Capitolo 1

Scavare le fosse di Elettra e Bradamante fu davvero terribile per Diana e Nimue, traumatizzate dal tristo evento che aveva portato alla morte delle loro fidate amiche. Le due, seppure a pezzi per la grave perdita e abbattute per il fatto di essere rimaste le uniche componenti più forti della Confraternita delle Streghe, non vollero arrendersi e, dopo aver salutato malinconicamente la loro comunità, intrapresero un viaggio per cercare di scoprire qualcosa sul misterioso omicidio delle compagne. Il tragitto fu molto lungo ed estenuante, tanto che le due streghe, dopo molte ore, si accasciarono a terra, prive di tutte le energie.
Nimue: Diana... È stata tua l'idea di viaggiare senza meta per scoprire qualcosa... Ma da qualche parte dovremmo pur dirigerci, no?
Diana: Certo... Solo che non so dove.
Nimue: Fantastico...
Diana, dopo aver ragionato per almeno un paio di minuti, tirò fuori dalla borsetta che portava con sé una polverina, che cosparse in giro senza un vero schema preciso, attirando l'attenzione di un'incuriosita e confusa Nimue. Diana, dopo aver intonato un canto a bassa voce in una lingua sconosciuta e aver fatto una strana danza, giunse le mani.
Diana: "Pulvis in plateas, adiuva nos, inveniamus in via".
Dopo aver pronunciato quelle parole, la strega puntò le mani verso l'orizzonte e la polvere precedentemente sparsa si sollevò in aria, brillando di una luce porpora. Essa guidò le due ragazze sino a una grotta non molto lontana e ai lati dell'entrata erano stati posizionati due bastoni di legno con dei drappeggi color rosa antico legativi intorno. Diana, senza pensarci troppo, si accinse ad entrare nella caverna, ma Nimue le afferrò il braccio, fermandola.
Nimue: Ferma.
Diana: Che succede?
Nimue: Sta' lontana dall'entrata. Non devi assolutamente varcarla.
Diana: E perché?
Nimue: Li vedi quei bastoni?
Diana: Sì... Sono semplici bastoni con del tessuto aggrovigliatovi attorno, tutto qua.
Nimue: No. Quello non è semplice tessuto. Ho passato diversi mesi a leggere volumi sulle pratiche mistiche e grazie a tali volumi... Ho scoperto che, se si trovano cose del genere accanto a un'entrata, significa che è stato lanciato un incantesimo d'allarme, che avvertirà della presenza di intrusi colui o colei che l'ha castato.
Diana: Si può sapere quando hai avuto il tempo di leggere libri con tutto quello che ci è successo?
Nimue: Beh... Diciamo che non li ho proprio letti... Ho trasferito le pagine nella mia mente con un sortilegio. È un metodo facile e veloce.
Diana: Suppongo tu sappia anche come si può disattivare questo allarme.
Nimue: Ma certo. Lascia fare a me. "Supervacuum est locat".
Una volta che ebbe pronunciato quella formula, Nimue aprì le braccia e strinse i pugni. Dopo qualche secondo si poté sentire uno strano suono, simile a quello emesso dalla rottura di un vetro, echeggiare nella radura in cui si trovavano. Il contro incantesimo aveva funzionato e le due streghe entrarono nella grotta, rimanendo piuttosto stupite da quanto fosse meticolosamente pulita. Non c'era segno di sozzeria o quantomeno loro non ne vedevano.
Nimue: È tutto in ordine e non c'è niente di sporco... Questo posto è stato pulito parecchio. Maniacalmente, oserei dire.
Diana: Non pensi anche tu che lo sia un po' troppo? Già è strano che qualcuno si metta di punto in bianco a pulire una caverna, ma farlo così minuziosamente mi sembra un tantino sospetto. Secondo me qui gatta ci cova.
Nimue: Sì, forse hai ragione. Chissà, magari c'è un'entrata segreta.
Diana: Certo, come no... Oppure qualcuno ha fatto un incantesimo illusorio. In tal caso, ci penso io.
Diana materializzò nella sua mano uno stramonio, ne carezzò le foglie e se lo mise al petto, sussurrando una frase in una lingua antica. Dopodiché sollevò le sue mani, tenendo stretta la piantina, spezzò quest'ultima in due e la fece scomparire. Tale gesto fece sì che nella grotta comparve della mobilia e tutto il necessario per sopravvivere.
Nimue: Fantastico! Allora c'era davvero qualcosa di nascosto qui! Ma... Che cos'hai fatto con quella piantina?
Diana: Quello era uno stramonio. Nel linguaggio dei fiori, esso simboleggia il camuffamento ed è infatti la pianta che è stata usata per occultare tutto ciò che è all'interno di questa grotta. Ho semplicemente chiesto con la magia alla pianta di annullare i propri effetti sull'ambiente dopo che l'avessi spezzata.
Nimue: Sei un vero genio!
Diana: No. Semplicemente, sfrutto la natura a mio vantaggio, servendomene come catalizzatore per i miei incantesimi.
Nimue: Comunque, ora capisco perché è stato pulito tutto da cima a fondo. Questa grotta è la dimora di qualcuno. Potrebbe trattarsi... Dell'assassino delle nostre compagne?
Diana: Può darsi. Ad ogni modo, si pentirà amaramente di quello che ha fatto. Ci puoi giurare, amica mia.
Le due streghe cercarono qualche indizio utile che potesse aiutarle a scoprire l'identità dell'assassino, ma sfortunatamente le ricerche furono vane. Uscirono dalla grotta e si prepararono a riprendere il loro viaggio, ma vennero circondate da un folto gruppo di demoni inferociti pronti all'attacco. Le due si misero schiena contro schiena e si prepararono a combattere. Diana prese dalla borsetta una fiala contenente uno strano liquido bluastro e la lanciò contro un paio di mostri che, non appena entrarono in contatto col suddetto liquido, sputarono i loro cuori insieme a copiose quantità di sangue e morirono. Nimue rimase sconvolta quando vide quel che era appena successo.
Nimue: Ma cosa...?
Diana: Quello era un filtro di mia invenzione, che obbliga a morire l'organismo di chiunque lo beva o lo tocchi. Ora, invece di restare immobile come un tubero, potresti aiutarmi a combattere?
Nimue: Sì. Ultimamente ho imparato qualche nuovo incanto.
Nimue si librò in aria e puntò una mano verso il cielo, che si annuvolò di colpo. Le nuvole nere comparse si unirono in un agglomerato ancora più scuro, dal quale cominciarono a intravedersi delle scintille. All'improvviso dalle nubi scaturì un violentissimo fulmine che si abbatté su una decina di quei demoni, che vennero ridotti a un mucchietto di ossa. Gli ultimi due mostri rimasti tentarono di afferrare le due streghe con dei tentacoli, ma senza risultati. Diana tirò fuori da uno dei suoi stivali un sacchetto con dentro una polvere verdolina, che la ragazza prese e soffiò contro i suoi avversari, dicendo poi a Nimue di guardare negli occhi uno dei due, poiché Diana avrebbe incrociato lo sguardo dell'altro. A un tratto i demoni si tramutarono in statue di pietra e le due streghe le disintegrarono con un calcio.
Nimue: È stato pazzesco!
Diana: Puoi dirlo forte.
Le due, dopo essersi riposate un po', continuarono a camminare, baciate dalla tiepida luce prodotta dal tramonto. La sera arrivò, ma non prima di aver annunciato la sua venuta con una leggera e piacevole brezza; Diana e Nimue decisero di accamparsi sotto una bellissima quercia, sicure che in caso di pioggia le grosse foglie dell'albero avrebbero costituito un riparo per loro. Accesero un bel falò e, prima di assopirsi, parlarono per qualche minuto, facendosi qualche risata per cercare di dimenticare un attimo tutto quello che stava succedendo.

LO SO, CI HO MESSO TANTO PER AGGIORNARE QUESTA STORIA. PERÒ SO CHE SIETE FELICI DEL RITORNO DI GIUBILEA. AMMETTETELO! DOPOTUTTO IL FINALE DELLA STORIA PRECEDENTE ERA APERTO E C'ERA BISOGNO DI UN SEGUITO, NO? DETTO QUESTO, SPERO CHE ABBIATE GRADITO QUESTO RITORNO (SE VI SERVE, POTETE TRANQUILLAMENTE RILEGGERVI IL FINALE DI GIUBILEA 2 PER RICOLLEGARE I FATTI) E VI CHIEDO DI LASCIARE UN COMMENTO. CI VEDIAMO AL PROSSIMO CAPITOLO❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️

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