8.Eloise
ELOISE'S P.O.V
È la quarta volta che riapro l'armadio per decidere cosa indossare. Sono così nervosa, tanto da potermi mettere a piangere.
"Cosa stai facendo?"
No, non adesso Gregg. Dove è finita Grace?! Ho bisogno che se lo porti via prima che capisca tutto. Anche se prima di sequestrarlo e tentare di farmi diventare zia, potrebbe aiutarmi nello scegliere il vestito adatto ad incontrare lui.
"Fisso l'armadio nella speranza che diventi una cabina armadio."
Lo fulmino con lo sguardo e lui capisce che non è il momento adatto.
"Oh wow. Recepito Is, è il periodo no. Vado da Grace, chiamami se dovessi ottenere qualcosa, così poi potremmo provare con le banconote."
È cretino ma gli voglio un bene dell'anima.
Sorrido mentre mi bacia la fronte e ho davvero paura capisca qualcosa quando si sofferma ad osservarmi, ma per mia fortuna stasera è di fretta e non è in vena di pormi molte domande.
"Gregg?"
Si volta appena per ascoltarmi. "Ti voglio bene."
Se ne va, lasciandomi sola.
Odio mentire a Gregg, odio semplicemente avere segreti con lui, perché quando tutto è crollato lui è stato il mio pilastro eretto.
Quando ho deciso di volare, lui ha sorretto le mie ali deboli a causa delle catene portate per troppo tempo.
Guardo l'orologio, manca solo un'ora ed io sono ancora qui, in pigiama con i capelli arruffati e senza smalto sulle unghie. Un urlo di frustrazione lascia la mia bocca e decido di indossare quel vestito nero per le nuove occasioni che ho comprato un mese fa insieme a Grace. Eloise nuova, vestito nuovo no?
Chi voglio prendere in giro.
Vestito nuovo, Eloise vecchia. O forse semivecchia.
Devo smettere di pensare. Penso sempre troppo e questo non è un bene.
Sono agitata al solo pensiero di rincontrarlo, rivedere quel sorriso ampio che illuminava il mio mondo, anche se fuori il sole era spento.
E se non riuscissi a rimanere lucida? Se non riuscissi a non cedere al suo incantesimo?
Grace, ho assolutamente bisogno di Grace.
Compongo velocemente il suo numero, ma prima che possa rimettere giù sentendomi troppo stupida per esternare ciò che penso, la sua voce arriva dall'altro capo del ricevitore.
"El?"
Massaggio le tempie con la mano libera ed un sospiro profondo lascia le mie labbra prima di parlare.
"Puoi...puoi parlare? O meglio ascoltare senza che nessuno origli?"
Mio fratello è bravo in questo, e sono sicura stia cercando di carpire ogni minimo segnale acustico percepibile.
"Adesso si"
Sono tentata dal chiederle se Gregg è abbastanza lontano, ma sono sicura che questo sia troppo anche per la sua pazienza.
"Non so se ci riesco. E se crollo li davanti a lui? E se mi bacia? E se io iniziassi a piangere davanti a lui? E se.."
Vengo interrotta dalla mia amica costretta ad urlare, quasi , per fermare il mio flusso di parole.
"El, stop. Fermati. Tu sei El e saprai fermarlo se tutto questo dovesse succedere. Tu saprai fare la cosa giusta perché sai sempre cosa è giusto. Quindi niente se. Tu sei Eloise Sulkin e stasera andrai lì a mostrargli che donna meravigliosa sei e quanto si sta perdendo quel cretino."
Se non la smette inizierò a piangere.
La cosa positiva è che ancora non mi sono truccata.
"G, io sono un casino. Lo sai. È tutto un casino. Se Gregg dovesse scoprirlo, succederebbe un casino ancora più grande ed io non so se adesso sono pronta ad affrontare tutto ancora."
Dirlo a voce alta lo rende ancora più spaventoso. Sono terrorizzata.
"Eloise, Gregg è con me e lo terrò a distanza. Tu vai lì e fagli girare la testa tanto da farlo svenire"
Sorrido a questa immagine, pur sapendo che non accadrà mai. Non sono mai stata una di quelle ragazze che attraggono gli sguardi solo camminando sul marciapiede.
"Va bene, scusami. Tieni occupato mio fratello e sai che io sarò felice di tenere mia nipotina, perché sarà femmina, eh! Impegno amica, mi raccomando!"
La sento ridere e rido con lei.
"Sai che non succederà, ma stai ridendo e questo va bene. Buona serata El, se hai bisogno basta un s.o.s ok? Ti voglio bene!"
Anch'io le voglio bene, così tanto che nemmeno lo immagina. Grace mi ha trovata, o forse io ho trovato lei, in un momento un po' strano in cui, dopo un periodo molto buio, ero convinta che la luce fosse vicina. Pensavo di stare bene, di aver trovato il mio equilibrio, di bastare a me stessa e di non aver bisogno di nessuno: ne di amiche ne, tanto meno, di lui.
Invece ero ancora fragile, e lei con il suo essere abbastanza simile a me, ha conquistato celermente un posto nel mio cuore ormai freddo e diffidente. È riuscita a sbloccarlo e a riportare a galla , seppur inconsciamente, la vera Eloise rendendola più forte, più stabile.
Sono in ritardo. Come sempre d'altronde, ma non mi dispiace farlo aspettare. Anche se effettivamente Gregg potrebbe piombare in casa e trovarlo qui, ma non è un'opzione plausibile questa.
Sarà stata l'ansia, ma alle otto e mezzo sono pronta e sono stranamente puntuale.
Il cellulare squilla segnalandomi che lui è arrivato.
Il respiro accelera, il cuore sembra voler uscire dal mio petto e le gambe mi tremano. Forse dovrei mettere delle scarpe basse ma non voglio che ci sia un grande dislivello tra noi, non voglio creda lui abbia ancora il controllo totale su di me.
Chiudo lentamente la porta di casa, cercando di perdere tempo per non affrontare la realtà.
Rup è seduto al solito posto e lo saluto frettolosamente, stasera non ho voglia di fermarmi a parlare con lui. Potrebbe fare domande a cui non voglio rispondere.
"Eloise"
La sua voce arriva forte e decisa da un punto indefinito alla mia sinistra e raggiunge il mio stomaco.
Deglutisco prima di girarmi ad osservarlo e rimango senza parole quando lo faccio.
È meraviglioso. Il suo corpo muscoloso è fasciato da semplici jeans resi un po' più eleganti dalla giacca blu che ha abbinato, dimostrando ancora una volta il suo impeccabile gusto.
Non ho il coraggio di guardarlo in faccia, non ancora.
"El?"
Si avvicina e sono costretta a sollevare il viso incontrando quegli occhi in cui sono affondata tanto tempo fa e continuo a farlo ogni volta che li incontro. Mi guarda e in quel momento ci siamo solo noi. Non esistono le macchine che scorrono veloci, non c'è il suono insistente dei clacson, né il vociare proveniente dal bar, né le parole cantate a squarciagola da ragazzi poco più avanti.
Solo noi, io e lui.
"Sei bellissima"
Lo sussurra, come se non volesse crederci, come se io non fossi davvero lì davanti, come se fossi un miraggio. Non ho ancora parlato, non riesco a dire nulla. La mia salivazione è pari a zero e le mie labbra non vogliono saperne di scollarsi e lasciar uscire alcun suono.
Lui sa, lui mi capisce e sorride semplicemente. L'aria è tesa, l'imbarazzo è palpabile ma so che appena io mi rilasserò, tutto tornerà come prima, come se niente si fosse interrotto, come se nulla fosse cambiato.
Ma io voglio che lui capisca che in realtà tutto è cambiato.
"Andiamo?"
Mi porge il braccio ed io esito davanti al suo gesto.
Cosa faccio? Dovrei prenderlo o dovrei tenere le distanze?
"Non mordo, te lo assicuro"
La sua risata mi riscalda e mi ritrovo a sorridere di riflesso. Senza indugiare ancora, mi avvicino e poso la mano sul suo avambraccio. Una scossa mi percorre a quel contatto e sono certa che per lui è lo stesso. Lo sguardo intenso che mi rivolge ne è la prova.
Camminiamo in silenzio riempito solo dal rumore dei miei tacchi. Il suo profumo stimola i miei sensi e sembra che io riesca a respirare solo adesso dopo tanto tempo.
Dio, quanto mi è mancato.
"Dove andiamo?"
La mia curiosità prende il sopravvento e non riesco a tenere a freno la lingua.
"Ho prenotato un ristorante qui vicino, o per lo meno su google sembrava vicino"
Ride ed i suoi occhi brillano mentre mi guarda.
Mi piace pensare che quello sguardo sia solo per me, che sia riservato a me e nessun altra.
"Dimmi la via. Se ti mancassi io, non sapresti fare proprio un bel nulla"
Appena pronuncio quelle parole mi rendo conto di ciò che significano e il mio sorriso si spegne.
"Questo è vero. Mi sei mancata, El. Da morire."
Ciò che dice non dovrebbe avere tutto questo effetto su di me.
Sta cercando di comprarmi,ma non glielo permetterò. Non mi ha dimostrato di essere cambiato, anzi sembra sempre lo stesso.
Fino ad ora ho solo capito che lo amo più di prima, se questo fosse possibile.
"La via?"
Cerco di nascondere il tremolio della mia voce, spero non abbia notato l'incremento di colore sulle mie guance.
"Questo"
Mi ha sempre ammaliata, ma non al punto da non capire più ciò che dice.
"Come?"
Ride ancora, ma stavolta di me e sto per dire qualcosa di poco carino nei suoi confronti, ma mi precede e si degna di darmi una risposta.
"Il ristorante è questo"
Osservo l'insegna raffinata ed elegante e solo da questo particolare capisco che ogni piatto costerà un occhio della testa.
Lui e le sue manie di protagonismo.
Lui e il suo ostentare.
Lui e il suo voler sottolineare di poter badare anche a me. Probabilmente vuole dimostrarmi che ha abbastanza soldi da potermi permettere di stare a casa a non fare nulla, proprio come ha sempre desiderato. Così nessuno può posare gli occhi su di me, nessuno mi porti via da lui.
Ciò che non ha capito è che non me ne andrei per niente al mondo o che potrei farlo anche stando a casa senza alcun contatto col mondo esterno.
Il mio umore precipita e improvvisamente non sono più agitata, ma molto incazzata.
"Dovevi per forza scegliere il più caro? Non c'era bisogno di ostentare anche stasera sai."
Pungente come non lo sono mai stata con lui.
"Ostentare? Ma di cosa stai parlando?"
È sorpreso dalla mia reazione e dal tono usato. Non l'ho mai fatto con lui. Ho sempre acconsentito, ho sempre messo lui prima di tutto, finché non sono andata via.
"Tu vuoi dimostrare ancora una volta che la tua alternativa è migliore ed etc etc. Le tue solite stronzate. Non torno con te a Bournemouth , non rimarrò li a badare alla casa mentre tu lavori e te la spassi ed io accantono i miei sogni, i miei sacrifici per te. Non succederà Daniel. Non ci entro qui dentro, vai a cena da solo se è questo che vuoi."
Sto per tornare sui miei passi, lasciandolo li a bocca aperta, completamente sconvolto, quando mi afferra per il braccio e mi costringe ad ascoltarlo ancora.
Vorrei solo fuggire lontano e piangere.
"Posso disdire. Che ne dici di un hot dog?"
La sua richiesta mi spiazza completamente.
Anziché urlarmi contro o intimarmi di non parlagli in quel modo, ha semplicemente cercato un'altra soluzione.
Annuisco flebilmente, in fondo voglio davvero riprovarci, voglio davvero che lui sia cambiato, che abbia capito quanto per me sia importante il mio lavoro, i miei studi e vivere qui.
Non c'è alcun contatto tra noi adesso, percepisco il suo sguardo e il suo disagio ma non ho intenzione di scusarmi per aver parlato ne per ciò che ho detto.
"Non me lo aspettavo"
Non rispondo, aspetto che prosegua da se.
"Questo tuo lato non l'avevo mai visto. Devo dire però, che sei incredibilmente sexy!"
Mi volto di scatto e lui sta ridendo. Come fa a non essere arrabbiato? Qualche mese fa mi avrebbe riportato a casa, facendo leva sul mio senso di colpa e mi avrebbe costretto a fare ciò che voleva lui.
Adesso è qui davanti a me che ride e scherza come se non gli avessi ribadito il motivo per cui me ne sono andata.
"Colpa tua. Non l'hai mai lasciato uscire. Sei un cretino"
Borbotto e non mi accorgo che si è fermato davanti a un piccolo bar, molto accogliente.
"Okay, abbiamo iniziato male la serata. Possiamo recuperare adesso?"
Ha ragione, forse ho esagerato, forse sarei dovuta entrare lì e smetterla di fare la bambina capricciosa.
"Questo sembra carino"
Non mi viene in mente nient'altro e non ho affatto intenzione di mostrargli quanto mi senta in colpa per aver fatto la stupida.
Avrei bisogno di Grace adesso, di sapere che ne pensa. Sto facendo la cosa giusta? Immagino che la mia amica mi direbbe semplicemente di far prevalere i miei diritti, e in fondo è ciò che sto facendo. No?
Mi apre la porta e mi permette di entrare come un gentiluomo.
"El! Che bello rivederti!"
Jeff sbuca all'improvviso da dietro il bancone e viene ad abbracciarmi.
Sono sorpresa di trovarlo qui, sapevo avesse un lavoro per pagarsi l'università ma non di che tipo.
Daniel lo osserva in malo modo, vorrebbe ucciderlo probabilmente, così prima che la sua mente parta per viaggi interminabili, gli presento il mio amico.
"Jeff lui è il mio amico Daniel, Daniel lui è il mio collega Jeff"
Si rilassa visibilmente e gli porge la mano con fare affabile, come suo solito.
Jeff ci fa accomodare e ci lascia soli per decidere che ordinare.
"Avanti, dove è il kalasmikov?"
Lo sto prendendo in giro anche se non mi stupirei se tirasse fuori qualche oggetto contundente per ferire il mio collega.
"Niente kalasmikov. Ma se avesse abbassato la mano di un solo centimetro verso il tuo sedere, la sedia sarebbe stata perfetta"
Sollevo gli occhi al cielo in modo teatrale e decido di stuzzicarlo ancora.
In fondo che male c'è?
"E se io avessi voluto che lui scendesse?"
Riporta gli occhi dal menù a me e quell'azzurro cielo è diventato torbido. La sua mascella è contratta e io sono curiosa di vedere quale sarà la sua reazione alle mie parole.
"El."
Respira profondamente e abbassa le palpebre, impedendomi di capire che pensa.
"Per favore. So che lo stai facendo apposta ma è difficile per me mantenere la calma se ti sento dire certe cose. Sono geloso e potrei impazzire all'idea di te e un altro che non sia io. Questo lo sai"
Lo so benissimo e la sua reazione controllata è già un passo avanti. La prima e unica volta che ho detto una cosa simile, mi sono ritrovata con un livido sul polso.
"Quanto durerà?"
La serata si sta rivelando più difficile di quanto pensavo e mi dispiace, ma devo sapere prima, di potermi lasciar andare.
Mi guarda interrogativo ed aspetta che continui.
"Questo tuo cambiamento. Quanto durerà?"
Non risponde immediatamente, richiama Jeff lasciando scegliere a me cosa ordinare per entrambi. Prende tempo e non parla finché non restiamo soli, ancora una volta.
"Per sempre. Spero. El io ci sto provando. È dura senza te e io vorrei che ci provassimo insieme, ma so che hai bisogno di fatti, e sono disposto a dimostrati che per te farei di tutto. Ho capito quanto tutto questo" agita la mano indicando uno spazio immaginario "sia importante per te. Ho accettato le tue scelte e ho capito che se non voglio perderti devo..devo lasciarti i tuoi spazi. Ho solo paura di non poterti proteggere"
Allunga la mano verso la mia e ne accarezza dolcemente il dorso. Sono immobile, non voglio interrompere il contatto e non voglio che smetta di parlare. Voglio che mi riempia di coccole e mi dica che andrà tutto bene.
"El io-"
I piatti arrivano e la presenza del cameriere non gli permette di terminare la frase.
Forse è meglio così, devo ancora assorbire il fiume di parole che ha riversato e capire se è sincero o meno.
Parliamo del più e del meno, mi racconta dei cambiamenti a lavoro e io gli racconto delle piccole conquiste che sono riuscita ad acquisire sia nel lavoro che negli studi.
È come se il tempo si sia fermato e non sia cambiato nulla, siamo ancora noi due con piccoli sogni e speranze di cui anche io adesso posso parlare. È bello stare così con lui, vederlo interessato ai miei racconti, vederlo esprimere i suoi dubbi al riguardo ma senza alcuna imposizione o giudizi negativi. È così bello che finisco di mangiare senza nemmeno rendermene conto.
"Sai El, capisco solo adesso quanto ho sbagliato. I tuoi occhi brillano quando ne parli"
Sorrido mentre usciamo dal locale, dopo aver salutato Jeff.
Daniel è stato meno ostile nei suoi confronti, ed io inizio a pensare che sia davvero cambiato, che ci sia speranza per noi.
"Non sono entusiasta all'idea di dividerti con tutto questo..ma posso lavorarci su, con te"
Non posso non riconoscere la sua determinazione e mi fa piacere che sia disposto a cambiare radicalmente per me.
"Amo vederti arrossire per qualcosa che dico io"
Distolgo lo sguardo dal suo e sorrido verso il cielo. Cercare di smettere di arrossire sarebbe inutile ormai, per cui lascio che veda quanto potere ha su di me perché sono sicura che abbia comunque capito che posso essere forte, anche più di lui se necessario.
I piedi mi fanno male, ma non voglio tornare a casa. Significherebbe mettere fine al tempo da trascorrere con lui e io non ne ho abbastanza.
"Ci sediamo un po'?"
Annuisce e mi conduce verso la panchina più vicina. Le nostre spalle si toccano e la sua mano prende la mia. Mi era mancato questo gesto intimo, mi era mancato lui, il suo tocco delicato che sa diventare forte e deciso.
"È bello qui, non trovi? Mi piace guardare il cielo"
È la verità. In mancanza del mare, è stato il cielo ad aiutarmi nei momenti in cui mi sentivo così persa e sola.
"È bello ovunque ci sei tu. Devo ammettere però, che questo posto ha il suo fascino"
Chissà, un giorno potremmo vivere insieme qui.
Tengo questo pensiero per me, la mia mente corre sempre troppo e non voglio dargli false speranze. Non sono pronta a tornare con lui, non prima di avere la certezza del suo cambiamento e di non riaprire ferite ancora fresche.
Il clima è stato clemente questi giorni, ma adesso tira un po' di aria fresca e non ho preso alcun soprabito con me.
"Hai freddo?"
Quando sussurro un si, posa la giacca sulle mie spalle, stringendomi in un abbraccio. Ha azzardato, ha fatto la sua mossa e aspetta la mia. Dovrei spostarmi, ma non faccio altro che nascondere il viso nell'incavo del suo collo, beandomi del calore della sua pelle.
Non voglio rovinare questo bel momento, una domanda, però, continua a tormentarmi, una domanda che avrei voluto porgli da un po' di tempo e di cui non so se realmente voglio sapere la risposta.
"Daniel.."
La mia voce esce in un sussurro e lui si accorge che qualcosa non va. Mi guarda e attende con pazienza che anche io lo guardi e parli.
"Da quando ci siamo divisi, sei stato con qualcun'altra?"
Non distolgo l'attenzione dal suo viso, pronta a cogliere ogni minimo segnale, ogni piccolo dettaglio che mi riveli la verità ancor prima delle sue parole. Ma lui rimane impassibile e non si scompone.
"Si. Una sola volta."
Non avrei mai pensato potesse fare così male, tanto da togliere il respiro. Mi scosto, riportando la mia attenzione al cielo, l'unico a non tradirmi mai.
"Tu eri lontana ed io stavo male. Ero ubriaco El, così tanto da non ricordare più nemmeno il mio nome e ho fatto una cazzata. Il giorno dopo pensavo fossi tu, che fossi tornata da me. Quando ho visto che non potevi essere certamente tu..mi ha fatto schifo. Scusa"
Non credo di poter sopportare altro.
Anche io sono stata male ma non ho mai cercato altre braccia. Non avrebbe avuto senso.
"Tu?"
Mi chiedo se sia solo un modo per rompere il silenzio o se me lo stia chiedendo davvero.
"No"
Sembra sollevato e accenna un piccolo sorriso. Forse avrei dovuto mentire, fargli provare ciò che sto provando io.
"Sono felice di sapere che ancora, sei solo mia"
Mi alzo di scatto e non mi importa di apparire infantile o gelosa, dico ciò che mi passa per la testa.
"Non posso dire lo stesso di te. Adesso, scusami, ma devo tornare a casa"
Ho sbagliato ad uscire con lui, ho sbagliato a pensare di riprovarci. È ancora presto, non sono pronta, le mie ferite non sono pronte ad essere nuovamente incise. Il mio cuore potrebbe cedere definitivamente stavolta.
"El, ti prego."
Non mi fermo, potrei iniziare a piangere e non ho alcuna intenzione di mostrarmi debole, ancora una volta.
"El mi dispiace"
Anche a me dispiace, ma il dispiacere non basta. Gregg ha ragione, lui non è adatto a me e nonostante tutto l'amore, devo mettere me stessa al primo posto. Devo cercare di essere felice con o senza di lui. E se lui ostacola la mia felicità, sono costretta a lasciarlo andare.
Succede in un secondo, sento la sua stretta decisa sul polso che mi costringe a voltarmi di scatto. Mi scontro contro il suo petto e le sue labbra sono sulle mie.
Il cervello si spegne, i respiri si fondono ed io non so più dove mi trovo.
Lo bacio con tutta la passione repressa, con tutto il desiderio possibile. Mi aggrappo a lui, alle sue braccia possenti. La sua mano mi stringe, spingendomi verso di lui per aver un contatto maggiore perché questo non basta a nessuno dei due.
Il mio cuore potrebbe scoppiare da un momento all'altro.
Ci stacchiamo solo per riprendere fiato, ma non ci allontaniamo. Mi lascia un dolce bacio sulla fronte e riprendiamo a camminare, mano nella mano.
Vorrei baciarlo ancora, ma allo stesso tempo non voglio essere io a farlo.
"So che non puoi darmi una risposta adesso e sono consapevole della situazione con tuo fratello, ma io non voglio rinunciare a te. Ricordati questo, per favore"
Queste parole mi conquistano, sono tutto ciò che voglio sentire da lui.
Sono ancora diffidente, ma sicuramente meno rispetto all'inizio della serata.
Siamo quasi davanti a casa ed è giunta l'ora di separarci. Mi attira a se, mi bacia la fronte ripetutamente e quando mi guarda una scossa mi attraversa, come se tra la retina e il cuore ci fosse una via diretta.
"Devo lasciarti andare per forza?"
Non penso debba, per me potrebbe anche non farlo, ma Gregg non sarebbe felice di tornare a casa e trovarmi con lui. Inoltre non penso di essere abbastanza forte, a questo punto, da tenere a bada i miei ormoni già in subbuglio per la sua vicinanza.
"Penso sia la cosa migliore. Gregg potrebbe non apprezzare e potresti ritrovarti senza la terza gamba, sai"
Rido alla sua smorfia di dolore e so che esagera. Gregg non avrebbe la meglio, lo sappiamo entrambi. Lo sa anche mio fratello, ma si ostina ad insistere sul fatto che potrebbe stracciare facilmente Dan.
"Dovrò andare via allora. Non voglio però"
Mi stringe forte e vorrei restare qui.
"Mi prometti che penserai a me?"
Davvero crede sia possibile non farlo?
"Daniel, sai che lo farei comunque"
Sorride e mi porta una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
"Allora ci sentiamo più tardi, piccola. Mi manchi già."
Mi bacia ancora, come se la sua vita dipendesse da questo, e se ne va camminando all'indietro pur di non smettere di guardarmi.
Poi ricordo di aver ancora la sua giacca sulle spalle e gliela indico, iniziando a sfilarla.
"No, tienila tu. Sarà la mia scusa per rivederti ancora"
Mi lascia sul portone, sorridente, speranzosa e innamorata più di prima.
SPAZIO AUTRICE
Capitolo scritto dalla mia adorata @JustMeandLouisT <3
Trattare di argomenti così delicati non era mia intenzione, ho sempre pensato che ci volesse la giusta dose di delicatezza ed attenzione, perché il messaggio che passa, potrebbe essere sbagliato o forse superficiale.
In questo caso mi rendo conto di essermi sbagliata. Voglio pensare che sia tutta una favola, che quello che ci circonda sia pieno di cose positive, ma non tutto quello che è bello è necessariamente semplice e privo di cose che necessariamente fanno riflettere.
Credo che Luisa abbia fatto uno splendido lavoro, rendendo una situazione così delicata, non solo reale, ma vista dalla giusta prospettiva di una persona che ha saputo recuperare la forza necessaria per mettere al primo posto se stessa, prima degli altri.
Questo è amore, amore necessario per chiunque, perché riguarda in primo luogo la tutela di noi stessi.
Bravissima LU (❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤) grazie mille di tutto :D
Al prossimo capitolo!
Un bacio! Greta ♡
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