VITTORIA REALE (3)
Le dieci erano passate da un pezzo, se non fosse stato per quella chiamata, lo stomaco non avrebbe cominciato a brontolare.
Il coinquilino forse era di là vicino al cucinotto o forse era sceso di nuovo in cerca di qualche altra studentessa svogliata.
La prima cosa che noto appena rientro in partita è la punta della siringa che Cacas8 mi sta per trafiggere in petto. Sono stato ferito dal nemico quei pochi istanti in cui rimanevo scoperto, immobile nel gioco. La squadra avversaria è già qui.
La nostra posizione nel bazar ci dà un vantaggio strategico in difesa. Appena resuscitato, controllo veloce nello zaino quanti materiali mi restano; venticinque unità di legno e cento in metallo. Sempre con Cacas8 costruisco una barricata tutta intorno al nostro piccolo spazio nella sabbia. Intanto TopoGigioGay fa fuoco di soppressione col suo mitra ma non sembra bastare perché uno dei nemici risponde subito a colpi di lanciarazzi su quel che stiamo edificando.
Non mi dò per vinto e continuo a costruire fino all'ultima goccia di materiale che mi è rimasta in questo arido deserto.
Tra le finestre e le porte sbarrate poco alla volta sbuffano verso i tendaggi i granelli di sabbia. Divengono sempre più fitti fino a dare l'impressione di imbarcare acqua in mare aperto. La tempesta è sempre più vicina quando intravedo una figura correre verso di noi. La skin del nemico è una trota coi piedi in divisa da operaio metallurgico. È lui ad averci preso in pieno le costruzioni, ancora in corsa carica il suo bazooka e ce lo punta in faccia. Il razzo che fuoriesce è a controllo termico ed ha agganciato me. Dico ai compagni di sparpagliarci e comincio a correre come un dannato. Scavalco un paio di steccati e mucchi di pietre e ossa alte quanto siepi ma il razzo non molla la presa. Così decido di cambiare strategia e di lanciarmi contro la trota attirando prima la sua attenzione sparando dei colpi in aria. Lei lascia a terra il bazooka e sfodera dallo zainetto una motosega dalle fattezze di una tavola da surf. È lenta, impacciata e subito entro in scivolata per poi passare sotto le gambe del nemico che ha giusto il tempo di girare la testa da pesce per vedere allontanarmi. Alle mie spalle un'esplosione epica. Il razzo non è riuscito ad evitare chi l'aveva sparato e sono salvo.
Ormai sono un tutt'uno con le raffiche di vento e sabbia. Non so dove sono finiti gli altri e attendo lo scadere del tempo.
A due minuti dalla fine si leva in aria un grido e lo riconosco, è la voce del Topo. Ha fatto fuori gli altri due senza difficoltà.
La tempesta cessa all'improvviso, torna la quiete e il sole in precedenza oscurato.
Ci troviamo catapultati sulla cima di una montagna nella mappa di gioco e siamo immobili, statuari nella nostra posa trionfale. Sopra la mia testa si materializza una scritta dal font largo e dorato "VITTORIA REALE" e dalle nuvolette sparse in cielo piovono coriandoli di tutti i colori.
Rimuginò un istante sulla conversazione che aveva avuto col padre poco prima. Era stato chiamato campione.
Campione...si era un campione. Sopravvissuto per venti minuti in gioco. Lui e i suoi due compagni. Primi tra cento giocatori.
Sul monitor figurava ancora la scritta "VITTORIA REALE".
Aveva accumulato molti punti esperienza col fruttuoso match appena concluso. A questi si aggiungevano anche i crediti di gioco, necessari per comprare nel negozio digitale potenziamenti, armi o skin migliori.
Il ritorno nella sala d'attesa del gioco è rassicurante. Me ne sto fermo a controllare l'inventario e aggiornare la tabella delle missioni attive. Sono rinchiuso in un padiglione di forma cubica e dalle pareti blu cielo. A colmare la situazione di quiete c'è una musichetta diffusa dall'alto che ricorda il motivo di una marcia trionfale. Suonano i fiati e poi le corde di una chitarra acustica. L'effetto flanger e di riverbero del suono rende l'esperienza più accomodante e dona all'enorme spazio vuoto e blu un carattere sconfinato come se le onde sonore s'irradiassero lontano verso l'infinito. Da una parte dell'orizzonte continuo sento un'interferenza, è la chat di prossimità del Topo. Si materializza accanto a me e qualche secondo dopo subentra anche Cacas8. Diamo il via a una serie di balletti stupidi e scriptati ognuno dei quali dura qualche secondo. E poi si riparte ancora con altre mosse combinate. È una festa.
Avevano vinto. Lo ripetè in mente un altro paio di volte.
TopoGigioGay e Cacas8 gli inviarono una notifica per fare di nuovo squadra. Tutto da capo, nuova mappa, nuovi avversari.
Emanuele accettò la richiesta senza indugiare. Dopotutto perchè no, erano i campioni.
Ancora un'altra partita, solo una e poi si sarebbe alzato per cucinare.
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