CAPITOLO 8 IL MONDO DI CLARA

Si vive tutti sullo stesso pianeta, questo è

innegabile, ma ogni essere vivente lo vive in

maniera differente creando così il proprio mondo

con le proprie attività, le proprie amicizie, il

proprio lavoro, la propria famiglia, la vita nel

concreto insomma.

Clara aveva una vita molto semplice. Aveva

studiato, aveva costruito le sue amicizie, i suoi

rapporti lavorativi e le sue relazioni durante gli

anni come ogni persona.

Aveva frequentato una scuola serale per

prendere il diploma e ottenuto una borsa di

studio per accedere al corso universitario per

giornalismo, ma purtroppo non proseguì gli studi

per i vari problemi che la sua famiglia aveva

iniziato ad avere.

Problemi di salute della madre di Clara e

conseguenti problemi economici che le fecero

perdere la casa e costrette a prendere un appartamento in affitto, ma le spese erano

continue e Clara decise di interrompere gli studi

per aiutare in casa.

Di giorno faceva la Baby sitter e la sera lavorava

come cameriera, non erano certo guadagni da

poter cambiare la vita, ma permetteva a Clara di

fare fronte alle spese extra e permettersi

qualche piccolo 'lusso' per lei come un nuovo

paio di pantaloni o un profumo economico.

Quando era libera dal lavoro, Clara adorava

passare la sera tra un aperitivo e il karaoke,

anche se era stonata come pochi ma il suo

entusiasmo era così coinvolgente che quando

cantava riusciva a coinvolgere tutti i presenti.

Quando la madre di Clara, Kat, si riprese

tornando al suo lavoro, Clara poté riprendersi un

po' di tempo per sé ma non passò molto tempo

che le condizioni dell' anziana nonna iniziarono

via via peggiorando. La memoria della donna

iniziava a perdere colpi, la confusione generale

aumentava, a volte era preda di forti
allucinazioni, vedeva cose che non c'erano, fino

ad arrivare a non riconoscere chi avesse intorno.

Clara si prese carico dei bisogni della nonna

alternandosi con la madre. Il dottore diede la

diagnosi, Alzheimer, il cervello inizia a non

funzionare più correttamente provocando

perdite di memoria, scompenso di pensiero e di

comportamento, e poteva solo peggiorare con il

tempo.

Dopo questa notizia, Clara dovette lasciare il

lavoro come Baby sitter per seguire la nonna

quando la madre non c'era.

Non era facile perché ogni giorno era diverso

dall' altro, c'erano giorni dove stava bene, giorni

dove le crisi si facevano difficili di gestire ma

ormai Clara si era abituata nell'affrontarle.

La sera Clara lavorava per una birreria del centro.

L'ambiente era molto vitale e frenetico, poiché la

movida si spostava tutta lì. Aveva fatto amicizia

con l'altra cameriera, Betty, era più piccola di lei,

ma si erano trovate subito in sintonia e molto spesso capitava che si organizzassero per uscire

insieme dopo il turno o semplicemente restare lì

a bersi una birra prima di chiudere il locale.

I proprietari del Thron Erano ormai anziani, da

anni avevano gestito il locale con grande

passione e amore e questo era sentito dai clienti

che passavano dall'essere occasionali a diventare

clienti fissi. La cucina proponeva cose veloci e

gustose da poter essere accompagnate alle birre

artigianali di ottima qualità che selezionavano di

persona con l'aiuto del figlio che però non aveva

scelto di lavorare nel locale di famiglia ma si era

realizzato in un altro campo e viaggiava spesso

per lavoro e di conseguenza marito e moglie si

erano appoggiati all'aiuto delle persone che

avevano selezionato per lavorare da loro. Oltre a

Betty E Clara, che erano due delle cameriere,

c'erano altre due ragazze che si alternavano con

loro organizzando i turni e le serate di lavoro. La

cuoca era una mamma amica d'infanzia del figlio

dei proprietari che era lì praticamente da quando

il locale aveva aperto. Erano tutti ben coordinati e si era creato un ambiente praticamente

familiare. Clara si sentiva come in una seconda

casa quando entrava.

Il vecchio Tod l'aveva accolta come una nipote

quando lei si propose tre anni prima per lavorare

da loro. La moglie del vecchio Tod, invece si

occupava della cassa e dell'inventario del locale,

ma ultimamente si faceva aiutare dalla cuoca per

fare gli ordini online, la digitalizzazione anche di

queste semplici azioni erano diventate

complicate per la povera signora Marta, che

inizialmente il suo orgoglio l'aveva spinta a fare

da sé, ma vedendosi arrivare forniture di

tovaglioli sbagliate e solo un certo tipo di birra in

quantità eccessive si era dovuta arrendere e farsi

aiutare. Le serate erano sempre uguali per

organizzazione, ma sempre diverse per

imprevisti e situazioni.

C'era il cliente che beveva troppo, il cliente

sbadato che dimenticava il telefono sul tavolo, i

gruppi di amici confusionari che facevano

incasinare gli ordini perché parlavano tutti insieme. C'erano le coppiette, le persone che

passavano giusto per una cosa veloce da bere al

bancone, o chi andava lì proprio per cenare,

festeggiare un compleanno, una promozione, un

evento, una rimpatriata. Non c'era una tipologia

di cliente precisa, ma era varia e ciò

movimentava ogni serata.

Il lunedì era giorno di chiusura del locale, perché

il lunedì è una giornata ' vuota' e non conveniva

al locale restare aperto.

Ogni lunedì sera Clara si preparava la serata, film

con la madre, era un appuntamento fisso. Di

solito ordinavano la pizza, oppure, se le andava,

preparava qualcosa di sfizioso da mangiare. Di

solito capitava che a rotazione avesse anche

un'altra sera libera, spesso era il giovedì, ma

poteva variare a seconda delle esigenze delle

altre ragazze.

Clara Adorava fare colazione fuori quando

poteva. Prendeva sempre un cappuccino e una

brioche ripiena insieme alla nonna che portava in giro la mattina. Leggeva il quotidiano, guardava

qualcosa sul telefono oppure si metteva a

scrivere sul suo quadernino in quei momenti

seduta al tavolo. Amava fare passeggiate per il

centro, guardando le vetrine dei negozi e quando

riusciva, a fare shopping. Adorava fare foto con il

telefono, spesso le condivideva sui vari social,

come fanno molti oggigiorno.

Era però un disastro con il suo telefono. in un

anno ne aveva rotti due, gli cadevano per

distrazione, spesso per stupidità, mettendoli in

posti non sicuri per tenuta, tipo nelle tasche, o

nel cestino della bicicletta.

Una volta le era capitato che le volasse dalla

borsetta mentre era in bici e le passò sopra con

le ruote. Per questo optava per telefoni non

costosi e spesso in offerta. Nel corso degli anni

aveva lasciato indietro diverse amicizie Un po'

per incompatibilità di caratteri, crescendo, un po'

perché le strade si erano divise.

Quando Betty non poteva uscire, Clara usciva per

conto suo, passava a fare un aperitivo sul presto

per poi tornare a casa. Alla fine stava bene anche

così.

C'erano dei giorni che si sentiva molto stanca,

ma più mentalmente che fisicamente. Così

metteva su le sue cuffie per staccare un po' da tutto.


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