Capitolo 8

Le streghe e Andromeda si recarono nel rifugio di questa e cominciarono a parlare.
Nimue: Elettra, chi è questa donna?
Elettra: Si chiama Andromeda, ed è... Un demone proveniente dalla Terra della Tortura, una dimensione terrificante. Ma il punto non è chi è ma come mai è qui, quindi... Com'è possibile che tu sia viva?
Andromeda: È una storia lunga.
Elettra: Oh, ma abbiamo tutto il tempo.
Andromeda: Quando Ambra Scarlatta mi ha uccisa, la proiezione della mia anima si è manifestata proprio all'Inferno e sono rimasta lì per molti anni. Successivamente, ho incontrato Giubilea e ho assistito alla fusione del suo corpo con quello di un demone. La sua forma da Magus è davvero affascinante... Ma sto divagando. Quando voi due, Diana e Rebecca, avete aperto il portale per l'Inferno, Giubilea è riuscita a fuggire, ma...
Bradamante: Ma cosa?
Andromeda: Ma quando si è destata, la sua forza ha attratto la mia anima, che è uscita con la vostra amica e si è ricongiunta con il mio cadavere. Al mio risveglio, non mi ricordavo niente di tutto ciò che era successo, ma poi mi tornò in mente tutto. Ho spiato per diversi giorni Giubilea e ho notato che provava un grande astio nei vostri confronti.
Diana: Ce ne siamo accorte. Comunque, per quale motivo ti sei offerta di aiutarci?
Andromeda: Perché il mondo è pieno di cose da fare e non mi va a genio l'idea della sua distruzione, ragion per cui voglio impedirla.
Elettra: Potrei quasi considerarlo un gesto nobile, se non fosse che è da parte tua. Come facciamo a fidarci di te? Dopotutto, la tua razza è stata per secoli la nemesi di fate e streghe.
Andromeda: Mettiamo una pietra sopra gli antichi conflitti. Io non voglio pensare al passato, ma al presente... E al futuro. Immagino che fidarvi di me possa essere difficile per voi, ma state pur certe che il mio contrasto è proprio con Giubilea.
Le streghe ci pensarono su per un po', per poi tornare alla discussione con Andromeda.
Elettra: D'accordo. Ti crediamo. Ma ti posso assicurare che se oserai fare del male a una di noi... Ti strapperò il cuore e lo incenerirò.
Andromeda: Beh, sarebbe un atto spietato, degno di una strega, ma è inutile visto che i demoni non possiedono un cuore.
Nimue: Basta con queste stupide corbellerie. Vediamo, invece, di organizzarci per avere una possibilità di sconfiggere Giubilea.
Diana: Ha ragione... Rebecca, Bradamante, seguitemi.
Rebecca: Eccoci.
Le tre streghe si recarono nella camera di Diana, la quale teneva in mano alcuni ramoscelli incantati.
Bradamante: Allora, perché ci hai chiamate?
Diana: Giubilea è molto forte, come abbiamo detto e ribadito, ma non è in grado di individuare le tracce magiche, se esse sono celate.
Rebecca: Che vuoi dire?
Diana: Mi sono documentata sui Magus e ho scoperto che nessuno di loro, Giubilea compresa, riesce a captare le essenze mistiche se sono nascoste.
Bradamante: Dove vuoi arrivare?
Diana: Ho preso questi ramoscelli di quercia per fare un incantesimo che ci renderà invisibili persino alla nostra nemica.
Rebecca: Saresti capace di farlo?
Diana: Con l'aiuto dei vostri poteri... Sì.
Bradamante: Allora facciamolo. Tentar non nuoce.
Diana dispose i rametti in modo da formare un quadrato e ci mise al centro un piccolo diaspro. Diede poi dei foglietti con su scritto il mantra per il sortilegio. Le tre si presero per mano e iniziarono il rito.
Diana/Bradamante/Rebecca: Invisibilia! Absconditur! Arcanum! Tacet! Nunc autem, postquam nullus amplius!
I ramoscelli si tramutarono in polvere blu che avvolse l'intero castello, mentre il diaspro si sollevò in aria e divenne un anello, che Diana indossò. La ragazza sorrise, contenta.
Diana: Ha funzionato!
Bradamante: È stato bellissimo. Sembrava più la magia di una fata che di una strega, ma è stato comunque stupendo.
Rebecca: Wow. Ho provato una sensazione di incredibile potenza quando ho pronunciato la formula. Ma adesso che ci farai con quell'anello?
Diana: Vedi, è derivato dalla pietra che abbiamo posizionato al centro dei rametti. Devo indossarlo per poter mantenere stabile il sortilegio, così da impedire a Giubilea di trovarci.
Bradamante: Mi stai dicendo che lei non ci troverà mai più?
Diana: Purtroppo no, l'incantesimo durerà al massimo due giorni, ma ci vorrà del tempo prima che riesca a scovarci. Di certo la polverina blu le darà del filo da torcere. Ottimo lavoro, ragazze!
Nel frattempo, Elettra e Andromeda andarono a fare un giro di ricognizione nel bosco adiacente al palazzo. La notte era tranquilla e non si intravedevano minacce all'orizzonte.
Andromeda: Ho saputo che... Giocasta è morta. Era decisamente la strega più forte tra di voi, escludendo Cassiopea e Desdemona.
Elettra: Già. È stata una grave perdita. Speravo proprio che avrei potuto ridurre a zero il numero di vittime.
Andromeda: Sarebbe stato impossibile. La lotta contro Ambra Scarlatta era troppo duro. Le guerre prevedono sempre spargimenti di sangue. L'ho imparato a mie spese. Da dove vengo io, la Terra della Tortura... Le battaglie e i cadaveri erano all'ordine del giorno.
Elettra: Mi manca la vecchia Giubilea. Vorrei tornare a quando eravamo bambine. Sai, spesso ci incontravamo di nascosto nel cuore della notte e ci chiudevamo nella mia o nella sua stanza e giocavamo con la magia senza renderci conto di cosa fosse esattamente.
Andromeda: Che incantesimi utilizzavate?
Elettra: Niente di particolare. Ci limitavamo a lanciare dei dardi solleticanti o creare dei cuccioli di demone, anche se del tutto inoffensivi. Talvolta uscivamo dopo pranzo e ci recavamo alle sponde del Fiume della Discordia. Facevamo finta di saper domare l'acqua.
Andromeda: Il Fiume della Discordia, eh?
Elettra: Già. Alla riva di esso, inoltre, Serafina trovò Giubilea, quando questa era ancora in fasce. È sempre stata la mia migliore amica e la mia più degna rivale in ogni competizione, ma sapere che adesso è una Magus votata alla distruzione del mondo... Mi affligge.
Andromeda: Beh... Mi rendo conto che non è un peso facile da reggere. Ma purtroppo, questa è la realtà. Anche se siamo fate, streghe, demoni... Non possiamo e mai potremo contrastare quel magnifico e maledetto strumento dell'universo chiamato "destino".
Elettra: Che frase poetica.
Andromeda: Sì. Me la diceva spesso mia madre per farmi addormentare. Non le piaceva dare false speranze. Nonostante la sua natura di demone, non ha mai amato la mendacia. Questo suo... Aspetto mi ha sempre colpita.
Elettra: È singolare per un demone. È bello essere sinceri, anche se la verità spesso è come una pugnalata dritta al cuore.

CON QUESTO FINALE DI CAPITOLO HO VOLUTO ESPLORARE UN PO' MEGLIO IL PASSATO DI QUESTI DUE PERSONAGGI, QUASI DAL PUNTO DI VISTA PSICOLOGICO. COMUNQUE, VI INVITO A COMMENTARE E DIRMI COSA NE AVETE PENSATO DI QUESTO OTTAVO CAPITOLO E NOI CI VEDIAMO AL PROSSIMO, BYE BYE 😘😘😘😘😘😘😘😘😘😘😘

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