Gioco tra Dei
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... Lo so, lo so che sai di essere spaventata
il tuo cuore, la tua mente, la tua anima, il tuo corpo
loro non, loro non, non staranno attenti
ma scommetto che tu non mi conosci
Perché se ti voglio, e ti voglio tesoro...
Non farò un passo indietro, non chiederò spazio...
Perché "spazio" è una parola creata da qualcuno
che ha paura di arrivare troppo vicino...
(Close by Nick Jonas)
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Lei aprì la porta di quercia nera, entrando con passo lento e sicuro nell'ampia stanza.
I tacchi a spillo battevano in modo ritmico sul pavimento lucido, provocando strani suoni acuti, in alcuni casi attutiti da tappeti di foggia orientale filati a mano dalle tonalità pastello...
Lei andò verso un esteso infisso scorrevole che agglomerava un'intera parete, osservando l'esterno.
La metropoli si stava oscurando a causa delle fitte nuvole di pioggia e del vento sempre più feroce e sferzante.
Si toccò appena le braccia scoperte, calando il capo per ammirare la sua figura curvilinea "imprigionata" nel tubino color oro e mosse la massa di capelli dalle sfumature caramello, raccolti in un'alta coda di cavallo che le arrivava oltre le spalle.
Avrebbe, infine, conosciuto di persona l'uomo con cui si scriveva da due mesi.
Un periodo nel quale si era sentita viva, in cui la voglia di comprendere si era fatta largo tra una vita monotona e un'educazione soffocante; strisciando nel suo animo come un dolce veleno.
Aveva accettato quello stato d'imbarazzo, quel "non sapere".
Lei che tutto doveva domare, tenere sotto controllo, comprendere...
Ma lui questo lo sapeva, lo amava, era il motivo della sua attrazione per la "signora", della necessità di averla, venerarla.
Un tonfo sordo la ridestò dai suoi pensieri mentre la luna illuminava, con fatica e solo in parte, gli alti edifici. L'estraneo che aveva sognato per interminabili notti era dietro di lei, lo poteva intravedere riflesso nel vetro della finestra.
La mistress si trattenne dal sospirare, mentre lui si spogliava e riempiva di ghiaccio e acqua fredda l'enorme vasca da bagno al centro della stanza.
Il letto era poco distante, ma non serviva.
Erano lì per sentire freddo e caldo, per il gelo e la lava...
Lui attese un tempo indefinito in cui nessuno parlò, non era previsto, il suo compito era immergersi nell'universo glaciale creato apposta per loro e attendere.
Solo allora lei si mosse, scostandosi dalla città nera che combatteva contro una bufera e si avvio verso un mobile basso.
Come avevano richiesto era ricolmo di candele dai mille colori e spessori.
Iniziò ad accenderle, una alla volta, con calma... Con amore e una delicatezza quasi religiosa.
Il suo respiro, fino a poco prima quieto, stava aumentando di ritmo, la testa le girava, l'animo era insofferente, ciò nonostante sarebbe giunta fino alla fine di quell'avventura. In quell'attico, in quella camera d'albergo del tutto bianca, creata per dare vita a un desiderio.
Leccandosi le labbra dipinte color porpora afferrò la candela nera e si voltò, affrontando... Lui.
L'uomo era bendato, uno spesso pezzo di raso rosso e lucido gli impediva di scrutare la scena che gli si parava dinnanzi... Rimaneva immobile, statico, con le braccia incrociate sul bordo della vasca risplendente che catturava i lampi esterni, assieme ai bagliori interni dei lumi.
Il volto appariva calmo, posato sulle mani, mentre lei gli si avvicinava, gli si sedeva accanto.
Fuori, nel mondo, la tempesta si era trasformata in uragano, le gocce in un acquazzone che spezzava quel silenzio erotico e straziante.
Lei sussurrò una breve frase e lui annuì appena, quello era il segnale, le parole concordate, un segreto gelosamente custodito tra padrona e sottomesso... Tra donna e uomo... Tra possessore e posseduto...
Loro, solo loro.
Sorridendo, lei iniziò a versare la cera sciolta sulla sua schiena, il contrasto tra il ghiaccio e il calore fece incurvare l'uomo che prese ad ansimare, respirando veloce.
Lei percepiva attorno a loro uno strano profumo, un misto di sale marino, incenso, aghi di pino, un qualcosa di primitivo, urgente, che le fece battere il cuore forte.
Una scia di "nera lava" venne versata lungo la colonna vertebrale e lui si leccò le labbra per l'eccitazione; lo si capiva dal leggero dondolio dei fianchi, dalla contrazione dei muscoli, dalle spalle tese... Dalla nuca che si chinava in avanti permettendo alla folta chioma di celargli il viso e le emozioni.
Quella vista fece fremere lei d'aspettative, così gli afferrò i capelli biondi che gli accarezzavano parte del collo e li tirò all'indietro con uno strattone, in modo che fosse di nuovo visibile, vulnerabile, privo di alcuna via di fuga.
Gli scostò il busto dal bordo della vasca e subito, senza dargli il tempo di comprendere cosa accadeva, rovesciò calore bollente: sulla gola, le spalle, i capezzoli, parte dello stomaco...
Lui la pregava silenzioso, ansimi divenuti gemiti; gemiti nascosti dalle labbra che si unirono in un caldo e umido bacio.
Non erano mai stati tanto "vivi", due esseri umani senza identità che fondevano desideri e sogni, paure e brame segrete.
Quella sera non ci sarebbe stato sesso, solo un lungo e doloroso scoprirsi...
Le lingue ballavano nei rispettivi palati, lei voleva andare oltre, correre verso un burrone e vedere se sarebbe sopravvissuta all'inevitabile schianto.
Strinse una mano sulla gola dell'uomo e lui chiuse le mani a pugno, gli era proibito toccarla se non era la "padrona" a chiederlo, e lei non lo avrebbe fatto, non durante quella tormenta della natura e dell'anima.
Il vento percepì i suoi pensieri, il bisogno di lui di confessare quanto l'amava, come la sua presenza fosse diventata il fulcro dell'esistenza, la ragione di vita in un universo senza senso...
Una raffica brutale di grandine si abbatté sulla finestra e la luce della città sparì.
Le orecchie dei due giocatori si "tapparono", riuscivano solo a percepire l'impeto del cuore, non si preoccuparono quando l'ampio vetro venne rotto, quando l'acqua e il furore del "creatore" entrò nel loro nido.
Due esseri mortali che, per quella sera e altre a venire, si sarebbero trasformati in Dei, disputando una delicata battaglia con i rispettivi: corpi, anime, pensieri, spingendosi oltre la semplice brama...
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