Impazienza






L'aria pungente di Ottobre non poteva nulla contro lo spesso mantello che avvolgeva il corpo di una risoluta Hermione Granger.

Gli altri studenti erano tutti rinchiusi all'interno del castello; in qualche aula studio o nelle sale comuni a chiacchierare animatamente. Tutti tranne lei che aveva deciso di godersi i pochi raggi di sole presenti in cielo, certa che sarebbero stati gli ultimi per un bel po' di tempo.

Stava leggendo il manuale di Storia della Magia, portandosi avanti col programma, quando sentì chiaramente il rimbombare di passi alle sue spalle.

Qualcuno stava passeggiando lungo il colonnato del cortile interno e la cosa non l'avrebbe disturbata in un'altra circostanza, ma quel giorno aveva bisogno di rimanere sola.

Si voltò verso quel suono e per un secondo rimase senza parole alla vista della chioma bionda dell'intruso, poi realizzò che quello che le si stava avvicinando non era Malfoy e il cuore tornò a battere ad una velocità normale.

L'intruso era un ragazzino del secondo anno, Corvonero, se non ricordava male doveva chiamarsi Timothy.

Lo fulminò con lo sguardo, lasciandogli intendere che la sua presenza non era gradita e il ragazzino non ci pensò due volte prima di fare dietro front e correre via.

Hermione aggrottò la fronte; non pensava di incutere così tanto terrore nelle persone.

«Buongiorno, Granger, dormito bene questa notte?»

Sussultò, il libro le scivolò di mano finendo nell'erba umida di rugiada.

Prese un respiro profondo e raccolse il manuale di Storia della Magia, cercando di asciugarne le pagine con la manica del maglioncino che indossava sotto al mantello.

Il cuore le singhiozzava nel petto ad un ritmo irregolare e nella sua testa continuava a chiedersi come avesse fatto ad arrivarle alle spalle senza che lei se ne accorgesse.

«Malfoy», salutò, voltando il capo in modo da incrociare lo sguardo divertito del biondo.

«Non volevo spaventarti».

«Certo che no», borbottò lei ironicamente, sollevando gli occhi al cielo: «A cosa devo il piacere di questa inaspettata visita?»

«Mi chiedevo se avessi da fare», chiese Malfoy con aria casuale, mentre si guardava intorno.

«Come vedi sto studiando».

Il ragazzo si accovacciò accanto a lei sull'erba così da sbirciare il libro che Hermione teneva in grembo.

«Quel capitolo non l'abbiamo ancora...» Malfoy scoppiò a ridere, scuotendo la testa con aria sorpresa: «Devi sempre essere un passo avanti agli altri, eh?»

Hermione si ritrovò a pensare che la risata del Serpeverde era elegante e gradevole, totalmente diversa rispetto a quella piena di scherno e cattiveria a cui era solitamente abituata.

Malfoy la guardava in attesa, come se si aspettasse da lei una risposta, peccato che lei si fosse dimenticata di cosa stessero parlando.

Col volto arrossato dall'imbarazzo, Hermione chiuse il libro e lo ripose nella sua borsa, cominciando a borbottare: «Non si può nemmeno studiare in pace! Io volevo solo un po' di calma e solitudine, godermi gli ultimi raggi di sole della stagione e invece no, devo sempre essere disturbata».

«Merlino, Granger, la smetti di lagnarti? Non sto capendo nulla».

Hermione si sollevò in piedi, sistemandosi al meglio il mantello e fulminando Malfoy con lo sguardo, mentre gli passava accanto per andare a cercare un posto isolato dove lui non l'avrebbe potuta trovare.

Il ragazzo sospirò alle sue spalle, poi iniziò a seguirla.

«Malfoy, vai a tormentare qualcun altro, non sono in vena oggi», sbottò lei, percorrendo il corridoio colonnato con passi rapidi.

«Tormentarti?», bofonchiò, aggrottando le sopracciglia: «Non sono qua per tormentarti», disse ad alta voce.

Hermione sollevò gli occhi al cielo: «E allora perché sei qua?», chiese, interrompendo la sua fuga per voltarsi a guardarlo in faccia.

Malfoy sfoggiò il suo sorriso più malizioso e si morse delicatamente le labbra, prima di parlare: «In realtà speravo volessi venire con me nella Stanza delle Necessità».

Hermione arrossì violentemente e aprì la bocca dalla sorpresa; non si era aspettata una richiesta così diretta da parte del biondo.

«Il gatto ti ha mangiato la lingua, Granger?»

La Grifondoro era combattuta, da un lato voleva continuare a studiare per portarsi avanti col programma, dall'altro l'idea di rotolarsi nel letto con Malfoy per scaricare un po' di tensione l'allettava non poco.

«Andiamo», disse semplicemente, dirigendosi verso le scale, mentre Malfoy alle sue spalle la seguiva con un misto di eccitazione e sorpresa stampato in volto; non si aspettava che sarebbe stato così facile convincerla.

Il tragitto che li condusse fino alla Stanza delle Necessità venne percorso nel più assoluto silenzio.

Fu Malfoy a passare tre volte di fronte al muro per richiedere "una stanza dove poter scopare in santa pace", mentre Hermione cercava nella borsa la sua pochette, al cui interno aveva inserito un paio di preservativi proprio quella mattina.

Appena entrarono all'interno della Stanza delle Necessità, Hermione rimase stupita dall'arredamento semplice; conoscendo Malfoy si era spettata qualcosa di molto più raffinato e sfarzoso.

Appoggiò a terra le sua borsa, nella mano stringeva un preservativo che porse a Malfoy cercando di essere il più disinvolta possibile.

Il ragazzo fece una smorfia: «Non ti sei informata sulla Pozione?»

Hermione sollevò gli occhi al cielo: «Non ho avuto tempo».

Malfoy sospirò e guardò il coso babbano con un misto di rassegnazione e disappunto: «Va bene», disse infine, sfilandosi il mantello e appoggiandolo sull'attaccapanni che si trovava all'ingresso.

Hermione copiò i movimenti del ragazzo, poi rimase in attesa della sua prossima mossa.

Malfoy si diresse verso il letto e appoggiò il coso babbano sul comodino, poi si sedette sulle morbide coperte.

Cercò la Granger con lo sguardo e la trovò all'ingresso, le mani impegnate a torturare il bordo del maglione, e lo sguardo basso.

«Vieni qui».

Le mani gli fremevano dal desiderio che aveva di accarezzare di nuovo la sua pelle.

Hermione sembrò riscuotersi dai suoi pensieri e sollevò lo sguardo, incontrando gli occhi pieni di desiderio del biondo.

Senza perdere tempo lo raggiunse, colta da una frenesia che faticava a controllare.

Si sedette a cavalcioni su di lui, immergendo una mano nella sua chioma, mentre l'altra gli stringeva una spalla.

Malfoy appoggiò entrambe le mani sui fianchi della ragazza, saggiandone la morbida forma, poi le abbassò, percorrendo il tessuto ruvido dei pantaloni.

«Vuoi stare sopra, Granger?», le chiese, appoggiando le labbra sulla gola di lei, per poi sussurrarle all'orecchio: «Vuoi dominarmi?»

Hermione gemette all'idea, spingendo indietro il ragazzo, così da farlo sdraiare. Si abbassò su di lui, solleticandogli il viso con i propri capelli, mentre Malfoy approfittava della posizione per stringere il sedere della ragazza.

Fu Hermione ad iniziare il bacio, spingendo con impazienza la sua bocca su quella del ragazzo. Lui rispose con altrettanta foga, spostando una mano tra i ricci della ragazza, mentre l'altra rimaneva saldamente ancorata al suo sedere.

Si spogliarono a vicenda con impazienza, lei sbottonò la camicia di lui, lui sfilò il maglione a lei, poi passarono alle scarpe e ai pantaloni.

Quando rimasero entrambi in biancheria intima, le loro posizioni si erano invertite e ora era Malfoy a sovrastare il corpo della Granger.

«Queste non ti servono», disse, afferrando i bordi delle mutande, per poi abbassarli lungo le sue gambe. Senza lasciarle il tempo di ricambiare il favore e privarlo a sua volta delle mutande, si abbassò col viso all'altezza del suo inguine, mordendole piano l'interno coscia.

Lei gemette, gettando il capo all'indietro, tale vista fece offuscare dal desiderio lo sguardo di Malfoy.

«Posso?», chiese con voce roca a pochi centimetri dall'intimità della ragazza, il respiro accelerato dall'eccitazione.

Per quanto Hermione non si ritenesse un'esperta di sesso sapeva cosa voleva fare il biondo e non poteva negare di volere quel tipo di attenzioni. Quante volte si era data piacere nell'ultimo periodo immaginando quella bocca proprio lì? Aveva perso il conto.

«Sì», gemette, puntellandosi con i gomiti al materasso, così da avere una visuale migliore del viso di Malfoy che, distorto da un sorriso malizioso non perse tempo, immergendo la bocca tra le labbra di lei.

Hermione si morse il labbro per non urlare, mentre la lingua esperta di Malfoy trovava con fin troppa facilità il suo clitoride, iniziando a stimolarlo con sollecitudine.

Le tremavano le gambe e i fianchi non riuscivano a stare fermi; cercava di andare in contro alla bocca di Malfoy, colta da una frenesia che non le permetteva di controllarsi come avrebbe voluto.

Il ragazzo insinuò due dita dentro di lei, continuando intanto a stimolarle il clitoride con la bocca. Sorrise contro la sua carne fremente quando si rese conto che era più che pronta ad accoglierlo. Avrebbe voluto fare una battutina su quanto fosse bagnata, ma decise che non era il caso e continuò semplicemente a leccare e succhiare il clitoride fino a quando sentì i gemiti controllati della Granger diventare molto più sfrenati.

Il volto della ragazza era arrossato, le labbra umide erano socchiuse e gli occhi erano incatenati a quelli di lui: «Non ti fermare».

La richiesta o supplica, a seconda dei punti di vista, venne ascoltata da Malfoy, che continuò a masturbarla con meticolosità e pazienza, cercando di ripetere i movimenti che sembravano provocarle maggior piacere.

Il volto di lei si contrasse in una smorfia, mentre chiudeva gli occhi e gettava il capo all'indietro.

Malfoy osservò assorto e incantato ogni movimento, ogni espressione, mentre continuava nella stimolazione, deciso a far durare l'orgasmo il più a lungo possibile. Le gambe e i fianchi di lei fremevano incontrollati, mentre il gemito fuoriuscito dalle sue labbra dischiuse sembrava prolungarsi all'infinito.

Hermione si lasciò cadere all'indietro, spalancando le braccia e rilassando le gambe, tese intorno al capo di lui fino a pochi secondi prima.

Draco allontanò la bocca dal clitoride, leccandosi le labbra umide degli umori di lei. Si tolse l'intimo, così da liberare la sua eccitazione, che era stata dolorosamente costretta fino a quel momento, poi si premurò di sfilare il reggiseno alla Granger, osservando con sguardo torbido i capezzoli turgidi.

Hermione sollevò le palpebre, osservano i suoi gesti con languore.

«Dammi un secondo», disse, mentre cercava di riportare il suo respiro e il battito del suo cuore alla normalità.

Malfoy annuì e si abbassò su di lei per leccarle i capezzoli invitanti.

Hermione Granger pensava che non si sarebbe mai più ripresa da quell'orgasmo, invece bastarono pochi secondi e la bocca esperta di Malfoy su suoi seni per farle venire voglia di averne ancora.

«Voglio stare sopra», disse, facendo gemere il ragazzo contro la pelle del suo petto: «Agli ordini».

Sollevandosi Malfoy recuperò il coso babbano, stava per aprirlo quando la ragazza lo fermò: «Non così in fretta».

Hermione sfilò dalle mani del biondo il preservativo, appoggiandolo accanto a sé sul letto e facendo segno al Serpeverde di sdraiarsi.

Malfoy non protestò e seguì le indicazioni della Granger, che non perse tempo e gli salì a cavalcioni.

«Cos'hai intenzione di...?», la voce di Malfoy si affievolì in un gemito quando la mano della ragazza si avvolse intorno alla sua eccitazione.

«Posso?», chiese lei, sorridendogli maliziosamente.

«Fai di me ciò che vuoi», si arrese Malfoy, guardandola con gli occhi offuscati dal desiderio.

Hermione sorrise dalla resa del ragazzo e iniziò a muovere la mano sulla sua lunghezza, accarezzandone la punta con il pollice.

Quel gesto fece gemere il ragazzo: «Più veloce».

Solo quella mattina, nella doccia, s'immaginava come dovesse essere avere la mano della Granger intorno al suo membro e ora quel sogno stava diventando realtà, non riusciva a crederci.

Malfoy chiuse gli occhi per qualche secondo, sopraffatto dalle troppe sensazioni. Fu in quel momento che Hermione si sentì abbastanza coraggiosa da assaggiare con la lingua e le labbra la sua erezione.

Draco sbarrò gli occhi dalla sorpresa, incontrando lo sguardo eccitato ed eccitante della Granger. Capì che se non l'avesse fermata poi sarebbe stato troppo tardi, e non avrebbe avuto la forza di interromperla.

«Se continui così va a finire che non avremo bisogno di usare il coso babbano», disse, cercando di trattenere i gemiti che le stimolazioni della ragazza gli stavano provocando.

«Si chiama preservativo», disse lei con un sorriso, prima di abbassare nuovamente la bocca sul suo membro fremente.

«Smettila di...», gli sfuggì un gemito, quando la mano sinistra della ragazza si chiuse con delicata fermezza intorno alle sue palle.

Malfoy smise di pensare e lasciò che la Granger lo portasse sempre più vicino all'agognato orgasmo. Essere dominato da una ragazza non era mai stato tanto bello ed eccitante.

«Sto per venire», riuscì a dire tra un ansimo e un gemito, così da permetterle di allontanare la bocca dal suo membro nel caso in cui non avesse voluto ingoiare il suo sperma.

«Hermione?», la chiamò quando le sue parole non ottennero nessun tipo di reazione da parte della riccia.

"Non vorrà mica..."

Venne nella sua bocca.

Gli occhi scuri di Hermione non si persero il minimo dettaglio, studiando le espressioni che si accavallavano sul viso del biondo; il modo in cui strinse con forza la mandibola e le guance gli si colorarono di un rosso più intenso, come i muscoli gli si rilassarono e le palpebre si abbassarono esauste.

La ragazza era orgogliosa di esser riuscita a provocare una tale reazione nel biondo, ma una parte del suo cervello non poteva fare a meno di chiedersi il motivo per cui il ragazzo l'aveva chiamata per nome.

Non l'aveva mai fatto prima di allora, preferendo utilizzare il cognome.

Cosa era cambiato?



*******

Ciao a tutti!

Eccovi come promesso un nuovo capitolo!

Malfoy ha chiamato Hermione per nome, dite che è un buon segno?

Spero abbiate tempo e voglia di dirmi cosa ne pensate :)

Un bacio,

LazySoul_EFP

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