Capitolo 48

SUUUUURPRISE!
Mi amate, vero?
Voglio dirvi che mi mancano solo due capitoli da tradurre, gli altri sono già tutti pronti. L'unico problema resta sempre quello dell'autrice originale, che deve ancora pubblicare l'ultimo capitolo e l'epilogo!

"Perfino i rospi si sono accorti che non erano conigli", prese in giro Normani al vedere arrivare Lauren e Camila dai lettini su cui erano sdraiate lei e Dinah.

"Ciao, ragazze, come state?", rispose Lauren con sarcasmo.

"Non così bene come voi", Dinah continuò lo scherzo.

Lauren alzò gli occhi al cielo, e mise le sue cose quelle di Camila su una sedia che era vuota.

"Si è svegliata di malumore", Camila spiegò alle ragazze, conquistandosi una occhiata di morte da parte di Lauren. Camila le diede un bacio, che sembrò calmare un po' Lauren.

Dopo essere stata trascinata fuori dal club e messe contro la porta della stanza, Camila aveva passato tutta la notte sotto le mani esperte di Lauren. Si erano addormentate dopo le quattro del mattino, quando i loro corpi gridavano loro che riposassero. Avevano fatto colazione in camera e, e dopo di decine di messaggi di Dinah che chiedeva loro di andare in spiaggia, avevano messo ad un lato la loro stanchezza e avevano deciso di unirsi alle ragazze.

Camila uscì un tubetto di crema solare e fece segnale a Lauren che si sedesse, per potergliela applicare. Lauren era estremamente sensibile al sole, e non era in circostanze adatte per irritazioni alla pelle. Camila le tolse il vestitino per il mare di color bianco, e cominciò a massaggiare le sue spalle e la sua schiena con il liquido nelle sue mani.

"Che credete che dovremmo mangiare che sia tipico?", chiese Normani, dando una rapida occhiata al menù che stava su un tavolo al suo lato.

"Non so quale sia il piatto tipico... Però siccome siamo in spiaggia, sicuramente sarà qualcosa con frutti di mare, no?", aggiunse Dinah.

"Le più conosciute sono il churrasco e la zuppa Leão Veloso", commentò Camila. Le altre la guardarono con sconcerto.

"La zuppa sembra schifosa", ammise Normani.

"Si tratta di una zuppa a base di frutti di mare", spiegò Camila, "e il churrasco è un tipo di carne alla brace."

"Suppongo che in un qualche posto possiamo trovare un McDonald's, no?", scherzò Lauren.

"Lauren Michelle, sai che ti è proibito mangiare quelle cose quando stai per gareggiare!", la sgridò Dinah. Lauren guardò Normani in cerca di appoggio, ma quest'ultima solo alzò le spalle, essendo un'altra delle colpite.

"Camila, aiutami", pregò Lauren.

"No, già hai sentito, se Dinah lo dice, significa che è vero. Ti tocca mangiare verdure e cose salutari."

"Ti sei presa la tua borraccia di proteine?", indagò Dinah, con un sopracciglio alzato.

"Dovevi bere una borraccia di proteine?", chiese Camila, riferendosi alla sua ragazza.

"No...", mormorò Lauren, come una bambina che stava cercando di nascondere ai suoi genitori che aveva fatto una marachella. Dinah la guardò fissa, fino a che Lauren si arrese e sospirò. "È che ha un brutto sapore."

"Ti rendi conto che questa donna è un dito nel culo?", disse Dinah a Camila, negando con la testa.

"Nessuno mi difende? Normani?", chiese Lauren, però Normani tutto quello che fece fu arricciare le labbra. "Incredibile la gente."

Dopo quel commento, non rimase più niente da fare che ridere di Lauren e della sua attitudine infantile. Si misero sui loro lettini e approfittarono della calma e della tranquillità che offriva la spiaggia, essendo poco frequentata dai turisti. Camila e Lauren si distesero il più vicine possibile, Lauren con la testa sul petto di Camila, mentre godeva della vista privilegiata dei seni della sua ragazza nel suo bikini. La mano di Camila, che stava accarezzando il collo di Lauren, iniziò a scendere, fino ad arrivare alla sua schiena e al suo sedere, dove saliva e scendeva in maniera scandita, lasciando carezze al tocco. Nessuna delle quattro si era sentita così rilassata e nervosa allo stesso tempo, ma era un buon sentimento, uno che diceva loro che tutto sarebbe andato bene.

Dopo quasi un'ora a stare in silenzio e godendosi il giorno, Dinah si alzò e guardò tutte con attenzione.

"Andiamo a giocare a pallavolo", suggerì la designer. Tre teste si girarono nella sua direzione e la guardarono con stanchezza.

"Ho sonno", protestò Lauren.

"No, no, niente scuse. In piedi."

Svogliatamente, lasciarono i loro posti comodi e presero i loro occhiali da sole. Camminarono fino ad un campo di pallavolo che c'era sulla spiaggia, mentre Dinah cercava qualcuno che potesse prestarle una palla. Con l'aiuto dei suoi incanti, non le servì molto tempo per ottenerla.

Quando arrivò, Lauren e Normani si trovavano nello stesso lato del campo, dando per scontate la loro buona forma e tutte le loro abilità.

"Ti va bene se giochiamo noi due contro quelle idiote e togliamo loro il sorrisino di soddisfazione che hanno?", chiese Dinah a Camila.

"Ho più forza nel mio polso di quella che tu hai in tutto il tuo corpo. Possiamo vincere persino con gli occhi chiusi", sfidò Normani con sfottò.

"Sapete giocare?", domandò Camila.

"A noi atleti viene richiesto che ci formiamo in decine di discipline per migliorare molte cose... E io e Normani abbiamo fatto beach volley un paio di volte."

"Io venivo con voi ed eravate pessime. Non ti ingigantire davanti a Camila, rospo", Dinah avvertì la nuotatrice. Lauren si strinse nelle spalle, mentre Camila la guardava con un sorriso burlone.

"Iniziamo allora", suggerì Camila, camminando fino a prendere il suo posto nel campo.

"Fai attenzione con la palla, amore mio", indicò Lauren.

Camila avrebbe voluto giocare pulito e senza sforzarsi, ma il tono burlone e le arroganti che si vedevano Lauren e Normani, le fece riconsiderare la sua decisione. Dinah le passò la palla perché facesse la prima battuta e finì contro la rete, facendo sì che le loro avversarie ridessero con burla. Camila toccò un po' la palla, familiarizzando con essa e con il terreno, e tornò a lanciarla. Questa volta, il pallone superò la rete e cadde al suolo senza che nessuna delle altre due donne potesse correre per prenderla.

"Solo è fortuna dei principianti."

La volta dopo fu il turno di Lauren di battere e non contava con l'agilità di Camila per buttarsi a terra e fare un passaggio perfetto a Dinah, che la mandò dall'altro lato del campo, dove Normani la ricevette e la alzò perché Lauren facesse una schiacciata e cadesse dall'altro lato del campo. Il pallone si scontrò con il piccolo corpo di Camila, che era rimasta all'erta vicino alla rete e la lanciò al centro, facendo un altro punto.

Dinah e Camila batterono il cinque e guardarono con divertimento le loro avversarie. La giocata successiva fu lunga, mentre entrambe le squadre facevano passaggi tra loro e dopo verso l'altra parte del campo, senza riuscire a fare punto. Però, mentre aumentava la quantità di passaggi e muri, lo stesso aumentava la tensione e tutte sapevano che stessero ad un niente che una di loro sbagliasse e lasciasse cadere la palla.

L'onore fu di Camila, che con una schiacciata quasi perfetta, fece sì che Normani si confondesse e facesse un salto alto, quando avrebbe dovuto abbassarsi per poter ricevere la palla.

Mezz'ora e venti punti dopo da parte della squadra di Dinah e Camila, decisero di prendersi una pausa e di buttarsi sulle loro sedie per bere un po' d'acqua. Mentre Camila seguiva fresca come all'inizio, le altre avevano la respirazione agitata e il loro viso era rosso dall'affaticamento.

"Lo senti questo, Camila? È il suono della vittoria dopo che abbiamo steso a queste idiote", commentò Dinah con aria di superiorità.

"Vi abbiamo lasciate vincere", le tolse importanza Normani.

"E perché sembra che abbiate corso una maratona? Non stiamo in questa spiaggia perché voi due state per gareggiare in dei Giochi Olimpici?"

"La ragione per cui le persone nuotano è perché odiano correre", si difese Lauren, e diresse il suo sguardo a Camila. "Ma da dove hai tirato fuori tutta quella energia? E quei muri dove hai imparato a farli?"

Camila sorrise in maniera complice.

"Giocavo al liceo", commentò, senza farlo sembrare un gran dettaglio. "E sono stata la capitana della mia squadra all'università. Qualcuna vuole qualcosa da bere?"

Dopo che tutte negarono, Camila si allontanò con un paio di banconote per comprare una bibita per lei stessa. Mentre Lauren rimase a guardarla imbambolata da come muoveva i fianchi nel camminare.

"Quella donna è qualcosa di... speciale", commentò Dinah con ammirazione.

"Non lasciarla andare", Normani avvertì Lauren.

"Prometto di non farlo", affermò Lauren. "Se mi scusate, vado a cercare la mia ragazza."

Quando Lauren fu sufficientemente lontana da non poterle sentire, Dinah e Normani si guardarono complici e scoppiarono in una risata.

"Ci sta dentro fino in fondo."

"E Camila lo stesso. Però sono carine."

"Credi che finiranno sposate?", chiese Normani.

"Ho già scelto il colore dei vestiti delle damigelle d'onore", annunciò Dinah in tono scherzoso, anche se stava parlando seriamente.

Camila arrivò fino a quello che aveva imparato si chiamasse chiringuito, che era un tipo di bar più o meno provvisorio che si trovava vicino alla spiaggia ed era fatto di legno.

"Voglio un sex on the beach", disse Camila al barman, dopo essersi seduta su uno sgabello.

"Io posso darti sesso in spiaggia se vuoi", mormorò Lauren con malizia nel suo orecchio.

"Smettila di spaventarmi, idiota!"

Lauren sorrise maliziosamente.

"Che dici della mia proposta?"

"Mm...", Lauren abbracciò Camila per le spalle, e la fotografa inclinò la sua testa fino a che non fu unita al petto di Lauren. "Sono una donna molto difficile da impressionare."

"Posso prendere il rischio."

"Azzardati."

Camila prese la sua bibita e sorrise a Lauren con burla, prima di intrecciare le loro dita e tornare dove si trovavano Dinah e Normani.

*

"Mi dispiace un sacco che abbiamo dovuto cancellare i nostri piani", si scusò Lauren per la centesima volta. Camila sorrise.

"Va bene, amore mio. Dico davvero."

"Mi manchi", mormorò l'atleta con malinconia, guardando la sua ragazza attraverso lo schermo del suo telefono. "È una merda stare lontana da te."

"Beh... Io finalmente avrò il letto solo per me", disse Camila, scherzando. La verità era che il suo letto si sentiva più freddo e vuoto che mai. Era molto tempo che non dormiva da sola e sapeva che sarebbe stato difficile abituarsi a dormire senza Lauren durante la settimana seguente.

"Che rude", rispose Lauren.

"Mi hanno insegnato ad essere onesta e questo è quello che sto facendo", Camila si strinse nelle spalle, e Lauren sorrise. La fotografa sentì la voce di Nick nella stanza, e vide come la sua ragazza assentì.

"Devo andare", mormorò Lauren con pesantezza. "Devo allenarmi presto e fare interviste dopo."

"Va bene... Credo che Dinah abbia menzionato qualcosa sul uscire a far compere domani con tua mamma e i genitori di Normani", la informò Camila. "Suppongo che parliamo per messaggi?"

"Sì, amore mio. Non pensare che ti libererai di me così facilmente."

"Non che ne avessi intenzione", Camila le fece un occhiolino. "Ti amo."

Lauren sorrise prima di corrispondere le parole a Camila, e dopo chiuse la chiamata.

I loro piani di uscire a fare un giro in barca erano stati interrotti quando una pioggerellina era stata annunciata per quel giorno e Nick le aveva proibito anche avvicinarsi al mare o uscire dall'hotel senza essere coperta fino agli occhi. Con la cerimonia di apertura a solo un giorno, Lauren e Normani si erano sistemate nel Villaggio Olimpico e si erano allenate insieme nella palestra che era stata costruita nel posto. Più della metà degli atleti più acclamati era arrivata quel giorno, la maggior parte dai luoghi più reconditi del mondo, che necessitavano di un paio di giorni per abituarsi alla differenza di orario e alle caratteristiche fisiche della città. Normani, che sempre era stata la più socievole, aveva incontrato molti atleti conosciuti agli ultimi Giochi. La maggior parte di queste amicizie promettevano mantenersi in contatto, ma, a meno che non coincidessero in qualche evento, era poco probabile che seguissero in contatto. Senza dubbio, un saluto rapido e un sorriso alle persone con cui avevano passato bei momenti non costava nulla.

Dinah entrò nella stanza di Camila e la guardò con un cipiglio.

"Che hai?", chiese la designer.

"Niente."

"Andiamo, Camila, anch'io sono donna e so cosa significhi 'niente'."

Camila rise.

"Nemmeno io so che mi succede."

"Ah, mi passa almeno venti volte al mese. Inizia per raccontarmi la prima cosa che ti passa per la mente."

"Lauren", rispose, guadagnandosi un sorriso da parte di Dinah.

"Che ha fatto ora?"

"Va tutto bene... È solo che non so, sono nervosa, emozionata, preoccupata, orgogliosa e felice per lei."

"Cos'è che ti preoccupa?", Dinah prese posto sul letto di Camila, di fronte a lei, con le gambe incrociate in stile indio. Sarebbe stata una lunga conversazione.

"Lauren ha incubi e attacchi di panico. Qualche settimana fa quasi si affoga in piscina perché aveva smesso di nuovo nel mezzo di una heat... Se le succedesse questo in una gara, sai che non se lo perdonerebbe mai."

"Anch'io sono preoccupata per Lauren... Dio, sono terrorizzata. Quella donna è la persona con il cuore più nobile e prezioso che ho conosciuto nel mondo e tutto quello che si merita sono cose buone nella sua vita e non tutta la merda per cui è passata negli ultimi mesi... Però noi non possiamo fare niente, Camila", Dinah sorrise con tristezza. "Solo ci rimane confidare nel fatto che il suo psicologo e Nick abbiano accettato di lasciarla andare ai Trials."

"Credi che Lauren è sicura di sé stessa in questi Giochi come lo è stata negli scorsi?"

Dinah tentennò prima di rispondere.

"È spaventata tanto quanto noi... Ma è passata per molte cose che l'hanno fatta diventare più forte come persona, e questo si rifletterà in acqua."

"Mi piacerebbe poter fare qualcosa."

"Le mie due migliori amiche sono atlete", mormorò Dinah, giocando con un piccolo foglio che aveva trovato sul letto. "Ho dovuto vederle centinaia di volte rompersi perché i loro tempi e punteggi erano pessimi. Ho dovuto portarle trascinandole fino al mio appartamento perché le due erano così ubriache che non potevano camminare quando la mamma di Lauren si lussò la spalla e Normani si fece male al polso... Ho raccolto i pezzi rotti centinaia di volte, ma non c'è molto che uno possa fare più che far sapere loro che sarà lì, che salgano sul podio dieci volte o che nemmeno ricevano un diploma."

Camila si avvicinò a Dinah e la prese in una specie di abbraccio.

"Lauren e Normani sono molto fortunate ad avere a qualcuno di così speciale come te nelle loro vite... Ci sono un migliaio di persone che dicono di essere loro fan numero uno, ma io sono abbastanza sicura che tu sappiano che sei tu", le assicurò Camila, passando la sua mano per la sua schiena in maniera confrontante. "La maggior parte delle persone le appoggiano solo quando vincono una medaglia, ma tu l'hai fatto anche nei loro momenti peggiori, e le medaglie che vinceranno questa settimana sono tante tue come loro."

In quel momento, Dinah aveva già cominciato a singhiozzare nelle braccia di Camila. Lei non si era mai messa a pensare all'influenza che la sua amicizia aveva nella vita delle sue migliori amiche, e che qualcuno le dicesse che aveva fatto un buono lavoro, faceva sì che il suo cuore desse un sussulto di felicità.

"Davvero credi questo?"

"Sì, e sono sicura che lo credano anche le ragazze."

Dinah asciugò le sue lacrime con il dorso della sua mano, e sorrise a Camila.

"Chi avrebbe mai pensato che fossi così brava con le parole, eh, Camila Cabello?"

"Beh, ho i miei momenti", disse con una risata.

"Parlando di momenti, scusami per quello che ho avuto. Di solito non sono così... sentimentale. Specialmente non se si tratta di quelle idiote."

"Sono un dito nel culo, no?"

Dinah assentì con una risata.

"Con il tempo ti abitui e inizi a volerle bene, anche se la maggior parte delle volte vorresti ammazzarle."

"Ho una relazione con una di loro, e la voglia di ammazzarla non spariscono mai."

"E questo con il fatto che Lauren non ti infastidisce nemmeno la metà di quanto lo faccia con me."

Camila allargò lo sguardo.

"Stai dicendo che può infastidire ancora di più? Dio mio! In cosa mi sono cacciata?", commentò Camila con tono teatrale.

"In un incubo senza fine, tesoro."

Le due scoppiarono in una risata, e si distesero sul letto di Camila a cercare qualcosa da guardare in televisione.

"Che sai di Lauren?", domandò Dinah, dopo un momento di silenzio.

"Mi ha detto che sarebbe andata a dormire."

Dinah alzò un sopracciglio.

"Perché lo dici in questo modo? Come se non credessi che stia facendo davvero quello."

"No, no", Camila negò. "Mi fido di Lauren, e se dice che va a dormire, so che è quello che farà... È solo che ci ho pensato, e alle Olimpiadi ci sono molte persone belle, in buona forma e giovani, no?"

"Degli dei greci, vorresti dire... Ma non sto capendo molto bene. Hai paura che Lauren ti tradisca?"

"No, lei non mi tradirebbe mai. Solo che forse potrebbe conoscere persone del suo stesso ambiente o stessa età, e i suoi pensieri potrebbero cambiare..."

"Camila, quanti anni di differenza avete tu e Lauren?"

"Tre."

"E perché ti comporti come se ce ne fossero trenta?", Dinah negò con la testa. "La maggior parte delle persone dell'età di Lauren stanno finendo l'università e iniziando a formare il loro futuro, ma la vita di Lauren non è stata molto comune e alla sua età già ha ottenuto più cose di ciò che le persone generalmente non riescono nemmeno fino ai cinquant'anni. So che se fosse diverso, ti sentiresti strana stando con qualcuno che appena scopre il mondo da sé, quando tu già ti sei stabilizzata. Ma non è il caso... La differenza di età tra voi nemmeno si nota, a meno che non vi si chieda l'età. Però non capisco perché ti impegni nel comportarti come se fossero un sacco di anni, perché ti ho visto farlo prima."

"Non lo so, Dinah."

Camila abbassò lo sguardo, vergognata, e cominciò a giocare con le dita delle sue mani.

"Camila, guardami", chiese la designer. Camila mantenne lo sguardo basso, fino a che Dinah mise un dito sul suo mento e alzò il suo viso. "So che sei nervosa e questo è solo un brutto scherzo della tua mente. Ma non lasciare che questi pensieri stupidi e senza senso vincano."

"Mi dispiace, è solo che..."

"Che ti fa paura essere al centro dell'attenzione", interruppe Dinah, "e senti che tutto sarà diverso quando Lauren dovrà assumere le sue responsabilità come celebrità. Sei abituata a vederla come una persona normale, e ora che tutto il mondo la acclama e cerca le sue attenzioni, pensi che le cose tra voi cambieranno o qualcosa andrà male. E cerchi di far leva sui tre patetici anni di differenza come scusa, perché il tuo cervello non ha la capacità di inventare qualcosa di più coerente per validare le tue parole."

Camila aprì la bocca per rispondere, ma subito dopo la chiuse. Dinah controllò il suo telefono e, nel vedere l'ora, lo prese come il suo segnale per andarsene.

"Bene, suppongo che tu abbia appena finito di capire meglio ciò che passa nella mia testa rispetto a me stessa... Mi dispiace che tu debba sopportare tre dita nel culo", Camila disse a Dinah con un sorriso di scuse, mentre lei usciva dalla stanza.

"Mi piacciono i diamanti di Tiffany, e Saks è il mio negozio preferito di New York", commentò Dinah con divertimento.

Camila sistemò la coperta, tolse la moltitudine di cuscini che l'hotel disponeva nel suo letto, e si sistemò sul suo cuscino. Aveva passato il giorno nell'area della piscina dell'hotel, con il suo laptop sulle sue gambe, controllando le foto della sua ultima sessione di modo che Lily si incaricasse di mandare agli editori quelle cha aveva selezionato, avevano fatto decine di chiamate per attaccare i cavi sciolti e tutto ciò che era relativo al suo studio a Londra; e dopo aver passato tutto il giorno lavorando, era stanca.

Quando stava per conciliare il sonno, un colpo alla porta della stanza la fece svegliare.

"Va tutto bene, Dinah?", chiese prima di aprire la porta, pensando che si trattasse della sua compagna di suite. Ma all'aprirla, incontrò qualcuno di molto diverso dalla sua amica. "Amore mio!"

Camila saltò immediatamente nelle braccia di Lauren, che prese un attimo l'equilibrio per l'assalto inaspettato. Mantenne le gambe di Camila, che erano attorno alla sua vita, e unì le loro labbra in un bacio disperato.

"Che ci fai qui?", chiese Camila nel separarsi.

"Non riuscivo a dormire perché non eri con me."

"Smetti di dire cose così belle che mi fanno innamorare di più."

"Non è questo l'obiettivo di essere in una relazione?", Lauren fece un mezzo sorriso, e Camila alzò gli occhi al cielo.

"Andiamo a letto."

"Portami a cena fuori prima, no?", scherzò l'atleta.

"Non ti toccherò nemmeno un pelo questa notte, Lauren Jauregui. Domani devi rappresentare il tuo Paese e non puoi essere stanca", sentenziò Camila con tono serio.

Camila condusse Lauren fino al suo letto, e la coprì con la coperta quando si stese. Dopo, camminò fino all'altro lato e si mise nel letto.

"Già puoi toccarmi?", Lauren si stese su un fianco, guardando direttamente Camila.

"No."

"E ora?"

"No."

Lauren sospirò.

"Che ne dici di ora?"

"Lauren...", la avvertì Camila.

"Non tenterò niente, lo prometto. Solo voglio abbracciarti."

Camila si avvicinò alla sua ragazza svogliatamente, e poggiò la sua testa sul suo petto. Lauren sorrise con allegria e passò il suo braccio per la vita di Camila.

"Dobbiamo parlare", mormorò Lauren. Camila si irrigidì immediatamente. Quella frase non portava mai nulla di buono, e già si aspettava il peggio.

"Parliamo", balbettò.

"Come stai?"

"Bene, grazie per domandare", rispose Camila confusa. Si sarebbe aspettata un milione di cose che Lauren avrebbe potuto dirle, meno quella.

"No, Camila, come stai?", enfatizzò Lauren. "Puoi dirmi se sei stanca, triste, preoccupata, felice, emozionata, nervosa. La risposta a questa domanda non sempre dev'essere bene."

"Sono nervosa."

"Molto bene, che più?"

"Niente più."

"Questo non può essere l'unico sentimento che hai in questo momento", Camila si accigliò.

"Che cos'è che ti infastidisce, ma non vuoi dirmelo?"

"Ti hanno detto che saresti abbastanza buona come detective?"

"Puoi smettere di rispondere ad una mia domanda con un'altra e rispondermi?"

"Non hai mai considerato di essere una detective in polizia e interrogare i sospettati?"

"Continuerai a infastidirmi o risponderai?"

Lauren prese una boccata d'aria.

"Perché non mi hai mai detto che tutto quello che stavo passando era troppo per te?"

"A che ti riferisci?"

"Ti ho sentita piangere, Camila. Ti ho sentita e ti ho vista."

"Io..."

"Non ti giudicherò per questo", affermò Lauren. "E nemmeno mi sentirò infastidita per non dirmi come ti sentissi... Ma ho bisogno che in futuro sia capace di dirmi 'non ne posso più' e mi lasci mettere da parte la mia merda per poter essere lì per te."

"Il mio non era che stanchezza per il lavoro, mentre il tuo era qualcosa di più serio."

Lauren negò.

"Non mi importa se ti si è spezzata un'unghia, per me sempre sarà importante qualsiasi cosa ti succeda. I tuoi sentimenti e pensieri non sono meno che i miei o quelli di qualcun altro", Lauren fece una pausa e sospirò con pesantezza. "So che sono stata un disastro negli ultimi mesi e non sono nemmeno stata capace di rendermi conto di come ti sentissi, ma voglio poter esserci quando avrai bisogno di me."

"Tu stessa l'hai detto Lauren, eri un disastro e non ti avrei aiutata se anch'io mi fossi rotta..."

"Però avrei potuto fare qualcosa."

"Non c'era molto da fare, amore mio. Anch'io ero un disastro."

"Avremmo potuto essere un disastro insieme."

Camila guardò Lauren con attenzione.

"Avremmo potuto piangere insieme, aver distrutto l'appartamento insieme, passato notti in bianco insieme", continuò Lauren. "Dio, mi dispiace tanto Camila. Le cose sarebbero state molto diverse se fossimo passate per tutto questo insieme e io non mi fossi chiusa in me stessa."

"Non è colpa tua."

"No, non lo è. Ma avrei potuto fare moltissime cose per dimostrarti perché un giorno ti ho detto che occupavi il primo posto nella mia vita."

Camila istintivamente portò la sua mano alla catena che Lauren le aveva dato, e sentì come la mano della sua ragazza si chiudeva sopra la sua.

"Lascia che mi prenda cura di te, puoi farlo?"

La fotografa sospirò. Stava vedendo il lato più vulnerabile di Lauren, nel quale venivano alla luce le sue vere paure e preoccupazioni. Stava vedendo la sincerità nello sguardo di una donna che la amava incondizionatamente e solo voleva il meglio per lei. Stava vedendo come la stessa persona che era tanto acclamata per i media e i fan, che avrebbe dovuto essere nel suo letto a dormire per prepararsi per rappresentare il suo Paese nelle Olimpiadi il giorno successivo, preferiva essere lì ad accarezzare i suoi capelli e parlando dei loro problemi.

Camila era sempre stata forte e indipendente. Le poche volte che si era lasciata trasportare e aveva permesso che qualcun altro la proteggesse, era stata delusa. Il suo carattere non le permetteva mostrare nemmeno un pizzico di vulnerabilità, e, durante tutta la sua relazione con Lauren, mai aveva ammesso che, a volte, non era così forte come dimostrava. Ma sapeva che non fosse necessario. Lauren lo sapeva, lo poteva osservare quando la guardava, la toccava o la baciava. Per la prima volta, decise che avrebbe smesso di costruire barriere e muri invalicabili e sarebbe stata bene con l'idea che, una parte di essere un umano, era ammettere che aveva paura, che aveva debolezze e che, a volte, aveva bisogno che qualcun altro portasse il peso per lei.

"Sì, penso che posso."

"Bene. È un ottimo inizio", Lauren sorrise. "Mi sei mancata molto oggi."

"Mm, sì? Che hai fatto oggi?"

"Io e Normani siamo uscite a correre sulla spiaggia, e siamo finite con la sabbia in posti dove non dovrebbe nemmeno esserci sabbia. Dopo abbiamo fatto un po' di esercizio con alcune macchine che abbiamo trovato in un parco. Le persone ci hanno riconosciute e una moltitudine di gente ha iniziato a formarsi attorno a noi", Lauren fece una smorfia di disgusto. "Abbiamo deciso di andare via quando è diventato molto scomodo ignorare le persone perché ci mettevano i flash dei loro telefoni in faccia."

"Voi due siete due delle atlete più attese per i Giochi Olimpici. Ed è normale che causiate tanto furore tra le persone e i media, specialmente durante questi giorni, no?"

"Che un paio di persone ci facciano delle foto in un parco è la cosa minore rispetto a tutto quello che abbiamo da fare con i Giochi... Ma odio questa parte dello sport. Mi piace vivere nel mio mood di stella del cinema eremita."

"Questo è il presso che devi pagare per essere la faccia carina del nuoto."

Lauren rilasciò una risata.

"In momenti come questi odio essere tanto attrattiva. Non piacerei così tanto al pubblico, se la mia faccia non fosse di gradimento."

"Ma se quando nuoti non ti si vede la faccia."

"Questo è giusto. Ma nelle campagne pubblicitarie sì, e vende molto meglio una faccia carina di un atleta semibravo, che una cara semibella di un atleta eccezionale", spiegò Lauren. "Di fatto, ci sono molti atleti che non erano i migliori del mondo e nemmeno ci si avvicinavano, ma ottenevano molti sponsor per i loro visi e con quello conquistavano il pubblico, di modo che quando ci fosse un evento, le persone sarebbero andate anche se fosse pessimo."

"Ed è una fortuna che tu non solo sia una faccia carina, ma che anche abbia molto talento."

"È stancante essere il pacchetto completo, con tutte le ragazze che mi si buttano addosso cercando qualcosa di più che un autografo e tutti i prodotti che vogliono che sponsorizzi; però con il tempo ti ci abitui", commentò Lauren in maniera presuntuosa, cercando di provocare Camila.

"Fermati lì... Come ragazze che ti i buttano addosso cercando qualcosa di più?"

"Non credere che tu sia la prima donna che sbava per me", scherzò Lauren. "Ci sono migliaia di ragazze che darebbero qualsiasi cosa per mettersi in un letto con me... Però io voglio metterne solo una nel mio", Lauren guardò Camila con sorpresa. "E guarda, già ce l'ho!"

"Devi essere idiota", rispose Camila, ridendo.

"Un'idiota con cui molti vogliono andare a letto."

"Non mi provocare", avvertì la fotografa, assottigliando lo sguardo.

"Va bene, mi arrendo. Verrai a vedermi domani?"

"Non mi perderei l'inaugurazione per niente. È una delle parti più maestose dei Giochi", Lauren fece un gesto di disgusto. "A te non piace?"

"Quando le vedevo in televisione erano bellissime, ma una volta che sei dentro lo stadio, ferma in piedi, circondata da un sacco di gente, con il caldo, e aspettando che facciano i riti e dopo i duecento Paesi facciano il loro percorso per tutto il posto, per dopo resistere varie ore in più di mere formalità, non è per niente bello", assicurò Lauren. "Di fatto, la cosa non finisce lì, perché ci portano ad una sala stampa per farci foto con l'uniforme e farci interviste. Ed è semplicemente stancante."

"Però tu nuoti il giorno dopo, presto."

Lauren assentì.

"Nick fa sempre in modo che non si estenda troppo il tutto, però sono parte dei compromessi che devo compiere", espresse senza molta emozione. "la parte buona è che mi riservano un trattamento speciale e avrò un camerino privato per vedere la cerimonia in televisione, con tutti i tipi di cibo su un tavolo."

"Sei nervosa?"

"La verità è che no. Mi sento abbastanza sicura di me stessa e delle mie capacità."

"Sai contro chi gareggerai o non ti piace saperlo?"

"Mi piace credere che il mio unico avversario sia il tempo, rende molto meno tentatore il guardare la corsia del laro per vedere quanto distante sia l'altra persona."

"Come farete con le staffette?"

"Io e le ragazze della squadra abbiamo nuotato due volte insieme. Per garantire una sincronizzazione perfetta, avremmo dovuto nuotare insieme per mesi, per sapere persino la minima cosa. Già lo sai, che tempo fa ciascuna, quante bracciate fa negli ultimi quindici metri, qual è il suo tempo di reazione... Ma ci troveremo bene, o almeno lo spero."

"Non so come puoi dire queste cose così tranquilla... Io mi sento male solo al pensare quanto grande sia tutto questo che fai. È che ti ho visto allenarti per mesi, però ora è... reale."

"Già lo so, è una vera pazzia."

Camila lasciò un bacio sul collo di Lauren, e sorrise prima di dire:

"Ti amo. E sono molto orgogliosa di te e di tutto quello che hai ottenuto. Non importa quello che succederà questa settimana, niente cambierà. Lo sai, no?"

"Lo so. Grazie", Lauren cercò le labbra di Camila per unirle con le sue in un bacio lento, ma intenso. "Ti amo."

"Mi piace quando lo dici."

"Sai quello che piace a me? I Giochi."

"Ti ho detto niente sesso durante la settimana di gare!", la atleta sorrise maliziosamente, il che non passò inosservato a Camila. Lauren si mise sopra Camila, e imprigionò le sue mani sopra la sua testa, mentre sussurrava nel suo orecchio:

"I Giochi Olimpici ancora non sono iniziati, ma i nostri sì."

N/A (Originale)

È uno dei capitoli più importanti, forti e vulnerabili che ho scritto nella mia vita.

Durante tutta la storia, la parte "debole" si era incentrata più su Lauren, e in questo capitolo, per la prima volta, è Camila quella che dimostra che è umana, e non un robot come a lei piace credere a volte. È stata tutta una sfida e una cosa azzardata scrivere questo, cosicché spero che lo apprezzino e se lo godano tanto quanto me.

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