Capitolo 10













Pov Thomas...

Ho avuto la mia vendetta, il mio piano è andato in porto, tutto come previsto, lei è appena scappata da qui in lacrime, non ho provato pena per lei, solo soddisfazione.
Era quello che si meritava dopo quello che mi ha fatto, mi ha portato via Cloè per sempre e non la perdonerò mai.

- Ci sei riuscito? - mi giro e vedo i tre e tre.
- Si ragazzi, non cantiamo troppo presto vittoria, vediamo se si presenterà al matrimonio prima di tutto. - cerco di essere pragmatico.
- È una pazza se si presenta Thomas! - esclama Bill.
- Non escludo niente fino a quando non vedo con i miei occhi la sua ritirata. - li guardo sicuro.
- Andiamo ragazzi devo ancora farmi una doccia da ieri e poi devo andare al mio matrimonio. - Sono sarcastico.

Ridiamo in coro come degli stupidi.

Arrivo a casa, sono l'una di pomeriggio mia madre viene verso di me - Finalmente pensavamo che ti dovevamo cercare in qualche pub o albergo. -
- Scusa mamma ma i festeggiamenti sono stati lunghi e abbiamo riposato lì. -
- Vai a prepararti che alle tre dobbiamo essere al palazzo degli O'kelly. Sono contenta che ti sposi con Anya sai!  È una brava ragazza. - si allontana voltandosi le spalle e io sorrido sapendo quello che in teoria accadrà, vedremo se mi sposo con lei...

Vado a farmi una doccia lunga per togliere tutta la stanchezza che ho addosso ripenso a lungo a quello che ho fatto e anche alle mie mosse future, non devo sbagliare.

Esco dalla doccia asciugando i capelli con l'ascigamano per poi buttarmi nel letto morbido di coperte, mi rilasso cinque minuti giusto il tempo di riprendermi.
Sento la porta aprirsi di colpo e mio fratello entrare - Sbrigati dobbiamo andare subito dai O'kelly. -
Alzo il busto per guardarlo - Come mai? Mancano due ore al matrimonio. - lui mi guarda di traverso.
- Vestiti, Anya è sparita e spero che tu non centri nulla con tutto questo. - sottolinea.
- Sparita! Che cosa dici Peter? - sono un bravo attore.
- Quello che ho detto! Chiamala! - mi lancia il mio apparecchio.

Prendo il telefonino e la chiamo per non destare sospetti ed è irraggiungibile, spento. Guardo mio fratello - È spento, ma questo non significa nulla, può essere scarico, dai, quante volte si è presentata in ritardo o per paura ci ha messo più del solito? eh! - dico come se fosse normale il suo comportamento.

- Lo spero... ora vestiti e andiamo da loro sapranno qualcosa in più. - mio fratello abbandona la camera è io mi vesto voglio vedere cosa ha combinato quella stupida, fin dove si è spinta.

Io e Peter andiamo con una macchina mentre i miei ne prendono un' altra, sono dietro di noi preoccupati per quella fattispecie di essere umano, se solo sapessero cosa mi ha fatto, quanto mi ha fatto soffrire non la penserebbero ancora allo stesso modo. Ha manipolato tutti facendosi passare come un innocente con i suoi modi di fare mentre lei archittetava tutto.

Sono tutti dei beoti che pendono dalle labbra di una bugiarda asociale che per avere un pochino di attenzione deve far pena a qualcuno.

- Quando l'hai vista l'ultima volta? - mi chiede Peter
- L' altro ieri, sì, poi non ci siamo né visti né sentiti. - mento spudoratamente guardandolo.
- E tu? L'hai vista o sentita. - Voglio capire se Peter sa qualcosa o sospetta.

- Si stamattina presto ed era tranquilla, felice. - se l'avesse vista più di un ora fa non sarebbe dello stesso parere, rido dentro di me.

Arriviamo al palazzo, ed è piena di poliziotti e di persone, c'è molta confusione, mia madre si avvicina a Eleonor la mamma di  Anya, l'abbraccia. - Cara cosa è successo? -
È disperata - È sparita! - urla.  Mia madre la stringe a sé e la guida fino al divano in sala, io e Peter la seguiamo mentre mio padre invece parla con il padre di Anya anch'essi disperato.

- È  sparita, ha preso tutti i suoi fondi in banca e se n'è andata. Perché, perché! Se non voleva sposarsi lo doveva solo dire. -

- Lei aveva detto che era troppo presto. - disse Peter.
- Peter! - lo riprende mamma.
- Io vado a cercarla non rimango qui a crogiolarmi addosso del perché lo abbia fatto. - risponde Peter andando via dal palazzo.
Mia madre la rincuora con piccole pacche sulle spalle e gli offre una delle sue per piangere.
- Thomas mi dispiace per quello che ha fatto, non te lo meriti. - piange.

È davvero addolorata non avevo messo in conto che con le mie azioni altri avrebbero sofferto ma ormai è  fatta e a Eleonor le passerà con il tempo.
- Non si deve preoccupare signora vedrà  che tornerà su i suoi passi è  solo spaventata. - cerco di placare il suo dolore.
- Sei un caro ragazzo, grazie per la comprensione. -

È tutto perfetto mi sono liberato di lei per sempre, non la rivedrò più. I poliziotti dicono che sia scappata  visto le azioni fatte da lei.
Il direttore della banca ha confermato che era tranquilla al momento del suo arrivo ed era sicura di quello che stava facendo e dalle telecamere risultava sola,senza qualcuno che la poteva minacciare in qualche modo. Le nozze sono saltate e, io, sono, di nuovo un uomo libero.

Pov Anya...

Siamo atterrati, mentre ero in volo ho scritto delle lettere una a mia madre e mio padre, ai genitori di Peter, a Peter, a Thomas e infine a Cloè.
- Ciad ti posso chiedere un favore? -
- Certamente! -
- Vedi non voglio sparire così senza una spiegazione e purtroppo non ho avuto il tempo materiale  per farlo. Quindi volevo chiederti se potevi spedire queste quando torni in Canada. Così sapranno che sto bene. -
- Lo farò con piacere. - le prende dalle mie mani per metterle nella sua ventiquattro ore.

- Ciad, volevo chiederti un altro piacere posso spedirti altre lettere per poi farle arrivare a Peter, ecco questo è  l'indirizzo e l'unica persona che io mi fido ciecamente. -

- Si credo che sia il modo migliore per non fargli sapere dove sei. - Certo spedendo a lui le lettere per poi farle recapitare al giusto destinatario, così che partirebbero dal Canada senza destare sospetti.
- Grazie! -
- Forza andiamo in banca a prendere le carte del tuo conto prima che chiuda e poi cerchiamo una sistemazione temporanea per stanotte. - mi sorride.
- Poi tornerò in Canada, saprai cavartela? - continua.

- Senza dubbio. Forse mi farà bene ricominciare da capo. - cerco di convincere me stessa che quello che sto facendo è  giusto.

- Celeste sarai padrona della tua vita adesso, senza ricatti, etichette. Sarai felice e poi... sai il mio numero, chiamami se hai bisogno. - annuisco sorridente e tristemente ho lasciato tutta la mia vita per un uomo che amavo e lui mi ha voluto solo distruggere.

- Buongiorno, sono Ciad Prester ho un appuntamento con il direttore. - parla con una signora.
- L'aspettavo, mi segua. - entriamo nell'ufficio, il direttore ci fa accomodare e firmiamo tutte le scartoffie per avere il tutto. Salutiamo e usciamo dalla banca, sono tesa, tra poco sarò sola.

Arriviamo a un hotel e prendo una camera per tre giorni giusto il tempo per cercare qualcosa di meglio, tipo una dimora fissa.
- Celeste con questo ho concluso, pagato mi hai pagato e giunto il tempo di tornare, buona fortuna! 
- Grazie Ciad, per tutto. -  l'abbraccio. Lui se ne va e io torno in camera a piangere visto che oggi non ho avuto molto tempo.




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