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Quelle lunghissime sette ore e quarantacinque minuti erano veramente servite ai due ragazzi poiché ora erano più pimpanti che mai e non vedevano l'ora di visitare San Francisco, dopo ovviamente aver messo qualcosa nei loro stomaci che richiedevano con disperazione cibo. E per quel motivo, appena Cole inquadrò sua madre fra le varie persone che stavano aspettando qualche parente, amico, amante o erano lì per lavoro, le andò incontro e le chiese subito se potessero andare a mangiare da qualche parte e lei gli aveva risposto che al pranzo ci stava aspettando Bruce, motivo per cui non era lì.

Hayden, Elizabeth e Cameron li raggiunsero pochi attimi dopo aver recuperato le loro valigie e il figlio maggiore coinvolse sua madre in un caloroso abbraccio che da Cole non aveva minimamente ricevuto, ma proprio non ce la faceva a comportarsi come se non fosse mai successo niente.

«Sarebbe dovuto venire anche Lucas per aiutarvi con le valigie, ma avuto un imprevisto con la sua ragazza», spiegò la donna quando Cameron gli domandò dove fosse il loro fratellastro e subito si rattristò, ma poi replicò che una volta incontrato lo avrebbe preso a pugni per non essersi presentato e ciò scaturì la risata di Susan.

Cole, invece sembrò quasi esserne contento, ma sentire sua madre parlare in quel modo di quel ragazzo che lui dovrebbe considerare "fratellastro", ma per cui non provava assolutamente niente poiché l'unico fratello che aveva era Cameron e tutti gli altri erano solo intrusi nella loro vita fraterna. Hayden, notando quel mezzo sorriso nato sulle labbra del suo ragazzo, gli diede una leggera spallata e quando ebbe la sua attenzione, alzò un sopracciglio come a chiedergli che avesse. Lui scrollò le spalle e mimò un «te lo spiego dopo» che fece annuire una sola volta l'altro, anche dentro di sé incominciò a pensare al perché di quel sorriso quasi perfido.

«Susan sei bella come sempre», Elizabeth abbracciò la sua suocera con felicità, schioccandole un bacio su una guancia che la fece sorridere gioiosamente.

Subito dopo anche Hayden la salutò con un caloroso sorriso e una timida stretta di mano. Si sentiva ancora molto impacciato a parlare con naturalità con la madre del suo ragazzo poiché c'aveva avuto poco a che fare, a differenza di Bruce con cui andava veramente d'accordo e con cui aveva passato più tempo ancora prima di essere ufficialmente il fidanzato di Cole.

«Andiamo che un buon pranzo ci aspetta!», la donna provò a prendere la valigia di suo figlio, ma Cole scosse il capo, dicendole che c'avrebbe pensato lui alla sua quindi lei annuì un po' abbattuta poi fece strada alle due coppie sino alla sua macchina senza più fiatare.

Il suo ragazzo gli premette le labbra su una guancia e gli sussurrò di andarci piano perché sua madre ci stava davvero provando a farsi voler nuovamente bene da lui quindi Cole emettendo un sbuffo, annuì e poi gli schioccò un bacio sulla punta del naso che andò subito ad arricciare teneramente.

«Farò il bravo, promesso», anche se preferirei non aver niente a che fare col resto della sua nuova famiglia.

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«Siamo arrivati», gridò Susan allegramente, dopo aver fatto entrare tutti nella villa e annunciato il loro arrivo a suo marito e al piccolo di casa, Dean, che corse subito verso di loro, balzando addosso a Cameron che subito lo strinse fortemente a sé, lasciandogli un bacio su una guancia paffuta.

Il viaggio in macchina era stato abbastanza strano. Cole non aveva mai risposto a nessuna domanda della madre mentre Hayden aveva aperto una conversazione con Elizabeth, seduta al suo fianco, su cosa fare una volta disfatte le valigie e pranzato, cercando di tanto in tanto di coinvolgere pure il suo ragazzo nella discussione, ma senza riuscirci poiché sembrava avere altro per la testa e un cipiglio bello evidente sul volto.

Amore mio non rovinarti in questo le vacanze, aveva pensato il moro poi aveva avvolto entrambe le braccia intorno alle sue spalle e gli aveva schioccato un bacio sul collo fino a risalire alle sue labbra, dove gliene lasciò uno più lungo e pieno d'amore. Non voleva che si rovinasse le vacanze perché non riusciva a sopportare l'idea di sua madre con un altro uomo e con altri figli a carico.

Gli occhi verdi del bambino si spalancarono quando notò un altro ragazzo che assomigliava tanto al suo fratellone Cameron poi gli puntò un dito contro e Cole inarcò un sopracciglio, emettendo un "eh" infastidito.

«Assomigli tantissssimo a Cameron quindi sssei Cole, vero???», l'esse moscia di Dean diede a Cole l'idea di un piccolo serpente a sonagli che gli sibilava fastidiosamente nelle orecchie, ma si sforzò lo stesso di mostrare un accenno di sorriso al suo fratellastro. Sei carino e tutto, ma già non ti sopporto e nemmeno so bene perché!

Hayden gli diede un pizzicotto sul gomito per incitarlo a rispondere quindi dopo aver esalato un sospiro, annuì, mantenendo sul suo viso un sorriso più falso di Giuda, «Sì, sono Cole e tu devi essere Dean, giusto?»

Per sua fortuna la sua voce non uscì alterata o infastidita e per quello dovette ringraziare il suo fidanzato che gli stava lasciando lente carezze sulla schiena per calmare la sua rabbia, o meglio la sua gelosia nei confronti di quella famiglia. Perché sì, era di quello che stavamo parlando. Di gelosia. Cole era geloso dei nuovi figli di sua madre, della sua nuova vita senza di lui, Cameron e loro padre e proprio non riusciva a nascondere quel risentimento.

«Ssì!! Sai che sei proprio bello?», Dean abbozzò un tenerissimo sorriso sul suo viso paffuto e abbronzato mentre con i suoi occhietti vispi osservò Hayden annuire per poi schioccare un bacio sulla guancia del suo fratellone Cole.

«Siete fidanzati? Un mio compagno di scuola ha due mamme!!», esclamò entusiasta poi abbracciò la vita di Cole — arrivava malapena a quell'altezza —, il quale rimase paralizzato da quel gesto e gli appoggiò la testa castana e riccioluta sullo stomaco, «Ti voglio bene», sussurrò infine, lasciandogli un bacio sulla stoffa della maglietta.

«Sì, lui è il mio fidanzato e si chiama Hayden», il biondo gli lasciò una carezza tra i capelli, passando le dita in alcuni suoi riccioli e involontariamente si ritrovò a sorridere dinnanzi a tutta quella tenerezza mentre il suo ragazzo gli appoggiò la testa sulla spalla e gli sussurrò un «andrà tutto bene» che in quel momento parve così vero, così sincero che incominciò a crederci anche lui.

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