32 🌻
Oggi Archie si è preso un permesso senza dire niente a nessuno. Infatti, quando arrivo, Kenton mi annuncia la notizia e faccio finta di rimanere neutrale. Faccio finta che non me ne freghi nulla, ma sotto sento già la sua mancanza in questo luogo.
«Avete idea del motivo?» tento di indagare a metà mattina.
«Oggi è il suo compleanno!» viene in mente a Cate. «Oggi è il 15 novembre, giusto?»
Kenton osserva il suo orologio per un paio di secondi e poi dà conferma della data che ha appena detto Cate. «Dopo ricordatemi che appena finiamo di lavorare gli scrivo un messaggio per fargli gli auguri.»
Alla sera inizia un vero dilemma nella mia mente: vado a trovarlo o no? Gli mando solo un semplice messaggio per fargli gli auguri? Faccio finta di non sapere che giorno è oggi?
Cosa devo fare?
Senza che il mio cervello abbia raggiunto una conclusione, mi ritrovo con le scarpe addosso, le chiavi in mano e sul ciglio della porta pronta a uscire. Mi chiudo la porta alle spalle, faccio scattare le serratura e mi incammino verso l'autobus.
In poco tempo arrivo davanti al palazzo di Archie. Conto il piano della sua casa e deduco che sia ancora sveglio perché ci sono le luci accese in salotto.
Prendo coraggio, sto per suonare il campanello Cornwall, ma una signora entra dal cancello e me lo lascia aperto.
Salgo le scale perché usare l'ascensore da sola mi fa paura. Il cuore inizia a battermi forte nel petto quando arrivo davanti alla sua porta. Rimango a fissarla per almeno cinque minuti, poi prendo coraggio e busso. Nessuno inizialmente viene alla porta, ma quando sto per andarmene sento delle voci alle mie spalle.
«Angel» mi chiama una voce. E quella voce la riconoscerei in mezzo a mille altre voci. È la voce di Archie.
Mi volto di scatto e mi stampo in faccia un sorriso imbarazzante.
«Cosa ci fai qua? Non mi aspettavo una tua visita.»
Socchiude leggermente la porta alle sue spalle e noto che in salotto ci sono Veronica e Lilly. Archie sembra a disagio, probabilmente avrebbe voluto passare il compleanno con la figlia e non con la ex moglie.
«Sono venuta a farti gli auguri per il tuo compleanno...» Faccio un respiro profondo, azzero la distanza che c'è tra di noi e lo abbraccio. Gli do un bacio per guancia e poi mi allontano immediatamente. Non posso stargli troppo vicino altrimenti finiamo per baciarci sul serio.
«Vieni dentro un po'? Stiamo per cenare, ce n'è anche per te!» mi invita.
«Oh...» Devo inventarmi una scusa. Non posso passare una serata intera in mezzo alla sua famiglia e sentirmi in imbarazzo costantemente. «Non vorrei disturbare in realtà, sei con Lilly. Poi ho delle cose da fare a casa, sono venuta apposta per gli auguri.»
«Non disturbi affatto, vieni.» Mi prende per un braccio e mi trascina dentro casa sua.
Mi sento in imbarazzo. Né Lilly né Veronica si sono accorte della mia presenza fino a quando Archie non si schiarisce la voce.
«Angel» mi chiama Lilly. Scende dalla sedia e per poco non cade per terra. Mi viene incontro correndo e si attacca alla mia gamba. Guardo per un secondo Archie un po' spaesata, poi i miei occhi passano a Lilly. Come mai tutto questo entusiasmo nei miei confronti?
Veronica, al contrario di Lilly, mi saluta con un cenno di testa. Probabilmente si sente in obbligo perché c'è il suo ex marito davanti a noi, altrimenti non mi avrebbe degnata nemmeno di uno sguardo.
Mi abbasso un po' e faccio finta di rubare il naso a Lilly. «Ma ciao, quindi ti ricordi di me. Hai una memoria di ferro!» le faccio i complimenti.
«Quando mi fai i... pan... panco... con le fragole?»
«I pancake» la correggo. «Certo, quando vuoi!»
«Questa sera.»
«No, per questa sera ho fatto io» sottolinea, «la crostata alla frutta» interviene Veronica, facendomi leggermente sobbalzare, con un tono particolarmente acido.
Il resto della serata procede come questa frase di Veronica. Qualsiasi cosa dica Lilly su di me, Veronica puntualmente deve metterci il naso. Quando arrivo al massimo della sopportazione, decido che si è fatto tardi.
Saluto la piccola Lilly e Archie con un saluto. Faccio un cenno anche a Veronica, ma vorrei solo prenderla a pugni dalla rabbia.
Quando arrivo a casa, neanche mi cambio. Mi infilo sotto le coperte come sono entrata. Pochi secondi dopo mi squilla il telefono.
È un messaggio: avrei preferito di gran lunga passare il mio compleanno con te e Lilly, senza Veronica. Mi scuso a nome suo, a volte sa essere molto sgarbata... Rimediamo domani sera a cena solo io e te?
Mi mordo il labbro e sorrido.
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