€UROSHIMA MON AMOUR
Mi risveglio circondato dalle teste di un paio di medici che mi chiedono se vada tutto bene, mi caricano sopra a un lettino e mi spediscono in codice verde al pronto soccorso. Nella sala d'attesa, sul lettino accanto a me c'è un'anziana senza naso, l'ha perso cadendo per le scale. Quella che deve essere presumibilmente la figlia le dice che andrà tutto bene.
Ne dubito, se fosse capitato a me, avrei implorato il dottorone di turno di riempirmi di plastiche facciali. L'estetica personale è importante a tutte le età e inizio a pensare che centri qualcosa tra le motivazioni che hanno spinto quella troia infedele della mia ex a spassarsela nei bagni col proprietario di un bar.
E' il mio turno, gli infermieri si avvinghiano alle maniglie del lettino su cui sono steso trascinandomi verso altri corridoi. Dal mio punto di vista è uno scorrere di soffitti come se stessi correndo all'ingiù da uomo ragno.
Viene scostata una tendina bianca e il lettino si ferma di nuovo.
Una dottoressa milf bionda mi fa un paio di domande mentre l'infermiera inserisce la flebo.
- Non faccio uso di farmaci.
- No, non sono svenuto perché mi fa impressione il sangue.
-Sono uno studente di medicina -. Lei ride, rido anche io.
-Utilizzo degli integratori e il minoxydil. Si ho ancora tanti capelli in testa ma le assicuro che stanno iniziando a cadere -.
Qualche ora prima di essere trascinato in lungo e in largo per l'ospedale, mi ero svegliato intorno alle 7:00 con l'intenzione di recarmi al centro prelievi. Era da un po' di tempo che non facevo le analisi del sangue ed erano un paio di mesi che mi sentivo spossato.
A dirla tutta mi stavo anche fottendo dalla paura per un rapporto non protetto avuto settimane prima con una ragazza in una discoteca torinese. Pensai di aver contratto l'epatite. Vorrei raccontarvi di più su quanto accaduto quella notte, giusto per ritrovare la mia autostima ma è caduto tutto in fretta nell'oblio. Hiroshima Mon Amour, il nome del locale, ecco quanto ricordo al momento.
La sala prelievi dell'ospedale Fate Bene Fratelli è situata a pochi metri di distanza dall'ingresso dell'obitorio. Stesso piano interrato, un luogo angusto dove regna solo la luce artificiale.
La prelevatrice era un'infermiera vecchio stampo, una donnona con più di trentacinque anni di onorato servizio e un'amica dei miei nonni che si fanno prosciugare esclusivamente da lei. Nulla da dire sulla sua bravura ma, ribadisco, struttura bunker.
Dopo il prelievo ho fatto una dozzina di passi nel corridoio lasciandomi alle spalle l'obitorio e poi bum, blackout, ho perso coscienza.
Quel che è capitato dopo deve essere stata un'esperienza molto simile a un sogno lucido. Vivevo nel corpo di più persone distanti nel tempo.
Ero una estimatrice di Otto Dix, il pittore tedesco e mi trovavo in una strada secondaria poco distante dall'autobhan. Alle mie spalle il fruscio della foresta nera e il vento che si insinuava tra i rami finisce per posarsi sulla mia tela poggiata sul cofano della macchina. Stavo dipingendo en plein air ma la cosa non procedeva bene, non avrei mai trovato lì prostitute ed ex soldati mutilati da raffigurare. La radio era accesa nel suv, il notiziario annunciava una minaccia imminente.
All'improvviso la mia coscienza traslò in un altro corpo e mi ritrovai coinvolto in un rave party all'interno di un ex base militare occupata. Stava arrivando la polizia a sirene spiegate per sgomberare la zona e io che sto sotto acidi oppongo resistenza e mi ritrovo a terra schiacciato da un manganello nero, fortunatamente respiro. Su in cielo intanto si leva il suono dei caccia da combattimento italiani, è il venticinque Aprile, festa della liberazione.
Ancora una volta cambia scenario, profumo di dopobarba e vesto una camicia bianca, sono insieme al vicinato e tocco la pancia di mia moglie incinta. Sotto i nostri piedi si sta aprendo una botola meccanica, si sta aprendo il vault e nel cielo sereno che sovrasta le graziose case proletarie dal nulla viene sganciata una bomba enorme. E' questione di pochi secondi, un flash e l'onda d'urto mi scompiglia i capelli. Non sono cieco, vedo distintamente un fungo atomico che si innalza come un gigante risvegliatosi e poi lentamente percepisco un calore sempre più intenso, mi brucia la faccia così tanto e mi ricorda di quando ci scottavamo in spiaggia da bambini. Gli altri urlano forse in francese o in tedesco o in spagnolo. L'unica cosa certa è che l'Europa sembra una grande Hiroshima. Infine l'anima si distacca dal corpo e vola sempre più su e dall'alto osservo la detonazione del vecchio continente.
Ora mi sento molto idratato grazie alla flebo, potrei fare una maratona.
Chiedo all'infermiera di passarmi il cellulare.
Due messaggi: Uno dalla troia infedele e l'altro dal proprietario dell'appartamento, era in riscossione il mensile.
Risposi al primo dei messaggi. C'erano più di venticinque righe di insulti da parte della troia. Non avendo niente di meglio da fare, mi applicai nella lettura:
"...Non so più come reagire. Ti sto chiamando da settimane. Messaggi su messaggi e tu visualizzi ma non rispondi. Sei cambiato da un momento all'altro nel peggiore dei modi e non riconosco più la persona di cui mi ero innamorata. Sei uno stronzo immaturo e non voglio pensare che tutto quel che hai fatto a Torino in mia assenza sia scaturito dalla tua gelosia nei confronti di Markus. Ti avevo detto più volte che tra di noi non c'è mai stato nulla, neanche ai tempi del mio progetto erasmus a Berlino. E in fin dei conti inizio a pensare che ho fatto male e che lui rispetto a te non è un uomo di merda e un coniglio. Mi viene da vomitare solo al pensiero che l'ultima volta che l'abbiamo fatto non hai usato il preservativo e menomale che ho preso la pillola. Immagina avere un bambino con uno come te senza progetti per il futuro, né ambizioni. Mi fai schifo dalla testa ai piedi. Viziato di merda. Mi dispiace per i tuoi genitori che ti pagano l'appartamento e non sanno che non combini un cazzo dalla mattina alla sera. Non hai la mentalità da studente di medicina..."
Un collega della dottoressa milf entra di soppiatto in sala. Mi guarda di nuovo dall'alto come accaduto poco prima. È sudato e ha l'alito pesante, mormora qualcosa alla milf del tipo che deve tornare subito a badare ai suoi pazienti. Mi consiglia dopo la dimissione di tornare a fare degli accertamenti per verificare se ho avuto contusioni craniche o una cosa simile perché prima, perdendo coscienza, ho battuto la testa.
Sono tornato giusto in tempo a casa per ora di pranzo. Un semplice prelievo mi ha fatto perdere mezza giornata. Provo a non pensarci e accendo la tv mentre aspetto che l'acqua in pentola inizi a bollire. Al telegiornale un'inviata a Mosca dice che c'è stato un incontro tra il capo di stato russo e quello cinese, hanno parlato di accordi sulle armi nucleari.
Il ritmo con cui l'inviata spiega gli eventi passando con nonchalance dalla cena tra premier al commercio fino ai possibili scenari di devastazione nucleare, mi ha fatto venir voglia di partecipare a questa danza macabra e atomica.
Ne ho la possibilità: posseggo una playstation e un gioco che si chiama FALLOUT, la versione videoludica della Waste Land Elliottiana.
Il mio personaggio è tra i sopravvissuti alla devastazione rimanendo chiuso in un bunker per molti anni. Non mi dilungherò oltre sul gioco perché potrei parlarne per ore, aggiungo solo che il personaggio l'ho creato io, mi somiglia molto sia di faccia che di corpo. Avevo la possibilità di lasciarlo ai suoi settaggi di base, alto, biondiccio. Il programmatore che l'ha voluto così deve essere uno di quei tipi che esteticamente piacciono a quella troia della mia ex.
Io sono mediterraneo e ho gli occhi scuri e in fin dei conti a chi fregherebbe del tuo aspetto dopo una pioggia atomica? (Forza terza guerra mondiale!)
Ho ripetuto le analisi del sangue qualche tempo dopo e si è evinto che avevo un disturbo dell'alimentazione che mi aveva sballato i valori delle transaminasi.
Penso che dovrò fare a meno degli alcolici quando vado a ballare.
Una mia conoscente, che ha lavorato come ragazza immagine in locali rinomati dalle mie parti, una volta mi disse che spesso i baristi sono obbligati a versare alcol da discount in bottiglie di marca per abbattere i costi.
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