Per la felicità di Colin Canon



«Ieri sera la Granger si è presentata alla festa di Natale del Lumaclub da sola, avreste dovuto vedere la faccia di Lumachino, sembrava molto contrariato», disse Blaise Zabini, sorseggiando con finta indifferenza il suo caffè espresso.

«Lumachino?», ripeté Pansy, con un sorrisetto sulle labbra: «Da quando tu e Lumacorno avete così tanta confidenza, Blaise?»

Il moro non sembrò nemmeno sentire le parole della compagna di casa e con un ampio sorriso in volto continuò a parlare: «Per fortuna che io ero senza dama, così ho potuto tenerle compagnia. Sapevate che i genitori della Granger sono delle specie di medimaghi babbani?»

Pansy sollevò gli occhi al cielo: «Quanto sei monotematico», borbottò e tornò a dedicare la propria attenzione all'omelette, che aveva di fronte.

«Da quello che ho capito si occupano di denti», proseguì il ragazzo: «L'abito di Hermione ieri sera era a dir poco mozzafiato. Non mi ero mai reso conto che avesse un seno tanto... »

Malfoy smise di sorseggiare il suo succo di zucca e, senza pensarci, lo rovesciò addosso a Zabini, che gli sedeva di fronte, bagnandogli il volto e l'uniforme scolastica.

Pansy scoppiò a ridere, rischiando di cadere dalla panca, mentre Colin Canon accorse con la macchina fotografica dal tavolo rosso-oro per immortalare il momento.

Erano tempi bui per la "Rivista dello Studente" — progetto giornalistico approvato da Silente. Dopo lo scoop della relazione di Hermione Granger con Cormac McLaggen, non c'erano stati altri avvenimenti altrettanto sensazionali e l'attenzione dei lettori era andata scemando, malgrado Astoria avesse tentato di scrivere un articolo sulla coppia del momento: Ronald Weasley e Lavanda Brown. Metà della tavolata Serpeverde aveva rischiato di vomitare nel leggere quel breve trafiletto e aveva gentilmente chiesto ad Astoria di concentrarsi su coppie meno rivoltanti e imbarazzanti.

Astoria aveva avuto una mezza crisi e aveva deciso di sospendere per quella settimana, che sarebbe stata l'ultima prima dell'inizio delle vacanze di Natale, il suo contributo alla rivista, dando a Hannah Abbott la possibilità di parlare di gossip al suo posto.

O almeno questa era la versione che aveva deciso di dare agli altri membri della redazione, piuttosto che confessare di esser incappata in una tresca clandestina a pochi passi dalla Biblioteca, i cui protagonisti erano Draco Malfoy ed Hermione Granger.

Aveva bisogno di analizzare i propri pensieri e sentimenti al riguardo prima di fare qualcosa di cui avrebbe potuto pentirsi. Perché scrivere un articolo su ciò a cui aveva assistito, invece di tenere il segreto ancora un po', magari recuperare altre prove e, solo a quel punto, prendere una decisione sul da farsi?

Ora che Colin Canon aveva la sua copertina: "Blaise Zabini e Draco Malfoy: nemici mortali o amici per la pelle?", non poteva che ritenersi molto soddisfatto, mentre ritornava al tavolo rosso-oro con un enorme sorriso stampato sulle labbra e la macchina fotografica stretta amorevolmente tra le braccia.

A Blaise bastò un incantesimo Gratta e Netta per tornare pulito come poco prima.

Zabini lanciò un'occhiata di bonario rimprovero al biondo di fronte a lui: «Capisco che ultimamente dormi poco e male, Draco, ma non pensavo che questa privazione ti portasse a non avere il controllo delle tue azioni».

Malfoy non rispose, limitandosi a servirsi un nuovo bicchiere di succo di zucca e non la tazza di tè che beveva di solito con latte e zucchero; erano due settimane che non riusciva a bere del banale tè perché gli ricordava Hermione e lui stava male ogni volta che pensava a lei.

«Tutto pronto per dopodomani?», chiese Pansy, nel tentativo di cambiare argomento.

«Pan, sai perfettamente che non sono in grado di preparare le valigie per tempo, perché me lo stai chiedendo?», domandò Blaise, tornando a sorseggiare il suo caffè come se niente fosse successo.

«Forse è perché continuo a sperare che tu cresca, così da diventare una persona adulta e responsabile», rispose Pansy, trattenendosi dall'insultare l'amico per il modo in cui l'aveva, ancora una volta, apostrofata.

«Ma io sono adulto e responsabile», ribatté lui, sorridendo.

«Sì, certo», disse con voce colma di sarcasmo la Parkinson: «Si vede da come continui a punzecchiare Draco, infatti».

«Punzecchiare Draco? Io? Sei forse impazzita?», chiese il moro, gli occhi sbarrati dalla sorpresa e le labbra socchiuse: «Per chi mi hai preso, Pan? Non lo farei mai!».

Zabini riuscì a rimanere mortalmente serio per tutta la durata del discorso, dimostrando ancora una volta di essere un ottimo bugiardo o, da un punto di vista babbano, un attore nato.

«Hai ragione, da dove mi sarà mai venuta un'idea tanto folle?», disse Pansy, sollevando gli occhi al cielo.

«Sono le stupide riviste che leggi che ti confondo le idee, dovresti dedicarti a letture più interessanti e colte», le suggerì Blaise, addentando un biscottino a forma di albero di Natale.

«Penso che ignorerò i consigli di chi legge i libri al rovescio», ribatté lei, puntando lo sguardo colmo di sfida, verso il moro.

Gli occhi di Blaise sembrarono brillare per qualche secondo: «Touché».

Malfoy avrebbe voluto silenziarli con un incantesimo, le loro voci gli stavano peggiorando il terribile mal di testa che lo tormentava da qualche giorno: la mancanza di sonno si faceva sentire sempre di più.

Quanto avrebbe voluto che l'unico motivo del suo malessere fosse la Granger e il rimpianto che provava; se fosse stato solo quello il problema avrebbe potuto trovare una facile soluzione, tipo un incantesimo di memoria e cancellarla per sempre dai suoi ricordi.

Ma non era così facile e non lo sarebbe mai stato.

Gli incubi non erano causati dal dolore che provava per l'aver perso Hermione, gli incubi erano causati dalla paura; dal bruciante e paralizzante terrore che provava e che aumentava coll'avvicinarsi delle vacanze di Natale e del momento in cui il destino che era stato scelto per lui si sarebbe avverato, contro la sua volontà.

In meno di una settimana avrebbe ricevuto il Marchio Nero, come regalo speciale da parte del Signore Oscuro, in meno di due giorni sarebbe stato al Manor, con sua madre, o quello che rimaneva di lei, e allora la sua poca libertà gli sarebbe stata strappata via.

Avrebbe voluto zittire le voci di tutti, le risate allegre, le urla gioiose: nessuno poteva capirlo, nemmeno la ragazza di cui aveva paura di essersi innamorato.

Nessuno poteva capire il peso che gli opprimeva le spalle, nessuno poteva aiutarlo.

Draco spostò brevemente lo sguardo sul tavolo dei professori, incrociando gli occhi scuri di Severus Piton; l'uomo che gli aveva insegnato l'Occlumazia, l'uomo che avrebbe dovuto proteggerlo, ora che suo padre non poteva.

Non riusciva a fidarsi di quell'uomo, che "voleva aiutarlo".

Non riusciva a fidarsi di quell'uomo, che voleva rubargli la scena e spostare i riflettori su di sé.

Piton non aveva bisogno di dimostrare nulla al Signore Oscuro, ma Draco sì.

Draco aveva bisogno di dimostrare il proprio valore, il proprio coraggio, la propria devozione.

Era l'unico modo a sua disposizione per far sapere a tutti che i Malfoy non erano caduti, che lui avrebbe potuto prendere il posto di suo padre e ottenere nuovamente il rispetto che spettava loro di diritto.

Per farlo doveva lasciare andare Hermione, nascondere tutti i ricordi legati a lei in un angolo della mente e impedire a chiunque di accedervi, anche a se stesso.

Non voleva rischiare di trascinarla a fondo con sé, per questo non aveva più cercato di avvicinarsi a lei, per questo sopportava in silenzio gli incubi e il dolore.

La soluzione più facile sarebbe stata un incantesimo di memoria, così da dimenticarla del tutto, ma non aveva la forza per provarsi di quei pochi ricordi belli che gli rimanevano.

E una volta messa Hermione in un angolino della propria mente, si sarebbe potuto dedicare anima e corpo all'armadio svanitore, alla missione affidatagli dal Signore Oscuro, al suo destino.

Un rumore lo distolse dai suoi pensieri e spostò lo sguardo da quello di Severus Piton, per posarlo sul Neville Paciock, che stava urlando contro Cormac McLaggen.

«... sono giorni che la tormenti, possibile che tu non possa accettare un no e smettere di importunarla?»

Gli occhi chiari di Malfoy si posarono sulle spalle della Granger, che da due settimane aveva iniziato a sedere sempre sul lato del tavolo che le permetteva di vedere il tavolo di Corvonero, dando le spalle a Tassorosso e Serpeverde. Draco pensava di sapere il motivo per cui aveva iniziato a farlo e non poteva biasimarla.

«Dovrei seguire consigli da te, Paciock? Ma se sanno tutti che l'unica donna della tua vita è e sarà sempre tua nonna», rispose il biondo, con aria arrogante.

Colin Canon scattò una foto, con un sorriso a trentadue denti e gli occhi che gli brillavano.

Merlino doveva aver ascoltato le sue preghiere, prima il litigio tra Zabini e Malfoy, ora McLaggen e Paciock che discutevano per Hermione Granger... chissà cos'altro sarebbe successo nell'arco della giornata.

Harry Potter cercò d'intervenire, mettendosi in mezzo ai due litiganti e fu proprio in quel momento che la Professoressa McGranitt decise di sedare la discussione, chiedendo di essere raggiunta nel suo ufficio dai tre litiganti prima dell'inizio delle lezioni della mattina.

Il Bambino Sopravvissuto borbottò scontento per il resto della colazione, chiedendosi perché la McGranitt avesse richiesto anche la sua presenza, se l'unica cosa che aveva provato a fare era stato sedare il litigio, invece di alimentarlo.

Colin Canon invece sorrise trionfale dopo aver scattato una foto del volto severo della McGranitt.

Hermione Granger, aveva profonde occhiaie, causate dalle poche ore di sonno e tutto quello che avrebbe voluto fare in quel momento era lanciare un incantesimo silenziante a Ronald, che continuava a tormentarla.

«Dai, Herm, tu sei una ragazza! Dovrai pur sapere cosa piace alle ragazze!»

«Ron, per la centesima volta: quello che dici non ha senso. Il fatto che io sia una ragazza non vuol dire che conosca i gusti di ogni ragazza di Hogwarts o del Mondo Magico. Per fare un regalo a Lavanda devi conoscere quello che le piace, non chiedere a me cosa penso che potrebbe piacerle!», rispose la ragazza, esasperata.

«Ma è la tua compagna di stanza!», ribatté Ronald con la bocca piena di biscotti alla cannella.

Hermione sollevò gli occhi al cielo: «Esatto, la mia compagna di stanza, non la mia ragazza!»

Il giovane Weasley sembrò rimanere per qualche istante senza parole e Hermione ringraziò Merlino di quel momento di silenzio.

Non vedeva l'ora che iniziassero le vacanze di Natale.

Era stanca di McLaggen che continuava a tormentarla, stanca di sentire l'odore di Malfoy in ogni angolo del castello, anche quando il Serpeverde non era nemmeno nei paraggi, stanca di essere la consigliera ufficiale di Ronald per tutto ciò che riguardava Lavanda Brown.

«Perché non le chiedi cosa vuole?», propose alla fine Hermione, nella speranza di togliersi il rosso dai piedi.

«Non sarebbe più una sorpresa! Lav-Lav adora le sorprese!», disse Ron, affranto.

Furono costretti a interrompere la conversazione quando la ragazza di cui stavano parlando arrivò in Sala grande per la colazione, accompagnata da Calì.

Hermione approfittò della situazione per fuggire in aula prima del tempo e potersi godere i pochi minuti di silenzio prima dell'inizio della lezione.

Era umiliante anche ammetterlo a se stessa, ma continuava a sognare Draco Malfoy, ogni singola notte, e finiva sempre col svegliarsi più stanca di prima.

Tutto quello in cui poteva sperare erano le vacanze di Natale, durante le quali confidava di recuperare tutto il sonno perduto.

Per la felicità di Colin Canon, Lavanda e Ron si baciarono appassionatamente di fronte a lui, permettendogli di scattare una foto, che sarebbe sicuramente finita, il giorno dopo (l'ultimo giorno di scuola prima delle vacanze di natale), nella "Rivista dello Studente" — progetto giornalistico approvato da Silente.

Se solo Colin Canon fosse stato un fotografo più attento avrebbe notato il modo in cui i lineamenti tesi di Draco Lucius Malfoy si addolcirono, mentre seguiva con lo sguardo la figura di Hermione Granger, che si dirigeva verso l'uscita della Sala Grande.





***

Ciao popolo di Wattpad!

Eccoci alla fine di un altro capitolo: cosa ve ne pare?

Manca ormai pochissimo alle fatidiche vacanze di Natale, Colin Canon è felice di aver scattato qualche foto per l'ultimo numero del giornale scolastico prima delle feste, Draco sembra convinto della sua scelta (ossia di abbracciare il suo destino e riportare onore alla sua famiglia) e Hermione non vede l'ora di andarsene da Hogwarts.

Era da un po' che non assistevamo ai battibecchi di Pansy e Blaise, devo ammettere che mi erano mancati. E a voi?

Spero che abbiate tempo e voglia di farmi sapere cosa pensate di questo capitolo!

Come sempre, per chi fosse interessato ad essere informato in tempo reale sulle pubblicazioni mi può seguire su Instagram (lazysoul_efp).

Vi auguro un buon pomeriggio e una serena quarantena!

Un bacio,

LazySoul_EFP

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