Parte 1
La guerra era stata un massacro. Era stata cruenta, sanguinosa, bestiale. Il tipo di guerra preferito da Ares, che probabilmente aveva avuto un ruolo diretto in quel conflitto.
Non c'erano stati sopravvissuti, da ciò che Ade aveva potuto dedurre. A lui erano arrivati tutte le ombre dei coinvolti, tutte da smistare ai Campi Elisi, nel Prato degli Asfodeli, oppure nel Tartaro.
Di per sé non c'era nulla di strano, ma quando Ade ebbe terminato ragionò su quelle vittime e non poté che porsi due domande fondamentali.
Perché avevano potuto attraversare tutti l'Acheronte? Avevano ricevuto tutti una sepoltura, ma non solo, tutti avevano avuto un obolo con cui pagare Caronte. Erano stati seppelliti come si deve, e in genere non capitava in battaglia.
Avrebbe potuto essere una cortesia di Ares, ma c'era la seconda domanda che lo assillava.
Le ombre non avevano un odore di per sé. Erano inconsistenti, inesistenti. Queste però portavano con loro un profumo che non era mai riuscito a sentire negli inferi.
Un intenso profumo di fiori. Quella non poteva essere una cortesia di Ares.
Erano due fatti curiosi e Ade decise di poter lasciare che la curiosità prendesse il sopravvento.
Così quel giorno sul terreno del campo di battaglia apparve una spaccatura e il re degli inferi camminò sulla terra popolata dagli uomini.
Ciò che vide fu ciò che aveva di persona verificato negli inferi: non c'erano corpi nel campo, ma solo cumuli di terra sotto i quali doveva esserci ogni morto. Sopra ogni cumulo era stato piantato un narciso.
Era lui che aveva sentito sulle anime. Si avvicinò al cumulo più vicino e si chinò sul fiore, inspirando profondamente.
Sapeva di vita, quel profumo tanto intenso, e per averlo sentito su un morto ci doveva essere di mezzo un mago. Non era il caso di impicciarsi con gli affari dei maghi.
Si girò per tornare agli inferi e così vide davanti a sé la donna più bella che avesse mai visto. Una donna dai capelli color nocciola e la pelle abbronzata, vestita di bianco, che guardava proprio lui, sorridente.
Era appena dietro alla spaccatura da cui era uscito. Lui non l'aveva vista avvicinarsi, né sentita.
Vide che aveva le mani a coppa, come avesse raccolto dell'acqua. Le alzò al livello della sua bocca e soffiò nella sua direzione.
Ade era lontano da lei diversi metri, ma sentì subito il profumo. Erano sempre il profumo dei narcisi quello che sentiva, ed era piacevole, inebriante, molto diverso dagli odori che sentiva nel suo palazzo agli inferi.
Ammaliato, chiuse gli occhi.
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