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Cameron chiamò dal piano di sotto suo fratello che quel giorno non avrebbe potuto vedere il suo ragazzo poiché Alice, minacciandolo per telefono, gli aveva detto che se Hayden non fosse uscito con lei, lo avrebbe soffocato con un cuscino e lui ovviamente, ridendo, le aveva risposto che per qualche ora avrebbe resistito, anche se in un cuor suo sapeva che non era del tutto vero. Gli mancava già tantissimo. Dannazione, sono un caso perso ormai. Ho così tanto bisogno di lui, ora.
Gli inviò l'ennesimo messaggio per sapere se andasse tutto bene poi emettendo uno sbuffo scocciato, si alzò dal suo letto e con passi strascicanti scese le scale, tranne gli ultimi tre gradini che li saltò con un unico balzo che creò un tonfo secco sul pavimento. E si stranì quando suo padre non lo aggredì verbalmente, dicendogli di non saltare in quel modo se non voleva spaccarsi qualche osso.
«Che c'è?», borbottò atono lui perché non aveva voglia di fare niente a parte chattare col suo ragazzo, il quale a quanto pare gli aveva appena risposto poiché sentì la tasca dei pantaloni della tuta vibrare. Il fiato gli morì brutalmente in gola, quando al posto di trovare suo fratello già pronto a chiedergli qualcosa, si ritrovò davanti sua madre con un smagliante sorriso stampato sulle labbra. E lei ora che diavolo ci faceva lì? Dov'era suo padre?
«Ciao Cole», mormorò Susan con voce ferma, ma il suo sorriso sembrò vacillare per alcuni secondi per poi ritornare più sicuro e gentile, quando vide il suo figlio minore osservarla con ostilità.
Ripeto: cosa diavolo ci fa qui mia madre? Perché non se ne torna a San Francisco dal suo maritino e dai suoi nuovi figli?
Cameron emise un breve sospiro insicuro. Sapeva sarebbe andata a finire in quel modo, con Cole che avrebbe faticato persino a guardala in faccia, un po' come era successo con lui se non fosse stato per Elizabeth che lo aveva convinto a parlarle, ma voleva che si riappacificassero una volta per tutte. Voleva che suo fratello tornasse ad essere partecipe della vita di loro madre, come lui aveva fatto da ormai un anno.
«Cole...», biascicò lui, appoggiandogli una mano sulla spalla perché non voleva che facesse così, era pur sempre loro madre, anche se aveva fatto una grandissima bastardata che nessuno dei due figli avrebbe mai dimenticato, ma doveva riuscire ad andare avanti.
Cole emise un ringhio che salì dal fondo della sua gola poi si scrollò di dosso la mano di suo fratello con rabbia e voltandosi verso di lui, lo fulminò con lo sguardo, «Perché dovrei perdonarla? Lei ci ha abbandonati per rifarsi una vita con un altro uomo! Hanno persino un altro figlio», le puntò un dito addosso e dal suo volto sparì all'istante quel sorriso che si era tanto sforzata di mantenere, continuando ad inveire contro Cameron.
Non riusciva a perdonarla. Si sentiva male all'idea di permetterle di entrargli nel cuore e nella sua vita perché aveva paura che poi sarebbe sparita nuovamente come cenere al vento. Come aveva già fatto in passato.
«Cole, nostra madre è qui perché vuole fare ammenda dei suoi peccati. Vuole riavere suo figlio nella sua vita... Perché non glielo permetti? Lei ti ama ed è conscia al cento per cento dello sbaglio che ha fatto abbandonandoci in passato, ma non pensi sia ora di perdonarla dato che sta cercando di tornare a far parte delle nostre vite senza più sparire?», il ragazzo non sapeva come, ma suo fratello riusciva sempre a fare discorsi sempre molto convincenti e sinceri che persino un ottuso come lui avrebbe capito e fatto rimuginare.
Il biondo osservò per alcuni secondi sua madre e la vide guardarsi in giro a disagio mentre torturava il manico della borsa con le dita poi puntò lo sguardo rammaricato nel suo e si sforzò di sorridergli nuovamente, anche se uscì fuori solamente un mezzo sorriso stanco.
«Mi dispiace così tanto», mormorò lei con un filo di voce mentre una lacrima gli bagnò una guancia, sfuggita al suo controllo.
Avrebbe dovuto dare ascolto a suo fratello e perdonarla oppure continuare a portarle rancore per tutta la vita sino a pentirsene una volta troppo vecchio? Hayden lo aveva perdonato nonostante lo avesse abbandonato come avevano fatto i suoi genitori per via della sua omosessualità quindi perché lui non poteva farlo con sua madre? Perché aveva paura di venir nuovamente ferito da lei...
«Sai vero che anche se dovessi perdonarti, non riuscirò più a volerti bene come un tempo? Quando ci hai abbandonati io ero piccolissimo... Tu non sai cosa vuol dire crescere senza una madre mentre tutti i tuoi amici ne avevano una che partecipava alle recite scolastiche, che gli andava a prendere a scuola o con cui passavano un pomeriggio tranquillo al parco. Io ti ho odiata tantissimo, così tanto da non voler più vedere la tua faccia in nessuna foto che girava per casa poi col tempo quell'emozione si è trasformata in una solida indifferenza. Sarai pur mia madre, ma nel mio cuore non sei niente. Mio padre mi ha fatto da entrambi genitori perché tu non c'eri», gli sputò addosso tutte quelle parole che si era tenuto dentro sino a quel momento, riducendosi a piangere ogniqualvolta pensasse a lei durante il corso degli anni poi alla fine aveva capito che quella donna non si meritava nemmeno una sua lacrima e così smise di versarne.
La donna annuì solamente mentre i suoi occhi azzurri si gonfiarono di lacrime e infine scoppiò in pianto, straziante anche per le povere orecchie di Cole a cui lo sguardo divenne subito lucido. Forse aveva esagerato? No, perché sentiva di essersi tolto un peso dallo stomaco. Si sentiva meglio e forse così facendo, sarebbe riuscito a perdonarla o, almeno era ciò che credeva.
«Davvero sei qui perché mi vuoi di nuovo nella tua vita e vuoi restare? Solo teoricamente, so che devi tornare a San Francisco da tuo marito», gli chiese il ragazzo con voce incrinata dalle lacrime che pungevano ai lati degli occhi poiché pretendevano di liberarsi. Stava davvero per perdonare sua madre? Lo stava facendo sul serio? E se poi venisse nuovamente ferito da lei?
«Sì, Cole e mi dispiace averci messo così tanto», Susan fece un passo in avanti verso i suoi figli e quando fu abbastanza vicino ad entrambi si tuffò su di loro, avvolgendo le braccia intorno alle loro spalle per poi stringerli a sé, in un abbraccio dal retrogusto malinconico.
«Vi voglio bene, ragazzi e vi prego di perdonarmi, di darmi una seconda possibilità», continuò a piangere e a singhiozzare contro il petto del suo figlio maggiore, il quale gli avvolse un braccio intorno alla vita magra per abbracciarla a sua volta mentre il minore le diede alcune pacche sottotono sulla schiena per calmarla. Sì, ti perdonerò, ma non so se riuscirò mai a volerti nuovamente bene come prima.
«Una sola. Ti do una sola possibilità quindi non sprecarla, mamma.»
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