18 🌻
«Vuoi fermarti a cena?» gli domando davanti alla porta di casa mia. Mi sembra il minimo dopo aver passato un intero pomeriggio con me al pronto soccorso e soprattutto per essersi preoccupato così tanto per la mia salute.
«Certo.»
Tento di aprire la porta, ma Archie mi ruba dalle mani le chiavi e apre lui. Mi accomodo dentro la mia dimora. A fatica riesco a slacciarmi le scarpe e le lascio nella scarpiera vicino all'entrata.
«Zucchine e hamburger di manzo ti piacciono?»
Archie annuisce, guardandosi attorno.
Nel frattempo mi avvicino alla cucina e prendo una padella. Tiro fuori le zucchine dal frigo e anche gli hamburger che ho comprato ieri mattina. Inizio a lavare le zucchine, quando sento il corpo di Archie appoggiarsi al mio dietro di me. Ogni particella del mio corpo va in ebollizione, soprattutto quando allunga le braccia e vengono a contatto con le mie. Mi sfiora le dita e poi mi ruba anche le zucchine dalle mani.
«Cosa ha detto l'infermiera? Niente sforzi alla mano, altrimenti non si chiuderà mai, nonostante tutti i punti...» mi sussurra nell'orecchio.
Quando il suo fiato caldo raggiunge il mio lobo, una strana sensazione nel basso ventre mi fa allontanare istintivamente da lui.
Gli permetto di mettere le mani nella mia cucina, però anche io faccio la mia parte. Aggiungo il sale quanto serve e continuo a mescolare le zucchine finché lui pensa alla cottura degli hamburger. Poi impiatta il tutto e ci sediamo a tavola. Inizialmente mangiamo in silenzio, poi iniziano piccole conversazioni che hanno subito fine da parte di entrambi.
«Vado un attimo in bagno» gli comunico quando i nostri piatti sono completamente vuoti.
Mi dirigo verso il bagno e mi chiudo dentro a chiave. Mi do una piccola rinfrescata alla faccia, perché mi vedo come uno zombie.
Mi guardo la mano. È bendata fino al polso, per fortuna. In ospedale mi hanno dovuto tagliare i bracciali che tenevo ai polsi per poter farmi tutti gli esami e poi procedere con la fasciatura.
Mi tocco il polso e chiudo gli occhi. Per pochi minuti non so più dove mi trovo: presente o passato.
Sono legata.
Ho i capelli tutti bagnati dal sudore.
Non riesco a urlare. Nemmeno a parlare. A dire una parola. Ho un fazzoletto di stoffa legato alla bocca.
Sto soffocando e all'improvviso mi sembra di essere riemersa dal mare di acqua che avevo pochi secondi fa nei polmoni.
«Angel, sei al presente» mi riporto completamente alla realtà con queste parole.
Poco dopo esco dal bagno e Archie ha già sparecchiato e lavato tutto il lavello.
«Ti va un film?» propone.
Annuisco. Intanto mi metto comoda sul divano e accendo la televisione.
Archie mi porta un bicchiere e una pastiglia enorme. «Hai da prendere l'antidolorifico» mi ricorda.
«Al momento non mi fa tanto male, lo prendo dopo magari.»
Lo vedo corrugare la fronte. «Angel, dolore o no, questo antidolorifico lo devi prendere» si impone e poi allunga il bicchiere con la pastiglia verso la mia bocca.
Alla fine cedo e mando giù quell'orrenda pastiglia.
Poco dopo anche Archie viene al mio fianco. Prende il comando della televisione e cerca un film da vedere su Netflix. Credo che scelga il primo che gli capita alla mano e schiaccia play.
Il film parte e un misto tra stanchezza e adrenalina per il taglio si fa sentire. Poco dopo crollo sulla spalla di Archie.
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