capitolo 4

Galatea
Luci temolanti,una zampa di coniglio e uno invisibile. Li ho trovati

MENSA DELLA SCUOLA- QUALCHE ORA PRIMA- OGGI
Odiavo il mondo degli umani. Per me stare in quel luogo era una tortura. Mi faceva sentire più male di quando stavo a casa. Li non ero solo un umana ero anche una mezza elfa che aveva due buffe orecchie a punta che gli umani notavano ogni tanto e facevano talvolta domande fastidiose alle quali non volevo rispondere. A casa,almeno venivo vista come una " sangue sporco" ma più di ricevere qualche occhiataccia non succedeva. Qui,invece ero vista come o l'oggetto del desiderio di molti ragazzi(come se fossi solo un bel corpo da offrire e fossi solamente la novità del momento) o giustamente la gente mi guardava con fare stranito,insomma una con delle orecchie del genere difficilmente passava inosservata, ma a volte la fortuna era dalla mia e gli umani non avevano ciò che noi chiamavamo il "Sesto Senso ". Una particolare abilità che alcuni esseri umani avevano e gli permetteva di vedere noi creature come appariamo davvero,ma capitava molto raramente,dato che bisognava avere alcuni requisiti che nel mondo degli umani stavano via via sparendo.
Guardai i ragazzi giunti al tavolo a cui mi ero seduta con fare sospettoso,avvertendo già le loro intenzioni,irrigidendomi un poco, anche perché stavo lavorando, dato che proprio davanti a me c'era la ragazza che a lezione di...... Anfibi? Non so come si chiamasse quella materia, le era spuntata una zampa di rana,per cui non avevo tempo da perdere con loro, quando un ragazzo dall'aspetto piacente,con i capelli castani e gli occhi chiari mi disse,con fare da spaccone,circondandomi il collo con il suo braccio:
JONATHAN: Ciao dolcezza,come va? Come ti chiami? Io sono Jonathan,il più figo della scuola. Con me al tuo fianco avrai una permanenza indimenticabile, bambola- Come mi aveva chiamata?! Bambola? Io non ero ne una bambola, né un oggetto carino da portare in giro,in più non avevo tempo da perdere con un bell'imbusto come lui,infatti gli dissi, sottraendomi dalla sua presa,avvertendo un certo ribrezzo:
GALATEA: Benissimo, ancora meglio se mi togli le tue manacce di dosso. Non abbiamo tutta questa confidenza- Odiavo il contatto fisico, specialmente se veniva da estranei e da soggetti del genere, in più non cercavo quel genere di contatto al momento, almeno....... Non più,dopo l'anno scorso ci avevo perso le speranze. Avevo amato qualcuno,non intensamente o forse si,avevo un rapporto complicato con i miei sentimenti, faticavo ad esprimerli,fatto stava che questa persona era palesemente interessata ad un altra,che era decisamente più....... Fuocosa di me,mettiamola così,in più dopo il fallimento dello scorso anno in quel villaggio di gnomi non mi potevo permettere altri errori. Mai portare una novellina con dei poteri instabili in una missione altamente delicata,va a finire che qualcuno potrebbe restare scottato o non restare più nulla se non la cenere.
Tolsi il braccio da intorno al mio collo,facendo rimanere il ragazzo scioccato,il quale mi disse con fare stupito che mi stessi sottraendo alla sua presa e non gradissi le sue attenzioni:
JONATHAN:Siamo suscettibili. Va bene, tutte fanno così prima di conoscermi meglio- disse mettendomi una mano sulla coscia facendomi irrigidire ,provando fastidio,detestando quel tipo di attenzione,temendo che potesse andare oltre,diventando di pietra per alcuni istanti per via di quello che stavo provando in quel momento. Mi sentivo sporca,come se la colpa fosse mia,anche se sapevo che non lo era,sentendomi in difficoltà, sentendo l'impulso di tagliergli la mano seduta stante,ma purtroppo le leggi umane me lo impedivano,così gli dissi, prendendogli le dita,tirandogliele indietro, sentendo le sue ossa scricchiolare:
GALATEA:Quale parte di toglimi le mani di dosso non ti è chiara?- quando il suo amico dai capelli castano scuro e i lineamenti scolpiti si avvicinò a me dicendo, alzandosi dalla sedia su cui era seduto:
TYLER: Dai Orecchie a Punta,non c'è bisogno di usare la violenza. Jonathan sta solo cercando di fare il carino con te,rilassati dolcezza. Tutte le ragazze della scuola pagherebbero per essere al tuo posto- Io non ero tutte le ragazze e poi dubitavo fortemente che una ragazza, umana o non potesse sentirsi lusingata da quel tipo di attenzioni. Passavo sin troppo tempo nelle taverne per crederci e anche lì spesso certe creature non sapevano tenere gli arti al loro posto, per cui faticavo a crederci,infatti gli risposi:
GALATEA: Quanto credi che io sia stupida? Se ci sono andate a cercare loro,non perdete tempo con me,allora. Non sono interessata a questo genere di cose- il quale non demorse dicendomi:
TYLER:Dai Orecchie a Punta,cerchiamo solo di fare amicizia. Non ti scaldare tanto. Non ce ne è motivo- Come mi aveva chiamata? Mi sembrava di averlo sentito anche prima, ma pensavo fosse stata la rabbia a falsare la mia percezione, ma due volte,iniziavo a pensare che lui vedesse,cosa che mi venne confermata subito dopo quando un ragazzo gli disse,prendendolo in giro:
RAGAZZO 1: Ma che stai dicendo, Tyler,non ha le orecchie a punta. Sono orecchie normalissime. Mi sa che ieri sera qualcuno ha alzato troppo il gomito-sbiancando comunque ma ringraziando gli Spiriti della Natura allo stesso tempo per questo. Non era una cosa insolita,ma data l'età, ormai stava andando fuori tempo massimo per vedermi,eppure ci riusciva ancora,sentendomi in soggezione, temendo che potesse assistere anche ad altri eventi, complicando il mio lavoro, il quale disse,accarezzandomi prima la guancia e poi il collo:
TYLER: Ma si che ce l'ha,non è vero,piccola?- Adesso mi ero proprio stufata però. Non bastava che allungassero le mani come se gli avessi dato il consenso, dovevano pure usare appellativi " dolci",così gli afferai il polso e gli dissi,storcendoglielo:
GALATEA: Apri bene le orecchie,umano. Toccami un altra volta e ti sfiletto come un branzino,chiaro?- poi mi rivolsi anche al bell'imbusto di prima dicendogli:
GALATEA: Sono stata chiara?- il quale disse con fare da spaccone,rodendo dentro che gli avessi detto di no,tenendosi le dita rotte:
JONATHAN:Andiamo, questa è troppo frigida per noi- quando il ragazzo con gli occhiali seduto davanti a me si alzò, rincorrendo....... Una matita fluttuante? Ne avevo viste di ogni. Da bambini con poteri di ghiaccio e di vento,al fuoco, a gente che materializzava oggetti con la forza della mente,ma la matita fluttuante mi mancava,così decisi di seguirla vedendo la ragazza con i capelli neri inseguirla,insultando il nulla,perdendomi a fissarla per alcuni brevi istanti. Era la ragazza più bella che avessi mai visto. Aveva i lineamenti duri e freddi,la pelle chiara,le labbra rosee e carnose. Gli occhi nocciola,i capelli neri a caschetto appena ondulati,con una ciocca che gli ricadeva sopra l'occhio destro coprendole quella parte di viso,vestita con una camicia classica a quadretti neri e rossi, sopra al quale c'era un top nero con spalline larghe,chiuse da una fibbia e dei passanti,ripreso anche al di sotto del top,mentre la gonna era nera a cannoncini decorata sul fondo con delle croci stilizzate bianche chiusa sul dietro. Sotto invece portava delle calze a rete con sopra delle parigine decorate con degli anellini di metallo sul bordo anch'esse nere come le calze,dalla quale si intravedeva un rigonfiamento come se portasse una fasciatura come sul braccio. Al collo aveva una cravatta con un choker della stessa forma del colletto della camicia dal quale penzolava un cerchio sul davanti.
Ai piedi portava invece degli stivaletti in pelle neri con la zeppa chiusi con delle fibbie e decorati sul davanti con dei cuori di metallo. Perdendomi a fissarla per alcuni istanti, risentendo quelle emozioni che non sentivo da più di un anno riaffiorare leggermente,anche perché non ero proprio partita per lei,ero interessata,ma come ho detto dopo l'anno scorso non volevo più prendermi cotte per nessuno. Io e l'amore non eravamo compatibili. Solo lavoro e nulla di più,avevo chiuso con quei sentimenti e poi diciamocelo con la fortuna che avevo non era interessata,in più era un umana e non avrei permesso che facesse la fine di mio padre. Non sapevo nulla su di lui,a parte che era un umano. Mamma non parlava mai di lui,ma avevo sentito certe voci che volevo credere non fossero vere,perché non avrei potuto accettarlo,sentendo le lacrime salirmi,costringendomi a ricacciarle indietro con difficoltà,sentendomi vulnerabile, detestandolo. Odiavo piangere,specialmente in pubblico. Mi faceva sentire vulnerabile e se lo eri diventavi un facile bersaglio. Vivevo la mia vita come se fossi costantemente in mezzo ad una battaglia. Perché? Non conoscevo altro. Ero come un criceto che aveva vissuto tutta la sua vita chiuso in una gabbia e che aveva conosciuto solo quel modo di vivere.
Sin dall'età di sei anni mia madre mi aveva fatta addestrare dai migliori maestri di armi del mio mondo. Non avevo mai avuto tempo per me stessa o per socializzare. Il mio unico scopo era sempre e solo stato essere una macchina da guerra a difesa di quello che per gli umani era il Sottomondo. Non mi era stata data una scelta,il motivo? Non lo avevo mai saputo e sinceramente neanche mi importava. Per me non era un peso. Mi piaceva in fin dei conti. Facevo del bene e proteggevo i più deboli da minacce da cui non avrebbero potuto difendersi. Era uno scopo molto nobile in cui credevo fermamente. Il problema era un altro. Le mie origini.
Gli umani erano come dire....... Accettati,ma solo in parte nel nostro mondo. Il Dono li proteggeva,ma non tutti vedevano come un bene che si mischiassero a noi dopo averci rifiutati,anche se era successo secoli fa,così io che ero un incrocio venivo vista come uno sbaglio,come un infiltrata e per questo degna di poca fiducia, nonostante avessi vissuto la mia intera esistenza in mezzo a loro. Per cui ero doppiamente in trappola e a volte faceva male,molto male,ma purtroppo non avevo tempo per il dolore. Io ero una guerriera e nella mia vita non c'era spazio per piangersi addosso, mai.
Seguii con lo sguardo la ragazza per alcuni istanti, trovando la situazione strana e divertente allo stesso tempo, pensando che forse in altre circostanze avrebbe potuto essere comica(rettifico,non lo sarebbe stata comunque) alzandomi dalla sedia,dirigendomi verso l'uscita,facendo attenzione a non destare sospetti, cosa che onestamente fu più facile del previsto dato che nessuno stava prestando attenzione a quel che stavo facendo, abbandonando il mio posto e il mio vassoio sul tavolo,seguendo con passo felpato i due ragazzi in modo tale che non si accorgessero della mia presenza fino ad un aula in cui entrarono,vedendo la porta chiudersi apparentemente da sola,ipotizzando che uno di loro fosse diventato invisibile. Non mi era mai successo di trovare qualcuno con quelle capacità,anche perché quale trauma fa diventare invisibili? Non ne avevo idea. Per spiegare la mia ultima frase devo mettere in chiaro una cosa. Secoli fa,prima dell'avvento di quella che gli umani avevano chiamato Rivoluzione Industriale (qualsiasi cosa essa sia) creature magiche e umani vivevano insieme,collaborando tra di loro in mutuo scambio continuo,mettendo a disposizione le loro risorse come noi mettevamo a disposizione le nostre. La magia era forte ed era a disposizione di tutti, cosa che non sempre era un bene, ma d'altronde non era lo strumento ad essere cattivo, ma chi ne faceva uso. Fatto stava che il Piccolo Popolo e quello umano erano molto in sintonia,per cui un elfo,insieme ad una fata,vedendo le difficoltà che certi umani dovevano affrontare, specialmente bambini, i quali molto spesso vivevano situazioni davvero difficili, tra malattie, abbandono per la scarsa quantità di cibo,motivo per cui spesso venivano abbandonati dalle proprie famiglie per ridurre le spese,o peggio orfani decisero di concedere loro un regalo, un Dono. Qualsiasi bambino che avesse subito o vissuto una situazione traumatica per lui avrebbe potuto ricevere in Dono dei poteri magici che avrebbero potuto aiutarlo e dargli la forza di affrontare quella situazione, così da non sentirsi più solo e da sentire sempre la vicinanza del Piccolo Popolo. Era stato un gesto molto nobile da parte della mia gente e anche se non tutti nel Consiglio lo avevano accolto con grande entusiasmo aveva sempre più o meno funzionato. I bambini che avevano ricevuto questi poteri di generazione in generazione avevano sempre aiutato quando ce ne era stato bisogno in segno di riconoscenza e molti erano diventati dei veri e propri eroi del Sottomondo, ma dopo la generazione di mia madre nessuno li aveva più ricevuti. Quindici anni di calma,sino all'anno scorso, quando una rossa dagli occhi ambra era rimasta vittima di un incendio al quale era stata l'unica a sopravvivere inspiegabilmente e adesso spuntavano fuori questi ragazzi. Era una situazione davvero assurda.
Restai fuori dalla porta per alcuni istanti che mi parvero interminabili, aprendola leggermente per spiare che cosa stesse succedendo là dentro, quando su una lavagna? Boh,la superficie verde su cui si scrive con quell'affare bianco comparve una scritta che diceva:

"Sono qui"

Trovando la cosa abbastanza strana,ma prima che potessi metabolizzare i miei pensieri il ragazzo con gli occhiali urlò facendo scoppiare la lampadina della stanza,mentre la ragazza che aveva attirato la mia attenzione disse,prendendolo per le spalle, scrollandolo per cercare di farlo tornare in sé,strappandomi un piccolo sorriso, trovando la scena divertente:
KYLA:Connor, calmati. Basta!- mentre lui la ignorò dicendo:
CONNOR:Un fantasma!- mentre il loro amico gli disse,nonostante nessuno di noi lo sentisse:
STEVE:Connor,calmati,non sono un fantasma, sono Steve. Il tuo migliore amico. Perché pensi sia un fantasma?- ma il ragazzo continuò a dare di matto dicendo:
CONNOR: Non voglio essere posseduto. Se devi uccidermi fallo velocemente e indolore. Ti prego. Non voglio finire in un horror- frase che non capii,ma il ragazzo gli rispose con fare confuso:
STEVE: Ma che stai dicendo, Connor. Non sono un fantasma- mentre Kyla gli rispose con fare razionale:
KYLA: Connor, ti rendi conto che stai dando potere a quel coglione di tuo fratello, vero? È il suo obbiettivo spaventarci,ma con me non ci riuscirà tanto facilmente- disse marcando bene l'ultima frase,sicura che lui li potesse sentire,quando era sicuramente a fare il viscido con qualche ragazza in mensa,mentre il povero ragazzo invisibile disse con fare esasperato,non capendo perché gli stessero dando del fantasma e la sua amica gridasse allo scherzo:
STEVE: Non è uno scherzo di Jonathan! Sono io,Steve. Possibile che non riusciate a vedermi?- Beh,non lo vedevo io che potevo vedere la magia, figuriamoci loro,non che lo sentissi,però almeno avevo capito che c'era,al contrario dei suoi amici,i quali continuarono a perpetrare le proprie idee frustrando il ragazzo, il quale esclamò con fare irritato, non sopportando più questa situazione:
STEVE: Ora basta. Mi avete stufato tutti quanti- e con ancora il gesso in mano scrisse:

Sono io,Steve
Non Jonathan,non Tyler! Io!
Team Cap sempre
Ti amo tremila
Avengers uniti!

Non capendo che cosa volesse dire quella roba,ma appena i suoi amici la videro scritta sembrarono capirne il senso, fermandosi a fissare la lavagna con fare sconvolto dicendo:
CONNOR:Steve sei proprio tu?- mentre la ragazza con la cosa a quadri gli fece eco dicendo:
KYLA:È per forza lui,Connor. Tuo fratello non sa neanche chi sia Spiderman- facendo tirare un sospiro di sollievo al tipo invisibile il quale disse,felice che finalmente lo prendessero in considerazione:
STEVE: Alleluia! Finalmente mi calcolate! Dovevo scrivere su una lavagna per farmi notare?- ma Connor, il tipo con gli occhiali disse con fare confuso:
CONNOR: Ok,ora sappiamo che sei tu ma non riusciamo comunque ne a sentirti, ne a vederti- lasciando il ragazzo senza parole, il quale disse con fare sconvolto:
STEVE: Com'è possibile? Sono proprio qui davanti a voi- tirando un ringhio non udito di frustrazione scrivendo sulla lavagna:

Com'è possibile?

E Kyla gli rispose con fare perplesso,non riuscendosi a dare una spiegazione logica:
KYLA: Non ne ho idea- e Connor gli fece eco dicendo:
CONNOR: Neanche io. Da quanto sei qui?- il ragazzo invisibile scrisse sulla lavagna che era lì da tutto il giorno, ma nessuno sembrava vederlo,stupendo Connor,il quale gli disse:
CONNOR:Oh e come ci sei diventato così? Raggi gamma? Nebbie terrigene? Zona Negativa? Sono curioso- facendo dare una manata sulla fronte alla ragazza carina,imitandola a mia volta,trovando assurdo il modo in cui il mondo umano cercava di spiegarsi la magia,quando il ragazzo scrisse sulla lavagna che non ne aveva idea del perché e che era così da sta mattina,ma prima che i due potessero metabolizzare la questione la campana suonò,mettendo in allarme la ragazza dai capelli neri,la quale esclamò con fare preoccupato:
KYLA: Maledizione! La campanella. Dobbiamo uscire di qui e trovare un altro posto per parlare- così Connor propose dicendo:
CONNOR: La biblioteca. A quest'ora è sempre vuota- chiedendomi come facesse lui a saperlo, ma la ragazza non sembrò darci troppo peso, la quale appena mosse un passo cadde a terra come se avesse perso l'equilibrio,facendo preoccupare il ragazzo con gli occhiali, il quale si avvicinò a lei dicendo:
CONNOR: Tutto bene?- e lei gli rispose con fare frettoloso, sentendo un gruppo di ragazzi avvicinarsi, facendo rumore:
KYLA: Si,sto bene Connor, non preoccuparti- il quale si sporse un poco,guardando oltre la sua testa dicendo con fare attonito,rimanendo piuttosto allibito da ciò che stava guardando:
CONNOR: Sicura,perché la zampa di coniglio che hai al posto della gamba suggerirebbe altro- facendo esclamare alla ragazza con voce acuta e sconvolta:
KYLA: Cosa?!- voltandosi indietro per vedere di che stava parlando il suo amico,sbarrando gli occhi appena lo vide con i suoi occhi. Al posto della sua gamba c'era una zampa di coniglio grande quanto la sua umana,dotata di una folta pelliccia grigia,lasciandola senza parole,fissando l'appendice per alcuni istanti che gli parvero interminabili,mentre i ragazzi fuori si stavano pericolosamente avvicinando all'aula,mettendola in allarme,così Connor le tese la mano e un secondo prima che quelli entrassero la aiutò ad alzarsi,mentre io mi tolsi di mezzo,appiattendomi contro un muro per non attirare troppo l'attenzione, cosa che funzionò dato che nessuno mi notò,quando i tre uscirono dall'aula in fretta e furia,proprio mentre io mi staccai dal muro,ritrovandomi addosso al ragazzo con gli occhiali senza rendermene conto. Osservai il ragazzo per alcuni istanti,sentendo un enorme potere scorrergli,riconoscendo il Dono in lui,vedendo oltre il velo dei mondi il suo tatuaggio che aveva all' interno del braccio iniziare a brillare,cosa di cui lui sembrò non rendersi neanche conto,sbarrando gli occhi con fare sbigottito,mentre le luci del corridoio iniziarono a tremolare,andando e venendo,il quale mi disse con fare frettoloso, per tentare di scusarsi:
CONNOR:Scusa,non ti avevo vista- mentre Kyla lo spinse dalla parte opposta dicendo con fare sbrigativo:
KYLA:Dai,Connor, andiamo. Ti sei scusato. Ora muoviti- trovando delle certe somiglianze con me,pensando che la ragazza sapesse in fatto suo,cosa che la rendeva ancora più affascinante,mettendo però in soggezione il ragazzo, il quale iniziò a balbettare, sentendosi sotto pressione,il quale disse con fare nervoso:
CONNOR:Ecco io..... Mi dispiace,tanto. Buona lezione. Devo andare- disse mentre la ragazza dai capelli corvini lo spinse dall'altra parte,facendolo camminare per il corridoio, zoppicando,tenendosi a lui,accorgendomi solo in quel momento che al posto della gamba aveva una zampa di coniglio,rincuorandomi nel constatare di averli trovati subito,felice che quest'agonia fosse quasi giunta al termine,così decisi di seguirli per vedere dove stavano andando.

BIBLIOTECA SCOLASTICA- OGGI
Le biblioteche umane non erano poi così diverse dalle nostre,insomma erano sempre polverose e piene di libri,mancavano oggetti potenzialmente mortali e incantesimi che era meglio non recitare e non erano gestite da gufi brontolini(quasi, la signora al bancone non era tutta questa simpatia),dove appena arrivati i due ragazzi più quello invisibile si sedettero ad un tavolo ed io mi nascosi dietro ad uno degli altri scaffali vicino a loro per sentire meglio la loro conversazione. La biblioteca era scura e cupa. Non c'era un grande lampadario ad anemone,illuminato da candele come a casa,mentre i tavoli erano di dimensioni modeste e tondi con sedie bianche come i tavoli,trovando la cosa strana,ma trattandosi degli umani era possibile.
I ragazzi si sedettero a un tavolo lì nelle vicinanze,dove appena seduti il ragazzo con gli occhiali, che dalla conversazione precedente avevo appreso si chiamasse Connor disse:
CONNOR: Ragazzi,tutto questo è assurdo- e la ragazza carina gli rispose che si chiamava Kyla:
KYLA:Concordo. Tutti e tre la stessa sera. Questo è uno schema e deve per forza avere un senso- cosa con cui concordava anche il terzo, il quale disse:
STEVE: Kyla ha ragione. Non può essere una coincidenza- cosa che ovviamente tutti inclusa me non sentimmo,infatti Kyla gli disse:
KYLA:Steve,se parli non ti sentiamo. Devi scrivere- ma ovviamente avevano lasciato gli zaini in mensa per cui non avevano nulla da dargli,così Steve si attrezzò da solo prendendo una matita dal bancone dalla signora all'entrata e le rubò anche un foglio per poi scrivere ciò che aveva detto,per poi mettere il foglio in mezzo per permettere ai suoi amici di leggerlo,i quali lessero all'unisono:
CONNOR & KYLA:Kyla ha ragione. Non può essere una coincidenza- facendo annuire Connor,il quale disse:
CONNOR: Questo è poco ma sicuro. Ma perché? Insomma io faccio cose strane con la luce,Kyla è un libro di animali vivente- la quale disse con fare offeso:
KYLA: Come prego?- ma lui la ignorò proseguendo dicendo:
CONNOR: E Steve è diventato la versione alternativa di Sue Storm. Non ha senso- In realtà lo aveva eccome,ma capivo che per le loro menti mortali fosse difficile da accettare,insomma per loro la magia era solo nei libri di favole,non era reale, quando lo era invece, solo che l'avevano dimenticata,ma questo non voleva dire che fosse sparita. Era ancora intorno a loro, come..... L'arcobaleno. Per loro era un fenomeno che si manifestava dopo la pioggia,quando in realtà era la scia lasciata dalle ali di una fata quando passava di lì per simboleggiare la sua presenza e per sancire ancora una volta la protezione verso il mondo umano, ma ormai erano diventati troppo ottusi per rendersi conto di tutto questo,quando Kyla disse a Connor distraendomi dai miei pensieri:
KYLA:Primo non sono un libro di animali, secondo come la faccio sparire e terzo perché?! Mi ha aggredito un lupo,non l'intera fauna!- a volte il Dono concedeva doni inspiegabili. Era magia. Non seguiva schemi logici,per cui non era strano che non rispettasse in toto il suo trauma, ma prima che potessi metabolizzare quel pensiero Steve scrisse:

Non lo so,non lo so e non lo so
Altrimenti tornerei anche io visibile volentieri

Non potevo dargli torto. Forse di tutti i doni era il più infido. Una cosa che tutti vorrebbero, ma che è più facile che ti si ritorca contro piuttosto che aiutarti davvero,scritta che Kyla lesse ad alta voce,per poi rispondergli:
KYLA: I vostri fumetti non danno un idea?- e Connor fece spallucce,facendo ringhiare la ragazza dalla frustrazione, la quale disse,mettendo la testa sul tavolo:
KYLA: Tutto questo non ha senso e la cosa peggiore è che non possiamo assentarci per tutta la mattina per cercare di trovare una soluzione. Dobbiamo trovarla adesso e cercare di accettare che abbiamo subito un evento che ci ha segnati. Potevo morire sbranata,è vero,ma sono qui e non ho intenzione di farmi rovinare la giornata da una zampa di coniglio- la quale sparì come era comparsa,lasciando sconvolta Kyla,la quale si guardò la gamba con fare sconvolto,non capendo come avesse fatto a farla tornare normale,fissandolo con fare sbigottito, esclamando,strabuzzando gli occhi:
KYLA: Wow,è.......- mentre Connor gli fece eco dicendo:
CONNOR: È tornata normale- sorprendendo la stessa Kyla la quale disse:
KYLA: Come ho.....- e Connor le rispose:
CONNOR:Non ne ho idea,ma se lo capissimo potremmo aiutare Steve a tornare visibile- il quale scrisse su un foglio:

Per favore

Quando suonò la campanella e i tre ragazzi udendola si alzarono e tornarono in classe,dove io li seguii,uscendo dal mio nascondiglio,felice di averli trovati in così poco tempo.
Entrammo in classe,dove un insegnante stava scrivendo su una lavagna dei nomi come Edgar Alan Poe e la Peste Rossa,che roba era? La quale dopo averci sgridati per il ritardo riprese la lezione come se nulla fosse.
La lezione era piuttosto avvincente, insomma gente che veniva ammazzata,esseri sovrannaturali, era roba per me,trovando questa lezione piuttosto stimolante,mentre dietro di me,al banco in fondo Steve stava rimuginando su ciò che era successo a sua madre,forse sentendosi anche in colpa per non averlo potuto evitare,chiedendosi dove fosse finita e se mai l'avrebbe rivista,dicendosi che avrebbe fatto tutto il possibile per ritrovarla,crollando a piangere,cosa di cui nessuno sulle prime si accorse,quando sentii dei singhiozzi provenire dietro di me,credendo che qualche umano si fosse impressionato,così mi voltai indietro,curiosa di vedere di chi si trattasse e appena lo feci non potei credere ai miei occhi. All'ultimo banco era seduto un ragazzo dai capelli biondi,con un ciuffo che gli copriva un sopracciglio,corti,con la riga da una parte,vestito con un accappatoio addosso con uno scudo con i colori della bandiera Americana colore blu scuro,interrompendo la lezione, facendo in modo che tutti si voltassero a guardarlo,compresa l'insegnante,la quale gli disse, sistemandosi gli occhiali dalla montatura allungata scura che portava:
INSEGNANTE:Signor Walker che ci fa vestito in questo modo nella mia aula? E perché sta piangendo? È solo un racconto,non deve prenderlo per vero- lasciando il ragazzo senza parole, mentre gli altri studenti lo guardarono scoppiando a ridere,bisbigliando tra di loro per il modo in cui era vestito,mentre Steve si guardò il corpo con fare sconvolto, chiedendosi come avesse fatto a tornare visibile.

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Sta volta è di una lunghezza accettabile,dai. Oggi abbiamo conosciuto un altro personaggio, Galatea Withe,che ve ne pare? Per me è il mio personaggio preferito, ma io sono di parte. Questo è stato un capitolo molto più serio in cui i nostri protagonisti si interrogano su quello che gli sta succedendo cercando di trovare una soluzione, spero vi piaccia, se così dovesse essere dovete fare sempre le solite cose lasciare un commento e una stellina e noi ci vediamo al prossimo capitolo, ciao.
Ps ricordo a tutti che sono anche su Instagram dove pubblico molte grafiche che sono solo per Instagram e dove parlo anche di cinema e serie TV. Mi trovate con lo stesso nome

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