Capitolo 54
Rientrando in albergo, Dinah suggerì di cenare al ristorante prima di andare a dormire, per approfittare del fatto che Normani fosse libera e potesse accompagnarle. La designer si incaricò di ottenere un tavolo nonostante non avessero una prenotazione, e, poco dopo, il potente gruppo di donne era seduto con i menù in mano, a decidere cosa ordinare.
"Morivo dalla voglia di mangiare tutte queste cose con nomi impronunciabili", disse Normani. "Il cibo della caffetteria è orribile. Abbiamo solo cose sane, che fanno schifo."
Normani fece una smorfia di disgusto che fece ridere tutte. Dopodiché, la incoraggiarono ad ordinare tutto ciò che volesse e, dopo diverse proteste della ginnasta, riuscirono finalmente a convincerla.
"Che cosa avete fatto?", chiese Normani, bevendo un sorso della sua limonata.
"Non molto, siamo andate solo a vedere alcune competizioni", rispose Dinah.
"Perché siete così noiose? Pensavo che foste già andate a vedere il Cristo Redentore o qualcuna di quelle cose tipiche dei turisti."
"Tutte tranne te, Charlotte e Lauren siamo venute a Rio prima, quindi volevamo aspettare che i Giochi finissero per andare con voi", spiegò Camila, al che Normani annuì. "Anche se potremmo fare shopping o andare in spiaggia..."
Camila smise di parlare quando delle braccia la circondarono da dietro e la fecero sussultare per l'assalto inaspettato. Guardò indietro per quanto le permise il collo e balzò dalla sedia quando vide Lauren ridere.
"Amore mio!", strillò Camila, abbracciando con eccitazione la tre volte medagliata olimpica. "Congratulazioni!"
"Grazie", rispose Lauren timidamente al suo orecchio. Le diede un rapido bacio sul collo e si staccò, ricordando che non erano sole. Ma alla fotografa non sembrò importare, così iniziò a lasciare baci su tutto il viso della sua ragazza, mentre questa rideva per il solletico che le provocavano le sue labbra e la spazzola dei suoi capelli.
"Sono così orgogliosa di te", disse Camila, prendendo entrambe le guance di Lauren con le mani e guardandola negli occhi. Lauren non poté farne a meno e le posò un rapido bacio sulle labbra.
"Che ne dici di smetterla di mangiare davanti ai poveri e di venire ad abbracciarmi?", si lamentò Normani con tono divertito, rivolgendosi a Lauren. La ginnasta allargò le braccia, inducendo Lauren a lanciare uno sguardo di scusa a Camila prima di allontanarsi da lei per ricevere l'abbraccio che Normani le stava per dare.
Tutti guardarono la scena con adorazione e orgoglio, senza dimenticare il fatto che tra loro due insieme ci fossero più medaglie di quante ne avesse un intero Paese in quell'edizione dei giochi, e più di tanti Paesi messi insieme.
"Non spaventarmi mai più così, imbecille", la rimproverò Normani, accarezzandole il braccio.
"È così che mi ricevi dopo aver vinto una medaglia d'oro?"
"Sei fortunata che non ti stia annegando in piscina in questo momento", concluse Normani con uno sguardo di rimprovero che fece sorridere Lauren. La successiva ad alzarsi fu Elizabeth, che non riuscì a trattenere le lacrime e cominciò a piangere mentre teneva il suo mondo tra le braccia.
Quindi Dinah si alzò, mordendosi il labbro per non versare le lacrime che si erano accumulate nei suoi occhi. Ally si avvicinò a Lauren timidamente e la avvolse con le sue piccole braccia mentre le sussurrava "Ce l'hai fatta!" nell'orecchio. Charlotte, che pensava che non avrebbe avuto un abbraccio, non si alzò dal suo posto, ma Lauren si avvicinò a lei e la guardò sbalordita.
"Non mi abbracci, cognatina?", chiese beffarda. "Ma che finta fan che sei", Charlotte roteò gli occhi e si alzò per congratularsi con Lauren come avevano fatto tutte le altre.
"Penso che sia stato abbastanza amore per un giorno", commentò Dinah. "Lauren ha ancora due medaglie da vincere e dobbiamo risparmiare un po' di eccitazione per l'ultimo giorno."
"Dinah, smettila di fingere che non stessi per piangere mentre mi stringevi", rispose Lauren con un sorriso beffardo, facendo ridere tutte.
Il cameriere tornò al tavolo per portare la bottiglia di vino che avevano ordinato in precedenza, solo che Dinah gli chiese di scambiarla con uno champagne per festeggiare adeguatamente. L'uomo annuì diligentemente e si offrì di portare una sedia per Lauren, che mise tra Camila ed Elizabeth.
"Perché sei qui?", chiese Camila alla sua ragazza. Le prese la mano da sotto il tavolo e intrecciò le loro dita, sentendo le familiari farfalle apparire nel suo stomaco.
"Diversi sponsor hanno organizzato una festa allo stadio e Nick mi ha dato il permesso di andare e tornare tardi nella mia stanza, se avessi voluto. Ma non avevo voglia di andare lì, quindi gli ho detto che me ne avevate organizzata una in hotel ed è per questo che dovevo venire qui."
"Perché Nick non è venuto con te?", chiese Dinah.
"Era stanco e stavo per andare a dormire."
"Stai bene?", chiese Camila a Lauren, ottenendo un cenno del capo da parte sua.
"Riguardo a prima, voglio scusarmi di nuovo con te", disse. "Non ho mai avuto intenzione di ferirti e non so cosa mi sia successo quando..."
Camila strinse la mano di Lauren che era intrecciata con la sua e le lanciò uno sguardo significativo, sapendo che l'attenzione di tutti al tavolo era su di loro, e l'ultima cosa che voleva era che scoprissero presto l'entità del suo attacco o di come avesse lanciato un bicchiere a Camila, che avrebbe potuto facilmente ferirla gravemente. Era meglio se fosse stato solo tra loro.
"Sì... quello... scusa", balbettò Lauren, cercando di far capire a Camila solo con i suoi occhi quanto fosse dispiaciuta. Camila lo vide, proprio come l'aveva visto prima, quando Lauren si era mostrata nel suo stato più vulnerabile, pensando che la fotografa avesse paura di lei.
Poco dopo arrivò la bottiglia di champagne e Ally si offrì di fare il brindisi. Fecero tutte tintinnare i bicchieri con un grande sorriso sul viso, inclusa Charlotte che aveva accettato la bevanda dopo che Dinah le aveva detto che doveva provarla.
La quantità di cibo che avevano ordinato in seguito, sarebbe stata sufficiente per sfamare un gruppo di persone tre volte più numeroso. Dopo aver finito di mangiare, Normani fu la prima a rendersi conto che fosse quasi mezzanotte e che avrebbe dovuto alzarsi alle sei del mattino per allenarsi e gareggiare un paio d'ore dopo.
"Amore mio, possiamo parlare un momento?"
Lauren annuì alla richiesta di Camila e, a causa del tono preoccupato nella sua voce, decise di alzarsi in modo che potessero parlare in un posto più privato. Le prese la mano e la condusse ai tavoli esterni del locale, che, in quel momento, erano vuoti.
"Va tutto bene?", chiese Lauren.
"Non voglio che te ne vada", rispose Camila con un broncio.
"Non voglio farlo neanche io."
"E se andiamo di sopra in camera mia e ci baciamo un po'?", propose, accarezzando il braccio di Lauren come sapeva che le piacesse. Forse in questo modo le avrebbe reso più facile restare.
"Ti propongo qualcosa di meglio: ci baciamo per tutto il tempo che vuoi e poi ti abbraccio fino a quando non ti addormenti. Va bene?"
Camila negò.
"Voglio che tu dorma con me."
"Non posso, amore mio. Secondo le regole devo dormire al Villaggio Olimpico."
"Non mi interessano le regole", scattò. "Non c'è modo al mondo che ti lascerò dormire da sola dopo oggi. E so che Normani dorme con te e tu puoi prenderti cura di te stessa, ma mi sentirei più tranquilla se dormissi con me oggi."
Lauren pensò per un secondo prima di prendere una decisione. Avrebbe potuto finire nei guai se la faccenda le fosse sfuggita di mano, ma non poteva dire di no a Camila, tanto meno quando aveva bisogno di dormire al suo fianco così tanto.
"Penso di poter sistemare qualcosa. Forse non avrò problemi se torno nel mio appartamento prima dell'alba", commentò, al che Camila sorrise come un bambino a Natale.
Tornarono dove si trovava il gruppo e, dopo aver comunicato i piani di Lauren, e che lei si guadagnasse un rimprovero da Normani, ognuno salì nella propria stanza. Lauren si sentiva come su una nuvola, dopo le montagne russe di emozioni che aveva provato durante il giorno. Paura, felicità, ansia, soddisfazione, impotenza, orgoglio, rabbia, amore, senso di colpa, euforia e frustrazione.
Tuttavia, la sua preferita in assoluto era la pace che sentiva mentre era sul balcone della stanza di Camila, sdraiata sul petto della fotografa, e la circondava in un abbraccio. Stare tra le braccia di Camila per Lauren era come tuffarsi in una piscina e non avere il bisogno di riemergere perché era certa che qualunque cosa fosse successa, non sarebbe annegata, perché quello era il suo posto sicuro, il posto dove si tornare quando tutto sembrava andare storto.
Camila era il suo angolo preferito della piscina.
"Amore mio, se continui a toccarmi il seno, finirai nuda su questo divano", fece notare Camila, ritirando la mano maliziosa di Lauren, che continuava a toccarla in una delle sue zone più sensibili, con il solo scopo di far reagire i suoi capezzoli al contatto.
"Tu non aiuti molto toccandomi il culo in quel modo", sibilò divertita Lauren.
"Ti sto solo accarezzando la schiena, pervertita!", esclamò Camila, mentre Lauren alzava le sopracciglia in modo malizioso. "Questo è il massimo che otterrai oggi, stai già infrangendo molte regole per aggiungerne altre alla lista."
"Hai mai sentito il detto che se la vita ti dà limoni, tu prepara la limonata?", suggerì l'atleta con desiderio, accomodandosi finché non fu tra le gambe di Camila, appoggiandosi al divano con l'aiuto delle sue mani.
"Lauren...", l'avvertì Camila in tono serio. Con una forza che Lauren non sapeva da dove fosse venuta, Camila la riportò nella posizione in cui erano prima e la strinse più vicino al petto.
"Sei una guastafeste", si lamentò. "Mi ricordi perché esco con te?"
"Non lo so, dimmelo tu. Devo avere un po' di fascino per fare in modo che mi perseguitassi per settimane."
"Non ti ho perseguitata", fece notare Lauren con fermezza. Poi fece una smorfia e sembrò esitare. "Ecco... forse l'ho fatto dopo il primo servizio fotografico, ma prima sono state solo coincidenze."
"Non esistono le coincidenze", le ricordò Camila.
"Stai dicendo allora che era scritto nel tuo destino di iscriverti a quella palestra tra le più di cento in tutta la città e andare ad allenarti in orari disumani, in modo che la donna più incredibile che tu abbia mai incontrato nella tua vita ti aiutasse con i manubri, nonostante tu fossi super scortese con lei, così che poi finissi per innamorarti pazzamente e perdutamente di lei?"
Camila annuì.
"Con alcune modifiche alla storia, ma sì, qualcosa del genere. Quello che voglio dire è che, anche se quel giorno non fossi venuta ad allenarmi perché ero molto assonnata, ci saremmo incontrate comunque", rifletté. "Forse avresti fatto un photoshoot con Normani, avresti accompagnato Dinah in una delle nostre uscite di shopping per rimodellare il mio studio, o saresti stata trascinata da una di loro per vedere uno spettacolo e ci saremmo sedute vicine sui sedili perché si sarebbe trattato dell'opera di Ally..."
"Cosa pensi che sarebbe successo se mia madre non mi avesse mai iscritta ad un corso di nuoto e tu non avessi mai deciso di voler fare la fotografa? E se Nike non mi avesse mai contattato e tu avessi rifiutato il contratto?"
"Ci saremmo incontrate in un momento diverso della nostra vita. Quando qualcuno ti appartiene, trovi sempre un modo per raggiungerlo."
"Mamma una volta mi ha detto qualcosa tipo che se due punti sono destinati a toccarsi, l'universo troverà sempre un modo per farglielo fare, perché alcuni legami non si possono spezzare... Ricordo che me l'ha detto quando le dissi che mi avevi chiesto tempo."
Camila guardò Lauren con tenerezza, non sapendo cosa fosse più adorabile, se il fatto che i suoi capelli fossero un po' disordinati per essere bagnati o che fosse andata da sua madre per un consiglio sulla sua vita amorosa.
"E aveva ragione, guardaci adesso."
"Pensi che le cose sarebbero andate diversamente se non ci fossimo conosciute come lo abbiamo fatto?"
"Sì, sicuramente. Ma allo stesso modo saremmo finite nello stesso posto in cui siamo adesso."
Lauren prese la mano di Camila, che era appoggiata sul suo addome, e iniziò a giocare con le sue dita.
"A volte penso a cosa sarebbe successo se cinquant'anni fa mia nonna non si fosse fatta male alla caviglia quando è inciampata su una panchina del parco o se mio nonno non avesse studiato infermieristica perché era stato cacciato dall'esercito per aver picchiato un superiore. È assurdo pensare che se ci fosse stato un leggero cambiamento in una di quelle azioni, i due non si sarebbero mai incontrati e mia madre non sarebbe mai nata. Forse tu ed io non saremmo qui."
"Questa è la parte divertente e curiosa di come funziona l'universo", commentò Camila. "Ci hanno sempre insegnato che siamo solo una combinazione in più di atomi tra i milioni che esistono, senza sapere che siamo effettivamente parte di qualcosa di grande e che con una semplice azione possiamo influenzare l'equilibrio del mondo e le vite di molte persone che non conosciamo, senza nemmeno rendercene conto."
"The butterfly effect", notò Lauren.
"Vedo che conosci il termine", sorrise Camila. "È una delle mie cose preferite al mondo."
"Tu sei una delle mie cose preferite al mondo."
Il sorriso di Camila divenne ancora più grande di quanto non fosse già. Posò un bacio sulla fronte di Lauren e la guardò adorante. Non sapeva se fosse stato il battito di una farfalla o il salto di un rospo, ma quanto era grata per lo tsunami che aveva causato.
*
Camila si svegliò da sola nel letto, proprio come si aspettava, nonostante l'orologio sul comodino segnasse solo le otto del mattino. Abbracciò il cuscino che Lauren aveva usato la sera prima e cercò dappertutto il suo profumo, ma, per sua sfortuna, non c'era.
Prese il telefono per fare la sua chiamata quotidiana a Lilly per sapere come andasse tutto, e la prima notifica che attirò la sua attenzione fu un messaggio di Lauren.
[5:14] Anfibio: Buongiorno, bavosa.
In allegato al messaggio c'era una fotografia di Camila che dormiva con la bocca leggermente aperta e una piccola parte del cuscino bagnato. Camila roteò gli occhi e scrisse una rapida risposta.
[8:27] Amore mio: Presto il mio cuscino non sarà l'unica cosa bagnata.
[8:29] Anfibio: Sono contenta che tu sappia cosa farò con te quando avrò finito di battere record mondiali e vincere medaglie d'oro.
[8:29] Amore mio: Spero che non implichi schiacciarmi con il tuo ego.
[8:30] Anfibio: Forse non con il mio ego, ma sicuramente ti schiaccerò. O forse tu a me quando sarai sulla mia faccia ;)
Lauren, per Camila, era un perfetto equilibrio tra essere un'adulta matura e avere lo stesso divertimento degli adolescenti. Era il mix perfetto tra essere saggia ed essere infantile, tra essere romantica ed essere pervertita. Aveva dato il fattore sorpresa alla vita che aveva cercato a lungo di controllare senza lasciare spazio ad un margine di errore o a qualsiasi cosa che non fosse nei suoi piani. Lauren era la parte imprevedibile della sua vita che la manteneva affascinata ogni giorno che passava.
Camila decise di alzarsi, ricordandosi che sarebbe dovuta partire prima delle undici per andare a vedere la gara di Normani. Indossò una vestaglia e uscì dalla sua stanza nella suite per svegliare Dinah e Ally, e, più tardi, Charlotte.
Dinah alzò un sopracciglio quando vide Camila accendere la luce nella sua stanza e rimuovere il copriletto.
"Ho il trucco in bagno nel caso tu ne abbia bisogno per coprirti", balbettò Dinah, rannicchiandosi nel suo letto.
"Di cosa stai parlando?"
"Beh... Lauren è stata qui ieri fino a tardi e tu sei chiaramente nuda sotto quella vestaglia."
Camila alzò gli occhi al cielo.
"Non abbiamo fatto nulla. Abbiamo solo parlato."
"Camila, Camila", Dinah fece schioccare la lingua. "Quando imparerai che non puoi mentirmi?"
"Sono seria."
"E anche io. Ma non importa, stavo solo cercando di essere una buona amica, offrendoti il trucco nel caso in cui ne avessi avuto bisogno."
"Non ne ho bisogno."
"Camila, perché la tua stanza puzza di sesso?", la interruppe Ally, entrando nella stanza di Dinah con una smorfia sul viso. La designer lanciò a Camila uno sguardo soddisfatto, prima di voltarsi e riaddormentarsi.
"Ma Lauren e io non abbiamo fatto niente!", si difese. "Dinah, alzati!"
Camila tolse di nuovo la coperta di Dinah e la trascinò giù dal letto. La lasciò sul pavimento e poi si arrampicò sul letto e iniziò a saltarci sopra, il che fece solo sì che Ally si unisse e presto le due iniziarono quasi a saltare su Dinah ridendo.
"Ve ne pentirete quando vincerò una medaglia d'oro per avervi eliminate entrambe", sbottò Dinah. Alla fine, si alzò dal letto e andò in bagno per iniziare a prepararsi.
Ally e Camila decisero di fare lo stesso, considerando quanto tempo avrebbero potuto impiegare e come, le quasi tre ore che avevano per prepararsi, potessero diventare pochi minuti. Camila - che era la prima ad essere pronta trenta minuti dopo - disse alle ragazze che le avrebbe aspettate al ristorante ed andò a cercare Charlotte per vedere se fosse pronta. La stanza di Charlotte era due piani sotto la sua, e Camila ancora non capiva come Lauren avesse pensato che fosse una buona idea lasciare un'adolescente di sedici anni in una stanza d'albergo, senza alcuna supervisione.
Camila entrò in camera e aprì la porta con la copia della chiave magnetica che aveva richiesto alla reception. Perché sì, non avrebbe potuto dare a Charlotte più libertà di quella che avesse già.
"Gesù, Camila!", esclamò Charlotte quando vide la sorella aprire bruscamente la porta. Charlotte aveva solo un asciugamano intorno al busto ed era nel bel mezzo di asciugarsi i capelli. "Mi hai spaventata!"
"Che? Stavi aspettando qualcun altro?", chiese Camila beffardamente. Si sdraiò sul letto di sua sorella e la guardò da vicino, rendendosi conto di quanto avessero cominciato a somigliarsi negli ultimi anni.
"No, certo che no", rispose, alzando gli occhi al cielo. Sì, erano decisamente sorelle. "Pensavo fosse il servizio di pulizia o qualcosa del genere."
"Sicura?"
Camila inarcò le sopracciglia con aria di sfida, sapendo quanto riuscisse ad intimidire sua sorella quando lo faceva e sorrise internamente quando la vide agitarsi.
"Pensavi di venire nella mia stanza e trovarmi nel bel mezzo di un rapporto a tre?", chiese di rimando, con lo stesso tono di sfida. "Oh, Camilita, dovresti sapere che sono più intelligente di così. Se avessi voluto fare qualcosa, l'avrei fatto di notte, quando ero sicura che non saresti venuta a cercarmi."
La fotografa la fissò finché non rise e le lanciò un cuscino, che colpì Charlotte in faccia.
"Spero che tu mi stia solo prendendo in giro, perché non torni a casa viva se scopro che hai fatto qualcosa."
"Rilassati, Camila. Non ho fatto niente."
"Niente? Ti riferisci a niente di niente, né qui né da nessun'altra parte?", Camila sorrise malvagiamente, mentre guardava Charlotte arrossire.
"Dio, non ne parlerò con te... è troppo imbarazzante."
"Ma ieri mi hai detto che ti piaceva una ragazza."
"Quello è diverso... Possiamo cambiare argomento?"
Camila avrebbe voluto continuare ad insistere, ma non è che trovasse molto attraente l'idea di parlare con la sua sorellina del sesso. Poi iniziò a dirle che Lauren aveva già trovato i pass per portarle negli spogliatoi e che Charlotte avrebbe potuto incontrare tutte le persone che aveva ammirato per anni. Poco dopo andarono al ristorante, dove né Dinah né Ally c'erano ancora. Ma non le biasimavano, erano semplicemente arrivate troppo in fretta, la puntualità era un tratto comune.
Come previsto, erano quasi le undici meno venti. Tuttavia, né Camila né Charlotte si curarono molto di questo, dovuto al fatto che avevano avuto del tempo da sole, proprio come ai vecchi tempi. Ordinarono il cibo pronto più velocemente e corsero alla macchina per non arrivare in ritardo alla gara di Normani, nella quale quel giorno avrebbe gareggiato per la medaglia della gara generale individuale.
Quando arrivarono, Camila lasciò le sue cose sul suo posto e si alzò per andare a comprare l'acqua, chiedendo prima a tutti se volessero qualcosa. Poco dopo, Camila tornò dall'acquistare la bottiglia d'acqua e porse a ciascuno di loro le cose che avevano chiesto. Charlotte era accanto a lei e l'altro posto, che prima era vuoto, ora era occupato, così come molti altri, mentre la mattinata avanzava, e le gare cominciavano.
"Normani è già uscita?", chiese Camila, temendo di essersi persa la performance della sua amica.
"No, stanno facendo altre serie. Poi penso che arrivi Normani", rispose Charlotte. Camila annuì, si appoggiò allo schienale e tirò fuori il telefono per controllare che fosse tutto a posto. Non aveva più ricevuto messaggi da Lauren e non poteva fare a meno di sentire la sua mancanza, perché, anche se si erano viste poche ore prima, le mancava solo averla al suo fianco, senza che dovessero separarsi dopo un paio d'ore.
Camila si voltò quando sentì qualcosa che le toccava il braccio e lo lasciò passare quando vide diverse ciocche di capelli sfiorare il punto. Le era capitato molte volte di pensare che qualcosa le stesse camminando su per il braccio, quando erano solo i suoi capelli. Ma lo sentì ancora, ancora e ancora, finché non si rese conto che sicuramente non erano solo i suoi capelli a toccarla.
Si voltò a guardare Charlotte, ma lei stava fissando la competizione. Poi guardò dall'altra parte e l'altra persona le stava quasi voltando le spalle. Sapendo che probabilmente erano solo cose nella sua mente, lasciò perdere e riportò la sua attenzione sul suo telefono.
Sentì l'annuncio della categoria di Normani e alzò lo sguardo per vedere la sua amica entrare nello stadio con un sorriso, mentre salutava ovunque. Dinah si alzò eccitata e alzò la bandiera americana che aveva portato apposta per quel giorno, con sopra il nome di Normani e sopra una corona. Normani sembrò vederla, mentre la salutò con la mano e poi sorrise ancora di più.
Mentre le ginnaste si preparavano a iniziare, Camila sentì ancora una volta che qualcosa la stava toccando. Si voltò seccata, determinata ad affrontare la persona accanto a lei e si fermò di colpo quando vide Lauren che le sorrideva.
"Ma cosa...", balbettò Camila senza capire. Lauren indicò il cappuccio del maglione che indossava, poi i suoi occhiali da sole e il berretto che si era tolta dalla testa.
Prima non aveva prestato attenzione a chi fosse seduto accanto a lei, ma se lo avesse fatto, avrebbe notato facilmente chi fosse, e, soprattutto, avrebbe scoperto molto prima che non erano i suoi capelli a toccarla. Era la fastidiosa ed irritante della sua ragazza.
"Ciao, amore mio", Lauren la salutò innocentemente. Le posò un bacio sulla guancia e le prese la mano per intrecciarla con la sua.
"Non dovresti essere ad allenarti?"
Lauren negò.
"Ho il giorno libero e ho deciso di cogliere l'occasione per venire a vedere Normani."
"Allora perché te ne sei andata così presto?"
"Sono andata a fare yoga e avevo un appuntamento con uno psicologo."
"Come è andata?"
Camila iniziò ad accarezzare il dorso della mano di Lauren con il pollice, apprezzandone la morbidezza a causa della quantità eccessiva di crema idratante che Lauren doveva usare per via della sua elevata esposizione al cloro.
"Abbastanza bene, in realtà", rispose con un sorriso. "Ha detto che soffro di stress post traumatico, ma molto lieve. Quando i Giochi saranno finiti, sarò molto più tranquilla, quindi gli incubi saranno sicuramente meno frequenti."
Camila ricambiò il sorriso.
"Questa è una delle cose migliori che avresti potuto dirmi."
"Pensavo ti piacesse quando ti dico come faccio scorrere la mia lingua su e giù sul tuo clitoride finché non sei venuta?", le sussurrò maliziosamente nell'orecchio.
"Lauren!", la rimproverò Camila, dandole una pacca sul braccio. Per Dio, la sua sorellina era lì, a meno di un metro da loro, e Lauren diceva cose del genere.
"È bello quando diventi così. Mi ricorda quando ci siamo conosciute."
"Sei insopportabile, lo sapevi?", Camila alzò gli occhi al cielo. "Cosa ti ha detto lo psicologo delle pillole?"
"Non posso prendere altro che aspirina, perché sarebbe considerato doping, e tu conosci i problemi che porta agli atleti", le ricordò. "Anche se mi ha detto che non è necessario, anche dopo la fine delle Olimpiadi."
"Quindi sembra che ti sia andata abbastanza bene."
Camila non riusciva a esprimere a parole come ci si sentiva a sentire Lauren die quello. Probabilmente le più vicine erano 'felice' e 'sollevata', ma le sembrava ancora che non catturassero l'entità della sensazione che si era stabilita nel suo corpo, dopo aver saputo che Lauren stava meglio, che le foto sfocate e le piscine sporche erano passate, e che tutto ciò che attendevano, era l'alba.
"Devo vedere cosa mi dice il mio terapista a New York", rifletté, facendo una smorfia. "Ma nonostante ieri, mi sento abbastanza bene, sai? È come se la persona che ero qualche mese fa fosse scomparsa, e ora ci fosse solo una versione migliore di me stessa. So che niente sarà più come prima dell'incidente, ma questa versione mi piace di più."
"Anche a me", ammise onestamente.
"So che tutti danno il merito a me, ma non avrei nemmeno iniziato, se non fosse stato per te."
Camila si morse il labbro per sopprimere il sorriso che minacciava di uscire, e, quando non poté farne a meno, sorrise così tanto, che il suo sorriso le coprì quasi tutto il viso. Lauren si chinò e la baciò, cogliendo il sorriso nel mezzo del bacio.
"Non è bello l'amore?", domandò stuzzicante Dinah, facendo separare Camila e Lauren con una certa timidezza per l'essere state scoperte. Lauren lanciò a Dinah uno sguardo mortale, che la fece semplicemente ridere.
Il nome di Normani venne annunciato di nuovo e tutti rivolsero lo sguardo all'arena per vedere la sua esibizione sul primo set. Applaudirono forte insieme al pubblico mentre terminava la sua routine quasi perfettamente.
Lauren sollevò il braccio di Camila e se lo fece scivolare sulle spalle, così da avere più spazio per poter rannicchiarsi nel suo petto con la testa tra la spalla di Camila e il suo collo. Camila iniziò ad accarezzare il braccio di Lauren mentre guardava le altre concorrenti mentre eseguivano le loro routine.
"Stai bene?", chiese Camila, guardando in basso, per incontrare il viso di Lauren che sembrava stanco e come se qualcosa la stesse infastidendo. D'altra parte, erano affettuose l'una con l'altra, ma mai affettuose come quel giorno.
"Perché lo chiedi?"
"Sembri stanca."
"È questo il tuo modo di dirmi che sembro una merda? Wow, quanto poco tatto hai."
Lauren finse di essere arrabbiata, facendo sorridere Camila.
"Non succede niente", aggiunse Lauren. "È solo che mi è appena venuto e mi fa male tutto."
"Ho delle pillole nella borsa, ne vuoi una?", si offrì Camila, sporgendosi in avanti per cercare la sua borsa, dalla quale estrasse un piccolo contenitore e una bottiglia d'acqua. Passò entrambe a Lauren, che le ha presi con un piccolo sorriso.
"Sapevo per qualcosa che mi piacevi così tanto."
"Solo per quello?"
"E per i tuoi soldi, certo", la prese in giro Lauren, facendo roteare gli occhi a Camila.
Ripresero la posizione precedente, solo che questa volta Camila mise la mano sull'addome di Lauren e poi la infilò sotto il maglione per iniziare a disegnare figure informi sulla sua pelle, sapendo che in questo modo il dolore sarebbe diminuito.
Camila non poté fare a meno di dispiacersi per Lauren, ricordando come, una volta, le aveva detto che, quando aveva il ciclo, doveva sopportare il dolore e andare a nuotare. Una cosa era andare al college o in ufficio con le mestruazioni, ma dover competere alle Olimpiadi e, per inciso, essere in piscina? Quello era un altro livello che Camila non era sicura che molte persone potessero sopportare.
Lauren era davvero una specie di donna meraviglia.
N/A (Originale)
Mi sono appena resa conto, dopo 54 capitoli, che c'è qualcosa che né Camila né Lauren si sono dette. Riuscite ad indovinare di cosa si tratta?
Ps. Potrebbero mancare ancora diversi capitoli.
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