Capitolo 31


Cinque anni dopo...

Sono passati cinque anni da quando abbiamo avviato la nostra impresa e va tutto a gonfie vele.

Ho avuto una bimba a quattro anni si chiama Beatrice e la mia gioia più grande.
Lo zio Peter la vizia con le coccole e regali che vengono dal Canada.

Lui e Denise stanno ancora insieme ma non ho ancora capito per quanto, visto che continuano a bisticciare,  comprendo le difficoltà di tutti e due ma se continuano così arriveranno ad odiarsi.

Peter deve prendere una decisione, non può stare così, senza sapere cosa fare.

Sono dentro a uno sgabuzzino a parlare, veramente litigano così forte che non capisco perché si nascondono.

- Ok, ti lascio tutto e non torno più.- Urla furioso Peter.
No, no, no qui sta degenerando tutto.

-Non voglio niente di tuo! - ribatte Denise. Esce dallo sgabuzzino con gli occhi rossi, pieni di lacrime che ancora non ha abbandonato le ciglia.

- Vado a farmi un giro, chiamami al telefono quando se ne andato, non lo voglio più vedere. - faccio un accenno di assenso con la testa senza dire una parola e la guardo uscire.

Peter e lì fermo sulla porticina dello sgabuzzino, non dice una parola, è disperato diviso tra l'amore della sua vita e quella dell'etichetta.

- Sono stanco di tutto. - si siede su uno sgabello in cucina.
- Non so più cosa fare. -
- Devi prendere una decisione Peter, mi dispiace ma Denise ha ragione. La stai facendo soffrire per un cazzo di nome, c'è tuo fratello che manderà avanti il cognome privilegiato. - mi avvicino di più a lui.

- Qui abbiamo tutto, amore, amicizie, lavoro, cosa ti manca? -

-  Forse hai ragione, devo prendere una decisione... La lascio libera!
Domani andiamo dal notaio e gli trasferisco la mia percentuale a lei. - lo dice in modo menefreghista come se non gliene importasse nulla ma sono sicura che non è così.

Sorrido sarcastica - Sei come tuo fratello! - lo punzecchio con l'indice sul petto. - Sì, è meglio che te ne vai, anzi, sei peggio di lui, almeno lui ha avuto la decenza di giocare con me per pochi mesi... Invece tu! Ahhhh! È meglio che smetto di parlare prima che rovino la nostra amicizia. -  mi volto verso l'uscita in fretta e vado da mia figlia che gioca con Giacomo il figlio dei un nostri ospiti.

- Mamma! - mi corre incontro Bea a braccia aperte.

- Ciao hai fatto la brava? -
- Sì mamma! - intanto si avvicina a noi la madre di Giacomo.
- È stata bravissima, hanno giocato e fatto una torre di fango. - e dagli abiti poco puliti si nota.
- Wow diventeranno due architetti! - solletico il pancino di Bea.

- Grazie per averla tenuta. - e il minimo che posso fare dirle almeno grazie, è sempre a disposizione.

- Di nulla, quando vuoi. - risponde gentilmente.

Andiamo verso casa per darmi una rinfrescata e una bella lavata a mia figlia prima di cena.

- Celeste, Celeste, fermati ti prego. - mi volto, mi fermo appena  sento chiamarmi.

- Scusami, non volevo dire quelle cose.- mi dice affannato.
-Peter non devi chiedere scusa a me ma a Denise. - mi incamminò verso casa e lui mi insegue prendendo in braccio Bea.
- Sono confuso. Molto confuso.- lo vedo disperato.

- Vieni su e parliamo, ho poco tempo.-
Non posso lasciarlo così, è sempre il mio amico e socio.

- Devi aiutarmi, io. Io, non so più cosa fare e pensare. Come devo agire, se è giusto o sbagliato! Insomma, sono in un bivio...-  apro la porta di casa e lui mi segue continuando con i suoi dilemmi.

Vado in bagno e apro l'acqua per fare la doccia a Bea.

- La ami? - gli chiedo.
- Più della mia vita. - e gli credo, ha fatto molto per lei e non ci ha pensato un attimo prima di rispondere.

- Allora se la ami che altra decisione devi prendere, io non ti capisco.- la sua espressione diventa cupa.

- Non è per la mia famiglia che non mi decido. - rimango in silenzio e lo ascolto mentre spoglio Bea e la immergo nella bacinella. L'acqua che funge dalla doccia a Bea non piace così le riempio una grande bacinella.

- Parla Peter, non ti capisco. - insisto, a volte devi cavarli le parole dalla bocca.

- È per te. - si passa la mano tra i capelli nervoso.
- Per me? - cado dal pero, perché per me.

- Si Anya, credi che non scopriranno dove sono quando me ne sarò andato? Vedranno tutti i miei voli e dove sono stato. Secondo te non mi troveranno e se trovano me... - ora ho capito, lo sta facendo per me. Però ora io ho acquisito una certa consapevolezza e sinceramente, non mi interessa più la loro opinione.

- Non ti devi preoccupare per me. Tu devi pensare per te. Io me la caverò. - lo fissò negli occhi.
-  Tu non devi basare la tua vita su di me. Peter. -  Sospiro...  - Tu, non devi rovinare la tua storia d'amore per me,  io me la sò cavare da sola, sono cresciuta Peter e mi sono costruita la mia vita. Ho lottato contro me stessa e mi sono perdonata. Non guardare me, vai da Denise e sistema le cose. - 
Mi vuole bene e anch'io ma non voglio in nessun caso essere lo strumento della sua discordia con Denise, voglio bene a entrambi e si amano.

-E poi ci sarai tu a difendermi, no? - sorrido.
- Sempre, lo sai Anya. - mi abbraccia forte.

- Forza, vai da lei, riprendila, amala o sposala. Io vi amo e vi voglio vedere felici. - si alza in piedi sciogliendo il nostro abbraccio.

- Grazie, per tutto. - corre verso la porta ma prima di aprirla...

- Sai dov'è nascosta? -  scuoto la testa.

- Sotto gli alberi, vicino alla stalla. - apre la porta è sparisce alla ricerca della sua Denise.

Sciacquo Bea e gli metto la canottiera con i pantaloncini.

- Ora stai qui dove ti vedo che la mamma deve lavarsi ok? - le sfioro il nasino con le dita.
- Sì mamma. - per fortuna è una bimba ubbidiente, comunque chiudo la porta del bagno per sicurezza.

Finalmente entro e mi faccio scivolare l'acqua addosso e anche le preoccupazioni, soprattutto ora.
Mi devo armare di coraggio, forza e determinazione, per lottare e fare realmente mia, la mia esistenza.
Sono sicura di farcela.


Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top