12. Lucy

LUCY'S P.O.V

Come sono arrivata a questo punto davvero non lo so, sicuramente non sono più la Lucy di un tempo e la situazione in cui mi sono cacciata ne é la dimostrazione.

Non riesco ancora a capire cosa mi é passato per la testa, ma so per certo che la colpa é del cuore e di tutte quelle stupide sensazioni che ci fa provare. Farsi i fatti suoi una volta no?

Non sono mai stata piú confusa di così e anche le mie amiche si sono accorte che qualcosa non va, visto il mio completo estraniarmi da tutto, il mio mutismo compulsivo e la mia acidità perenne.

In quello solo Ilary e Del possono capirmi, so già per certo che con la gravidanza di quest'ultima e gli ormoni a mille, i suoi livelli di acidità toccheranno picchi vertiginosi, ma non importa noi le staremo comunque accanto e io mi spupazzerò quel fagottino.

Sono destabilizzata e sto cominciando a farmi film mentali e monologhi interiori come solo Erika e Grace sarebbero capaci di fare, e non é un bene; sono una psicologa dovrei essere sempre concentrata e presente per i miei pazienti.

Evidentemente sono stata anche fin troppo presente per alcuni di loro, o meglio per Kilian, il mio primo paziente, quello il cui caso sarebbe dovuto essere il più semplice ma che si è rivelato il più coinvolgente sotto tutti gli aspetti.

Un ragazzo dalla vita apparentemente perfetta, con genitori facoltosi pronti a soddisfare qualsiasi bisogno e agli occhi degli altri sempre molto amorevoli, ma si sa le apparenze ingannano.

La prima volta che ci incontrammo potevo sembrare io la più agiata dei due, in fondo la mia carriera sarebbe partita da quel momento e poter capire e aiutare qualcuno mi esaltava, mentre lui era il classico ragazzo che sapeva di aver fatto una cavolata colossale ma che se ne fregava delle conseguenze. Di li a due settimane sarebbe diventato maggiorenne e libero di fare quello che gli sembrava più comodo, ma era tutta apparenza perché guardandolo bene, in quegli occhi grigi così profondi, si leggeva benissimo la delusione verso se stesso e la voglia di riscattarsi.

Strano a dirsi, vista la sua reticenza, ma tra di noi si creò un legame e una fiducia incredibile, e per una psicologa non esiste gratificazione migliore; capì che su di me poteva contare e finalmente si aprì.

Mi raccontò di come per noia e anche per ripicca verso quei genitori così pieni di se, abbia cominciato a frequentare compagnie non proprio rispettabili. Frequentavano il giro della droga e a lungo andare cominciò a sua volta a seguire le loro orme, aiutandoli nello spaccio fra i ragazzi viziati della sua scuola.

Questo ovviamente fu solo l'inizio perché poi le cose si fecero anche più pericolose, cominciò a partecipare a scambi di droga importanti fino a giungere a qualcosa più grande di lui.

Lo scoppiò della bomba arrivò presto; la polizia fece una retata, lui fu arrestato e i media ne parlarono, ma il suo nome non uscì mai.

Il padre insabbiò tutto perché l'onore e il nome della famiglia non potevano essere infangati da un figlio degenerato, come lo apostrofò l'uomo, un figlio che a parer suo avrebbe potuto divertirsi in qualunque altro modo, semplicemente chiedendo e spendendo un po' di soldi.

Kilian quindi si ritrovò a scontare i servizi sociali proprio nei carceri minorili dove sarebbe dovuto stare, una pena leggera ma che il padre non poté evitare.

Il fatto che i suoi genitori non si siano preoccupati del motivo delle sue azioni, ma semplicemente di non far scoprire l'accaduto a nessuno, demoralizzò ulteriormente Kilian confermando che ai genitori importasse ben poco di lui.

La cosa che più mi colpì di Kilian fu il suo orgoglio nell'ammettere che nonostante tutte queste cretinate, non aveva mai fatto uso di quelle schifezze, perché lui non sarebbe mai caduto in quella trappola.

Le settimane passarono e finalmente diventò maggiorenne, le sedute finirono ma era consapevole che in caso di problemi io ci sarei stata, quindi non mi sorpresi quando uno paio di giorno dopo, me lo ritrovai fuori dallo studio.

Altre settimane e mesi passarono e io cominciai a rendermi conto che forse da parte sua, si era creato un coinvolgimento diverso, ma io cercai sempre di passare oltre, mi concentrai sulla mia vita già tanto difficile e mi godetti le mie amicizie.

Ed ora dopo due anni non sono ancora riuscita a farlo desistere, anzi mi sono fatta solamente coinvolgere.

Quando la mia piccola Grace è venuta con Harry non gliene ho parlato, anzi l'avevo rassicurata dicendole che con il mio lui le cose andavano bene, e cavolo era così , ma poi come al solito ha fatto un'altra cavolata e io non ho retto. Ho chiuso definitivamente la nostra storia.

É proprio per questo che oggi sono qui, pronta, vestita di tutto punto per incontrare quel ragazzo che sarebbe dovuto rimanere soltanto un mio paziente.

Avevo davvero intenzione di prendermi del tempo per riflettere e ricominciare a respirare, poi ho accettato quest'uscita con Kilian. Vuole parlarmi di quello che vuole fare del suo futuro, è questo quello che continuo a ripetermi, ma mentire a me stessa serve a poco quando la verità è che mi sono fatta coinvolgere da lui più di quanto mi sarei mai aspettata.

Ed ora eccolo qui,sotto casa mia, poggiato alla sua moto con quell'aria da teppistello e più bello di quanto non mi sia mai apparso, pronto a portarmi chissà dove.

Mentre mi avvicino sento crescere tra di noi un senso di imbarazzo mai provato prima, e sono quasi sollevata quando mi accorgo che anche da parte sua è la stessa cosa. Saliamo in moto scambiandoci prima davvero poche parole, se non il suo iniziale "Sei bellissima", ma evidentemente non si è guardato allo specchio prima di scendere da casa.

Stare in moto per me è una delle sensazione più belle che esistano, se poi a tutto questo uniamo le emozioni che mi assalgono scaturite dalla schiena muscolosa a cui sono abbracciata, posso tranquillamente dire che sono in paradiso.

Mente guardo il paesaggio correre, riconosco la strada che sta percorrendo e il posto in cui è diretto, quel piccolo ma delizioso parchetto da cui di gode di una vista mozzafiato.

Persa nei miei pensieri quasi non mi accorgo che si sta fermando e quando lo fa, si toglie il casco e mi aiuta a scendere; quasi mi manca il fiato per quel contatto.

Ci incamminano facendo il giro lungo del parco, fermandoci anche a guardare le tanto odiate papere e dare loro un po' di pane, per poi proseguire verso il punto più bello del parco, sempre con quell'imbarazzo che aleggia tra di noi.

Ci fermiamo e ammiriamo il panorama che riesce sempre ad incantarmi. Spio Kilian con la coda dell'occhio e decido di rompere il silenzio. "Quindi quali sono le decisioni riguardanti il tuo futuro?"

Rimango in attesa di una risposta per qualche minuto, ma non arriva. Mi volto guardandolo con attenzione e il suo sguardo mi inchioda sul posto.

Non ho il tempo di rielaborare quello che sta accadendo che le sue labbra sono sulle mie in un bacio dolcissimo. Non esito nemmeno un momento nel ricambiarlo, facendomi trasportare da qualcosa di così intenso e meraviglioso che l'atmosfera rende ancora più magico.

Il vero problema è che i pensieri affollando velocemente la mia mente, sostituendo l'intensità con milioni di paranoie sul perché non possiamo stare insieme. Non è sicuramente per il fatto che sono più grande di lui, ma perché sono stata la sua psicologa, continuo ad essere in un certo qual modo un sostegno per lui, ed inoltre sono ancora provata dagli strascichi della mia vecchi storia. Non vorrei mai ferirlo e farlo sentire un ripiego.

Mi allontano da lui respirando profondamente e fermandolo prima che possa dire qualsiasi cosa, perché è giusto chiarire tutta questa storia, ma i miei tentativi sono vani perché mai come in questo momento mi sono mancate le parole.

Kilian non si è mai tirato in dietro e neanche ora si è lasciato sfuggire l'occasione zittendomi ancora di più. "Non c'è bisogno che tu dica qualcosa Lucy, questa volta non ho bisogno di concetti di psicologia per capire la situazione, mi basta guardarti negli occhi. Ci tieni a me, come io tengo a te, non devi avere paura di niente e di nessuno"

Ha ragione e lo so, ma questo non mi basta, non ora. "Ho bisogno di tempo Kilian. Non sono cose che dovrebbero succedere, non fra un paziente e la sua psicologa. Ti chiedo scusa per la mia debolezza, ma non ho intenzione di ferirti come hanno fatto tutti gli altri fin ora. Ho bisogno di tempo".

Leggo la sofferenza nei suoi occhi e mi sento la persona più orribile di questo mondo, vorrei dire qualcosa ma Kilian mi precede sorprendendomi ancora una volta. "L'avevo messo in conto. Puoi prenderti tutto il tempo che vuoi perché infondo tu hai dedicato a me, più tempo di qualsiasi altra persona al mondo. Ti chiedo solo di rifletterci e di uscire dai panni di psicologa ragionevole per un secondo".

Annuisco e istintivamente lo abbraccio. Mi allontano poco dopo con la sola consapevolezza di dover andare via da Parigi per un po'. Ho bisogno di riflettere, di capire quali saranno le conseguenze se dovessi seguire Kilian e il suo mondo pieno di colpi di scena.

Rifiuto il suo passaggio di ritorno, preferendo invece una passeggiata per le vie di Parigi. Mi fermo nella prima agenzia e compro un biglietto per Londra, ho bisogno di Grace adesso, di spegnere la spina e passare del tempo con la mia amica.

Quindi eccomi qui, due ore dopo a guardare fuori dal finestrino di un aereo con la speranza di fare chiarezza nella mia mente e soprattutto nel mio cuore.

Perché Kilian se lo merita, ma soprattutto io me lo merito.

SPAZIO AUTRICE

Capitolo scritto da Lucia089 :D

Ed ecco anche per Lucy il secondo punto di vista. La troviamo molto diversa dall'ultima volta e in una situazione particolare che sicuramente è in grado di sconvolgere i suoi equilibri.

Londra riuscirà a chiarirle le idee?

Ringrazio ancora Lucia che ha dato la sua disposizione per questo secondo spinoff che ho particolarmente apprezzato :D (Brava)

Al prossimo capitolo!

Un bacio! Greta :D


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