Capitolo 42


Pov Anya...

Bene, siamo arrivati.
La cerimonia e dentro il loro castello, nei grandi giardini, belli a mio avviso... una bella distesa verde dentro le mura, piena di fiori di tutti i tipi rose, tulipani, ortensie, gerbere, garofano. Amo i loro giardino curatissimo quando ero bambina non vedevo l'ora di venire qui, mi nascondevo tra gli alberi e cespugli immaginando che fosse il mio castello.
Ero una principessa, aspettavo con ansia il mio principe azzurro. Che non arrivava mai, perché giocava con Cloe.
Scuoto la testa e rido tristemente.
Quanto ero ingenua... ma ero carina, mi avvicino al posto dove mi nascondevo ed è rimasto uguale, forse con qualche ramo in più o sono io che sono diventata grande.

- Ti nascondevi sempre qui. - mi giro verso di lui, Thomas.
- Aspettavo il mio principe ma non è mai arrivato. - confesso.

- Ah sì! Perché non te lo sei andata a prendere? -

- Non mi voleva, preferiva la compagnia di un'altra.- dirlo ad alta voce mi fa male il cuore. Cavoli sé fa ancora male.

-Era uno stupido.- mi guarda intensamente sembra che gli sia passata l'arrabbiatura di stamattina.

- Forse no! Non era destino.- sorrido amaramente.
- A volte non si può avere tutto dalla vita - alzo le spalle.
- Ora sono comunque felice.- butto fuori come un sospiro.

- Sono contento per te Anya. - si avvicina a me accorciando la distanza.
- Mi dispiace per stamattina Anya, sono stato così bene che... Insomma sarei stato ancora con te se me lo avresti permesso.-

- Thomas... - cerco di parlare
- Scusami, non dovevo e tutta colpa mia.-
- Thomas, lasciami parlare, stasera dopo la cerimonia vorrei parlare con te e i tuoi genitori se è possibile. - almeno non mi posso più tirare indietro.

- Tutto bene? - mi chiede preoccupato.
- Sì stai sereno. - lo tranquillizzo per non rovinare la sua giornata.

- Anya sei bellissima. - si complimenta e io mi sento in imbarazzo. Il che lo altera di più lasciandomi un bacio all' angolo della bocca riaccendendo la passione non ancora sfumata.
È lì, che brama il suo corpo la sua anima dentro di me.
Lo guardo tra la passione e la paura di essere travolta ancora una volta dalla sua sensualità che sprizza dai suoi occhi e dalla sua bocca. Lo voglio si di me.
Sentire la sua pelle, il suo profumo, i suoi respiri, il suo viso, la sua lingua...
Oddio! Fermati Anya.

- Grazie! Forse è meglio che raggiungiamo gli ospiti. - dico con il respiro bloccato dalle mie fantasie.

Lui mi sorride furbamente, capendo che mi ha turbato il suo gesto, mi porge il braccio e raggiungiamo Peter.

È nervoso, lo abbraccio stretto.
- Forza, ci sei quasi. -
- Grazie per essere tutte e due qui. Siete i miei fratelli le persone che mi fido di più.- anche Thomas lo abbraccia.
La scene è bellissima ma Thomas prende anche me e ci stringiamo tutti e tre insieme. Chissà se stasera sarà ancora così nei miei confronti dopo che gli rivelerò la verità.

Inizia la marcia nuziale e ci stacchiamo da Peter le metto a posto il papillon.

Denise si avvicina lentamente è bellissima nel suo vestito principesco.
Molto pomposo, ma come si sa, deve essere così. 
Tutta la corte è invitata c'è pure il re e la regina. Quindi è mio dovere seguire il bonton  per non essere additata e non fare parlare male della mia famiglia.

Finalmente arriva il momento del fatidico sì lo voglio, Peter e Denise si guardano con intensità e desidero, si vede che sono innamorati.
Mi sfugge un sorriso non controllato ma spontaneo, Thomas mi guarda come non mi ha mai guardato prima, lo fissò anch'io per qualche istante, tornando seria, trasmettendo il mio sentimento in questo momento che è quello, no, di quello che ho perso perché non ho perso niente ma di quello che non ho potuto vivere fino in fondo.
Tolgo lo sguardo da Thomas e lo riporto alla coppia che si sta baciando suggellando il loro amore davanti a Dio.

Tutti applaudono e mi unisco anch'io per poi avvicinarmi e congratularmi con entrambi.

Hanno allestito il giardino con un tendone enorme, solo il tetto per il sole o per un imprevisto come la pioggia.
I tavoli sono rotondi con i segna posto fatti d'argento a forma di cigno.

I centro tavola fatte di rose rosa antico e bianche.
Posate a volontà, piattino del pane tutto curato ed esclusivamente in argento con lo stemma della casata marchiata su ogni pezzo.
Mi accomodo a tavola leggendo il nome del mio vicino Thomas.
Lo hanno fatto apposta, insomma potevano metterci tra i nostri genitori così da essere difronte. Invece no.
Disgraziati!

Pov Thomas...

La vedo, lì nel suo posto, come quando era piccola, si isolava nascondendosi tra i cespugli.

- Ti nascondevi sempre qui. - irrompo nei suoi pensieri.
- Aspettavo il mio principe ma non è mai arrivato. - credo che parli di me, è sempre stata innamorata dell'amore per me. Credo che abbia sempre avuto ragione.

- Ah sì! Perché non te lo sei andata a prendere? - domando curioso.

- Non mi voleva, preferiva la compagnia di un'altra.-  porca miseria anche su questo ha ragione ero perso per Cloe.

-Era uno stupido. -  Cerco di farle capire che ho sbagliato, che ci ho ripensato.

- Forse no! Non era destino.- sorride ma il suo sorriso è triste. Si è arresa per colpa mia,  di come lo trattata.

- A volte non si può avere tutto dalla vita - alza le spalle dandomi la conferma che si arresa o non gli interessa più nulla di me. Ma stanotte non sembrava.

- Ora sono comunque felice.- sospira. Ci crede a quello che dice.

- Sono contento per te Anya. -  non sono sincero, non sono contento che si è arresa, voglio che lotti ancora per noi ma non posso chiederglielo, non ne ho il diritto, mi avvicino a lei accorciando la distanza tra di noi. La voglio sentire.

- Mi dispiace per stamattina Anya, sono stato così bene che... Insomma sarei stato ancora con te se me lo avresti permesso.- stavolta sono sincero

- Thomas... - mi interrompe ma io continuo.
- Scusami, non dovevo e tutta colpa mia.-

- Thomas, lasciami parlare, stasera dopo la cerimonia vorrei parlare con te e i tuoi genitori se è possibile. - cosa deve dirci? Sembra impaurita, preoccupata.

- Tutto bene? - lei sorride dopo che sente la mia domanda facendomi rilassare.
- Sì stai sereno. - non lo sono, ma ora mi devo preoccupare per la cerimonia di mio fratello.

- Anya sei bellissima. - lo è davvero, più la guardo e più mi pento per le mie decisioni passate. Sono un idiota.

Mi guarda con un'espressione  incredula. Come se è un miracolo. Il suo viso e bellezza mi portano d'istinto ad avvicinarmi e baciarli un angolo della bocca. Non resisto...
E come una calamita, ho un ape che viene attirato dal fiore.

- Grazie! - ci avviciniamo a mio fratello dove ci scambiamo gesta affettuose e prendo l'occasione per fare avvicinare Anya e sentire il suo profumo. Buono, speziato proprio come lei.

Prima di incontrare Anya sono andato a scambiare i segna posti per stare vicino a lei per cena, pagando uno degli organizzatori per non farmi beccare con le mani nel sacco.

Mentre il prete parla la guardo, non riesco a stare lontano da lei.  Perché questa ossessione? Sarà colpa dei sensi di colpa? Sento un legame con lei, anche se non lo avuta più accanto a me per molto tempo.
È stata la relazione con Cloe a risvegliarmi.

Ho capito che cosa si prova a non essere ricambiati, esclusi.

Anche se poi ho capito che non ero innamorato di Cloe era solo una cotta adolescenziale, spenta in un nano secondo.

La serata è trascorsa tranquilla, abbiamo ballato, mangiato, scherzato, ora è il momento di ritirarci tutti.

- Thomas ci vediamo dai miei? -  mi chiede

- Scusa oramai che siamo tutti qui, puoi parlare dai miei non credo che avrebbero nulla al contrario. Mamma, papà, Anya ci deve parlare di una cosa possiamo farlo qui da voi?  -

- Certamente figliuolo andiamo dentro così qui sistemano. - dice mia madre.

Ci seguono anche i genitori di Anya, deve essere importante se vengono anche loro.

-Anya che succede... -







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