Capitolo 48
Pov Anya...
Mi segue fino al campo di zucchine, resta distante almeno un metro da me, non capisco se lo fa perché io vado veloce o perché non vuole parlare con me.
Comunque io vado avanti per la mia strada come mi sono detta stanotte tra me stessa e il cielo, sé mi vuole parlare io sono pronta ad ascoltare quello che ha da dire.
Gli passo il sacco di iuta - Tieni, ti faccio vedere come si raccolgono. - prendo i guanti e li indosso.
- Allora guardi le più grosse e le più verdi, come queste e li stacchi se fai fatica non insistere non è pronta. Ok? - prendo la zucchina stacco il fiore e lo metto in una cesta a parte, lui osserva tutto quello che faccio e prova.
- Così va bene? - osservo quello che fa' con attenzione e sembra che ha capito tutto.
- Così va bene. - mi metto nell'altra fila così da rimanere uno di fronte all'altro così posso vedere se sbaglia.
- Questo è tutto tuo e di Peter? - metto il fiore nella cesta e la zucchina nel sacco.
- Sì, la proprietà arriva fino agli alberi di olivo laggiù al quel casale che vedi piccolino. Poi dal nostro casale fino alle stalle lì in fondo che sono nostre e aldilà c'è il pascolo e il frutteto. È molto grande qualche giorno ti porto a vederlo tutto. - continuo a raccogliere e intanto strappo anche le erbacce.
- Cavoli ne avete di lavoro, per questo vi servono un sacco di braccianti. -
- Diamo vitto e alloggio gratuito e uno stipendio minimo. Produciamo il tessile, saponi, mangiare tutto di produzione nostra. Rivendiamo tutto quello in più all'estero avendo dei risultati proficui. - sono fiera di quello che abbiamo costruito parlandone con enfasi.
- È molto faticoso. Ti ammiro. -
- A me piace stare nei campi, anche nei saponi e in cucina al dire al vero mi piace fare tutto. - mi metto a ridere.
- Si vede che ti piace. -
- Si mi piace, qui ho la mia pace. - Mi fermo a guardarlo.
- Spero che con non rovino tutto, Anya senti, non voglio prenderti in giro e nemmeno rovinare il tuo posto preferito con la mia presenza ma voglio essere sincero. Non sono pronto, non ancora. Non voglio illuderti che starò con te. Lo sò che tu non me lo hai chiesto ma io sono molto confuso. Mi dispiace.-
Apprezzo la sua sincerità anche se lo immaginavo, sentirlo dire e davvero dura da digerire ma ero pronta a questo.
- Ieri sera è stato fantastico, meraviglioso ma non posso dire con certezza che voglio stare con te. Anya in passato ti ho trattato male e non voglio più fare lo stesso errore. - noto del disagio ma non lo interrompo.
- Finché non sono sicuro di noi è meglio non andare più a letto insieme. -
- Thomas, sono d'accordo con te, questo discorso lo avevo introdotto prima di arrivare qui, ricordi? - con la testa dice di si.
- Non ti devi giustificare con me, io sono nessuno per te come tu lo sei per me, sei solo il padre di mia figlia, è capitato e ora sei qui per lei. Ora vorrei non tornare più su questo discorso perché mi annoia, ok? -
Mentre parlavamo abbiamo finito già due fila di zucchine a testa, i sacchi sono pieni pronti per essere venduti e preparati per noi.
- Sono d'accordo. -
- Ora portiamo questi in magazzino e i fiori in cucina e poi ricominciamo. - mettiamo i sacchi nelle cariole e mi segue.
- Metti i sacchi sopra ai tavoli intanto porto questi in cucina, oggi a mezzogiorno mangiamo fiori di zucca, li hai mai mangiati? -
- Mai avuto questo onore. - mette il primo sacco su e tira fuori le zucchine.
- Bene, oggi lo avrai. - esco per portare il resto in cucina.
Trovo Peter e Denise che puliscono le carote e le patate ridendo felici. Chissà se un giorno sarò felice come loro?
- Vi ho portato i fiori. -
- Brava, non sai da quanto tempo le desidero mangiare. - Denise ne va matta.
- Tra un paio d'ore vi porto degli altri fiori. A proposito che ora è? - mi giro per guardare l'orologio appeso sopra la parete della cucina e segna le 9:30.
- Siamo in perfetto orario, a dopo. - saluto per tornare al lavoro.
Thomas ha portato fuori le cariole e si asciuga la fronte con il braccio.
- Anya ho sete e non ho l'acqua con me. - ha ragione mi sono dimenticata di prenderla stamattina.
- Si hai ragione, scusami. Vai in cucina ci sono Peter e Denise prendi due bottiglie anche per me e riposati un attimo. Io sono abituata a questo caldo e me ne sono scordata. Prenditi un caffè o del succo. - voglio che si riposa un po' e che non prenda troppo sole non è abituato.
- Grazie! Arrivo subito. - cammina verso la cucina.
Mando un messaggio a Peter di farlo riposare più a lungo così si riprende dal sole e dal caldo.
Porto la mia cariola fino al campo e continuo il mio lavoro.
Pov Thomas...
Qui fa davvero caldo, in questo momento ho bisogno di acqua, finisco di mettere le zucchine sul tavolo così appena ritorna Anya vado a bere.
Per fortuna arriva subito - Anya ho sete e non ho l'acqua con me. - vedo che è dispiaciuta perché se n'è dimenticata e rimedia subito mandandomi da mio fratello in cucina.
Appena entro mio fratello allunga il braccio e nella sua mano ha un bicchiere di succo di frutta.
- Bevi, qui fa molto caldo vuoi qualcosa da mangiare? -
Finisco di bere il succo prima di rispondere.
- No, ho bisogno di bere. Stamattina ho mangiato molto sono apposto. -
Mio fratello va verso la macchina del caffè e ne prepara due e guarda Denise.
- Prendo un caffè con mio fratello. -
- Certo! -
Lo seguo fuori e ci sediamo su un muretto e mi passa il caffè.
- Sei stanco? -
- Stanco no, affaticato per il caldo. Ho parlato con Anya e ho messo in chiaro le cose con lei, non era dispiaciuta e questo mi ha sollevato da un verso, ma dal altro ci sono rimasto male soprattutto per le risposte. - lui ride, cosa ride, perché ride.
- Credevi di trovare la piccola Anya? Quella che si disperava se tu non gli davi attenzioni? È cambiata, come sei cambiato tu. È diventata dura, non mostra il suo pensiero, i suoi sentimenti, lo mostra a sua figlia e a i pochi che secondo lei meritano la sua attenzione. -
- Ho capito, infatti lei mi ha detto che sono qua per fare il padre, no per stare con lei. - lui mi appoggia la mano sulla spalla.
- Ha ragione. Anya sa cosa è meglio per lei. - si alza e lo seguo in cucina con la tazzina in mano.
- Tieni, qui c'è l'acqua Anya mi ha mandato il messaggio per portarne una anche a lei. - mi passa le bottiglie.
- Grazie, ci vediamo a pranzo. - prendo le bottiglie e torno a prendere la cariola che ho lasciato in cortile, metto l'acqua dentro e le trasporto fino al campo.
Certo che Anya fa un lavoro duro, il caldo ti stanca il doppio, forse non sono abituato ma sento il bisogno di una doccia fredda.
Mio fratello ha detto bene, è cresciuta ed è bella, ho avuto un momento di incertezza. La sua sicurezza è destabilizzante, forse perché prima era in mio potere, potevo plasmarla come volevo.
Ora non è più così, a parte questo c'è questa ragazza, Laura che mi intriga molto, però non voglio cadere nel tranello di una avventura, voglio andare fino in fondo.
- Ti ho portato l'acqua.- gliela passo e lei la beve un bel po', è fresca e con questo caldo va giù che un piacere.
- Santo! - urla senza finire di bere, infatti l'acqua cola nella sua scollatura.
- Sei tornato! - le corre in contro e lo abbraccia. Lui le bacia la guancia e la stringe.
-Mi sei mancato, come è andata? - la mette giù e riesco a vederlo bene in faccia, è un bel ragazzo con lineamenti latini è un fisico importante.
- Bene, mia madre si è ripresa così sono tornato.- si gira verso di me.
- È nuovo? - finalmente si accorto che sono qui.
- Si, no, lui è il padre di Bea. Thomas.- mi stringe la mano, è serio sembra che la sua è una sfida.
- Piacere. - le stringo la mano ma al contrario di lui io sorrido.
- Vedremo... Falle del male e te la vedrai con me.- Caspita qui tifano tutti per Anya, ma cosa ha raccontato?
O non ha raccontato nulla e giudicano a prescindere da quello che è capitato realmente.
- Tranquillo vengo in pace.- comunque appena se ne va chiedo chiarimenti a Anya, non mi va di essere minacciato da persone che neanche conosco.
Scambiano due chiacchiere prima che lui sparisca.
Un altro abbraccio, forse è meglio che mi giro, lo studio troppo e non voglio che se ne accorga.
Finalmente è lontano - Mi hai dipinto come il mostro cattivo? - lei si gira verso di me stupita.
- Sinceramente, non ho raccontato nulla di noi, lo sanno in pochi. - si pulisce le mani sulla gonna.
- Santos mi ha solo visto triste e in quel periodo lo ero, lui non sa nulla. - si piega per raccogliere le zucchine.
- Strano, da come si è posto sembrava che sapesse tutto. - metto il mio sacco nella cariola visto che ho continuato a raccogliere mentre lei si strusciava con il tipo.
- Non sa nulla! Stai tranquillo... - mi avvicino a lei per aiutarla.
- Non ho bisogno di aiuto, puoi portare la cariola nel magazzino come stamattina. Io, qui ho quasi finito. - sembra seccata dalla mia presenza, non mi guarda.
- Ok vado, visto che ti infastidisco.- dico di getto.
- Non mi dai fastidio, ti do il tempo di andare a farti la doccia prima di pranzo e magari riposi un po', non sei abituato a questo caldo. - mi guarda gentilmente, i suoi occhi sono sereno forse sono io che mi faccio dei film.
- Così poi me la faccio anch'io una bella doccia e non siamo di impiccio. - conclude.
- Sì, ne ho bisogno, fai lentamente il lavoro credo che ci metterò un bel po'. - avverto che la mia doccia sarà lunga, lei sorride scuotendo la testa mentre mi dirigo verso il casale.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top