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Dalle labbra di Hayden fuoriuscì un ridacchio dopo che il suo ragazzo gli ebbe dato un pizzicotto su una natica, beccandosi, ovviamente, una sberla sul braccio per intimarlo a non farlo più, anche se era più che consapevole che non avrebbe mai smesso di farlo perché adorava metterlo in imbarazzo.

Un ragazzo gli passò accanto mentre stavano entrando nell'aula di chimica e sussurrò un «finocchi» che fece scoppiare Cole in una risata sprezzante e per quello si beccò in risposta uno sguardo stranito dal tipo e una carezza calmante da parte di Hayden sulla schiena.

Pensavano davvero che si sarebbe lasciato mettere i piedi in testa come successo a giugno? Ai tempi era stato malissimo per la verità appena scoperta, tanto da non riuscire nemmeno a reagire mentre ora era pronto a prendere a pugni chiunque si azzardasse a prendersela con lui e il suo ragazzo. Non ne aveva per nessuno. Chiunque lo avesse infastidito, se la sarebbe vista con la sua furia.

«Che c'è?», chiese l'altro con arroganza, fissando di sottecchi il ragazzo biondo davanti a sé, il quale non la smetteva di ridere con quella strafottenza che lo fece solamente arrabbiare. Involontariamente strinse i pugni lungo i fianchi mentre con la coda dell'occhio, notò alcuni loro compagni incominciare ad entrare nell'aula per occupare i posti migliori e per quello schioccò la lingua contro il palato, infastidito. Stava rischiando di perdere il banco vicino alla finestra infondo alla classe per quel finocchio di Cole Powell.

«Non so,» Cole alzò le spalle con sufficienza, «dimmelo tu! Noi finocchi ti abbiamo fatto qualcosa mentre stavamo entrando in classe oppure ci hai insultati così per divertimento o perché le persone diverse da voi vi spaventano? Tranquillo, tu saresti l'ultima persona sulla faccia della terra con cui io o Hayden andremmo mai a letto.»

Hayden fece moltissima fatica a trattenersi dal ridere e per quello, conficcò il proprio viso nella schiena del suo ragazzo, lasciandosi andare in un mezzo risolino solo in quel momento. Mentre Cole si stampò sul viso un sorriso fiero e il suo sguardo bruciò di superiorità, cosa che infastidì all'inverosimile l'altro ragazzo, il quale però non fece in tempo a replicare a quella provocazione che il professore entrò in aula, tuonando di andare ognuno al proprio posto.

Non appena il moro posò gli occhi sulla figura del professore, sentì il fiato morirgli in gola poi sbiancò all'istante, diventando più pallido di un cadavere e il cuore iniziare a pompargli violentemente nel petto mentre il suo corpo incominciò a tremare contro quello del suo ragazzo. Cole sentendolo tremolare, quasi avesse paura di qualcosa, contro il suo petto e vedendolo bianco come un cencio, si allarmò all'istante e subito gli domandò cos'avesse stringendolo fortemente a sé, senza però ricevere alcuna risposta indietro.

Hayden deglutì a fatica poiché quel fastidioso e enorme groppo era tornato con persistenza nella sua gola e lo stava lentamente soffocando. Il nuovo insegnante era suo padre. Suo padre che non vedeva da più di un anno. Suo padre che lo aveva cacciato di casa perché omosessuale e genderqueer.

«Salve a tutti! Io sono Paul Morrison e sarà il vostro nuovo professore di chimica. Vediamo di far funzionare questa convivenza, va bene, ragazzi?», l'uomo spostò lo sguardo un po' su tutti i tuoi alunni, i quali si stavano facendo i cavoli loro, fin quando non incrociò lo sguardo spaurito di Hayden che senza dir nulla, fuggì dall'aula con Cole che gridò il suo nome per via di quello scatto improvviso, prima di seguirlo ovunque stesse andando.

Il nuovo professore, nonché padre del ragazzo, sentì una dolorosa fitta trafiggergli il cuore dopo aver visto il suo sguardo terrorizzato poi emise un sospiro addolorato una volta fuggito dall'aula. Potrai mai perdonarmi, figlio mio?

Hayden aveva la vista offuscata dalle lacrime, il cuore che gli batteva in gola con rabbia e il respiro affannato. Non aveva idea di dove stesse andando, ma voleva allontanarsi il più possibile da suo padre. Era venuto nella sua scuola per rendergli la vita un inferno? Era venuto per separarlo da Cole? Non voleva perdere la sua metà...

Singhiozzò brutalmente una volta che si fu accasciato contro un armadietto qualsiasi poi nascose il viso stravolto dal pianto in mezzo alle sue ginocchia che aveva raggomitolato al petto e desiderò di tornare ad un mese prima, dove la felicità e l'amore li aveva fatti sentire così vivi e innamorati.

Ora, con suo padre in giro per la scuola, avrebbe rischiato di perdere Cole? Però Cole non era così fifone da lasciarsi intimorire da qualche minaccia da parte di suo padre... Il suo ragazzo avrebbe combattuto coi denti e le unghie per la loro relazione e così avrebbe fatto anche lui. Non poteva permettersi di perdere l'unica ragione della sua miserabile vita.

«Hayden! Piccolo mio, oh cristo!», esclamò Cole col fiatone dopo averlo trovato, correndogli incontro per poi gettargli le braccia al collo e abbracciarlo con tutta la forza che possedeva mentre lui si aggrappò con disperazione alla sua schiena e conficcò il viso nel suo petto, continuando a piangere. No, non piangere, amore mio. Ti proteggerò io da tutti e tutto, come già ti ho promesso. Non lascerò che quell'uomo ti ferisca ancora.

«Ehi... Ci sono io, hai capito?», gli sussurrò con dolcezza in un orecchio poi gli prese il viso nelle sue mani a conca, alzandolo quanto bastava per far scontrare i loro sguardi e infine gli schioccò un bacio su una guancia umida e salata. Hayden tirò su col naso, annuendo una sola volta poi premette dispersamente le proprie labbra su quelle di Cole che ricambiò all'istante il bacio, stringendolo ancora di più a sé e finendo così col sedersi sul pavimento del corridoio con il suo ragazzo a cavalcioni sulle proprie gambe.

A nessuno dei due importava che qualcuno potesse beccarli mentre si scambiavano effusioni seduti sul pavimento del corridoio della loro scuola. Hayden aveva bisogno di Cole e Cole gli avrebbe donato tutto l'appoggio che desiderava, senza mai tirarsi indietro. Preferiva beccarsi una strigliata da parte di qualche professore, ma solo dopo aver rassicurato il suo ragazzo con carezze e baci pieni d'amore, piuttosto che saperlo triste per tutto il giorno perché non era riuscito a consolarlo come avrebbe voluto.

Cole tenendo le mani ben salde sul suo viso in modo tale da non farlo allontanare da sé nemmeno per mancanza di ossigeno, continuò a far giocare le loro lingue. Gli inclinò il capo e fece vagare la lingua più in profondità nella sua gola, sentendo un suo gemito rimbombargli deliziosamente in bocca. Le mani di Hayden finirono nei suoi capelli, com'era solito fare quando si baciavano, e si attorcigliò alcune ciocche nelle dita, tirandole appena e facendolo ansimare contro la sua bocca.

«Non importa cosa dirà tuo padre, io ti starò sempre accanto», ansimò il biondo sulle labbra rosse dell'altro a cui si velarono nuovamente gli occhi di lacrime poi si tuffò col viso nell'incavo del suo collo e scoppiò a piangere, ora molto più sollevato rispetto a prima.

«Me lo prometti?», singhiozzò Hayden e la vibrazione del suo petto premuto contro quello del suo ragazzo, gli fece venir ancora più voglia di stritolarlo e di non lasciarlo mai più andare dalle sue braccia. È così piccolo tra le mie braccia. Non voglio vederlo piangere. Non voglio saperlo triste. Io lo amerò sempre, non mi importa cosa dirà suo padre. Hayden è la mia anima gemella e non la lascerò mai andare.

«Ma certo che te lo prometto, cazzo! Ti amo Hayden e questo non cambierà mai.»

Detto quello, si alzarono a fatica da terra poiché Hayden non voleva staccarsi da Cole e dopo essersi spolverati i pantaloni, ritornarono in classe mano nella mano e con lo sguardo attento dell'uomo su di loro. Nessuno dei due però si accorse del sorriso che nacque sulle labbra di Paul, troppo presi uno dall'altro.

Forse non avrebbero corso nessun rischio con il padre di Hayden... Forse tutto avrebbe continuato ad andare avanti con tranquillità e felicità senza pensieri insidiosi a rovinare il loro amore.

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