno di qualcuno che salvi il mondo. Quando vedi scene del genere devi venire a chiamarmi. Non devi pensarci da sola- Si,e nel frattempo il povero bambino magari veniva picchiato malamente. Che razza di ragionamento era? Ma alla direttrice dissi alzandomi dalla sedia con un balzo,tanto per darle il contentino e interrompere quella conversazione:
NASSANDRA:Si,certo. Me ne ricorderò. Buona notte- pensando che non l'avrei ascoltata,uscendo dal suo ufficio,dirigendomi verso le scale per tornare di sopra.
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Primo giro terminato! Questi saranno i personaggi che narreranno per l'intero racconto. Ora che li avete conosciuti tutti chi è il vostro preferito? Ne avete già uno o volete aspettare ancora un po' per decidere? Sbizzarritevi nei commenti. Spero che il personaggio di Nassandra vi possa piacere,nonostante riconosca sia molto basico.
Ora passiamo a due annunci molto importnti a cui accennavo nel capitolo precedente.
Sapete quella curiosità che a volte prende e vi chiedete mentre state leggendo un libro o un film e pensate:"ma quest'idea come gli è venuta? Chissà da dove ha preso ispirazione per creare quel personaggio "ecco io ho intenzione di rivelarvi tutto questo in un capitolo a parte,in cui farò un excursus di come è nata quest'idea e a che cosa mi sono ispirata per creare questi personaggi. Spero di avervi almeno un po' incuriosito e che leggerete quest'approfondimento. In più pubblicherò qui su Wattpad il mio personale fanta casting. Sarà come se il mio libro starà per diventare un film. Ci saranno,gli attori,il regista e gli sceneggiatori e forse i doppiatori per la versione italiana,per cui se siete curiosi non dovete far altro che leggere questo capitolo,lasciare una stellina e attendere che finisca questi due "a parte".
Se volete sapere quando usciranno non dovete far altro che seguirmi su Instagram dove faccio uscire un sacco di grafiche extra su questo racconto e dove parlo di film e serie TV che guardo.
Alla prossima dove scoprirete la genesi di questo racconto. Ciao.
Vocabolario
El mïnþa!Asverlaisnesēke* E' mio! Lascialo!
Mïaskinþ neicheil nicht,reżext dresgach þe vhlaëgis lïe. Naes þu nich ghiggagas roanþ phë maþatin lïe? Es þu aonarasat kapto reżex bhizziżet þe. bextraten as!iiadhrschein Dragheonitelaich xet asdhïliveatta nitch*Non ci penso neanche,razza di folletto con le ali. Non sei un po' troppo grande per dormire con un pupazzo?Sei solamente una sotto specie di insetto. Ma guardalo! Sembra una libellula che non ci ha creduto abbastanza
Zuasbhetteraēke,Avhaleila at phaëlēkeahïa asnaïmi ar zatedhrastaþe und lië*Mettilo giù, immediatamente Avhaleila e vieni a prendertela con una della tua stazza
Sòlas kleinphantil þa* luce dei bambini
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