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«Quindi con Hays è andato tutto bene?», domandò Hayden dopo essersi seduto su una poltrona in pelle blu del Blue Heaven Pub, proprio accanto a Cole, il quale aveva appena finito di sorseggiare il suo drink.
Il biondo udendo il nome della sua ragazza, sentì il suo cuore perdere un battito e uno strano formicolio nello stomaco, «Sì, tutto bene. È dolcissima e mi piace davvero tanto», rispose, sorridendogli con gentilezza.
«L'ho capito», ridacchiò compiaciuto Hayden quando Cole arcuò un sopracciglio, «Dal post di instagram», spiegò successivamente il motivo della sua replica.
«Ah, be', forse sono stato troppo esplicito», il biondo si passò una mano nei capelli, imbarazzato, «Mi hanno tartassato di messaggi per sapere di Hays ed è stato abbastanza imbarazzante perché volevano sapere ogni minimo particolare.»
Persino Elizabeth gli aveva scritto per sapere fino a che punto si era spinto con quella ragazza e la cosa già lo aveva leggermente scosso, ma quando le aveva risposto che non era successo nulla se non qualche bacio a stampo e lei in risposta gli aveva dato del cretino, lì, si che ci era rimasto di sasso. Cioè, per una volta che ci andava piano con una ragazza, lo riempivano di insulti per non essere arrivato in terza base; era assurdo!
Hayden sentì il suo cuore fare un tuffo nello stomaco nel udire quella risposta per poi risalire sino alla gola, dove si formò un nodo che lo stava soffocando. Aveva per caso detto ai suoi amici di esserci andato a letto quando ovviamente non era successo niente di tutto ciò?
«Che tipo di particolari? Ci sei andato a letto insieme?», domandò, cercando in ogni modo di stare calmo, motivo per cui aveva conficcato le unghie nel suo cappotto.
Il biondo emise un sospiro fiacco, aggrottando le sopracciglia al ricordo fastidioso di tutti i messaggi dei suoi amici. «Loro, i miei amici, credevano l'avessi fatto con lei e volevano sapere ogni particolare, ma ovviamente non è successo. Hays vuole aspettare e wow, mi sembra assurdo pensare e sentire certe parole uscire dalla mia bocca, ma anche io voglio andarci piano e godermi ogni momento con lei.»
Le sue dita si rilassarono all'istante e dalle sue labbra uscì un sospiro di sollievo poi su di esse nacque un piccolo sorriso felice, «Quella ragazza ti ha proprio cambiato», dichiarò il moro.
«Cambiato? No, sono sempre io solo che non voglio perderla. Se dovessi forzarla a fare cose che non vuole, so che la perderei davvero», ribatté Cole, distogliendo lo sguardo dal bancone del pub, dove vi era una ragazza che continuava a fissarlo con insistenza, quasi si aspettasse che da un momento all'altro si alzasse in piedi e andasse da lei per offrigli da bere e poi magari del sesso nei bagni. E lo avrebbe fatto, se solo non si stesse già frequentando con una ragazza molto più bella di quella e per cui era certo provasse dei sentimenti.
«Be', di sicuro non puoi forzarla a fare sesso se non se la sente o a fare qualsiasi altro tipo di s-sesso a cui s-sei abituato», balbettò Hayden, imbarazzato all'idea di fare del sesso orale o di masturbarlo, anche perché erano cosa che non aveva mai fatto in vita sua.
Cole emise una risata roca che fece arrossire il moro poi scosse il capo, «Hayden, ma per chi mi hai preso? Non sono interessato a fare altro che del sesso normale. Niente pompino o sega.»
Un altro sospiro di sollievo lasciò le sue labbra rosee, «Oh...», menomale perché non vorrei mai che mi chiedesse di fare qualcosa del genere, pensò lui, visibilmente rincuorato.
«Sei sorpreso?»
«Be', a scuola ho sentito delle ragazz—»
«Non tutto quello che gira per i corridoi è realtà, little bean», fu subito pronto a ribattere e provò anche a non mostrarsi più arrabbiato di quanto non fosse usando quel nomignolo che faceva sempre arrossire il moro.
Odiava con tutto il suo cuore i pettegolezzi. Cole era ormai a conoscenza di tutte le cazzate che giravano per i corridoi sul suo conto e la cosa lo faceva imbestialire come un toro perché neanche una piccola percentuale di quei pettegolezzi erano veri. Avevano persino fatto circolare la voce che aveva messo incinta una ragazza più grande di lui, quando, ovviamente, non era vero. O che era andato a letto con una supplente molto giovane che aveva sostituito la professoressa di chimica all'inizio dell'anno. Odiava tutto ciò. Erano solo bugie che servivano a rovinare la reputazione degli altri.
Hayden abbassò lo sguardo sulle sue mani intrecciate tra loro poi schiuse leggermente le labbra rosee, «Hai ragione... Scusa», farfugliò, sentendosi in colpa per aver creduto sul serio a quei stupidi pettegolezzi.
Il biondo gli diede una leggera spallata e quando quest'ultimo alzò lo sguardo, gli mostrò un sorriso che lo rincuorò immediatamente. «Come io non credo a tutte le stronzate che hanno detto sul tuo conto», ammise poi poco dopo, facendo inarcare un sopracciglio ad Hayden, il quale si domandò subito quali altre bugie aveva messo in giro su di lui.
«C-cos'hanno detto su di me?»
«Ba', cazzate, dette da coglioni senza un briciolo di cervello.» Sapeva che Cole aveva risposto in modo vago per non ferirlo e stare male per quelle menzogne, ma lui voleva sapere. Doveva sapere quello che dicevano di lui.
«Voglio sapere», ribatté lui con fermezza mentre Cole aggrottò le sopracciglia in un'espressione amareggiata. Non voleva che Hayden soffrisse per delle cazzate messe in giro da dei deficienti, ma il suo sguardo distacco gli fece capire, o almeno credere, che non avrebbe sofferto una volta saputa la verità.
In cuor suo, però, sapeva che era una menzogna. Sarebbe stato male. Malissimo per colpa di quelle bugie dette per screditarlo ancora e ancora.
«Che hai fatto sesso a tre con due del quarto anno. Riddle e Milkovich», ammise atono, volgendo lo sguardo altrove pur non di non vedere l'espressione sul volto di Hayden.
«Cosa? N-non è assolutamente vero!», gridò Hayden per lo sgomento, trattenendo a stento le lacrime che riuscì a ricacciare indietro, ma non a nascondere i suoi occhi lucidi mentre i battiti del suo cuore impazzivano nel suo petto per la rabbia. Per la vergogna. Per ogni cosa.
Cole gli acciuffò una mano che veniva sventolata per aria con rabbia e fece intrecciare le loro dita per provare a calmarlo, ma percependo lui stesso delle emozioni strane alla bocca dello stomaco. Che cos'era quel senso di tempore che provava stando a stretto contatto con Hayden? E perché i battiti del suo cuore erano aumentati all'improvviso?
Mentre il moro desiderò solamente scomparire. Non ne poteva più di vivere in un mondo in cui se non si era etero, si doveva solamente soffrire per le angherie degli altri perché amare qualcuno del proprio sesso, per loro, era sbagliato.
«Ehi, piccolo, lo so che niente di tutto ciò è vero. Stai tranquillo e per favore non piangere», delicatamente gli accarezzò una guancia su cui era appena scivolata una lacrima solitaria che lui prontamente asciugò.
Hayden si asciugò svelto le lacrime poi si strofinò la manica del cappotto sugli occhi umidi, «P-perché sono così cattivi con me?», singhiozzò sommessamente, «Non ho mai dato fastidio a nessuno.»
Cole sospirò, osservando il moro con tristezza mentre con i polpastrelli gli accarezzava il dorso della mano. Non avrebbe dovuto dire niente. Ora per colpa sua, Hayden stava male e si sentiva terribilmente in colpa perché era un così bravo ragazzo eppure veniva sempre trattato male dagli altri.
«Perché le persone sono stronze e tristi della loro vita. E vuoi sapere cosa fanno quando sono tristi della loro vita? Se la prendono con gli altri, godendo come dei maiali nel vederli stare male. Sono marci sia dentro che fuori e proprio per questo solo vedendo gli altri soffrire, riescono a sentirsi bene e appagati.»
«M-ma non è giusto», singhiozzò ancora, affondando poi il viso nel petto di Cole, il quale sussultò colto alla sprovvista, ma poi avvolse le braccia intorno alla sua vita e lo strinse a sé, appoggiando la testa sulla sua.
Volevo solamente tenerlo fra le sue braccia, cullarlo e calmarlo. Voleva proteggerlo da tutti e da tutto perché era una persona bellissima sia dentro che fuori e non meritava del male.
«Lo so, piccolo, lo so», sussurrò con un tono di voce calmo mentre lentamente gli accarezzava la schiena e gli lasciava baci tra i capelli, dimenticandosi completamente di essere circondati da tantissime altre persone loro coetanee.
«Ora però che ne dici di fare o parlare di qualcosa di bello? Non voglio più vederti piangere», Cole gli afferrò il viso tra le mani, cosa che gli colorò di rosso le guance e lo costrinse ad alzare lo sguardo poi premette le sue labbra sulla sua fronte calda e una miriade di brividi percorse la schiena di entrambi, «E se andassimo a ballare, che ne dici?», propose infine.
«Mi prometti che non mi lascerai da solo?», domandò Hayden in un sussurrò, guardando il biondo negli occhi, ma abbassando subito dopo lo sguardo perché l'imbarazzo aveva preso nuovamente possesso del suo corpo.
«Prometto. Ti starò sempre accanto», il ragazzo più grande sorrise affettuosamente poi si alzò in piedi e tenendo per mano l'amico, lo trascinò in pista a ballare.
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