Capitolo 43

Dato che ci tenete tanto, non aspetterò stasera per pubblicare il capitolo.
Grazie per seguire la storia e appoggiarmi, continuate così e tra poco avrete una nuova maratona.
Vi amo!❣️

Con sollievo di Camila, Dinah le aveva mandato un messaggio poco dopo, dicendole che Lauren le aveva chiesto di rimanere nel suo appartamento per il resto del giorno e della notte.

Anche se questo la rilassò un po', Camila, non poté rimanere completamente calma. C'era ancora il fatto che lei e Lauren avevano litigato e avevano bisogno di parlarne, considerando che non sapeva come sarebbe andata a finire la loro relazione dopo lo scambio di parole che avevano avuto. Camila sapeva che era quasi impossibile per loro finire per qualcosa di così insignificante, ma ora che erano esplose entrambe e avevano detto ciò che le preoccupava dell'altra, dovevano fissare nuovi limiti e parametri nella loro relazione.

C'era anche l'intera situazione con Ally che le aveva dato i brividi, e non sapeva cosa fare per calmare la sua amica, se non rassicurarla che tutto sarebbe andato bene e che Tom non sarebbe più stato in grado di toccarla. Ma per quanto cercasse di convincerla che non le sarebbe successo niente, sapeva che le possibilità che accadesse qualcosa di brutto erano infinite.

Poche ore dopo, Camila sospirò di sollievo quando Dinah le disse che Lauren aveva mangiato e le chiese di darle la buonanotte e dirle che l'amava, anche se avrebbe voluto spezzarle il collo per essere andata via senza parlare prima.

Dinah lesse il messaggio alla lettera a Lauren, e tutto ciò che fece fu annuire. Si sistemò ulteriormente sotto il copriletto e scrisse un messaggio per Camila. 'Buonanotte', diceva. Ma decise di cancellarlo prima di inviarlo e spense la luce della lampada.

Al momento di dormire, Camila si sentiva sola in un letto così grande e senza Lauren, ed il fatto che il suo profumo fosse ovunque non aiutava, tanto meno che si trovasse nell'appartamento di Lauren. Così,  invece di cercare di dormire, andò nella stanza di Ally e scivolò sotto le coperte per avere po' di compagnia. Si stese accanto a lei e si abbracciò a sé stessa, mentre alcune lacrime le scendevano sul viso.

Le spazzò via e cercò di schiarirsi la mente in modo che non riapparissero. Le persone intorno a lei avevano bisogno di lei e, non avrebbe potuto essere lì per loro, se si fosse rotta anche lei.

*

Camila accompagnò Ally a teatro, dove si stavano svolgendo le sue prove. Lilly le aveva notificato che la guardia del corpo che lei le aveva mandato ad assumere «urgentemente», sarebbe arrivata sul posto entro un paio d'ore. Fino ad allora, Camila rimase con Ally per rassicurarla un po'.

La sorprese vedere come la stessa persona che solo poche ore prima era un disastro, sia fisico che emotivo, sembrò cambiare completamente quando salì sul palco. Ally diventava qualcun altro mentre diceva le sue battute e recitava con eleganza il suo ruolo.

Poco dopo, un uomo alto e corpulento si avvicinò a Camila e si presentò come Matthew, la guardia del corpo che aveva richiesto. Camila spiegò brevemente la situazione in cui si trovava Ally e lasciò il posto per tornare all'appartamento di Lauren. Quell'uomo le era piaciuto abbastanza e si fidava di lui per prendersi cura della sua migliore amica.

Da un lato, voleva che Tom provasse qualcosa contro Ally in modo che potesse tornare in prigione e la sua amica smettesse di sentirsi ansiosa e terrorizzata per quello che avrebbe potuto farle. Diede a Camila un estremo senso di gioia immaginarsi in tribunale, mentre difendeva Ally e l'uomo veniva dichiarato colpevole.

Ma d'altra parte, il minimo che voleva, era che Ally attraversasse una situazione traumatica come quella. Se il solo sentire la voce di suo padre l'avesse completamente scioccata, vederlo avrebbe posto fine alla poca stabilità mentale che le era rimasta.

Camila entrò nell'appartamento e sentì il solletico allo stomaco quando vide un cappotto sul bracciolo del divano che non c'era quando era uscita. Lauren era abituata a lasciare i vestiti o la sua borsa sul divano, cosicché significava una sola cosa: Lauren era tornata!

Con eccitazione, iniziò a camminare nella stanza principale per trovare la sua ragazza e calmare i suoi nervi. Ma un rumore in cucina la fece sobbalzare di paura, e la cosa successiva che sentì fu il rompersi di un piatto e un gemito di una voce inconfondibile.

Con passo svelto, andò in cucina e la prima cosa che vide furono un paio di pezzi di un piatto rotto che giacevano sul pavimento. La cosa successiva fu una Lauren appoggiata al bancone con il sangue che le colava dalla mano.

"Lauren!", esclamò Camila terrorizzata.

"Lascia perdere", mormorò l'atleta di cattivo umore. Prese un fazzoletto dalla cucina e asciugò accuratamente il sangue che era colato sulla mano. Il taglio era effettivamente superficiale, ma il sangue tendeva sempre ad esagerare le cose.

Mentre si puliva la mano, Lauren iniziò a piangere. Era riuscita a mantenere la facciata di una persona imperturbabile che ancora non aveva elaborato quello che era successo pochi giorni prima, ma in un attimo era crollata. E si rimproverata per essere diventata questa... cosa.

Il giorno prima era andata in piscina con l'intenzione di riprendere la sua routine quotidiana e tornare lentamente ad essere la persona che era prima, ma in diverse occasioni aveva sbagliato i calcoli e quando aveva girato intorno al muro si era impigliata; i suoi tempi erano superiori di tre secondi rispetto al normale e, ogni volta che era sul blocco, suonava un allarme per farle sapere che si era mossa quando non avrebbe dovuto.

Era frustrata, stanca e delusa da se stessa. Per completare il tutto, aveva sfogato la sua rabbia su Camila e questo l'aveva solo fatta sentire più infelice di quanto non fosse già. Camila era la migliore ragazza del mondo e si assicurava di essere lì ogni volta che Lauren avrebbe potuto aver bisogno di lei, e lei era stata solo un'idiota.

Aveva a malapena chiuso gli occhi per tutta la notte e le occhiaie sul suo viso erano evidenti. Almeno quando andava a letto con Camila, riusciva a chiudere gli occhi per un po' pensando alla sua ragazza. Ma quella notte lontana da lei era stata un inferno, e aveva cercato di tornare a casa il prima possibile per prepararsi il pranzo e scusarsi per il suo comportamento del giorno prima. Ma nel bel mezzo di ciò, le sue mani inutili avevano cominciato a tremare e aveva lasciato cadere il piatto.

Non era la prima volta che le succedeva, ma riusciva sempre a cogliere le cose prima che accadesse qualcosa. Tuttavia, sembrava che la fortuna non avesse intenzione di stare al suo fianco.

Si sentiva un'inutile e una fallita. E non era perché Camila non le permetteva di fare niente, era a causa sua. Perché il suo corpo non stava collaborando con lei e un compito semplice come preparare il pranzo per la sua ragazza preferita era finito in lacrime.

"Scusa, Camila", balbettò Lauren.

Si stava scusando con Camila per tutto quello che le aveva fatto passare quella settimana, per come l'aveva trattata il giorno prima e, più di ogni altra cosa, si scusava per non essere riuscita a prepararle il pranzo.

Camila la prese tra le braccia e iniziò ad accarezzarle delicatamente i capelli. Aveva visto lo sguardo di Lauren e sapeva che quella non era la stessa persona che aveva detto quelle cose il giorno prima, sapeva che la sua Lauren era ancora lì, sotto quell'impostora che la stava sopraffacendo.

"Scusa", ripeté Lauren, con la testa nascosta nel suo collo. "Sono un'idiota."

"Sì che lo sei", la schernì Camila. Lauren rise leggermente e strinse le braccia contro il corpo della sua ragazza.

"Dico sul serio, Camila... ti ho trattata molto male ieri e non sai quanto mi dispiace. So che è inevitabile che le coppie litighino, ma non voglio che le nostre siano perché sono un'idiota."

"Mi sono abituata al fatto che tu lo sia", continuò Camila con scherno. Voleva alleggerire l'atmosfera e far smettere di piangere Lauren, perché le si spezzava il cuore al vedere una persona così vivace e allegra in quello stato.

"Ti amo, Camila", disse guardandola negli occhi. Camila portò le sue labbra alla sua fronte e le diede un bacio. "E mi ci vorrà una vita per dimostrarti quanto sono grata per tutto quello che hai fatto per me, e non solo questa settimana, ma dal giorno in cui ci siamo incontrate."

"Vuoi dire farti sbavare e quasi far cadere un manubrio sul tuo piede?", la prese in giro con un sorriso malizioso.

"Te ne sei accorta?"

"Mio Dio, anche il ragazzo della manutenzione se n'è accorto. Ogni volta che mi guardavo allo specchio, tu mi fissavi."

"E io che pensavo di essere discreta..."

"Non pensavo che ti importasse così tanto, considerando quanto sei stata diretta sin dall'inizio", commentò Camila, ricordando quanto fosse stata al limite con Lauren ai loro primi incontri.

"Ero un cumulo di nervi, sai? Non mi sono mai avvicinata ad una donna nello stesso modo in cui mi sono avvicinata a te."

"Beh, sembri avere un fascino naturale, perché appena hai parlato, mi avevi già ai tuoi piedi", disse teatralmente.

"L'ho sempre saputo!", esclamò come se avesse trovato un tesoro, e poi rise. Il cuore di Camila sorrise di felicità quando sentì quel suono così puro e genuino che non aveva sentito per così tanto tempo. "Tornando dove eravamo, mi dispiace davvero, amore mio."

"È normale che tu esploda di tanto in tanto, Lauren... So che forse il modo in cui ti ho trattato questa settimana non è stato il più corretto, ma non l'avrei mai saputo, se non me l'avessi detto."

"Non voglio che tu pensi che quello che hai fatto per me sia stato sbagliato o che non lo apprezzo... Niente di quello che ho detto ieri è vero, Camila. Stavo parlando senza pensare."

Un piccolo silenzio calò tra loro, mentre Lauren strofinava il collo di Camila con il naso, e quest'ultima passava le mani tra i lunghi capelli di Lauren.

"Non me ne andrò", mormorò Camila dopo un po'. "Voglio esserci per te, per qualunque cosa tu abbia bisogno di me."

"Grazie", disse Lauren sinceramente.

"E non spaventarmi mai più così, Lauren Jauregui... Per quanto odi quella bocca sporca che hai a volte, una settimana senza sentirti parlare è un inferno."

"Caldo come lo spazio tra le tue gambe quando ti tocco?", rispose Lauren in modo suggestivo.

"Ritiro ciò che ho detto", Camila alzò gli occhi al cielo e Lauren scoppiò in una risata beffarda.

Camila era felice.

Sapeva che Lauren non sarebbe più stata la stessa, ma la sua Lauren era tornata e avevano sistemato le cose. Ci sarebbero stati giorni brutti, così come giorni buoni; avrebbero litigato e ci sarebbero state riconciliazioni... sarebbero potute accadere molte cose e ci sarebbero state milioni di possibilità, ma una cosa di cui erano sicure entrambe, era che alla fine della giornata sarebbero tornate l'una nelle braccia dell'altra.

Avrebbero apprezzato l'opera d'arte che la vita aveva dato loro come compagna di vita e avrebbero guardato con occhi impazienti mentre l'alba veniva.

"Raccogliamo questo così possiamo preparare il pranzo insieme e invitare le ragazze, ti piacerebbe?", suggerì Camila. Lauren annuì incerta, dopo gli ultimi eventi accaduti in cucina. Ma si disse di non sforzarsi, che andava bene se Camila l'avesse aiutata.

Lei non era inutile.

"Ehi, a proposito delle ragazze, Dinah mi ha chiesto di dirti che le dispiace. Ha detto qualcosa sull'essere arrabbiata e incolparti per cose che non erano di tuo dominio... Sai perché l'ha detto?"

"Sì, ma non è niente. È già passato."

*

Nelle settimane successive , Lauren fece un cambiamento di centottanta gradi. La persona che era prima e dopo l'incidente non esisteva più e lentamente era diventata una versione migliore di se stessa.

Si svegliava molto prima dell'alba e andava a correre a Central Park per un po', fino a quando non erano appena passate le sei del mattino e si fermava alla sua caffetteria preferita per comprare i chili di cibo che il suo corpo e quello della sua ragazza necessitavano per essere in grado di sopravvivere per poche ore. Tornava nel suo appartamento e svegliava Camila con baci; anche se a volte era già sveglia, allo stesso modo il suo modo di accoglierla erano coccole e carezze su tutto il corpo.

Lauren si sentiva ancora in colpa per il modo in cui aveva trattato Camila e cercava ogni occasione per dimostrarle quanto apprezzasse averla nella sua vita. Camila lo adorava, perché Lauren cercava ogni minima scusa per baciarla, abbracciarla, accarezzarla e toccarla in generale. Tuttavia, il contatto intimo era stato ridotto a zero.

Il desiderio era ancora presente da entrambe le parti e il desiderio di strapparsi i vestiti ogni volta che si vedevano era reciproco... però semplicemente non succedeva nient'altro. Lo psicologo aveva spiegato a Lauren che la mancanza di un contatto intimo in una coppia non era nulla di cui allarmarsi e che era qualcosa di completamente normale nelle persone che avevano attraversato situazioni come la sua, e che, se anche senza quel fattore speciale nelle loro vite, andavano d'accordo e si divertivano insieme, significava solo che la loro relazione era così forte e intima, che andava oltre qualcosa di fisico.

Lauren sapeva tutto questo; vale a dire, solo sentire Camila parlare di microbi la rendeva felice. Non aveva bisogno di stare tra le sue gambe per sentirsi felice, perché solo guardandola lo era già. Tuttavia , le piaceva essere rassicurata da un professionista che non sarebbe successo niente se non avessero fatto l'amore per un po'. Naturalmente, le raccomandò che ne parlassero, per chiarire qualsiasi tipo di malinteso.

E i suoi giorni passavano così; dopo aver fatto colazione con Camila, le due andavano in palestra per allenarsi insieme, in modo che Lauren potesse vedere il regalo che le era stato fatto quando decideva torturarla e indossare i pantaloncini che le accentuavano di più il sedere. Si separavano a metà mattinata, così che Camila andava in studio, e Lauren in piscina per allenarsi.

I primi giorni, Lauren era frustrata. Non importava che nuotasse per ore e ore, riusciva a raggiungere il suo miglior tempo. E anche se non sembrasse vero, in quello sport, ogni secondo, ogni centesimo contava. E in diverse occasioni semplicemente abbandonava. Tirava gli occhiali e la cuffia chissà dove, e si vestiva. Prendeva il suo borsone e tornava a casa.

Camila la guardava perplessa quando tornava a casa di pessimo umore, ma Lauren non si scaricava mai con la sua ragazza. La salutava semplicemente con un 'ciao, amore mio' e si precipitava nella stanza che usava come studio. Lì aveva diverse palle antistress che quasi sempre finiva per far rimbalzare contro il muro perché lo stress non glielo toglievano, un paio di pistole Nerf con cui si divertiva a sparare a bersagli e abbattere oggetti, e un piccolo giardino zen in cui iniziava a disegnare qualcosa di 'artistico' e finiva per fare bambole con bastoncini o semplici figure geometriche e, naturalmente, i suoi immancabili cubi Lego e un Jenga.

In un modo strano, il luogo le dava pace. I giocattoli che aveva, richiedevano che le sue capacità motorie funzionassero perfettamente e, con i giorni, aveva riacquistato precisione nelle sue mani. A volte tremavano senza motivo, e gli oggetti nelle sue mani quasi cadevano, ma ogni volta il tremito diventava sempre meno frequente.

Quando aveva un appuntamento con il suo psicologo, non poteva permettersi di arrivare lanciando pallottole Nerf e costruendo edifici con i suoi Lego; ma l'uomo, in qualche modo, riuscì a farle capire la ragione e le disse solo di darsi tempo e di continuare ad essere se stessa.

Nelle parole di Lauren: devo continuare ad essere una testarda di merda che dà tutto di se stessa per ottenere ciò che vuole... È così che sono arrivata alle Olimpiadi, è così che ho fatto in modo che Camila mi desse del tu ed è così che ho tolto il corpo di donna dall'auto.

E poiché aveva solo un mese per prepararsi per i Trials, iniziò a dare tutto in allenamento. Smise di guardare il tempo e si concentrò sul fare il meglio che poteva.

A volte guardava le espressioni che Nick faceva mentre scriveva i suoi tempi su un foglio di carta; a volte era un cipiglio e, talvolta, un sorriso sbilenco. Ma Lauren cercava di non prestare attenzione a quello per non demotivarsi.

Come previsto, dopo due settimane, i suoi tempi erano diventati impeccabili e lei era più in forma che mai. Ogni giorno perdeva almeno un centesimo rispetto al suo tempo, e questo la faceva uscire dalla piscina per abbracciare Nick con effusione e inviare un messaggio a Camila eccitata sul tempo che aveva fatto quel giorno.

Le notti erano un'altra cosa. Le luci si spegnevano, le macchine si fermavano e la città dormiva. Ma Lauren non riusciva ancora a dormire. Ogni volta che chiudeva gli occhi, la sua mente iniziava a vagare fino a quando non tornava al giorno dell'incidente, e rimaneva sola con i suoi pensieri che non impiegavano molto a perseguitarla.

Camila si era abituata a svegliarsi dopo aver sentito le urla strazianti di Lauren, o quando Lauren aveva iniziato a schiaffeggiare e scalciare da una parte all'altra. Sebbene fosse già normale per lei, non significava che facesse meno male. Ma non poteva fare altro che svegliarla e tenerla tra le braccia finché non riuscisse a calmarsi.

A metà della seconda settimana, Camila aveva chiesto a Lauren di svegliarla se non riusciva a dormire o se stesse avendo un incubo di cui non si era resa conto. Lauren era stata riluttante alla sua richiesta, trovando scortese svegliarla solo per il gusto di farlo. Ma dopo essersi posta un sacco di domande del tipo 'e se ...?', aveva deciso di svegliarla perché non riusciva a dormire.

All'inizio Camila si era mostrata allarmata ed era stata terribilmente spaventata quando aveva sentito la voce di Lauren che la chiamava. Dopo aver spiegato cosa stesse succedendo, parlavano per un po' di qualsiasi argomento che le fosse venuto in mente.

Non succedeva tutti i giorni, ma quando accadeva, entrambe dimenticavano per un po' perché erano sveglie e continuavano la conversazione come se non fosse mattina presto e non avessero impegni il giorno successivo.

In una delle sue divagazioni, Lauren aveva detto qualcosa di così dolce a Camila, che l'aveva completamente sciolta. Erano sul divano perché si erano alzate entrambe per prendere un paio di biscotti e Lauren aveva i piedi sulle ginocchia di Camila, mentre lei le accarezzava le gambe.

"La mia massima priorità ora è recuperare tutto il tempo che ho perso con l'allenamento", mormorò Lauren. "Spero che non ti dispiaccia rinunciare per un po' al primo posto nella mia vita per i Giochi, perché dopo sarà tutto tuo."

"Mmh, e non hai considerato che potrei diventare gelosa se altre cose iniziassero a prendere il mio posto e io finissi per ultima?", chiese Camila divertita.

"Non ci saranno altri posti perché mi dedicherò completamente a te", la rassicurò l'atleta, ma poi sembrò ricordare qualcosa e aggiunse: "Anche se ci sono anche il cibo, mamma, Dinah, Normani, Ally e Nick... Ma io penso che tu abbia capito cosa volessi dire, vero?"

Camila in quel momento si stava mettendo sopra di lei per mangiarla di baci e poi chiederle di sposarla in modo che nulla potesse impedirle di passare tutta la vita con lei. C'era una persona più incredibile di Lauren? Ai suoi occhi, no.

"Se quello che volevi dire è che dopo i Giochi sarai la mia schiava personale, allora sì."

"Uh, beh, non è esattamente quello che volevo dire... Ma non avrei problemi a essere la tua schiava sessuale", rifletté Lauren con un sorriso perverso.

"Mmh, e mi preparerai la colazione e mi massaggerai i piedi?"

"Tutto quello che vuole la principessa."

"Uffa, Jauregui, chi direbbe che sei una così brava schiava... Ma ti ricordo che io sono la regina."

Camila tolse i piedi di Lauren dal suo grembo e la fissò con arroganza, facendo ridere l'atleta.

"Puoi essere tutto quello che vuoi, finché io finisco tra le tue gambe."

Gli occhi della fotografa si spalancarono per lo stupore e diventò rossa come un pomodoro, schiaffeggiando Lauren per aver fatto quel commento.

"Smettila di trovarti con i ragazzi che Nick allena, sembri già un'adolescente in piena crisi ormonale... Com'è che li chiamano? Fuckboys?", Camilla la prese in giro, dopo aver riacquistato la calma.

"Adori quando faccio quei commenti."

"Come ne sei così sicura?", Camila inarcò un sopracciglio provocatorio.

"Hai mai visto come diventi quando dico una cosa del genere?"

"Come divento?"

"Arrossisci e inizi a guardare nervosamente qualsiasi cosa nella stanza", rispose, e poi sorrise. "Non sarà che ti appaia un'immagine mentale che non ti lascia tranquilla?"

"E perché no, se a volte ti permetti di spiegare passo dopo passo cosa mi farai?"

"Mi piace farti sentire così", disse. Lauren costrinse Camila ad abbassare il ciglio che teneva arcuato e le fece l'occhiolino. "La tua faccia scioccata e quando hai un orgasmo sono le mie seconda e terza preferite."

"E qual è la prima?"

"Quando ti svegli e mi guardi come se fossi la cosa più preziosa che i tuoi occhi abbiano mai visto. È come se non credessi di passare ogni giorno con una persona così meravigliosa come me... E non ti biasimo perché a volte lo penso anch'io. Mi guardo allo specchio e dico, sarà mai che un giorno troverò un difetto?"

"Beh, mi sembrava già strano il fatto che avessi il fiato corto perché il tuo ego non lascia spazio a nient'altro", rispose ridendo Camila. Dio, quanto amava quella donna.

*

Gli United States Olympic Trials sono un evento che si svolge ogni estate prima dei Giochi Olimpici, cioè ogni quattro anni, per selezionare i partecipanti che faranno parte della squadra di nuoto degli Stati Uniti. Avrebbero avuto luogo dal ventisei giugno al tre luglio e tutti i partecipanti avrebbero dovuto recarsi a Omaha, nel Nebraska.

Lauren si stava preparando per fare una buona performance a questi, per più di quattro anni, ma sentiva che la sua vera preparazione era stata un mese prima, quando aveva fatto il massimo sforzo possibile, in modo che ciò che stava accadendo nella sua testa e tutto ciò che la tormentava, sarebbe semplicemente scomparso all'entrare in acqua.

Lo stesso psicologo di Lauren era stupito di quanto Lauren fosse stata diversa nella sua prima seduta da come si stesse comportando dopo un mese di sedute tre giorni alla settimana. Aveva ancora bisogno di terapia, perché non importava quanto si sforzasse, quando sollevavano l'argomento dell'incidente, Lauren riusciva a girarci introno finché non lo cambiavano.

Ed era importante per lui che Lauren si sfogasse con qualcuno, considerando che non aveva nemmeno detto a Camila quello che era successo quel giorno e come si fosse sentita.

Tuttavia, il più grande cambiamento di Lauren avvenne nell'acqua. Non si penserebbe mai che la persona che si muove con una tecnica impeccabile e una velocità invidiabile, sia la stessa persona che non riesce a dormire la notte.

Nick era meravigliato da tutto lo sforzo che Lauren dedicava ogni giorno al miglioramento. Quando aveva saputo dell'incidente, era rimasto completamente distrutto, pensando al peggio. Solo immaginare che qualcosa passasse Lauren e che subito dopo non fosse in grado di nuotare, lo terrorizzava.

Anche se Lauren non era una di quelle che non pensavano a nient'altro che al suo lavoro o al suo hobby - che nel suo caso erano entrambe le cose -; il nuoto era la sua passione. Era il suo modo di scappare da tutti, di rilassarsi e sentirsi al sicuro; come se fosse a casa.

E sapeva che sarebbe stata devastata, se ne fosse stata privata.

"Ancora una e sei libera", esclamò Nick dal suo posto su uno dei blocchi, vedendo che Camila era arrivata e Lauren avrebbe sicuramente avuto intenzione di andarsene. Lauren annuì e si preparò finché non sentì il secondo fischio e saltò in acqua velocemente.

Stava facendo il test dei 200 metri farfalla ed erano quattro vasche prima che avesse potuto fare la doccia e tornare al suo letto tanto atteso. Per quello che nel resto del mondo erano solo due minuti, per lei erano due minuti che richiedevano uno sforzo fisico soprannaturale.

Era nel mezzo della terza vasca quando Camila urlò, rendendosi conto che Lauren si fosse fermata e non stesse riemergendo. Il suono fece sì che tutti volgessero la loro attenzione su di lei e poi si accorsero che il suo sguardo era fisso su Lauren che lottava contro l'acqua come se non potesse respirare.

Sarebbe saltata in piscina per aiutarla senza pensare, ma non sapeva nuotare e si sarebbero ritrovati con due persone da aiutare. Per fortuna uno dei ragazzi che si stava allenando sul posto si precipitò in avanti e nuotò velocemente verso Lauren e con la stessa velocità la avvicinò al bordo, dove Nick e un paio di ragazzi lo aiutarono ad uscire dalla piscina.

Camila corse immediatamente da Lauren, che tremava e sembrava così assente da ciò che la circondava che non si era nemmeno accorta di aver iniziato ad annegare nella piscina. Quando si tolse la cuffia e gli occhialini, Camila notò che stesse piangendo e chiese ai ragazzi che la tenevano in braccio, di lasciarle sole mentre lei la calmava.

Si sedette sul pavimento bagnato e si tirò Lauren in grembo, senza preoccuparsi di bagnare tutti i suoi vestiti. La abbracciò con cura e le chiese di respirare più e più volte per calmarsi.

Poco dopo, Lauren si ricompose e posò un bacio sulla mascella di Camila, seguito da un 'grazie'. Si alzò dal suo grembo e indicò che sarebbe andata a cambiarsi per poter andare.

Lauren aveva avuto un paio di attacchi di panico e Camila era stata presente in tutti, calmandola in ognuno. Ma Lauren si imbarazzava ancora per il fatto Camila la vedesse in quello stato.

Quando Lauren lasciò lo spogliatoio, Nick la intercettò e le fece un paio di domande su quello che era successo in piscina per assicurarsi che stesse bene. Prima di farla andare via, le disse:

"Non andrai ai Trials."

"Di cosa stai parlando? In quale altro modo andrò alle Olimpiadi?", sibilò Lauren con un leggero tono di fastidio nella tua voce.

"Il tuo manager e io abbiamo già fissato un appuntamento con un rappresentante della FINA per spiegare la tua situazione."

"Non approfitterò delle mie influenze per qualificarmi. Non è giusto... E la stampa mi mangerebbe viva. Se già mi inseguono con la notizia di Camila e dell'incidente, cosa pensi che farebbero, se lo scoprissero?"

"Ti classifichi come gli altri, Lauren. Hai solo bisogno che una maggior numero di persone faccia tempi più alti dei tuoi e sei dentro... Molti dei tuoi tempi nelle ultime classifiche dello scorso anno sono stati record mondiali o, in caso contrario, erano molto vicini. Sarebbe quasi impossibile per te non qualificarti."

Lauren sospirò.

"Capisco tutto questo, ma non è giusto che gli altri abbiano partecipato alle prove e vadano anche ai Trials, ma io ho tenuto il loro posto perché sono Lauren Jauregui".

"Hai appena avuto un attacco di panico nel bel mezzo di un allenamento", le ricordò Nick senza tatto. "Ti sei fermata e hai iniziato a tremare finché Peter non è dovuto saltare in acqua perché avevi smesso di galleggiare... Cosa faresti, se ti succedesse in una gara? Non puoi fare niente, Lauren. Se ti fermi, verrai squalificata immediatamente e non ci sarà una seconda possibilità. Perderesti completamente il biglietto per i Giochi e tutto il resto per essere così testarda."

"Non sono testarda, è solo che ho dato il cento per cento di quello che ho per preparare questo ultimo mese e ora mi dici che non vale niente", rispose con disgusto.

"Vale molto e tu lo sai. Non è la stessa cosa allenarsi alla leggera per un mese, rispetto al mettere la tua anima e il tuo cuore nello stesso tempo. I risultati in acqua sono diversi ei tuoi tempi lo dimostrano... Se non ti aiuterà per i Trials, ti aiuterà per i Giochi, che è più importante."

"Non ho intenzione di accettarlo", disse. "Sto bene, Nick... Quello che è successo oggi è stato solo una debolezza, e la mia mente sarebbe così occupata a farlo bene che non penserei ad altro che a toccare il muro."

"Ho detto di no", scattò, passandosi una mano tra i capelli per la frustrazione. "Il rappresentante potrebbe chiederti di fare una dimostrazione che sei ancora in forma per i Giochi e prenderti il ​​tuo tempo, forse ti qualifichi con il primo tempo, ma sicuramente lo farai con il secondo. Anche se ti lasciassero andare ai Giochi senza andare ai Trials con il nono tempo di classificazione, sarebbe buono... So che non è quello che vuoi, ma quello che dovrai fare."

"Ti sto dicendo che sono perfettamente in forma per andare ai Trials! Smettila di trattarmi come se fossi un caso psichiatrico o una malata", esclamò alterata. Le persone non si erano rese conto del grande cambiamento che aveva fatto nell'ultimo mese? Non si erano resi conto di quanto ci avesse provato?

"Dammi una possibilità per dimostrare che sono avanzata."

"Adesso mi vedi come il cattivo del film, ma lo sto facendo per il tuo bene."

Lauren alzò gli occhi al cielo.

"No, mi stai solo giudicando per quello che è successo questo pomeriggio."

"È la mia ultima parola e ti ho già detto di no. Come tuo allenatore ho il potere di dire a quali competizioni vai e quali no... ma come tuo amico voglio solo il meglio per te."

"La cosa migliore è che mi lasci provare a tutti che Lauren Jauregui è ancora qui."

Nick la fissò con aria di sfida per alcuni secondi e poi sospirò. Lauren era sicura di essere riuscita a convincerlo che era in perfetta forma per andare alla competizione, ma lui indietreggiò un po' e disse da sopra la spalla:

"Ti invierò il luogo e l'ora per andare all'incontro con il rappresentante della FINA."

E poi se ne andò.

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