Capitolo 3
Elettra era sempre più vicina a Selvaggia, e questa si sentiva ormai fra le braccia della morte ma, per fortuna, Giubilea riuscì a intercettare l'avversaria e riuscì a tramortirla temporaneamente, così da avere il tempo per fuggire. Intanto, la Fratellanza della Pace doveva riorganizzarsi, sconvolto per la perdita precoce di due fate a causa di Giubilea. La fata più importante, Teodora, si alzò dal suo sfarzoso trono di cristallo e pronunciò questa frase:< Udite le mie parole e fatene tesoro. Oggi una laida strega ha osato provocare la morte di due nostre care sorelle. Quella bestia deve morire. Questa notte la guarderemo negli occhi e con tutta la nostra forza seppelliremo i suoi poteri oscuri e offuscheremo la sua mente con la gioia e l'accettazione, finché non sarà solo uno strumento del fato. Solo con la pace vendicheremo le nostre compagne cadute!> In seguito a questo discorso ci fu una grande esaltazione e tutte le fate si prepararono a lottare. Giubilea e Selvaggia stavano riposandosi in una grotta, al sicuro da Elettra. Ad un tratto un bagliore accecante colpì in pieno le due streghe, che si ritrovarono a terra, indebolite. Una fata incredibilmente potente e spietata, Rosetta, era stata mandata da Teodora per sconfiggere Giubilea così da portarla al cospetto della Fratellanza della Pace. Le due cominciarono a lottare contro la fata, ma ogni sforzo fu inutile, in quanto vennero entrambe messe al tappeto. Giubilea provò con un ultimo attacco, che fu scaltramente vanificato dalla nemica che neutralizzò la strega. Selvaggia, decisa a non perdere questa lotta, recitò una formula magica:< Potere del Suolo, Me sola devi ascoltare. Io ti impongo di tremare, e il bene annientare!> L'incantesimo riuscì e si manifestò un violento terremoto che distrasse Rosetta, in modo da permettere alla giovane di contrattaccare. Selvaggia credette di averla sconfitta, ma la fata si rialzò e stordì anche lei. Proprio quando stava per sferrare il colpo di grazia, una figura misteriosa accorse in loro aiuto, scuoiando la fata con un sortilegio. Appena compiuto l'atto, scomparve nelle ombre, congedandosi con queste parole:< Che Teodora bruci all'Inferno.> Giubilea provò ad inseguirla, ma era come se le tenebre l'avessero colta e avvolta, e che lei fosse volata via come uno sbuffo di vento. Forse era sopravvissuta un'altra strega dopo il disastro della Confraternita. Poco dopo, la donna udì un urlo disumano provenire da dietro di lei... Selvaggia era sparita. Giubilea corse a cercarla e fu costretta a guardare con estremo orrore il suo cadavere tumefatto impiccato ad un albero. Elettra comparve da dietro l'arbusto, ridendo sommessamente in onore del sacrificio appena compiuto. La strega traditrice aveva appena spento un'altra vita.
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