Capitolo 16 - FINALE
< Perderete!! Il vostro destino è segnato, maledette!!> Furono queste le parole di Ambra Scarlatta alle sue avversarie, che impegnandosi duramente, cominciavano ad essere più forti di lei. Perla, Giocasta e Rebecca lanciarono insieme un sortilegio illusorio:< Prima specchi, ora il fumo, noi siamo più di uno> e magicamente si duplicarono, così da confondere la nemica, mentre Desdemona, Diana ed Elettra si occuparono di un incantesimo di impedimento:< Corde, solide manette, ora legate, fatevi strette.> Con questa formula, fecero uscire delle catene che bloccarono braccia e gambe della dea. Fu poi il turno di Giubilea, Elettra e Cassiopea, che scagliarono, invece, un incanto offensivo:< Perfide vedove nere, le vostre tenaglie agitate. Entrate nel suo corpo, e la sua carne mangiate.> Ad un tratto, dei ragni spuntarono dalle braccia delle streghe ed attraversarono la pelle della dea, che pian piano iniziò a sentire un dolore atroce, poiché le creature insinuatesi dentro di lei stavano spolpando le sue interiora. Le fece fuoriuscire con un urlo disumano e si sollevò in aria, per poi scatenare un'onda d'urto che colpì le nemiche. Perla si buttò contro Ambra Scarlatta, ma questa le infilò una mano nello stomaco e le spezzò la colonna vertebrale in due; la strega le si accasciò addosso. La seconda a morire fu Giocasta. Nel tentativo di pugnalare la dea, questa le spaccò la testa su una roccia. L'invincibile avversaria tentò di uccidere anche Diana. Le ruppe una gamba, ma prima che potesse farle molto peggio, Cassiopea la fermò, facendole sputare sangue con un forte calcio sulla trachea. Furiosa oltre ogni dire, le disse:< Tu... Hai ucciso mia figlia... Come hai osato?!Dopo che ti avrò sistemata, mi implorerai di sgozzarti perché non sopporterai più il dolore che ti provocherò!> La strega l'affrontò, sfruttando tutta la rabbia che stava covando in quel momento. Prima che potesse infliggerle il colpo di grazia, la dea assorbì una parte della sua energia, così da tornare in forze. Cassiopea era viva, ma debole. Intervenne in quel momento Diana, che trafisse la nemica con un pugno. Ma questa si riprese e, semplicemente guardando la strega negli occhi, la lanciò via. La battaglia stava per essere vinta da Ambra Scarlatta; Elettra si inginocchiò in lacrime, guardò Giubilea e le disse:< Avremmo dovuto prevederlo. Era ovvio che avremmo perso le nostre compagne. Non avevamo speranze allora e non ne abbiamo adesso. Perderemo questa guerra come successe secoli fa. Arrendiamoci. Non abbiamo scelta.> Giubilea, al suono di queste parole, voleva piangere, ma le venne in mente un'idea. Si alzò in piedi, guardò la dea con aria di sfida e poi si rivolse alla sua amica, sorridendo:< Non è vero. Abbiamo ancora speranza. Esiste ancora un modo...> < No... Tesoro, non puoi farlo. Provocherà la tua morte! Ti prego, ripensaci! La resa è l'unica cosa che abbia senso!> < Ti voglio bene... Elettra...> Dopo queste parole e alcune lacrime, Giubilea evocò il potere tabù, quello che nessuna strega dovrebbe evocare se non nelle situazioni più ostiche: il potere delle Armi delle Tenebre. La sua era una spada, con la quale si diresse verso l'avversaria, la quale cercò di colpirla con vari malefici, che la strega deviò con la lama dell'Arma. Una volta raggiunta la dea, la affrontò e, dopo tanti sforzi e tanto dolore, la infilzò. Ambra Scarlatta era morta. Tutto tornò come prima, ma a caro prezzo: la morte di Giubilea. Elettra corse verso la sua amica, sdraiata a terra con accanto l'unica cosa che era riuscita ad eliminare la dea per sempre. La strega non faceva che raccogliere le sue lacrime:< Giubilea... No! No!! Ti prego, svegliati! Non puoi lasciarmi!! Ti supplico!... No... GIUBILEA!!!> Passarono gli anni e tutto era tornato alla normalità, la Fratellanza della Pace e la Confraternita delle Streghe erano state ricostituite e l'ordine era stato ristabilito, ma il malcontento per la morte della strega, ormai considerata un'eroina, era lampante. Cassiopea tornò a governare le streghe come tanto tempo fa, in sostituzione di sua figlia Giocasta, ma questo non attenuò la sua disperazione per aver perso tutte e due le figlie. Desdemona andò a parlare con Diana:< Ehi, come stai?> < Bene, credo.> < Per caso sai come sta Elettra?> < Vorrei saperlo. Da quando Giubilea è morta, non esce quasi mai dalla sua camera. Ma quando usciva non apriva bocca, e nessuna di noi ha mai osato rompere il silenzio che albergava qui quando lei era presente.> < Io non ce la faccio a vederla così, Diana.> < No, nemmeno io...> Desdemona stava per uscire dalla stanza, ma Diana la fermò:< Aspetta... Tu... Credi che... Credi che valga il sacrificio di pochi per salvarne molti?>
QUEST'AVVENTURA È TERMINATA. LO SO, FORSE A QUALCUNO DISPIACERÀ PER LA MORTE DI GIUBILEA, MA CHISSÀ SE... COMUNQUE, PER CHI NON L'AVEVA CAPITO, HO SCELTO QUELLA FOTO COME COPERTINA PERCHÉ LA STREGA BRANDISCE UNA SPADA, E L'ARMA DELLE TENEBRE DI GIUBILEA ERA UNA SPADA... COMMENTATE E SEGUITEMI, SE VOLETE ❤️❤️❤️❤️
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