capitolo 2

Kyla
L'incidente e il lupo

LAKEDALE- DOMENICA- OGGI- ORE 22:00

Sorpassammo il cartello con la scritta "Benvenuti a Lakeldale" segno che eravamo arrivati in città. Odiavo vivere in quel posto. Era una minuscola cittadina che nessuno conosceva,in cui tutti conoscevano tutti e dove l'evento più eclatante era la fiera del paese a Luglio. Voi direte che c'è di male,insomma in un luogo così dove tutti si conoscevano i cittadini si aiutavano l'un con l'altro e cooperavano tra di loro conoscevando le reciproche situazioni. Sbagliato. Il problema di una piccola cittadina come Lakedale è che appunto perché ci conosciamo tutti la gente sa i fatti tuoi e sparla su di te,anche se non sa di cosa sta parlando. Prendete me ad esempio. Mi chiamo Kyla e avevo quindici anni,vivevo in questo buco di città da quando avevo sette anni,cioè da quando i miei genitori avevano deciso di trasferire in questa città quando mio mio padre aveva perso il lavoro,così non potendoci più permettere di vivere a Manhattan nella piccola villa con il giardino in cui vivevamo prima si erano dovuti trasferire qui per abbattere le spese. All'inizio andava tutto bene. Andavo a scuola,avevo dei vicini apparentemente cordiali che ci salutavano tutte le mattine annaffiando i fiori,fino a quando non è arrivata la pubertà. Anche qui nulla di strano direte voi,beh vi sbagliavate di nuovo. Avevo iniziato a cambiare,ho iniziato a sviluppare dei miei gusti sia musicali che nel vestire. Avevo scoperto il look goth per caso su Instagram ed è stato amore a prima vista. Tutti quei colori scuri che risultavano sul metallo delle borchie,gli abiti così particolari con i corsetti,il trucco così accentuato,insomma mi ha completamente ammaliato e avevo iniziato a comprare dei vestiti che potessero rispecchiare quel look per vedere se faceva per me e così è stato, solo che per la mentalità retrograda di questo posto vestirsi così è sinonimo di stregoneria,non che i miei genitori avessero accolto la mia scelta con entusiasmo. Per loro lo avevo fatto perché questa era la fase in cui mi ribellavo a qualsiasi dettame della società per affermare la mia identità, rifiutando qualsiasi figura autoritaria. Certo, come no,era sicuramente per questo che lo avevo fatto,non perché mi piacesse davvero lo stile in sé,no. Per non parlare dei miei nonni. Erano andati fuori di testa quando mi avevano vista vestita così, pensando addirittura che mi fossi unita ad una setta,così quando andavo la mi divertivo a vestirmi nei modi più bizzarri per vedere le loro reazioni(non sono una cattiva persona, ero solo stancata di essere criticata per il mio stile. Ci pensavano già a scuola a darmi della stramba. Non avevo bisogno che lo facessero anche loro),così questa volta avevo messo un abito che sapevo avrebbero criticato per ogni suo particolare. Avevo indossato un abito attillato con maniche a palloncino abbassate. Scollatura a barca con un piccolo volant,con gonna svasata con inserto in tulle. Sulla parte superiore dell'abito avevo aggiunto un corpetto nero che partiva da sotto il seno con delle spalline che lo tenevano su,chiuso sul davanti da un nastro con un fiocco in fondo nero e infine alle gambe avevo delle calze a rete strappate. Ai piedi invece portavo delle scarpe nere decolte con la zeppa,con la chiusura sul davanti cinturino incrociato sulla caviglia con le borchie e la fibbia a cuore


mentre per il trucco avevo optato per il viso bianco,delle ciglia finte molto lunghe,l'eyerliner nero molto spesso, la matita nera per il contorno occhi data sopra e sotto

e per le labbra invece avevo usato un rossetto nero.
Come era prevedibile avevano criticato ogni dettaglio. Dal colore, alla scollatura, tutto, persino il trucco. Non solo con la scusa che con quello stile stavo dando un pessimo esempio alla mia sorellina di tre anni,preoccupandosi del fatto che una volta grande avrebbe potuto volermi imitare,ma anche perché conciata in quel modo perdevo a detta loro la mia grazia e femminilità,temendo che così non avrei mai trovato un ragazzo,cosa che a me faceva molto ridere,insomma chi aveva mai detto che volevo un ragazzo al mio fianco? Ero in questioning da più di un anno,quindi non ero ancora del tutto certa del mio orientamento sessuale,però per ora i ragazzi sembravano non attrarmi per niente. Non avevo mai provato nessun sentimento per un ragazzo,mentre per una ragazza si,ma ancora non ero pronta a fare coming out con nessuno,insomma se per lo stile era scoppiata una tragedia non osavo immaginare come avrebbero preso il fatto che fossi lesbica.
Mio padre stava guidando lungo un tratto di strada a strapiombo su un dirupo dove sotto stava un lago che si diceva fosse una porta per un mondo magico. Personalmente non ci credevo molto, lo trovavo abbastanza improbabile,però per solidarietà verso il mio amico Connor non lo avevo mai detto,pensando che fosse meglio lasciarlo nella sua convinzione che distruggergli il sogno. Avevo Instagram aperto e stavo scorrendo i post che mi presentava la pagina,soffermandomi però a guardare la foto di una ragazza che seguivo che si faceva foto sensuali senza mai scadere nell'accesso. Nella foto si vedeva lei seduta in modo scomposto che guardava verso l'obbiettivo con fare sensuale ed ammiccante,i capelli castani sciolti sulle spalle che gli arrivavano poco più giù mossi. Il viso etereo,con la pelle appena abbronzata e gli occhi azzurri languidi scintillanti,vestita con un corsetto a mezzo busto in pizzo nero,le mutande a vita alta abbinate e delle parigine nere in pizzo anch'esse nere. Perdendomi a fissarla con fare languido, sentendo il mio corpo reagire,trovandola bellissima,iniziando a desiderare di baciarla e di non fermarmi più, quando i miei sogni vennero interrotti dalla mia sorellina di tre anni che era seduta accanto a me,la quale mi chiese con fare curioso, sprogendosi dal seggiolini,fissando il mio telefono con fare interessato:
CAROL: Cosa stai guardando di bello? Posso vedere?- Mi voltai a guardarla con la coda dell'occhio con fare serio,schioccandole un occhiataccia,chiedendomi perché si facesse sempre i fatti miei. Non fraintendimenti,le volevo bene, ma a volte non la sopportavo proprio,anche perché a causa della sua età se le avessi detto qualsiasi cosa tempo poco lo avrebbe saputo tutta la famiglia e avrei voluto evitare data la situazione,così le dissi con fare serio:
KYLA: No,sono cose personali- facendo lamentare la bambina, la quale mi rispose con fare rognoso:
CAROL: Ma io voglio vedere. Mamma,Kyla non mi fa vedere il telefono- infastidendomi,pensando che fosse un mio diritto non farle vedere il mio telefono,pur capendo che la sua minuscola testolina non potesse arrivarci,quando mamma intervenne dicendo:
MAMMA KYLA: Voi due basta là dietro. Deconcentrate vostro padre che sta guidando- facendo la linguaccia a mia sorella con fare vittorioso,prendendo il rimprovero di nostra madre come una vittoria,ma purtroppo la fortuna quella sera non era dalla mia parte,cosa che Carol prese come un gioco o una sfida(non so) e approfittando della mia distrazione si sporse dal seggioloni e mi strappò il telefono di mano così velocemente che non ebbi il tempo di fermarla,riuscendo non so come anche a riaccenderlo dato che era andato solo in stad by. Carol aprì il telefono è dopo averlo fatto fissò lo schermo con fare confuso,non capendo esattamente cosa stesse guardando,mentre io mi sporgevo verso di lei cercando di riprendermelo,intimandole di ridarmelo,ma Carol mi ignorò dicendo, come se neanche mi sentisse con fare innocente:
CAROL: Perché sul tuo telefono c'è una ragazza vestita come la mamma quando è a letto che si coccola con papà?- attirando l'attenzione di mamma, la quale si intromise dicendo con fare allarmato:
MAMMA KYLA: Cosa?! Kyla ma che roba guardi sul telefono? Che ci fa una donna mezza nuda lì?- alzando gli occhi al cielo,irritandomi,sentendo la rabbia salirmi,avendo la tentazione di rispondere a mia sorella per le rime,mentre la rabbia mi ribollita nelle vene. Non potevo arrabbiarmi più di tanto, era piccola, ma grazie a lei adesso ero nei guai con mamma e dovevo darle delle spiegazioni che non volevo darle,così le dissi per tentare di sviare l'argomento anche se sapevo che sarebbe stato inutile:
KYLA: Mamma! Dai,non hai detto che non dovevamo distrarre papà? Non mi sembra il caso di farne una questione di stato- come se loro non avessero mai guardato foto di nudo alla mia età e non lo facessero neanche adesso, mi bastava aprire i loro cassetti per sapere che riviste c'erano,ma dato che io ero una ragazza che stava guardando un altra ragazza ecco che automaticamente era un problema di cui parlare. Non dico che se avessi guardato la foto di un ragazzo sarebbe andata meglio, ma di certo non avrebbe reagito in quel modo, così proseguii dicendo:
KYLA: È solo una foto- poi sussurrai a mia sorella con fare leggermente arrabbiato come per farle capire che quella era tutta colpa sua :
KYLA: Visto?- ma mamma ribattè dicendo con fare perentorio:
MAMMA KYLA: Non cambiare argomento,Kyla. Ti sembrano foto da guardare in macchina con tua sorella vicino? E perché stavi guardando una ragazza? Dovresti guardare un maschio- era qui che la volevo. Lo sapevo che sarebbe andata a parare esattamente qui. Era uno schema preciso. Prima si nascondevano dietro i bambini e poi attaccavano con il loro "odio",lo avevo visto fare su internet un milione di volte,per cui la cosa non mi stupiva,infatti risposi a mamma con fare irritato,sentendomi come se fossi sotto processo e avessi commesso un crimine contro l'umanità:
KYLA: Sul serio? Mia sorella invade la mia privacy e la tua unica preoccupazione è questa? È il mio telefono e ci guardo quello che voglio- attirando l'attenzione di nostro padre che era stato fuori dalla conversazione fino a quel momento,il quale mi rimproverò subito dicendo:
PAPÀ KYLA: Non ti permettere di rivolgerti in questo modo a tua madre,Kyla! Tua sorella ha si sbagliato ma questo non ti dà il diritto di rispondere male a tua madre. Chiedile scusa- almeno per lui Carol aveva sbagliato,però ribattei comunque dicendo trovandolo ingiusto,mentre papà faceva una curva su una strada a strapiombo su un dirupo:
KYLA: Ma papà.....- ma lui mi rispose secco,senza darmi neanche il tempo di finire la frase:
PAPÀ KYLA: Niente ma,Kyla,chiedi scusa- quando qualcosa ci tagliò la strada,facendolo sbandare,sbattendo contro ad una parete rocciosa che si trovava sulla sinistra,per poi capottarci senza capire esattamente come fosse successo,ritrovandoci improvvisamente ribaltati. Persi i sensi solo per qualche istante,riprendendomi quasi subito,sentendo mia sorella piangere,mentre la paura mi attanagliò dentro,chiedendomi cosa fosse successo, slacciandomi immediatamente la cintura, avvicinandomi ai corpi privi di sensi di mamma e papà che mia sorella stava chiamando invano,provandoli a scrollare,chiamandoli disperatamente, sentendomi in colpa per quello che era successo, dicendomi che se non avessi aperto Instagram in quel momento nulla di tutto questo sarebbe mai successo,iniziando a piangere. Avevo paura di ritrovarmi sola in quel momento e che avrei potuto perdere i miei genitori,pensai mentre continuavo a scrollarli,dicendo a mia sorella per tentare di calmarla:
KYLA: Carol,sta tranquilla,andrà tutto bene- ma lei mi ignorò dicendo piangendo,facendomi stringere il cuore:
CAROL: Perché mamma e papà non rispondono? Voglio andare a casa. Mamma- avvicinandomi a lei per poi abbracciarla dicendole,nel tentativo di rassicurarla,cercando di convincere più me stessa che lei:
KYLA: Andrà tutto bene, non preoccuparti. Ce la faremo- guardando i corpi inermi dei miei genitori con fare preoccupato ,sentendo un magone in gola soffocarmi,cercando di ricacciare indietro le lacrime,faticando a trattenerle,sentendole pungermi gli occhi,minacciando di uscire,quando mi staccati da mia sorella,voltandomi verso la porta,facendola tremare,facendole pensare probabilmente che la volessi lasciare lì da sola,infatti mi disse:
CAROL: Dove vai? Perché apri la portiera?- voltandomi di nuovo verso di lei dicendole con fare serio prendendo il telefono:
KYLA: Cerco di chiamare aiuto. Magari qualcuno passerà di qui con la macchina e ci vedrà e vedo se c'è campo per chiamare i soccorsi. Tu resta qui e non uscire per nessuna ragione al mondo. Cerco di fare in fretta- Aprire la portiera fu più difficile del previsto, ma alla fine ce la feci,riuscendo ad uscire animando,strisciando tra i vetri rotti dei finestrini,temendo di potermi fare male,sentendomi miracolata nel constatare che non avessi ferite così grave e che l'irebeg si fosse aperto.
Mi misi in piedi con fatica,emettendo dei piccoli gemiti di dolore,guardandomi intorno con fare spaesato. Quella non era una strada molto traffica,soprattutto a quell'ora di notte, quindi la mia speranza di fermare qualcuno per chiedergli aiuto si frantumò quasi subito,così alzai il telefono in aria sperando che almeno lui collaborare,passeggiando avanti e indietro per la strada per vedere dove ci fosse più linea,seguendo le bande che si alzavano,ma dato il punto era capace che dopo poco la tacca sparisse e ti ritrovassi con una banda o zero,sentendo l'ansia attanagliarmi,buttando uno sguardo alla macchina, nella speranza che mamma e papà riprendessero i sensi,ma come ho detto quella sera la fortuna non era dalla mia parte. Tornai a guardare il telefono con fare spaventato e preoccupato allo stesso tempo, pregando che la linea arrivasse. Per un po' non successe nulla,iniziando a scoraggiarmi e pensare che o saremmo rimasti lì per sempre o che che la saremmo dovuta fare a piedi fino in città per chiedere aiuto,anche se dubito che a quell'ora di notte qualcuno ci avrebbe aiutato,così continuai a tentare con fare demoralizzato,mentre di tanto in tanto mia sorella si assicurava che fossi ancora lì e non me ne fossi andata. Non sapevo cosa fare,ma per lei dovevo dare l'impressione che lo sapessi, perché tra le due ero io l'adulta,anche se di adulto non avevo nulla e la situazione in cui eravamo lo dimostrava. Non volevo che finisse così, volevo solo che la smettessero di fare domande alle quali non volevo rispondere e che mamma sgridasse ogni tanto anche mia sorella e non solo me,ma ormai il danno era fatto ed io dovevo risolverlo.
Finalmente dopo degli attimi che mi parvero interminabili la linea arrivò,rincuorandomi,pregando con tutta me stessa che non sparisse,approfittandone subito, facendo il numero dei soccorsi prima che la linea sparisse,cercando di fare il più veloce che potevo. La chiamata fortunatamente partì,pensando che non fossi mai stata così felice di sentire un collegamento di una chiamata,quando uno strano ringhio attirò la mia attenzione, voltando la testa verso il rumore,trovandolo insolito. Uno strano ringhio di un animale che proveniva proprio da vicino a me,voltandomi verso il rumore con fare spaventato proprio mentre il centralino della polizia rispose,sentendo dall'altra parte la voce di una donna che mi disse:
CENTRALINO: 911 qual è l'emergenza?- io restai per un secondo in silenzio avvicinandomi piano al rumore,perdendo la concentrazione,chiedendomi cosa fosse stato, cercandomi di sforzarmi di guardare attraverso la leggera nebbia che invadeva il luogo,dicendo:
KYLA: Salve,vorrei segnalare un incidente appena fuori Lakedale- ci fu un secondo di silenzio dall'altra parte della cornetta,durante il quale sentii di nuovo quel ringhio ,ma questa volta come se fosse pericolosamente vicino cosa che trovai insolita dato che non era l'habitat adatto per i lupi . Guardai oltre la nebbia con il cuore che mi batteva all'impazzata nel petto,non sapendo bene cosa aspettarmi di trovare,ma quel che vidi era decisamente inimmaginabile. Una specie di bigfoot stava trasportando una donna su una spalla,strofinandomi gli occhi con fare sbigottito,pensando di starmi immaginando tutto a causa della botta,non riuscendo neanche a vedere chiaramente i contorni delle figure dato che la nebbia li sfocava. Cercai di aguzzare bene la vista ma era difficile,quando il mio sguardo cadde su quello sembrava un grosso lupo,di dimensioni gigantesche,dal pelo scuro e una stazza imponente,il quale annusò l'aria fiutando qualcosa, per poi ringhiere al bigfoot (non posso davvero star descrivendo questa scena. È surreale) e voltarsi verso di me con fare minaccioso, posando i suoi scintillanti occhi rossi su di me,mentre il suo manto scuro si confondeva nella notte e nella leggera nebbia, dando alla situazione un che di surreale, sentendo la paura attanagliarmi e l'aria farsi tesa,mentre il luogo cadde in un silenzio innaturale. Guardai il lupo con fare spaventato,tremando impercettibilmente,ripetendo nella mente di non fare movimenti bruschi,mentre la donna del centralino mi disse:
CENTRALINO:Quanti eravate in macchina?- io fissai il lupo come se fossi in trans e risposi alla signora con fare spaventato:
KYLA: Quattro. Io,mio padre,mia madre e mia sorella di tre anni- Guardai verso la macchina istintivamente per assicurarmi che mia sorella fosse restata lì dentro e fortunatamente per una volta mi aveva ascoltata,cosa che però il lupo evidentemente non prese bene dato che dopo poco che lo feci si mise in posizione d'attacco,inarcando la schiena,per poi balzarmi addosso talmente velocemente che non ebbi il tempo di reagire,ritrovandomi per terra senza sapere come ci fossi finita facendomi volare il telefono di mano. Il lupo mi attaccò con le unghie,cercando in tutti i modi di graffiarmi,ringhiandomi contro,mostrandomi i denti con fare minaccioso,mentre io cercavo di difendermi come meglio potevo,urlando spaventata,cercando di dimenarmi per tentare di liberarmi dalla sua presa, ma com'era prevedibile fu tutto inutile. Provai a strisciare via urlando,mentre la donna del centralino mi parlava ancora,preoccupandosi nel sentire le mie urla,chiedendo spiegazioni sulla situazione, ma per ovvie ragioni uno perchè il telefono mi era volato dalle mani ed era finito sull'asfalto e due perché difendersi da un lupo e dare spiegazioni era improponibile(se non lo avete mai provato non ve lo auguro) non gli e le detti ,dato che appena provai a sottrarmi alla sua presa il lupo mi afferrò per i vestiti,tirandomi a sé con forza, riuscendo a riprendermi,infilandomi anche gli artigli in un polpaccio facendolo sanguinare e urlare per il dolore. Il tutto sotto lo sguardo di mia sorella di tre anni che iniziò a piangere,rintanandosi nel suo seggiolino,cercando di piangere in silenzio, temendo di perdere anche me.
Il lupo riuscì a riprendermi,nonostante io cercassi di opporre resistenza,il quale mi mostrò i denti,puntando alla mia spalla,mordendomi poi un braccio con forza sentendo le mie ossa scricchiolare,vedendo il sangue uscire,dato che mi ero messa in posizione fetale per proteggermi,strillando per il dolore,così di riflesso per liberarmi dalla sua presa afferrai un pezzo di vetro dei finestrini che era lì vicino a noi e gli e lo conficcai vicino alle orecchie, facendogli mollare la presa sul mio braccio,ululando per via il dolore che provava,per poi ringhiarmi contro,levandosi subito dopo da dosso a me,dandomi la schiena,andando verso lo strapiombo sanguinando con ancora il vetro conficcato vicino all'orecchio ,lanciandosi giù da esso un agilità,ululando,correndo per raggiungere il bigfoot che si stava incamminando anche lui verso lo strapiombo seminando sull'asfaltogoccie di sangue che caddero,macchiandolo di chiazze rosse dal colore vivido non distinguendolo dal mio ,lasciandomi da sola lì in mezzo alla strada,guardando con fare sconvolto verso lo strapiombo,non riuscendo a metabolizzare ciò che mi era appena successo e come un lupo di quelle dimensioni potesse trovarsi da queste parti, dato che non era neanche il suo habitat.

_______________________________________________________________
E anche oggi il capitolo termina qui,spero vi sia piaciuto, se così fosse vi ricordo di salvare il mio libro nella biblioteca per restare aggiornati su quando pubblico,lasciare una stellina e commentare.
Ringrazio tutti per le vostre visualizzazioni al capitolo 1 siete stati tantissimi(magari non cifre astronomiche e per qualcuno potrebbero essere niente, ma per me che sono all'inizio sono tantissime). Vi ringrazio anche per i vostri commenti, alcuni sono mitici e spero abbiate la pazienza di aspettare ogni volta il nuovo capitolo. Mi auguro di riuscire sempre a non farvi aspettare tempi biblici ma potrebbe capitare anche se ho finito di studiare e ho più tempo libero,detto questo buona lettura.
Ps. I vestiti/ immagini varie sono di ispirazione, es nel capitolo di oggi il trucco,Kyla non ha davvero il pearcing alla lingua, né i capelli così lunghi.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top