Kenton questa sera mi ha chiesto di uscire a bere qualcosa. Sembrava parecchio agitato quando mi aveva chiamata e io, da brava amica, come posso dirgli di no?

Non mi metto nulla di particolare per questa serata, un paio di jeans e una semplice felpa colorata.

Esco di casa e prendo l'autobus. Durante il tragitto ripenso a tutto quello che ci siamo detti ultimamente io e Archie. Abbiamo ammesso entrambi di provare qualcosa l'uno per l'altro, ma... non è venuto fuori nulla da quella discussione. Non abbiamo definito il nostro rapporto. Mi ha parlato del suo passato, si è aperto con me e per il momento questo mi basta.

Dopo pochi secondi il mio cellulare si illumina. Mi arriva un messaggio e vado subito a vedere chi è. Kenton mi domanda quanto mi manca per arrivare. Gli rispondo che la prossima fermata scendo e che ho anche due minuti a piedi per arrivare al bar prestabilito. Non è quello della sua amica barista, ma un altro. Probabilmente vuole dirmi qualcosa e deve essere sicuro che rimanga tra di noi.

Cinque minuti dopo sono davanti alle porte del bar. Incrocio subito Kenton, che viene a salutarmi con un abbraccio. Mi lascia addirittura un bacio sulla guancia. Da quei gesti capisco che sia agitato.

Mi invita a entrare e ci sediamo al tavolo. Io prendo una Coca Cola, mentre Kenton una birra.

«Non guardarmi così, devo essere un po' brillo per dire ad alta voce ciò che penso di fare» mi comunica.

Rido. «Io non ho detto nulla infatti.» Alzo le mani in segno di pace.

«Allora», si schiarisce la voce, «hai presente Jennifer?»

«La tua fidanzata storica, giusto? O c'è un'altra Jennifer che non conosco?»

«Esatto, lei.»

«Dai, dimmi. Non lasciarmi sulle spine! Vuoi lasciarla? Sembrate così felici...»

«No, Angel, frena. Il contrario: voglio chiederle di sposarmi...»

Spalanco la bocca. Kenton vuole chiedere davvero alla sua compagna di sposarlo? Wow! È una notizia grandiosa!

«Angel, però tu dimmi qualcosa! Che ne pensi? Come glielo posso chiedere? Cosa devo fare!? Oh Dio, da quando ho deciso non smetto di pensarci. Sono agitato. Si nota per caso?»

Direi di sì, avrei voluto dirgli. Stai parlando come una macchinetta senza sosta.

«Forse lo sono» si dice da solo. «Ma se sono agitato Jennifer lo capisce. E se lo capisce sono nei guai. Cosa mi invento? Non posso chiederglielo così a caso... Devo organizzare qualcosa di indimenticabile. Insomma, ci si sposa una volta sola.» Fa una pausa di riflessione. «Si spera ovviamente.»

Bevo un grande sorso della mia Coca Cola e mi preparo per fargli un grande discorso, un discorso che ci si aspetta da un'amica. «Stai morendo d'ansia, è ben diverso, Kenton. E sì, si vede lontano un miglio se ci pensi ancora di più. Però, è un pensiero bellissimo il tuo. Vuol dire che hai trovato la tua anima gemella. Non è una cosa per niente scontata nelle ultime generazioni.»

Per il resto della serata, tra un drink e l'altro, riusciamo ad organizzare una proposta di matrimonio con i fiocchi. Kenton ha deciso di chiederglielo in privato, quando sono solamente loro due, senza pressioni. Porterà Jennifer a vedere il tramonto in spiaggia e, quando meno se lo aspetta, le farà la proposta in ginocchio.

All'uscita una persona si scontra contro il mio corpo. Sento un scusa borbottato e. quando mi volto per scusarmi anche io per essere così sbadata, l'uomo ormai è già distante. Mi ricorda qualcosa, ma non riesco a capire a primo impatto.

«Angel, hai un mini girasole nella tasca della giacca» mi fa notare Kenton. «Da dove sbuca fuori?»

Osservo la tasca per un paio di secondi, lo prendo in mano e lo guardo attentamente. Vuoi vedere che quell'uomo che mi è appena venuto addosso mi regala i girasoli? Mi volto verso di lui, nella speranza che ci sia ancora. Vorrei rincorrerlo, ma non ce n'è più traccia.

Di solito mi lascia anche un biglietto. Allora frugo nelle tasche, magari è caduto al suo interno e infatti è così. Lo apro con ansia, magari si è firmato.

Vorrei fare del nostro amore qualcosa di semplice e puro,
come i quaderni dei bambini
dove ci sono tanti colori e poche domande.