Capitolo 13


Pov Anya...

Siamo ancora in giro per Los Santos città, ho così molte borse che sembro un grosso appendi abiti, così decido di portare tutto al mio albergo prima di fare ancora un altro giro.

Adeline è molto simpatica, solare mette buon umore ed è disponibile, fare le compere con lei è così divertente chee il tempo è passato in fretta.

- Ho fatto, dov'è che dobbiamo andare ora? - Adeline mi guarda sorridente senza parlare - Allora! - Insisto curiosa.

- Ora andiamo a comprare una bici. Se vuoi girare tranquillamente in città. - la seguo mentre parla.

- Mi sembra giusto, sai, mi piace qui, è un paese pittoresco trasmette felicità, tranquillità quello di cui ho bisogno in questo momento. - mi ascolta senza chiedermi nulla.

- Spero che qui trovo la mia strada una volta per tutte. - parlo con lei ma soprattutto a me stessa.

- Si la troverai, vedrai. Ora andiamo! - mi trascina dentro a un negozio di bici dove c'è una vasta scelta di tutti i colori, mi giro a guardare.

- Guarda questa è adatta a te. - mi indica una bici color indaco con bisaccia in entrambi i lati e cestino anteriore e posteriore.
- Ti servirà. -  la guardo non capendo.
- Ti consiglio questa così non avrai problemi quando verrai a fare le compere in città, dove ti porto io è lontano di qualche km dal centro. - Ora comprendo il perché, per essere comoda e bicisufficiente, autonoma insomma.

- Ok, allora la prendo. - questo è il mio l'ultimo acquisto pronta per vivere qui, infondo Adeline sa cosa fare io non saprei neanche da dove iniziare.

- Ok, ora andiamo alla mia bici così ti presento i padroni di casa. -  camminiamo lungo il mare osservo attorno a me la città è cerco di memorizzare le strade ma non è molto grande quindi ho poche possibilità di perdermi. Almeno credo!

Torniamo al chiosco con la mia bicicletta nuova, mi piace molto, infatti, cammino sorridente come una bambina con un giocattolo nuovo.
- Quanti anni hai Celeste? -
- Diciotto appena fatti. E tu? - sono curiosa anch'io di sapere quanti anni ha, credo che abbia più o meno la mia età.

- Ventitré quasi ventiquattro li compio il mese prossimo e sei invitata al mio compleanno. - mi fa l'occhiolino.

- Qui ti farai molti amici Celeste non preoccuparti, siamo socievoli e festosi. - il Messico e uno dei paesi più festosi in assoluto il nome della città Los Santos essendo cattolico ci saranno sicuramente molti festeggiamenti del culto cristiano.

Sarà mica che dove mi porta è un convento?  Nulla in contrario però ci saranno delle restrizioni e volevo essere più  spensierata, libera,  ma forse lo è comunque, è meglio non fasciarsi la testa prima di rompersela.

Prende la sua bici - Sei pronta!? - con il cenno della testa annuisco mi metto in sella e pedaliamo.
- Qui c'è l'ufficio postale, mentre in quella piazzetta il comune dovrai prendere una residenza appena ti stabilirai. - continua a parlare facendomi da cicerone.

- Sì, appena sono sicura ci andrò. -  viaggiamo in silenzio devo dire che fa molto caldo, in più, non ho nemmeno un po' d'acqua, mentre Adeline non sembra nemmeno stanca forse è abituata.

- Siamo quasi arrivati, è lì. - indica un punto con l'indice, davanti a noi c'è un podere tutto colorato rosso, blu, giallo, rosa, insomma ci sono tutti colori vivaci e se ci fosse Thomas in questo momento sono sicura che gli piacerebbe questo posto.

Già Thomas, mi ritorna sempre in mente lui, anche se mi ha fatto del male.
Penso a quando riceveranno le mie lettere la faccia che faranno, se soffrono... anche se, quella che ha sofferto più di tutti sono io.

Un senso di tristezza cala su di me, pronta a piangere per l'umiliazione e la cattiveria subita, non pensavo si potesse arrivare fino a questo punto estremo, fa male...

Eppure, non avrei mai contrastato l'amore tra mia cugina e Thomas, se me ne avesse solo parlato, perché non l'ha fatto, cosa gli ha impedito di parlare con me?
Ci conosciamo da quando siamo in fasce e non sono mai cambiata nei suoi confronti, anzi, cercavo di avvicinarmi per sapere il motivo ma lui mi allontanava sempre di più togliendomi un giorno pure il saluto evitandomi come la peste nera.

Forse ho sbagliato anch'io, non lo sò, sta di fatto che ora sono qui sola senza nessuno con una sconosciuta che mi sta portando in una casa che ci potrebbero essere dei serial killer.

- Sei pronta? - mi chiede vicino al portone, scendo dalla bici mentre Adeline cerca di aprire il portone di legno e davanti a me si paventa un posto bellissimo, con un cortile grandissimo, una fontana al centro e alberi di frutta sparsi qua e là, con animali da cortile che camminano beccano il terriccio pieno di semenze.

- Vieni!? - mi invita a seguirla passando l'arco d'entrata e vedo tutta la maestosità di questo podere curato in tutti i suoi dettagli, il casale è fatto a forma di u e dei campi aprono un bellissimo paesaggio coltivato, sembra un sogno.

- Benvenuta! - sento una voce fuori campo mi giro per guardare chi ha parlato, vedo una signora magnolia sui quarant'anni, una bellissima donna messicana dall'animo giovanile.

- Io sono Maria. - si presenta parlando  perfettamente in americano, porge la mano e io gliela stringo con calore.
- Salve, io sono Celeste. - mi presento con sicurezza, questa donna mi infonde fiducia.

- Ciao Maria. - la saluta Adeline. 
- Sta cercando casa e un lavoro, quindi ho pensato di portarla qui. -

- Hai fatto bene Adeline. Vieni ti spiego come funziona qui, intanto ti faccio vedere l'alloggio se dovessi decidere di restare qui. -  cammina davanti a me, la seguo e Adeline rimane con noi e ne sono felice sentendomi meno il disagio.

- Questa è una comunità dove ci si aiuta l'uno con l'altro, mangiamo quello che madre natura ci offre, lavoriamo la terra, ci prendiamo cura degli animali, facciamo mercati e abbiamo un chiosco a lungo mare dove hai conosciuto Adeline. -

Quindi lei vive e lavora qui, sembra tutto faticoso ma interessante come esperienza.

- Non è una passeggiata, vitto e alloggio sono gratis abbiamo i soldi in comune qui tutto e di tutti. -
Non ha paura che qualcuno gli rubi i soldi? Come può fidarsi di tutti.

- Basta chiedere. - Ah ok ora capisco.

- Non devi vergognarti a chiedere perché qui tutti lavoriamo sodo e tutti ci meritiamo di avere. -
Arriviamo infondo al cortile apre una porta anch'essi di legno lavorato, la apre.
- Posso metterla qui la bici? -
- Dove vuoi, cara. - mi risponde .

Adeline mi sorride e senza dire una parola seguo Maria dentro la porta e al suo interno c'è una stanza capiente: con un divano, due poltrone, un tavolino e una libreria, poi un'altra camera grande quanto la sala con un letto matrimoniale, un armadio, comò e I due comodini. Tutto in stile messicano con pareti, tappeti e cuscini colorati di vari colori, infine il bagno dotato di tutto vasca, doccia, lavandino e wc.

- Userai spesso la vasca bagno per rilassarti la sera quando tornerai a casa. - mi dice Adeline.
- Adeline, non spaventare Celeste prima ancora d'iniziare. - si mette a ridere Maria.

- Oh no! Non ti devi spaventare ma se non sei abituata a certi ritmi i primi giorni saranno faticosi. - Si giustifica velocemente.

- Ho capito, non preoccuparti. Comunque mi piace qui, almeno quello che ho visto e sentito. Posso provare? - mi butto, Maria si avvicina a me e mi prende le mani.

- Ti devo avvertire di una cosa, qui siamo liberi di fare quello che ci viene in mente senza dare o recare disturbo o fare male ad altri, insomma vedrai delle cose un po' strane le prime volte ma poi ti ci abituerai. -

Non ho capito bene cosa mi ha voluto dire quindi mi ripeto la frase lentamente nella mia testa, bè comunque ha sottinteso che nessuno farà male a nessuno e questo mi basta.

- Non c'è nessun problema Maria. Vado in albergo e prendo la mia roba per portarla qui già oggi se sei d'accordo?  -
- Certo cara per noi è un piacere averti qui ti faccio accompagnare da Paolo e adeline in macchina fa troppo caldo a quest'ora. Paolo! Paolo! Vieni qui. - urla.

- Sono felice! - dice sottovoce Adeline mentre Maria chiama Paolo. - Vedrai ti troverai bene. -

Arriva un ragazzo alto, muscoloso capelli neri e occhi scuri, fa quasi paura da quanto è imponente porta dei sandali  e un grembiule a pettorina senza maglietta, mostrando il suo fisico statuario.
- Piacere sono Paolo. - facciamo le dovute presentazioni è Maria gli spiega che deve accompagnarci in città a prendere la mia roba.
- Certo Maria, lo faccio subito. - risponde cortese, si gira mostrando il sedere completamente nudo
Io afferro il braccio di Adeline stringendo forte e spalancando gli occhi capendo la frase di pochi minuti fa pronunciata da Maria.

- Ma, ma , ma è nudo? - balbetto. Maria e Adeline ridono di gusto e io le guardo interdetta.

- Ti abituerai Celeste, nessuno ti farà del male qui siamo love and pace. -

Porca miseria è una comunità hippy, figli dei fiori, vivi e lascia vivere! Certo cercavo la libertà, forse sarà troppo per me?
- Prova, se non ti piace sei libera di andare. - dice gentilmente Maria, infondo ha ragione provare non costa nulla e non ho nulla da perdere e forse stare qui mi farà bene...

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