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Hayden era confuso. Non riusciva a capire per quale motivo Cole l'avesse ringraziato. Non dovrebbe essere lui a farlo per essergli stato accanto e per averlo soccorso? Che cos'aveva fatto per avere la sua gratitudine?
«P-perché mi stai ringraziando? C-cos'ho fatto?», gli domandò lui, mordicchiandosi l'interno guancia quando lo vide mostrargli un dolce sorriso. Era un sorriso luminoso e sincero che gli causò l'aumento dei battiti cardiaci che gli martellavano con forza contro la gabbia toracica.
Cole si passò involontariamente una mano nei capelli, cosa che provocò nuovamente l'acceleramento dei battiti cardiaci del moro, «Perché grazie a te sono riuscito a messaggiare con quella ragazza, anche se sabato è stata male e non ci siamo visti.»
Hayden spalancò gli occhi per la sorpresa; non si sarebbe mai aspettato che Cole lo ringraziasse per una cosa del genere. Poi pochi secondi dopo sulle sue labbra nacque un sorriso genuino mentre le sue guance assunsero un rosso più acceso che non passò inosservato al biondo, il quale gliene sfiorò delicatamente una, provocandogli altro imbarazzo.
«Ti piace molto quella ragazza?», gli domandò infine il moro, fin troppo curioso di scoprire la sua risposta e con gli occhi che brillavano intensamente. Voleva sapere se fosse davvero interessato ad Hays o se stesse fingendo, solo per poterci finire a letto — tra l'altro cosa molto improbabile.
Cole ci pensò su per qualche secondo poi emise un piccolo sospiro spompato perché era così confuso da non sapere che risposta dargli, «Sì, credo di sì. Sono molto confuso perché è la prima volta che provo qualcosa del genere per una ragazza... Però di una cosa sono certo: voglio uscire con lei», gli rispose con la voce più roca del solito, cosa che gli provocò una miriade di brividi lungo la spina dorsale mentre si passò una mano nel ciuffo, leggermente in imbarazzo.
Il moro ascoltando la risposta del biondo abbozzò un piccolo sorriso. Era felice del fatto che Cole, nonostante non fosse mai stato seriamente con una ragazza, volesse davvero uscire con Hays. Però si sentiva anche un po' in colpa perché Hays era lui e non una ragazza qualsiasi e la cosa lo faceva soffrire, ma al contempo voleva comunque continuare a vedersi e sentirsi con lui perché secondo lui era l'unico modo per poterci uscire insieme.
«L'importante è che tu non ti stia prendendo gioco di lei», come io, mentendo, sto facendo con te, Cole pensò Hayden con amarezza nei suoi stessi confronti.
«No, non mi sto prendendo gioco di lei. Stai tranquillo, Hayden;» sulle sue labbra squadrate fiorì un sorriso sincero, «ora vado in classe sennò la prof mi uccide sul serio questa volta», ridacchiò sommessamente poi pizzicò il naso ad Hayden, il quale avvampò all'istante come una fiamma ed infine si alzò da quella dannata sedia che gli aveva distrutto il fondoschiena, dirigendosi verso la porta dell'infermeria.
Hayden sventolò timidamente una mano per aria e mormorò un flebile «ciao» che Cole riuscì comunque ad udire, motivo per cui gli mostrò un altro sorriso e un cenno del capo.
Una volta risposto solo, si voltò in pancia in sotto sul letto e conficcò il viso nel cuscino per trattenere l'urlo di felicità che voleva uscire a tutti i costi. Cole era stato così dannatamente dolce con lui che il suo cuore, era quasi certo, sarebbe esploso da un momento all'altro.
«Bene, signorino Morrison ho chiamato suo fratello. Tra non molto verrà a prenderla», annunciò l'infermiera dopo essere entrata in infermeria e dopo che Hayden fosse tornato nella sua posizione originale, ovvero seduto sul lettino con la schiena appoggiata alla testiera in metallo.
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