«Ti faccio io la medicazione oggi» Archie insiste da almeno mezz'ora.

«Archie, davvero, ce la faccio da sola...» tento per la millesima volta di convincerlo ad andare a casa perché a ventitre anni mi so arrangiare.

«Angel, tu forse non hai capito. Io» sottolinea, «ti faccio la medicazione. Punto. No è normale che ti faccia sempre più male dopo una settimana. Ormai dovrebbe essersi rimarginato un po'...»

«Va bene» cedo.

Archie intanto sguscia in direzione del mio bagno e io prendo tutto l'occorrente per fare la medicazione.

Ci mettiamo sopra al lavandino e pian piano Archie mi toglie le bende. «Ti sta facendo infezi...» Di colpo perde le parole. Vedo il suo sguardo inchiodato al mio polso. La sensazione di voler sparire dalla faccia della terra ritorna dentro di me. «E questo cos'è?» La sua voce è passata da dolce ad amara in un nanosecondo.

Lì per lì sto per raccontargli del mio passato. Di tutto quello che è successo. Del motivo per cui sono andata via dalla California.

Vorrei raccontargli di come mi sono sentita in quel momento. Di come volevo scappare ma non potevo farlo. Vorrei raccontargli le mie paure. Vorrei raccontargli di come pensavo di morire.

Poi però lascio perdere. Non voglio rivivere ancora una volta il passato. E lui non si merita di sentire tutto l'orrore di quel periodo.

«Mi sono fatta male da piccola» dico con un filo di voce, con le lacrime che mi pungono gli occhi.