CAPITOLO 4 DESTINO
Destino era solito sedersi ad un tavolino di
qualche bar, sorseggiando un buon cappuccino o
una bibita fresca o un drink, molto dipendeva
dall'orario dove si manifestava. Spesso capitava
che si aggirasse alle fermate dei tram, sulle
panchine delle fermate dei treni, negli ampi spazi degli aeroporti. Destino non si dava limiti sulle
sue apparizioni, era ovunque e in ogni luogo ogni
qualvolta che lo ritenesse opportuno. Quella
mattina Destino si trovava all'interno di una delle
librerie più belle e rifornite del centro, sfogliava
volumi con grande interesse e camminava lungo
le varie sezioni di ogni genere letterario.
Non era lì per caso, sapeva che in quel preciso
momento due persone si sarebbero dovute "
Incontrare" . Una ragazza scorreva con il dito il
dorso di alcuni volumi nella sezione fantasy.
Destino, fissandola, fece accadere qualcosa.
La ragazza urtò con la gamba i volumi che
stavano più in basso facendone cadere uno, nel
mentre, un ragazzo che stava passando lo
raccolse praticamente nello stesso momento in
cui lo aveva raccolto prontamente la stessa
ragazza creando quella particolare tensione tra
due mani che prendono su la stessa cosa e gli
sguardi che si incrociano. La ragazza sorrise, così
come il ragazzo. L'incontro era avvenuto, Destino aveva fatto la sua parte, ma come sempre, il
resto dovevano farlo gli umani.
Che fosse sfociato in amicizia, in amore, o
solamente un incontro che non avrebbe avuto
altra vita dipendeva solo da quelle due persone.
Destino agiva così, da tempo immemore. Lui
creava i presupposti per qualsiasi cosa, amore,
lavoro, amicizia, famiglia, viaggi, ogni cosa che
scandiva la vita delle persone, ma solamente loro
avevano " il libero arbitrio" di scegliere come
usare, se usare l'operato di destino.
Destino si era scelto l'aspetto di un'affascinante
giovane dai tratti asiatici. Spesso diceva di essere
di origini giapponesi anche se le sue vere origini
erano le stesse che lo legava a Notte e a Giorno e
agli altri fratelli.
Vestiva sempre molto elegantemente. Spesso
indossava un bel completo blu oltremare,
portava con sé una valigetta nera per darsi un
tono da uomo d'affari e in effetti ne aveva di
affari da sbrigare.
Anche lui, come i suoi fratelli, aveva voluto con
sé un piccolo animale da compagnia, un
meraviglioso pappagallo cacatua dal ciuffo rosa,
che amava la musica e ripeteva alcune parole.
Erano molto legati tanto che il suo operato era
spesso connesso al volo del simpatico volatile
che aveva chiamato Dante, un nome importante
per un importante 'Socio' Disse Destino quando
scelse il nome per il suo piccolo amico.
Uscito dalla libreria Destino si incamminò tra la
folla, con Dante sulla spalla destra e la sua
valigetta nella mano sinistra per andare incontro
ad altre vite che, forse, avrebbero dato inizio ad
altre storie.
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