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[Ieri sera sul tardi mi sono accorta di aver pubblicato la versione non revisionata quindi ecco qui quella giusta]

«Cole!», Hayden uscì velocemente dalla macchina di suo fratello senza nemmeno salutarlo poi corse verso il ragazzo, strillando il suo nome con euforia. Era troppo felice di avere un secondo appuntamento con Cole.

Sulle labbra del biondo fiorì all'istante un sorriso vedendosi arrivare incontro la sua ragazza, «Ehi principessa, ma sei bellissima», commentò, trovandola estremamente bella con indosso quel cappotto rosa, la gonna del medesimo colore e pure la sciarpa pelosa.

Le guance di Hayden presero subito colore e involontariamente si portò una mano davanti alle labbra rosee, «T-tu dici?», balbettò con timidezza.

Si era vestita in modo molto semplice e aveva deciso di usare un unico colore perché purtroppo non aveva avuto tempo per fare altri abbinamenti, dato che suo fratello aveva incominciato a suonare incessantemente il clacson per farlo scendere.

«Dico. Sei stupenda e sono un po' geloso», ammise il ragazzo, notando come gli uomini e i ragazzini fissavano Hayden e per quello dovette trattenersi dal sbraitare che cazzo avessero da guardarla in quel modo. Non apparteneva a lui, certo, però era comunque geloso perché Hayden stava con lui e ad essere onesti aveva un po' di paura di perderla.

Il cuore del ragazzo in abiti femminili percepì il cuore perdere un battito. Cole aveva davvero detto di essere geloso? Ma di chi? E poi perché mai dovrebbe essere geloso se non aveva occhi che per lui?

«P-perché sei geloso?», chiese infine mentre il sangue affluì copioso alle guance, facendolo diventare sin da subito rossissimo. Dio, ma perché mi imbarazzo sempre così tanto?

Il biondo si mordicchiò l'interno guancia poi esalò un sospiro snervato poiché le occhiate non erano ancora cessate, «Perché ti stanno guardando in troppi», ammise senza giri di parole. Voleva che capisse quanto, nonostante quella fosse la sua prima relazione, tenesse a lui.

Hayden lanciò uno sguardo veloce a ciò che stava accadendo intorno a loro e notò alcuni ragazzi guardarlo, ma non se ne fregò più di tanto, del resto la persona di cui era innamorato era proprio di fronte a lui che spruzzava gelosia da tutti i pori. «Oh... Però non me ne frega niente di loro. L'unico che mi interessa se tu», replicò, usando un tono carico di dolcezza durante l'ultima parte e sorridendo calorosamente a Cole.

Cole annuì, grattandosi la nuca per l'imbarazzo che improvvisamente aveva preso possesso del suo corpo. Forse si era preoccupato per niente? Hayden aveva appena detto di essere interessato solamente a lui quindi poteva stare tranquillo, no?

«So che magari il posto che ho scelto ti sembrerà banale, ma-»

Il ragazzo più piccolo scosse il capo mentre involontariamente gli afferrò le mani poi fece intrecciare delicatamente le loro dita, «È un luogo pieno di tuoi ricordi con tua madre quindi non è banale, Cole.»

Niente di lui poteva essere banale. Tutto di lui lo attraeva, lo faceva innamorare sempre di più. Gli rapiva piccole parti di cuore un po' alla volta con i suoi gesti, le parole dolci e i suoi sorrisi. Voleva conoscere ogni minuscola parte, fibra di Cole. Voleva che si sentisse libero di confessargli qualsiasi cosa gli passasse nella mente senza doversi preoccupare di giudizi perché lui mai lo avrebbe giudicato. Voleva che si fidasse di lui e dell'amore che provava nei suoi confronti.

Il biondo avvicinò il suo viso a quello di Hayden poi fece scontrare teneramente i loro nasi e sorrise contro le sue labbra, sfiorandole di proposito, «Grazie piccola.»

«Comunque dobbiamo andare al Maddison Town Park e camminare per qualche minuto poi saremo a destinazione», continuò Cole, staccando la sua fronte da quella di lui per poi stringere maggiormente la presa intorno alle sue dita e trascinarlo verso l'entrata del parco della cittadina.

Lo stava portando al Maddison Town Park? L'unico posto che gli veniva in mente che potesse essere tranquillo in quel periodo dell'anno era il piccolo chiosco vicino al piccolo fiume Silent Brook.

«Penso di aver capito dove mi vuoi portare», ammise Hayden, sorridendo con furbizia al suo fidanzato che strabuzzò all'istante gli occhi, domandandosi come fosse possibile che avesse capito dove lo stava portando.

«Ma davvero? Dove?», lo provocò il biondo, mostrandogli un sorrisetto sghembo e sperando dentro se stesso che si stesse sbagliando perché, diamine, avrebbe voluto che fosse una sorpresa.

Hayden si spostò teatralmente i capelli dietro le spalle poi incrociò le braccia al petto, dopo aver sciolto l'intreccio di dita con Cole, «Al Iron Octagon. Il piccolo chiosco del parco, giusto? Ho indovinato, amore?»

Il biondo spalancò gli occhi e la bocca poi prese a boccheggiare perché, cazzo, ci aveva preso in pieno, ma come diavolo aveva fatto?

«Come cazzo hai fatto ad indovinare?», sbraitò lui, cogliendo di sorpresa Hayden che scoppiò in una dolcissima risata poi gli lasciò un bacio su una guancia e infine ridacchiò compiaciuto.

«Hai detto che è un piccolo posto tranquillo nel parco e l'unico che mi è venuto in mente è il chiosco poi in questo periodo viene frequentato poco perché fa ancora abbastanza freddo e ho collegato le cose», spiegò il moro, continuando a sorridere al suo ragazzo che scosse il capo, demoralizzato ma poi gli sorrise a sua volta, ricambiando il bacio e lasciandone uno lui stesso però sulla punta del naso.

«Sei un piccolo genio, principessa», mormorò orgogliosamente per poi ricominciare a camminare verso l'entrata del parco.

«Lo so. Lo so.»

Oltrepassarono il cancello del parco e dopo pochi minuti raggiunsero il chiosco, una struttura in ferro battuto a forma di ottagono rettangolare con qualche sedia in plastica e alcuni tavolini intorno. Era piuttosto semplice, però se per Cole era importante, be', da quel momento lo sarebbe stato anche per Hayden.

«Mia madre mi portava sempre qui dopo essere passata a prendermi all'asilo e ricordo che mi comprava sempre un mega panino buonissimo che col tempo ho scoperto non essere poi così grande, ma ero io piccino che lo vedevo così», si confidò il biondo con un velo di malinconia nella voce mentre spostava la sedia ad Hayden per farlo accomodare davanti ad un piccolo tavolino in ferro.

Lo ringraziò con un sorriso, incominciando a sentirsi sempre più parte della vita Cole mentre lo ascoltava parlare del suo passato. «Tutto da piccoli ci sembrava più grande.»

«Già...», biascicò tristemente.

«Quanti anni avevi quando tua madre è andata via?», appena Hayden si rese conto della domanda fatta, si morse subito il labbro inferiore con forza e si maledisse per essere stato così senza tatto su una cosa che tuttora faceva soffrire Cole.

Il ragazzo esalò un sospiro fiacco poi abbozzò un sorriso forzato, accarezzando una guancia di Hayden dopo aver notato il suo cambio d'espressione e che prese subito colore; si vedeva lontano un chilometro quanto si sentisse in colpa per avergli fatto quella domanda, anche se persone che conosceva da meno tempo gliene avevano fatte di peggiori.

«Io avevo quattro anni mentre mio fratello sette e lui ha molti più ricordi rispetto a me. Adesso è riuscito anche a perdonarla perché il nostro fratellastro lo ha contattato per farli riconciliare. I-io faccio ancora un po' di fatica a farlo, ma non la odio», rivelò quei fatti con molta tristezza nella voce e con una morsa ferrea che lentamente si stringeva sempre di più intorno al suo cuore, facendolo stare male. Vorrebbe perdonare sua madre, ma aveva paura di venir abbandonato nuovamente da lei.

«Mi dispiace, amore. Dev'essere stato difficile per te», Hayden, sentendosi terribilmente in colpa per averlo obbligato a riportare alla mente brutti ricordi, gli afferrò la mano e intrecciò le loro dita. Poi gli baciò una nocca alla volta per fargli capire che lui c'era e che se avesse voluto piangere, sfogarsi, lo avrebbe consolato senza giudicarlo, ma lo avrebbe ascoltato solamente e avrebbe provato a consolarlo in ogni modo possibile.

Il biondo sospirò pesantemente, ma poi abbozzò un piccolo sorriso davanti alla dolcezza infinita di Hayden che gli inebriò il cuore e che lo aiutò a liberarsi, almeno in parte, da quel peso che da tempo lo opprimeva; aveva davvero un dannato bisogno di sfogarsi e lui era lì pronto per ascoltarlo e consolarlo.

«Molto difficile. Ho visto mio padre soffrire così tanto per colpa sua. Lei ci ha abbandonati senza pensarci due volte e adesso ho anche dei fratellastri perché con il suo nuovo marito si è rifatta una famiglia. Per me non c'è stata mentre per loro sì!»

Hayden era veramente senza parole. Non si sarebbe mai aspettato che un ragazzo così attivo, allegro, festoso come lui potesse nascondere così tanta sofferenza nel cuore. Un dolore che gli si era annidato nel cuore da ormai tantissimo tempo e che sola ora stava riuscendo a districare da nodi strettissimi.

«H-hai provato a parlare con lei?», domandò con un filo di voce, non volendo, magari, farlo alterare.

«Sì, ma non riesco ancora a perdonarla del tutto», replicò Cole, scrollando poi le spalle con indifferenza, «Vuoi ordinare?», gli chiese, cambiando infine discorso. Certo, voleva sfogarsi con qualcuno, ma non poteva di certo rovinare il loro appuntamento con vecchi ricordi che tali dovevano rimanere, però magari gliene avrebbe parlato ancora in futuro. Ora voleva godersi quella giornata con lei.

Il moro capendo la situazione, accettò senza replicare il cambio di discorso del suo ragazzo; non voleva obbligarlo a parlare se non ne aveva voglia. Quando si sarebbe sentito pronto di sfogarsi totalmente, lui sarebbe stato lì ad ascoltarlo. «Certo. Prendo quello che prendi tu.»

«Due panini al formaggio e due Sprite», il biondo si voltò verso il proprietario del chiosco e diede le loro ordinazioni, porgendo subito i soldi sul bancone.

«Arrivano subito!», disse l'uomo, mostrando un sorriso da sotto i lunghi e spessi baffi bianchi.

«Grazie mille.»

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