In sedici anni tutto sarà declassificato?Perché potrei morire per i tuoi peccati

TW: minorenne, relazione con differenza di potere/età, accenno di prostituzione, aborto spontaneo. 

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Anche se è vero che Blitz fosse più grande di molti imp, lui era ancora nel lato più piccolo della scala quando si trattava di altezza e gli imp in generale erano la specie più piccola di demoni all'inferno, ciò nonostante Blitz non si era mai sentito piccolo. Tuttavia, Blitz non si era mai sentito così piccolo come ora, fissando Stolas mentre i dottori lo pregavano di farli passare mentre lui cercava di proteggere il suo bambino. Non aveva potuto farlo prima ma lo farà adesso.

Una vocina nella sua testa gli diceva che i dottori volevano aiutarlo o forse era qualcuno che glielo diceva.
Ma loro non l'avevano aiutato l'ultima volta. Nessuno lo aveva aiutato.

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16 anni fa

Blitzo non era mai stato il miglior performer del circo, in particolare nei momenti da solista, riusciva solo ad ottenere qualche applauso nelle sue esibizioni con Fizz e Barbie. Era frustrante, ci metteva sempre lo stesso (se non di più) sforzo, pratica e cuore del suo migliore amico e della sorella. Le cose diventavano più dure quando qualcuno faceva le stesse cose che facevi tu e otteneva più attenzioni, risate e applausi di te.
Ciò faceva infuriare suo padre, che era anche il direttore e padrone del circo ma dopo il pomeriggio di giochi che aveva passato quando aveva otto anni con Stolas suo padre trovò per lui un nuovo uso. Venderlo in privato ai clienti.

All'inizio si trattava di semplici pomeriggi di gioco per i loro figli o di portare le loro cose in giro per il circo e a lui andava bene perché suo padre gli aveva promesso che i soldi servivano per aiutare la mamma. Ma più cresceva e maturava più iniziò a dover intrattenere privatamente i clienti. E odiava ogni secondo di quegli attimi.

Sua mamma gli aveva detto che la sua prima volta doveva sempre essere speciale e che doveva farlo con qualcuno che gli piaceva e ci teneva a lui davvero. Questo è perché disse a tutti che Fizz fu il suo primo. Fizz era il primo demone con cui era mai andato a letto. Lo era. Non i demoni a cui suo padre lo vendeva.

Ricorderà sempre suo padre, l'onnipotente ubriacone Cash Buckzo, dargli una corta camicia da notte in velluto e pizzo con calze abbinate, dicendogli di essere ubbidiente nel tendone, non lamentarsi o urlare troppo forte e cosa più importante, non dire a nessuno: nè a Fizz, né a Barbie o a sua madre, cosa succedeva là dentro. E poi lo spingeva nelle braccia trepidanti di qualche demone a caso a cui Cash lo aveva venduto.

Le prime volte Blitzo non sentiva cosa gli succedeva, gli sembrava come un incubo confuso che non sapeva nemmeno se era accaduto davvero, tranne per la cruda realtà che lo colpiva in faccia mentre cercava di addormentarsi. Dopo essersi dissociato durante le sessioni, finì per farsi trattare una merda da suo padre quando le sue performance non erano superiori agli standard. Dopo che Cash aveva minacciato di far finire Barbie o Fizzarolli nella sua stessa situazione, mise la testa a posto e diede ai clienti una nottata infernale.

Dopo questo, non disobbedì mai al demone che serviva, non si lamentava mai nè urlava troppo forte, nè disse mai a nessuno cosa succedeva durante i suoi 'spettacoli da una notte' e mai aveva goduto. Odiava ogni secondo di quello. Fino a lui. Belial. Un Duca della Nobiltà Goetia.

Il mese dopo aver compiuto sedici anni suo padre gli aveva detto che aveva un cliente molto speciale (non solo uno speciale come al solito) per lui dopo lo spettacolo e doveva dare del suo meglio. Così come sempre, dopo aver finito la propria esibizione con Barbie e Fizz sgattaiolava fuori dal tendone principale ed entrava nel camerino di un piccolo tendone ai margini del circo. In tutta fretta si cambiava nel suo costume da intrattenitore, se così si poteva chiamare, visto che erano solo cinghie e fibbie, applicava un trucco più elegante sul suo viso. E aspettava.

Appena cinque minuti dopo Blitz udì l'aprirsi della tenda del suo tendone privato e poi il morbido suono di qualcuno sedutosi sui cuscini. Dopo aver preso un respiro profondo Blitzo aprì la tenda della stanza principale per vedere chi fosse lo stronzo per cui suo padre aveva fatto un accordo, solo per incontrare un affascinante demone antilope che aveva gli stessi luminosi occhi rossi di quel piccolo principe con cui aveva giocato tanti anni fa (e da cui era iniziata tutta la storia del trattamento speciale), Stolas o quel che era.
Poteva dire solo una cosa, questo demone era un Ars Goetia e molto sicuramente un nobile. Ed era bellissimo. Satana lo aveva benedetto. Forse sarebbe stata facile.

Senza indugiare Blitzo intrattenne il demone: obbediva ad ogni suo ordine crogiolandosi nella sua voce profonda e rauca, ignorando come si sentisse a disagio quando scoprì che aveva pagato un extra per non usare protezioni nel mentre cercava di dare a questo demone una prestazione perfetta e una notte da ricordare.

Dopo quelle che sembravano ore aveva finito il suo lavoro ma non prima che Blitzo riuscì a rubare qualche oggetto di valore dal ricco stronzo, incluso un bellissimo e costosissimo anello. Ma prima che potesse ritirarsi nella sicurezza del suo camerino, l'altro altro demone disse qualcosa di strano, qualcosa che nessun altro demone da lui servito aveva mai fatto.

"Sono Belail, a proposito. E tu sei?" Belail gli aveva detto il suo nome e gli aveva chiesto il suo.

"Blitzo, ma tu dovresti saperlo."

Belail rise, e Satana, quella risata provocò qualcosa in Blitzo. "Lo so, solo volevo sentirlo da te." Belail finì di rivestirsi e guardò l'altro demone nella stanza. "Ci si vede in giro." dopodiché lasciò la tenda.

Lasciando Blitzo confuso e vacillante. Qualcosa che solo Fizzarolli fu capace di fargli provare.

Un piccolo sorriso apparve sul volto dell'imp, inconsapevole che quell'incontro lo avrebbe distrutto nel giro di pochi mesi.

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Qualche giorno dopo il loro incontro, Belial si presentò al circo durante uno spettacolo e Blitzo poteva sentire i suoi brillanti occhi rossi seguirlo attorno lo spazio mentre compiva i suoi giri in aria. Una volta che lo spettacolo finì lui aspettava Blitzo nel suo camerino.

"Credo tu abbia qualcosa che mi appartiene." chiese.

"Non ho idea di cosa parli." Blitzo ritrasse, non sapeva a quale oggetto l'altro demone si riferiva.

"Sì che c'è l'ho, un anello. È un gioiello di famiglia, lo rivoglio indietro." Belial rispose con calma, se era così importante Blitzo dubitava la sua reazione poteva essere così pacata.

"Non ce l'ho. Puoi averlo perso."

"So di certo non è vero perché lo stavo indossando quando sono entrato nella tua tenda... Se avevi così tanta voglia di vedermi bastava chiedermelo. Non avevi bisogno di rubare il mio anello."

"Ummm cosa?"

Un sogghigno si allargò lungo il muso del demone antilope. "Be', se questo è il caso che ne dici di un accordo? Un appuntamento per il mio anello. Pagherò."

Dopo l'appuntamento Blitzo dimenticò di restituire l'anello.

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Le settimane seguenti volarono in un sogno abbagliante. Blitzo si sentiva l'imp più fortunato in tutto l'inferno. Aveva un (forse) fidanzato segreto, che era un duca, e lo viziava un sacco. Era anche molto importante per lui, come gli ricordava ogni volta che andavano a letto insieme. Belial veniva anche a vedere Blitzo esibirsi durante gli spettacoli del circo e si sentiva così bene a sapere che qualcuno nel pubblico era lì per lui, non Fizzarolli, non Barbie. Lui.

Si sentiva come fosse innamorato. Merda. Era innamorato. Era divertente ed eccitante tenere la loro relazione segreta, nonostante volesse dirlo al suo migliore amico e alla sorella quanto fosse felice ma Belial voleva che nessuno lo sapesse e lui rispettava il suo volere. Ma, oh, come non vedeva l'ora di vederlo stanotte. E se pensava che tutto era iniziato perché gli aveva rubato l'anello e ora pensava che doveva davvero restituirlo all'altro demone. Presto lo troverà di nuovo.

All'insaputa di Blitzo, Belial stava compiendo gli ultimi piani per il suo matrimonio che si sarebbe tenuto il prossimo mese ma l'unica cosa che mancava era il suo anello nuziale di famiglia. Un anello che non vedeva l'ora di riavere indietro da un giovane, sciocco e colpevole, sporco imp circense.

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Nell'ultima settimana Blitzo si era sentito... strano. Aveva vomitato ogni mattina per tutta la scorsa settimana e mezza e gli faceva male la schiena. Così, per curiosità prese un test di gravidanza. Che si rivelò positivo. Lo fissò per quindici minuti, con la mano posata sulla pancia e una leggera sensazione di speranza ed eccitazione che gli ribollivano nel petto.

Stava per diventare papà. Porco Satana! Stava per diventare papà! E con qualcuno che gli piaceva – o perfino amava- ed era interessato a lui! Sua mamma gli aveva sempre detto quanto era felice quando scoprì di essere incinta di lui e Barbie, aveva sempre pensato che fosse una cazzata, ma guardando al test nelle sue mani finalmente capì quanto le sue parole fossero vere.
Se qualcuno gli avesse chiesto perché mai stringeva il test di gravidanza al petto e scalciava i piedi eccitato lo avrebbe negato fino al giorno della sua morte.
Per una volta il suo futuro non era il circo.
Per una volta il futuro era luminoso e non vedeva l'ora di viverlo.

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"Tu sei? Cosa?" Belial disse piano stringendo i denti, Blitzo si abbatté perdendo un po' del suo entusiasmo.

"Sono incinto. Ed è... um... tuo" Blitzo si intimidì appena abbassò il test di gravidanza. Lo sguardo furente di Belial lo colse di sorpresa.
"E sei sicuro di questo? Qualsiasi cosa sta crescendo in te non può essere mia."

Blitzo non si trattenne, alzò la voce e indurì il tono. "Ne sono sicuro. Sei l'unica persona con cui sono stato in un mese! E la sola che mi ha scopato senza un condom! Come puoi- come puoi pensarlo?! Perché dovrei mentirti?!"

La faccia di Belial era di un rosso brillante, uno sguardo di pura rabbia ribollì ed esplose dal demone aristocratico. "Non sei nient'altro di un piccolo giocattolo imp. Una sgualdrina arrivista! E se quella cosa che cresce dentro di te è davvero mia, allora non è nient'altro che un parassita... un abominio! "

In meno di un secondo la vita di Blitzo era andata in frantumi. "Co-cosa? Ma pensavo che per te fossi importante...". Avvolse un braccio protettivamente attorno la sua pancia mentre la sua coda ciondolava contro la gamba. Belial era sempre stato così gentile e amorevole verso di lui, la persona che aveva davanti era un estraneo.
Una crudele forma grezza e oscura del demone che credeva di conoscere.

Una vuota risata echeggiò dalla gola di Belial, bastò questa e Blitzo diventò freddo.

"Pensi che me ne importi di uno sporco clown da circo? Un misero imp? La polvere sotto i miei piedi vale molto più di te. Ho solo finto e ho sopporto le tue cazzate così che potessi riavere il mio anello di famiglia che tu scioccamente non mi hai restituito. O forse l'hai fatto di proposito così da spremermi finché ne valeva la pena. Se è così, sei molto intelligente piccolo imp." Belial sogghignò.

Lacrime apparvero negli occhi di Blitzo, scorrevano a fiumi sul suo viso.
'Era una recita... niente di tutto questo era reale. Era tutto per quello stupido anello. Che in quel momento era nella mia tasca...'

"Tu non sei nient'altro che un pomposo ricco stronzo." Blitzo esclamò a dentri stretti, guardò l'altro demone negli occhi e gli lanciò l'anello in faccia guardando soddisfatto l'avesse colpito proprio in mezzo agli occhi.

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Una settimana dopo Blitzo sentì alla radio delle meravigliose nozze di un duca goetia che sarebbero state l'evento della stagione se non fosse per l'imminente matrimonio di uno dei principi. Spense prima che il reporter avesse detto il nome di quale principe. Fu difficile dormire quella notte. Non che avesse dormito molto ultimamente, si sentiva malissimo e non aveva il coraggio di dire a tutti il perchè.

Ovvio sua madre, sua sorella e il suo migliore amico si preoccupavano ma lui se lo scrollava di dosso dicendogli che era una semplice influenza o qualsiasi cosa fosse era ancora capace di esibirsi, nonostante fu a causa dell'essersi esibito prima oggi se al momento era costretto a letto. Si era sforzato troppo oltre nello spettacolo di oggi ed ora soffriva dei peggiori crampi alla pancia che avesse mai avuto. Aveva sentito dalle amiche della mamma che era normale agli inizi ma era preoccupato per quanto fossero intensi.

Per via del dolore non riusciva a sentire le tende della sua stanza aprirsi o il sonoro gasp che seguì.

"Blitzo, tesoro cosa succede?" era sua madre.

"Fa male. Fa malissimo." Sussultò appena lei arrivò e lo cullò tra le sue braccia.

"Dove tesoro?"

"La pancia mamma, mi fa tanto male." si lamentava piangendo. L'ultima cosa che ricordava da quella notte fu un'ultima ondata di dolore poi qualcosa iniziava a colare tra le sue gambe e prima di perdere conoscenza fu il sussulto stupefatto e terrorizzato di sua madre che gridava il suo nome.

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Aveva perso il bambino. L'unica cosa vera e innocente che aveva avuto dall'ultimo mese.
Sua madre voleva gli dicesse ogni cosa ma non poteva. Non poteva. Gli era proibito di dirle qualsiasi cosa sui suoi spettacolini privati e non poteva dire a nessuno di Belial. Era intrappolato, perso e distrutto. Era stato usato come un giocattolo e buttato via. Faceva male.

Alla fine lei capì così non insistette, si sedette sul letto di ospedale e gli carezzò le corna, canticchiando a bocca chiusa promettendogli che andrà tutto bene.

Andrà bene, in qualche modo. Ma una cosa era certa: non si sarebbe mai più fidato di un bastardo reale di nuovo.

NOTE DI TRADUZIONE:

Stavolta ho dovuto tradurre il titolo perché ha superato lo standard di ottanta caratteri richiesti da Wattpad. 
L'originale è: "In Sixteen Years Will All of This Be Declassified? 'Cause I Would Have Died For Your Sins" rivisitazione delle strofe "In fifty years will all of this be declassified?'Cause....i would've died for your sins" di The Smallest Man Who Ever LIved da The Tortured Poems Department.

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