Brioches, torte e capuccino
Erano passate ormai tre ore e io non riuscivo più a nascondere i brontolii insistenti del mio stomaco. Sentii addosso gli sguardi comprensivi dei miei colleghi e Jeanine si voltò a guardarmi, fermando momentaneamente il suo lavoro.
"Claire, Agnese questa mattina non ti ha portato delle brioches quando è venuta a svegliarti?" Brioches? Quella piccola strega le aveva sicuramente mangiate durante la passeggiatina verso il mio appartamento.
Scossi la testa e lei sospirò: "Vai a fare colazione, su. Lavorerai sicuramente meglio a pancia piena!"
La ringraziai e mi fiondai verso la mensa. Se ero fortunata avrei trovato ancora qualcosa al cioccolato... Magari una bella torta farcita con panna e centinaia di calorie che mi chiamavano invitanti... Ok, ero già nella fase di delirio per mancanza di nutella nelle mie vene.
Avevo appena svoltato il corridoio quando vidi un ragazzo che stava chiudendo le porte del refettoio e mi sentii sbiancare: no, vi prego, non posso restare a digiuno per un altro minuto! Corsi verso il ragazzo delle pulizie che appena mi vidi arrivare (o meglio, correre disperata) si voltò a guardarmi curioso (o perplesso... Questione di punti di vista).
"Aspetta, per favore!" ansimai mentre lo raggiungevo.
"Sto morendo di fame!" Forse morire era un po' esagerato, ma...
"Non è che in cucina è rimasto ancora qualcosa? Una brioche, un pezzo di torta, un... qualsiasi cosa va bene." Non proprio qualsiasi... Facciamo qualsiasi cosa dolce con molti zuccheri.
Scosse la testa, apparentemente dispiaciuto. "Mi dispiace, ma quando sono arrivato i banconi erano già vuoti... Però posso vedere se in cucina è rimasto qualcosa" aggiunse appena vide l'espressione delusa sul mio viso, che appena sentì quelle parole si illuminò di colpo.
"Sì ti prego! Grazie mille!" esclamai al settimo cielo. Avrei anche potuto mettermi a saltare dalla gioia in quel momento. Lui si grattò la testa imbarazzato e mi fece cenno di seguirlo verso le cucine.
"Ehi, Roxy! E' rimasto qualcosa da mangiare? Questa regazza non ha ancora fatto colazione..." Il viso di una donna anziana fecce capolino da dietro uno scaffale e ci sorrise. Non era molto alta, aveva un fisico abbastanza robusto e il viso era coperto da una ragnatela di rughe che si tiravano ogni volta che sorrideva. La versione più anziana e dolce della cuoca di Orange Is The New Black, insomma.
"Certo! Cosa preferisci, cara?" Già cominciava a starmi simpatica.
"E... Beh, non è che avrebbe qualcosa al cioccolato?" Io provo a chiedere, non mi arrendo così in fretta. Si voltò e tornò dopo pochi minuti con un piatto pieno di fette di torte di ogni tipo e una tazza di cioccolata calda. Santa donna! Sentii la bocca che si spalancava e la mia faccia doveva esprimere tutta la mia sorpresa, perchè Roxy fece una risata sommessa e disse: "Prendi pure, non fare complimenti!"
Mi avvicinai e presi il piatto dalle sue mani cercando di non buttarmi subito sul cibo. "Grazie infinite, signora!"
"Non c'è di che, non c'è di che." L'avrei abbracciata dalla felicità, ma con le mani piene di cibo non mi sembrava il caso. Ringraziai ancora e uscii dalla cucina insieme al ragazzo che mi aveva accompagnata.
"Grazie anche a te. Non so come avrei fatto a lavorare con lo stomaco che brontolava ogni due minuti." Questa è la scusa elegate che preferisco usare con gli estranei. Quella vera è: non so come avrei fatto a lavorare con i pasticcini che volavano davanti ai miei occhi.
"Figurati. Sono contento di esserti stato utile." Stavo finendo la seconda fetta di torta quando mi resi conto che magari neanche lui aveva fatto colazione e Roxy mi aveva dato decisamente troppo cibo, non solo per una persona normale, ma anche per una come me.
Gli avvicinai il piatto. "Ti va una fetta?"
Mi guardò confuso, poi guardò la mia colazione e sembrava combattuto tra accettare o no.
"Per me è troppo, davvero. E poi una pausa ti farà bene" aggiunsi sorridendo e questo sembrò convincerlo. Prese una fetta di torta alla marmellata (tanto era quella che mi piaceva di meno) e si appoggiò con la schiena al muro, mentre continuava a puntare insistentemente lo sguardo verso il pavimento.
"Come ti chiami?" gli chiesi dopo qualche minuto di imbarazzante silenzio. Evidentemente gli esclusi non dovevano parlare con i membri della fazione. Alzò lo sguardo e disse: "Nicholas. E tu?"
"Claire." Allungai la mano e lui la strinse titubante. Lo guardai più attentamente e mi accorsi che non doveva avere più di venticinque anni. Ed era anche carino... Chissà se aveva una ragazza.
Lo sentii ridere piano e poi mi disse: "So a cosa stai pensando."
No, ti prego, risparmiami questa figura di m...
"A cosa?" risposi cercando di apparire indifferente davanti al suo fare da veggente.
"Ti stai chiedendo perchè sono diventato un escluso."
Tesoro, se vuoi fare il veggente devi impegnarti un po' di più. Comunque, per evitare una serie di domande su cosa stessi pensando veramente, annuii.
"E' successo anni fa, quando ero assistente personale di Jeanine."
"Anch'io sono la sua assistente personale!"
"Sì beh... Quella stronza mi ha distrutto la reputazione e mi ha fatto diventare un escluso."
Era meglio se stavo zitta.
"Ah..." Cosa si risponde in queste situazioni?!
"Ti prego, non dire che ti dispiace. Lo hanno già detto in tanti."
Mò cosa dovrei dire?
"Se c'è qualcosa che posso fare..."
"Non credo, comunque grazie per la disponibilità."
"Figurati. Grazie a te per non avermi fatto morire di fame."
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